Capitolo 36

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«Sei sicura? Secondo me è troppo stretto» emetto un sospiro di stanchezza, siamo entrati da dieci minuti in un negozio per bambini del centro commerciale e Christian sta iniziando già a farsi tutte le paranoie del mondo.
«Chri, fidati di me. William è appena nato, letteralmente, le tutine così piccole gli entrano» mi asciugo un rivolo di sudore sulla tempia, perché sì, si muore di caldo questo luglio. Anche per lo stress che ti crea il biondo di fianco a me quando esci con lui.
«Va bene, ma se poi non gli entrano è colpa tua» mi indica con un dito e poi mette finalmente la tutina bianca a maniche lunghe nel carrello. Per adesso abbiamo preso un paio di calzini, delle canottiere, una felpa e la tutina appena scelta. Non siamo per nulla a buon punto.
«Allora Chri, dobbiamo prendere le magliette ed i pantaloncini, ma anche altre tutine corte. Se riusciamo, potremmo anche prendere qualche costume da bagno per andare al mare e magari anche delle scarpine per William» lui annuisce e passa alla guida del carrello.
«Non riesco ancora a metabolizzare di star comprando tutto questo per mio figlio» dice, scioccato. Mi metto a ridacchiare e gli do una pacca sulla spalla.
«Ed io a mio nipote» lui mi sorride e proseguiamo per le corsie, diretti verso il reparto delle magliette corte.
«Cosa preferisci? Ci sono i dinosauri, le macchinine, le nuvole, le stelle, i cani, i gatti...» chiedo a Chri, cominciando a cercare le taglie giuste delle magliette con le stelline azzurre.
«Prendiamo tutto» mi giro di scatto verso di lui.
«Tutto? Non è troppo?»
«No, voglio il meglio per William, e di certo non voglio che rimanga senza vestiti» così lascia il carrello e si avvicina a me per cercare la taglia più piccola per tutte le magliette. Prima è indeciso, poi vuole prendere tutto. In realtà, meglio così, spero che non faccia mai mancare nulla né a Grace né a William. Però sono sicura che Christian sia una brava persona, anche se a volte ti assilla un po', è una persona super simpatica se non la più simpatica che abbia mai conosciuto. Dopo Grace, ovviamente. Ecco perché è il mio migliore amico. Finiamo di prendere tutte le magliette e le mettiamo nel carrello. Mi lego i capelli in una coda e mi faccio aria sventolandomi la mano vicino al viso.
«Che caldo. Facciamo veloce così torniamo a casa e mettiamo l'aria condizionata» anche nel centro commerciale c'è l'aria condizionata, ma il caldo che c'è quest'estate la fa scomparire. Avevano ragione le persone a dire che in California si muore di caldo in estate, a New York si stava bene.
«Sono pienamente d'accordo» dice ridacchiando. Andiamo nella sezione dei pantaloncini, poi in quella delle tutine ed infine prendiamo dei costumi per il mare. Ci mancano delle scarpine, forse ce la possiamo fare.
«Che ne dici di prendere queste infradito?» dico al ragazzo della mia migliore amica, mostrandogli delle infradito minuscole con sopra disegnate le onde del mare. Chri spalanca la bocca per poi tapparsela con tutte e due le mani.
«Che c'è?» gli chiedo, ridendo per la sua reazione.
«Sono piccolissime!»
«Okay, ti piacciono. Prendiamole!» le metto nel carrello e procediamo nei nostri acquisti.
Finiamo di prendere tutto l'occorrente e la prima ora sembra volare via. Mettiamo apposto il carrello e recuperiamo le buste piene di mini vestiti, per poi uscire dal negozio e cercarne un'altro.
«Che ne dici di prendere un gelato?» mi propone Christian, fermandosi davanti ad un bancone dei gelati.
«Assolutamente sì» mi avvicino a lui e comincio a leggere tutti i gusti di ogni singolo gelato.
«Cosa prendi?» mi domanda il biondo, portandosi il pollice sul mento e l'indice sulla bocca, assumendo un'aria di indecisione.
«Forse cocco e fragola, almeno la frutta rinfresca. Te?»
«Limone. Cono o coppetta?» lui mi guarda e alza le sopracciglia, facendomi ridere.
«Meglio la coppetta, non ho voglia di mangiare la cialda del cono»
«Va bene, io prendo il cono» Chri mi scompiglia i capelli e poi gli tolgo le buste che ha tra le mani, in cerca di un tavolino. Ne trovo uno vuoto a quattro posti proprio davanti al bancone dei gelati, così mi fiondo sulla sedia per occuparlo. Visto che ci avanzano due sedie ci appoggio sopra le buste, e dopo meno di cinque minuti mi raggiunge anche Christian con un gelato in ogni mano. Lui mi porge la coppetta e si accomoda di fronte a me.
«Ci hai messo poco, come hai fatto? C'era fila» gli domando, curiosa. Giro lo sguardo verso il bancone, ma posso ancora notare la lunga fila che c'è.
