Capitolo 6

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16 anni prima

Stavo dormendo, ma sento qualcuno che mi parla.
«Madison, svegliati, guarda chi c'è!» apro piano gli occhi e trovo mamma davanti.
«C'è Joel che è venuto a casa» mi spiega.
«Perché è venuto?» le chiedo.
«Perché è venuto a fare il pigiama party» il pigiama party? Ma se è ancora buio! E poi il pigiama party si fa quando si è ancora svegli.
«Ma che ore sono?»
«Sono le quattro del mattino» che strano.
Sento dei passi avvicinarsi, mi giro sul letto e vedo Joel ancora con il giubbotto.
«Ciao Madison» mi salutó. Mi strofino subito gli occhi per capire se sto sognando o sono sveglia. Quando mi tolgo le mani dagli occhi, è ancora lì, che mi guarda e sorride. Mamma lo aiuta a togliere il cappotto e noto che ha ancora il pigiama. Gli indico la parte del letto di fianco a me sbattendo leggermente il palmo della mano sul materasso. Lui si viene a sdraiare vicino a me e sistema la testa sul cuscino.
«Adesso dormite che domani dovete andare a scuola» e mamma se ne va in camera sua. Ci riaddormentiamo subito tutti e due.

* * *

«Madi, svegliati!» mi dice una voce. Apro lentamente gli occhi e vedo che Nathan mi sta scuotendo il braccio.
«Finalmente, è da tantissimo tempo che sto cercando di svegliarti!»
«Scusami Nat, ero stanca»
«Va bene, ti perdono, adesso possiamo andare in cucina a fare colazione? Ci stanno aspettando»
«Sì, andiamo»
Scendiamo dal letto e usciamo dalla camera.
«Ma ti sei già vestito Nathan?»
«Sì perché è tardi, sono le undici e mezza!» ma per quanto ho dormito? Di solito mi sveglio alle nove e mezza, massimo alle dieci.
Scendiamo dalle scale e arriviamo in cucina. Ci sono Grace e Chri che stanno guardando il telefono, con davanti una macedonia di frutta fresca. Ci avviciniamo a loro e ci sediamo sulle sedie del tavolo a isola. La prima a girarsi verso di noi è Grace.
«Buongiorno amori miei!» ci sorride.
«Buongiorno» le dico, ancora assonnata. Mi passa la macedonia di frutta, mettendomela sotto al naso.
«Ti prendo un cucchiaio» mi dice Chri, sorridendo anche lui. Si alza e lo va a prendere, per poi passarmelo. Li ringrazio e comincio a mangiare.
«Grace, dobbiamo andare a cercare lavoro in questi giorni, dico alla mia amica che è seduta affianco a me.
«Hai ragione, vogliamo andare a cercare qualcosa?»
«Va bene, andiamo a cercare in città?»
«Sì, così facciamo anche una passeggiata»
«Ok, vado a vestirmi, aspettami qui»
«Certo» scendo dalla sedia e corro sopra in camera. Apro la valigia e prendo un pantaloncino bianco e un top verde, prima o poi dovrò sistemare i vestiti negli armadi. Vado in bagno, mi lavo e mi sistemo. Ritorno in camera e metto sulle labbra il mio burrocacao alla ciliegia, pettino i capelli e mi metto un cappello abbinato al top in testa. Poi mi infilo le scarpe bianche e riascendo giù dalle scale.
«Sono pronta!»
«Allora noi andiamo, ok? Christian controlla Nathan, va bene?»
«Va bene» la rassicura Christian.
Io e lei ci prendiamo a braccetto e usciamo. Facciamo una passeggiata lunghissima per tutta Los Angeles, fin quando ci fermiamo davanti ad un bar vicino alla spiaggia. Ci sediamo sulle sedie di un tavolino e osserviamo il posto.
«È bellissimo qui, vero?» mi chiede Grace.
«Sì, cosa prendiamo?» le dico mentre apriamo i menù contemporaneamente.
«Non so, guarda che bello però, fanno tutti i tipi di succhi di frutta, frullati, frappé e Smoothie!»
«Hai ragione, che ne dici di prendere due frullati alla fragola, per restare leggere?» le propongo.
«Ok, ci sto!»
«Potresti venire a lavorare qui, sai? Ti ci vedo, poi mi daresti tutto gratis, quindi per me andrebbe bene» alzo le sopracciglia e ci mettiamo a ridere. Arriva la cameriera e le diciamo i nostri ordini.
«Mi scusi, qui potrebbe esserci possibilità di venire a lavorare?» chiedo alla cameriera.
«Certo, sarebbe perfetto, stiamo proprio cercando nuove dipendenti per il bar. Basta iscriversi alla cassa, che trovate dentro» ci dice sorridendo.
