Capitolo 22

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Madison
Mi risveglio dal mio sonno per colpa della luce del sole che filtra dalle vetrate della stanza, che non sembra la mia. Cerco di strofinarmi gli occhi, ma è come se avessi le mani bloccate. Metto a fuoco la stanza e mi ritrovo appiccicata a Noah. Mi sta abbracciando per la vita mentre dorme, e anche molto forte, perché sento il suo respiro sul viso. Mi cerco di alzare di quel poco che posso, ma non vedo Nathan.
«Noah? Svegliati e lasciami» lo cerco di svegliare, spingendolo, ma lui mi stringe ancora più forte. Gli alzo le palpebre con le dita, ma non si sveglia, così lo spingo più forte.
«Noah, svegliati! Dov'è Nathan?» gli chiedo preoccupata, e lui finalmente mi lascia, facendomi respirare.
«Cosa vuoi?» biascica Noah, mettendo la testa nel cuscino e abbracciandolo.
«Dov'è finito Noah?» gli chiedo, ma non risponde. Mi alzo col busto e prendo il mio telefono sul letto, ancora acceso dalla notte prima. Chiamo Grace, per sicurezza, e risponde quasi subito.
«Grace, Nathan è con voi?»
«Sì, è venuto da noi circa un'ora fa. Comunque sveglia Noah e venite in camera, c'è una sorpresa»
«Va bene, sull'aereo mi devi raccontare tutto di ieri sera»
«Anche te, vi aspettiamo» e chiudiamo la chiamata, quasi ridendo. Mi alzo completamente, mettendo i piedi a terra, e vado in bagno. Mi sciacquo la faccia e mi sistemo i capelli, per poi ritornare in camera.
«Noah, ti devi svegliare!»
«Va bene, basta che non urli» mi dice, così alzo gli occhi al cielo. Lui si alza dal letto e si stropiccia gli occhi.
«Andiamo da Grace e Christian» gli dico, per poi sorpassarlo. Arriviamo nell'altra camera e bussiamo, ad aprirci è Chri.
«Buongiorno» ci saluta Christian, facendo l'occhiolino. Io gli sorrido e poi mi giro verso Noah, che sta dormendo in piedi.
«Noah, ti riposerai in aereo, dopo devi fare anche la valigia» gli ricordo, e lui sbuffa. Entriamo in camera e raggiungiamo Grace e Nathan, che stanno facendo una colazione a letto grandissima con ogni cosa possibile, dal dolce al salato.
«Colazione a letto!» ci dice Grace, sorridendo, così mi vado a sedere vicino a Nat.
«Nathan, mi hai fatta spaventare perché non ti ho più visto nel letto» gli dico, abbracciandolo, mentre lui sorride. In quell'esatto momento Noah si sdraia vicino a Grace e si rimette a dormire. Christian si viene a sedere vicino a noi e alza gli occhi al cielo, cominciando a parlare.
«È sempre stanco» e ci mettiamo a ridere. Mangiamo quasi tutto di quel che ci avevano portato per colazione e poi bussano di nuovo alla porta.
«Vado io!» dico agli altri. Raggiungo la porta e aprendola mi ritrovo davanti la signora delle pulizie con i nostri panni puliti.
«Buongiorno signorina, ecco i vostri panni, e volevo chiederle di liberare le stanze appena potete perché sono state prenotate da altri clienti, grazie»
«Certo, grazie a lei» la ringrazio, sorridente. Porto i vestiti puliti in camera e li butto addosso a Noah. Ci mettiamo tutti a ridere, compreso lui che è sommerso dai panni.
«Penso che sia arrivato il momento di andare a fare le valigie, svegliati Noah» dice Christian, scuotendo il suo migliore amico, così gli lancio la sua felpa che mi aveva prestato, accorgendomi di averla ancora addosso.
«Ci vediamo dopo» li saluta Grace, spingendo giù dal letto Noah, che nel mentre riprende la felpa senza capire cosa stia succedendo intorno a lui. Li salutiamo con la mano e Nat li segue.
«È finita la vacanza, non voglio ritornare al lavoro» mi dice la mia migliore amica, rattristita.
«Neanch'io, però adesso facciamo la valigia e prepariamoci per l'aereo che ci dobbiamo raccontare tutto» le ricordo, aiutandola ad alzarsi dal letto.