«Hai dimenticato che sono famoso, quindi potrei aver corrotto la gelataia in cambio di una foto con me. Meno male che è una mia fan» ci mettiamo a ridere e finalmente mangiamo il nostro fantastico e fresco gelato.
«Sai Chri, dovremmo uscire più spesso tutto insieme. Anche se sei assillante, ti adoro. Almeno sei prudente, soprattutto prima di comprare dei vestiti e più precisamente, vestiti per bambini» gli batto il cinque continuando a ridacchiare, e lui fa lo stesso.
Appena finiamo di mangiare, diverse persone chiedono di fare una foto con Chri e, stranamente, anche con me. Devo ammettere che questi gruppetti di miei fan mi piacciono molto. Inutile dire che mi sento super famosa, anche se a malapena conoscono il mio cognome. Comunque è Davis, per chi non lo sapesse.
«Dove andiamo adesso?»
«Dobbiamo comprare una carrozzina, il seggiolino da mettere in macchina e il seggiolone da mettere in casa, una culla da mettere in camera di Grace per farlo dormire, infine i pannolini e le salviette umidificate. Ah, Grace mi ha detto di prendere anche il borotalco ed una vaschetta per fare il bagnetto al bambino» lui sgrana gli occhi, sospirando, e mi metto a ridere.
«Facciamo così: la vaschetta, il borotalco, i pannolini e le salviette le prendiamo qui al centro commerciale, c'è un negozio apposta, mentre per il resto so io dove andare» lui mi fa l'occhiolino, così alzo le mai.
«Ok, mi fido di te» appena finisco di parlare, mi accorgo che Chri ha finito di mangiare il suo gelato. Com'è possibile? Un secondo fa ce l'aveva tutto integro in mano.
«Ovviamente» lui batte le mani, chiudendo la conversazione, per poi alzarsi dalla sedia e prendere la metà delle buste. Faccio lo stesso, ma prima vado a buttare la coppetta prendendo una grande cucchiaiata per finirlo tutto. Metto il gelato in bocca e butto anche il cucchiaino, per poi prendere le altre buste ed andare verso un piccolo negozio per bambini. Prendiamo il borotalco, la vaschetta per il bagnetto ed il resto molto velocemente, visto che non c'è molto da scegliere. Prendiamo la muova busta del negozio ed usciamo dal centro commerciale.
«Ti ricordi dove abbiamo parcheggiato la macchina?» mi chiede ad un certo punto Christian. Mi giro verso di lui, stranita, ed inizio a cercare di ricordarmi dove l'avessimo parcheggiata.
«Era tra una macchina grigia ed una marrone»
«Grazie Maddy, sei di grande aiuto. Sai quante macchine ci saranno di quegli stessi colori?»
«Cosa ci posso fare? La macchina è tua...» in quello stesso momento mi viene in mente di aver fatto una foto prima di entrare nel centro commerciale. Così afferrò il mio telefono dalla tasca dei miei pantaloncini di jeans e apro la galleria. Eccola lì, la mia fantastica foto, e si vede anche il posto.
«Cosa fai?» mi chiede Chri, sporgendosi verso di me per vedere lo schermo del mio telefono.
«Prima di entrare nel centro commerciale io e te ci siamo fatti una foto, ricordi?» giro lo schermo del telefono, e lui sembra illuminarsi.
«Hai ragione! Fammi vedere» così mi prende il telefono dalle mani ed inizia ad ingrandire la foto.
«Dov'è la macchina?»
«Nella D magenta» mi dice per poi ridarmi il cellulare.
«La D magenta?» ripeto, perplessa.
«Sì, questo parcheggio ha delle sezioni con delle lettere colorate. In questo caso noi abbiamo parcheggiato la macchina nella sezione della D magenta, capito?»
«Oh ok, adesso ho capito tutto» lui mi sorride e inizia a camminare, così lo seguo.
Dopo qualche minuto raggiungiamo la macchina, esausti per il caldo, e mettiamo il più velocemente possibile le buste nel cofano. Rientriamo in macchina e mettiamo l'aria condizionata al massimo.
«Finalmente»
«Sì» lo assecondo, ridacchiando. Nello stesso momento, lui si sistema la manica della camicia azzurra ed io mi abbasso un po' il top rosa acceso.
«Chri, siamo telepatici!»
«Perché?» mi chiede ridendo mentre accende il motore della macchina.
«Ci siamo sistemati le nostre magliette nello stesso momento!» gli dico euforica per non so quale motivo. Okay, il troppo caldo mi da alla testa.
«Wow, però adesso mettiti i tuoi occhiali da sole che hai dimenticato in macchina» mi passa i miei bellissimi occhiali da sole rotondi e di colore oro rosato. Li afferro e me li metto sul viso, mentre Christian si abbassa i suoi occhiali che aveva piegati sul collo della camicia. I suoi sono uguali ai miei, però azzurri. Partiamo e sfrecciamo tra le strade di Los Angeles, sempre bellissima anche di pomeriggio. Accendo la radio e parte una canzone che ascoltavo sempre da piccola, così iniziò a canticchiarla fino a quando finisce.