«Ok, grazie, allora dopo andiamo» e se ne va.
«Finalmente abbiamo trovato lavoro» dice lei sospirando e ridendo.
«Esatto, ma invece dov'era Noah?»
«Non lo so, però da quel che ho sentito da Chri era dalla sua ragazza»
«Ha una ragazza?»
«Penso di sì»
«Povera ragazza, non so proprio come faccia a sopportarlo» e Grace ride. Odio Noah più di ogni altra cosa, se non si fosse capito. E lo stesso è per lui, quindi perfetto.
«Adesso però direi di tornare a casa» mi dice lei, e acconsento. Ma prima lasciamo i soldi per i frullati alla cassa e ci iscriviamo per andare a lavorare lì, così il proprietario ci spiega che cominceremo a lavorare già da domani. Rifacciamo la strada che abbiamo percorso fino a quando sentiamo un rumore molto forte.
«Madison, l'hai sentito anche tu?»
«Sì, anch'io ho sentito il rumore» ci giriamo intorno e vediamo una casa molto moderna. Noto che sta uscendo del fumo e avviso Grace.
«Andiamo Grace, sono sicura che qualcosa stia andando a fuoco nella casa»
«Ok, andiamo che ti seguo»
Cominciamo a camminare con passo svelto verso l'abitazione e bussiamo. Ci apre una signora che, devo dire, assomiglia molto a Zoe. Ha dei folti e lunghi capelli  neri, occhi azzurri e bocca rosea proprio come Zoe ed un fisico bellissimo. Un'espressione impaurita stona il suo viso armonioso.
«Vi prego, aiutatemi, entrate!»
Senza dire altro, corriamo in casa e vediamo una fiamma che si alza dalla padella che si trova sui fornelli. L'abitazione è piena di fumo, infatti cominciamo tutte e tre a tossire.
«Ragazze, uscite fuori!» grido.
Comincio ad avvicinarmi alla fiamma, che sposta un po' il fumo e mi fa vedere dove si trova il lavandino. Apro al massimo il rubinetto riempendo un bicchiere con l'acqua. Lo butto sulla fiamma e il fuoco scompare, così esco anch'io fuori lasciando la porta aperta per far uscire il fumo.
«Signora, le ho spento la fiamma, adesso le lascio la porta aperta così il fumo si toglie» le dico strofinandomi il braccio con la mano, mi sono bruciata.
«Va bene, come ti chiami cara? Tutto bene? Ti sei bruciata?»
«Mi chiamo Madison Davies, e lei è la mia amica Grace Evan, mi sono scottata solo sul braccio, ma non è niente di che»
«Allora appena il fumo diminuisce potete entrate in casa ragazze, così ti disinfetto la ferita, Madison»
«Grazie signora, ma non ce n'è bisogno» le dico sorridendo.
«Invece sì, ti sei fatta male a casa mia e quindi ce n'è assolutamente bisogno» dice lei sorridendo di rimando.
«Lei invece, tutto bene?» le chiede Grace.
«Sì, per fortuna, grazie di avermelo chiesto Grace»
«Di niente, lei come si chiama?»
«Selene, entriamo adesso però, il fumo ormai sarà andato via» ci dice, così entriamo e in effetti l'aria è più pulita di prima.
«Sedetevi pure sul divano, volete qualcosa da bere?»
«Un bicchiere d'acqua, se è possibile» le dice Grace.
«Per me niente, ma grazie del pensiero»
«Va bene, torno subito» e sparisce entrando in cucina.
Le case qui in questa via sono tutte grandissime. Adesso siamo in una casa con tutti gli arredamenti, i muri e i pavimenti di colore grigio o bianco. Selene torna subito con un vassoio carico di brocca d'acqua, un contenitore con il ghiaccio e due bicchieri.
«In questi giorni fa molto caldo, vero ragazze?»
«Sì» diciamo in contemporanea io e la mia amica.
«Allora, voi mi sembrate nuove qui, da dove venite?»
«New York, signora» le diciamo.
«Ah ok, datemi del tu»
«Va bene» le dice Grace, e sorridiamo.
«Dove abitate? Nelle case qua vicino?»
«Non proprio, abitiamo in fondo alla via, in quella villa enorme, non so se l'hai mai vista» le dico, e  a Selene le si illuminano gli occhi.
«Allora siete voi che avete comprato la casa per essere le nuove coinquiline di Noah e Christian! L'ho venduta io la casa, era di mia proprietà qualche anno fa»
«Ah, che bello, quindi conosce Noah e Christian?» le chiede Grace, ma in quell'esatto momento dalla porta entra Noah impaurito.