Grace
«Ed eccoci qui» mi dice Madi, sedendosi di fianco a me sui sedili dell'aereo e sistemandosi col suo zaino, invece Nathan, Christian e Noah sono nei sedili a tre nella fila centrale dell'aereo, sono appena le undici e mezza del mattino.
«Sai che adesso mi dovrai raccontare tutto?» le ricordo, ridacchiando, e lei si gira sorridente verso di me.
«Anche te, e comunque sì. Inizia te» mi risponde sorridendo.
«Va bene, l'appuntamento è andato benissimo. Siamo andati a mangiare ad un ristorante con vista mare e dopo siamo andati su un palco con la musica sulla sabbia, ballando come le altre persone» finisco la frase e mi metto a sorridere, sono sicura di stare arrossendo.
«Non mi dire che vi siete baciati!» mi risponde la mia migliore amica, spalancando occhi e bocca ma accennando anche lei un sorriso. Io annuisco e lei si porta le mani alla bocca, facendomi ridere.
«Dopo aver ballato, anche se per poco tempo, ci siamo sdraiati sulla spiaggia a vedere il cielo. Christian mi ha detto la frase della luna...» non finisco di dire la frase che Madi mi interrompe.
«Quella con il significato che gli piaci?»
«Esatto, e poi ci siamo baciati. Siamo stati abbastanza in spiaggia, abbiamo anche parlato, però poi ha iniziato a piovere e quindi siamo dovuti tornare all'hotel»
«Wow, sono scioccata ma emozionata! E dopo che cosa è successo quando siete andati a dormire? Perché io ero con Noah, quell'antipatico, e Nathan» dice lei, alzando gli occhi al cielo.
«Siamo andati a dormire insieme e poi mi ha chiesto cosa siamo, però gli ho risposto che non voglio affrettare il tutto»
«Ma perché? State benissimo insieme, siete la coppia dell'anno, però rispetto le tue decisioni. Ma sappi che te lo sei fatta scappare, adesso ci poteva essere stato Chri al mio posto e potevi addormentarti sulla sua spalla mentre ti dava dei baci in testa e ti abbracciava, come la mettiamo?»
«Hai ragione, però devo ancora vedere se è una persona affidabile. Se lo sarà, starò immediatamente con lui» le spiego, e lei sembra capirmi.
«Hai ragione, adesso tocca a me. Intanto Noah diventa sempre più insopportabile con il passare dei giorni, poi ieri sera è stato strano. Mi aveva chiamata perché Nat piangeva, così sono andata da loro e dopo che Nathan si era addormentato l'ho messo nel letto e mi sono assicurata che stesse bene. Noah ci ha guardati e ad un certo punto si è tipo innervosito, per poi prendere sigarette e accendino andando a fumare fuori. Io sono andata da lui e si è messo a piangere per non so quale motivo, ma in ogni caso poi si è calmato e stamattina ci siamo svegliati abbracciati» le racconto tutto d'un fiato, e mi guarda alzando le sopracciglia trattenendo le risate.
«Sicuramente non è stato fatto apposta» mi dice sarcastica, tossicchiando all'inizio e alla fine della frase pronunciata a bassa voce.
«Smettila, davvero non so come sia stato possibile» rispondo, dandole uno schiaffo leggero sulla spalla per poi metterci a ridere tutte e due.
«Invece mi avevi già raccontato come era andata all'appuntamento con Floyd?» mi chiede, in effetti me lo sono scordata anch'io, glielo avevo già raccontato?
«Non ricordo, in ogni caso è andata benissimo. Adoro stare con lui, ma in generale Floyd. Non so perché, ma Noah continua a dirmi di stare attenta a lui, tra un po' me lo sogno pure di notte» le dico, e lei ridacchia.
Il volo di ritorno è stato molto più pesante del volo di andata, forse perché adesso eravamo consapevoli di ritornare a casa e fare le solite cose ordinarie, invece di visitare posti nuovi. Ho maggiormente dormito per il viaggio, ero stremata e già sentivo la nostalgia della Grecia. In quel momento sentiamo la voce meccanica dell' hostess dalla radio dell'aereo, che ci avvisa di stare atterrando così io e la mia migliore amica ci cominciamo a sistemare per scendere.

SunsetWhere stories live. Discover now