«Siamo arrivati!» annuncia Chri, parcheggiando la macchina di fronte al negozio, questa volta. Scendiamo dalla macchina e già mi incanto a vedere l'entrata dello splendido negozio di marca: è tutto moderno, di colore oro, nero e verde speranza. Al di fuori ha enormi vetrate che permettono di vedere l'interno, molto luminoso. Mi accorgo che Christian è quasi all'entrata di questo paradiso, così mi riprendo e lo raggiungo di corsa. Si stava così bene in macchina con l'aria condizionata, ma dentro al negozio si sta ancora meglio. È proprio come si vedeva da fuori, tutto curato nei minimi dettagli.
«Chri, ma sei sicuro che ci possiamo permettere queste cose?» gli chiedo, un po' insicura.
«Maddy, non so se lo sai, ma io potrei comprare tutta l'attività» resto a bocca aperta, questa non me l'aspettavo. Cominciamo a scegliere la carrozzina, e alla fine ne prendiamo una nera con rifiniture in oro. Il seggiolino per la macchina è automatica ed è nero anche lui, mentre il seggiolone per mangiare è di legno con qualche dettaglio in verde acqua. Infine, per la culla, ne abbiamo presa una scorrevole di legno, verniciata in bianco. Ha gli spigoli arrotondati, le barriere ai lati per non farlo cadere ed un ampio cassetto alla base della culla. Non so quanto abbia speso Chri dopo avermi respinta per dividere il conto, e sinceramente non voglio saperlo. Ci facciamo aiutare da qualche dipendente del negozio a mettere le diverse scatole con i mobili nella macchina, e sembra un po' un'impresa. Dopo una decina di minuti riusciamo a farci entrare tutto, così ripartiamo, diretti finalmente a casa.
«Chri?» lo chiamo.
«Dimmi»
«Stavo pensando, se nel mondo rimangono venti gamberetti...»
«Sì?»
«...ed io li pesco tutti e li mangio, poi vuol dire che scriveranno da tutte le parti che i gamberetti si sono estinti per colpa mia?» lui scoppia a ridere ancora prima che finisco di parlare, così iniziò a ridere anch'io. Lo so, rido per tutto. È il mio più grande problema, però ogni situazione ha qualcosa di divertente che mi fa venire da ridere. Tipo adesso.
«Comunque sì, penso di sì. Se vuoi proprio saperlo, pesca tutti i gamberetti nel mondo e mangiali. Poi vedi cosa succede»
«Hai ragione, lo segno nella lista di cose da fare nel tempo libero» gli faccio l'occhiolino e ci rimettiamo a ridere.
«Che ragionamenti strani che facciamo, comunque eccoci arrivati» mi accorgo solo adesso di essere nel giardino di casa nostra. Chri si ferma davanti casa e lo aiuto a svuotare la macchina, mettendo tutto in salone.
«Ciao a tutti, come stanno i miei bambini?» domando, mentre porto il mio sguardo a Nathan, William e Grace che sono seduti sul divano a vedere i cartoni. Li raggiungo e li abbraccio, mi sono mancati.
«Avete preso tutto?» mi domanda, sorridente, mente Nat mi da un'altro abbraccio.
«Sì, non vedo l'ora di vedere la tua reazione quando li aprirai, sono bellissimi!»
«Wow, allora dopo li apriamo!» mi dice lei, subito contagiata dalla mia felicità. Li lascio un'altra volta da soli e finisco di portare tutti gli acquisti in casa, così che Christian possa mettere la macchina nel box. Riordino un po' le buste e gli scatoloni pieni di cose, e Christian rientra dentro mentre si asciuga un rivolo di sudore sulla fronte.
«Ma Noah?» domanda il biondo, ad un certo punto.
«È di sopra nella palestra» ci informa Grace.
«Vi ha trattati male?»
«No, perché dovrebbe?» emetto un sospiro di sollievo, portandomi la mano sul petto.
«Non farci caso. Sapete cosa faccio? Mi vado a buttare in piscina, perché sinceramente sto morendo di caldo da quando sono uscita di casa» nel mentre guardò Grace che si sistema meglio William tra le sue braccia.
«Vengo con te!» dice Chri, seguendomi, ma prima baciando la sua bellissima ragazza, nonché la mia migliore amica. Appena Nathan li vede, inizia a fare una faccia disgustata e William inizia a piangere. Bene, zio e nipote vanno già d'accordo. Io, Chri e Grace ci mettiamo a ridere, per poi andarmi a buttare in acqua col mio migliore amico direttamente con i vestiti, tranne le scarpe. Ovviamente sono andata nell'acqua bassa, non ho intenzione di morire così giovane e poi pure annegata in una piscina. Mi sembra di vivere in un film grazie a tutte le cose che stanno succedendo nella mia vita, e rifarei tutto da capo.

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