«Cosa è successo qui? Tutto bene?» chiede Noah, fin quando non sposta lo sguardo dai fornelli bruciati, a Selene e, infine, a noi.
«Cosa ci fate voi due qua? Fuori!» ci urla, arrabbiato.
«Va bene, ce ne andiamo, però calmati, l'abbiamo solo aiutata!» gli urlo, mi sta già dando fastidio.
Noah alza gli occhi al cielo e noto che affianco a lui c'è una ragazza con capelli rossi e mossi, occhi azzurri e bocca carnosa. Solo adesso vedo che mi sta guardando malissimo, così prendo Grace dal braccio, facendola alzare dal divano.
«Buona giornata Selene, arrivederci» le dico sorridendo prima di uscire dalla porta, ma prima tirò uno schiaffo anche troppo leggero sulla testa a Noah, gli servirebbero molto più forti, magari gli si rimette a posto il cervello. Lui si gira e mi lancia un'occhiata piena d'odio, ed io come sempre mi metto a ridere.
«Torniamo a casa, Grace» e cominciamo a camminare, lasciando i tre dietro di noi. Arriviamo in fondo alla strada e sorpassiamo il cancello della villa. Entriamo in casa e non troviamo nessuno. Io e Grace ci guardiamo negli occhi per un istante.
«Forse saranno nel retro» le dico. Usciamo fuori nel giardino e li troviamo a giocare a calcio insieme ad un cane: Palms, il loro cane.
«Di chi è quel cane?» mi chiede Grace, lei ha paura dei cani.
«È di Chri e Noah. Non preoccuparti, non ti fa niente. Si chiama Palms comunque.» le dico sorridendo. Ci avviciniamo a loro e ci salutano.
«Ciao ragazze, lui è Palms, il nostro cane» ci dice Chri sorridendo.
«Madison, Grace, ciao!» ci saluta Nathan correndo da noi per abbracciarci. Poi ritorna nel campo e si rimettono a giocare.
«Ragazzi, noi andiamo a preparare il pranzo, ok? State attenti» dico ai due, sorridendo.
«Esatto, siamo sempre in cinque, giusto?» chiede Grace.
«In realtà no, viene anche la ragazza di Noah, si chiama Amber» ci spiega Chri, cercando di parare la palla lanciata da Nathan.
«Ma è la rossa antipatica?» gli chiedo, temendo che fosse quella che mi ha squadrato male mezz'ora fa.
«Purtroppo sì, la odio anch'io non preoccuparti» mi dice Christian.
«È molto difficile che Madi apprezzi qualcuno» gli dice Grace, ridendo.
«Ok, adesso andiamo a cucinare però, sono già le dodici e mezza» dico a Grace, e rientriamo andando in cucina.
«Allora, cosa vogliamo cucinare?» chiedo a Grace.
«Sinceramente non lo so. Io non so cucinare, quindi ti guarderò soltanto. Che ne dici di preparare gli spaghetti al pomodoro?»
«Bella idea, ci sto» comincio a cercare la pasta bei mobili, prendo il pacco di spaghetti e comincio a far bollire l'acqua, poi ci metto il sale e metto gli spaghetti a cuocere. Dopo prendo un barattolo di salsa che viene direttamente dall'Italia e lo appoggio sull'isola. Dopo mezz'ora la pasta è cotta, quindi la scolo, preparo sei piatti mettendocela dentro e infine aggiungo la salsa.
«Grace, puoi andare a prendere sei foglioline di basilico, per favore? Sono fuori, le ho viste l'altro giorno»
«Va bene» ed esce. Intanto sento suonare il campanello. Esco dalla cucina e prima di aprire la porta sospiro ed alzo gli occhi al cielo. Spingo la maniglia e davanti a me appaiono Noah e Amber, tutti e due vestiti eleganti e che si tengono per mano.
«Entrate, è pronto il pranzo» dico cercando di essere amichevole, però senza neanche salutarmi mi sorpassano ed escono fuori a salutare Christian. Cominciamo bene. Per fortuna Grace mi chiama per il basilico, così ritorno in cucina.
«Grace, ma Amber e Noah ti hanno salutata?»
«Sì, perché?»
«Niente» ok, penso che ai due avvelenerò il piatto.
«Grazie del basilico comunque» la ringrazio e lo metto in cima su ogni piatto di pasta.
«Grace, mi aiuti a preparare la tavola per favore?»
«Certo, andiamo» cominciamo a prendere bicchieri, tovaglioli, bibite e forchette. Quando abbiamo finito portiamo i sei piatti di pasta a tavola e andiamo a chiamare gli altri fuori. Spero che si saranno comportati bene almeno con Nathan.

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