Capitolo 4

85 1 14
                                    

Apro la valigia che non ho ancora sistemato per scegliere cosa indossare. Opto per un tubino nero con le bretelle aderenti, che mi arriva fino a sopra le ginocchia e che risalta le mie forme. Per le scarpe, invece, scelgo di mettere dei tacchi neri. Forse potrebbero essere esagerati, però sono elegante. Passo un po' di mascara sulle ciglia, che già sono lunghe senza, ripasso il contorno delle mie labbra con una matita bordeaux e infine le riempio con un rossetto rosso ciliegia. Penso che questa sia l'ultima volta che lo metterò, preferisco essere più al naturale. Prendo gli orecchini oro a cerchio e la borsa nera, infine esco dalla camera e vado a bussare alla porta della stanza di Grace. Mi apre la porta e la trovo con le mani nei capelli.
«Grace, tutto apposto?»
«Assolutamente no, mi devi aiutare a scegliere il vestito per stasera»
«Menomale, mi hai fatto spaventare, comunque va bene» le sorrido. Sono una persona molto solare, sorrido quasi sempre, anche quando sto male perché non voglio togliere il buon umore alle persone a cui voglio bene.
«Grazie Madi ti adoro!» e mi abbraccia. Solo adesso che sto entrando in camera, noto che anche la sua è bellissima e curata nei dettagli. La stanza di Grace ha, oltre al bianco, qualche tocco di rosa, come le coperte del letto, qualche cuscino e il tappeto. C'è una cassapanca sotto alla finestra, un armadio, una scarpiera, due scaffali, una libreria ed una postazione trucco con specchio e poltroncina. La sua camera non ha la televisione e forse è giusto un po' più piccola della mia. Adesso ho qualcosa da rinfacciarle a vita, già sto ridendo per tutte le volte che mi dirà di smetterla.
«Sono indecisa tra due abiti» mi spiega mostrandomi due abiti bianchi: uno tutto intero che arriva alle ginocchia e l'altro a due pezzi con top e gonna.
«Secondo me è meglio quello intero, è anche meglio per il pancione secondo me, e poi così almeno saremo abbinate!» le dico con entusiasmo.
«Ok, mi fido di te!» e ci mettiamo a ridere. Sinceramente non so quante volte ridiamo al giorno anche per le cose più stupide.
«Come sta il mio fantastico nipotino?» le chiedo accarezzandole il pancione da sopra la felpa e dandogli un bacio.
«Oggi ha scalciato molte volte, e infatti mi sono stancata, ho dormito per quasi tutto il tempo» mi sorride.
«Ma ti metti una felpa sopra al vestito?»
«Sí, non si sa mai, mi metto una felpa bianca, ma poi è una mia impressione o nessuno ha notato che sono incinta?»
«Secondo me fa troppo caldo per metterti la felpa, ma comunque hai ragione, penso che non se ne sia accorto nessuno, forse Christian l'ha notato ma non ha voluto dire niente, invece Noah, se ne è proprio andato, probabilmente non sa neanche come ti chiami, in effetti adesso che ci penso, come sapeva il mio nome oggi?»
«Vi siete incontrati?» adesso mi viene in mente che non le ho raccontato niente.
«Adesso che ci penso mi sono dimenticata di dirtelo»
«Voglio sapere tutto appena torniamo dal ristorante! Dopo vengo in camera tua e mi racconti»
«Certo, ma, aspetta, non dovevamo cenare in cucina?»
«Christian mi ha detto che non sapevano cucinare effettivamente, e non voleva farlo fare a noi, quindi hanno optato per il sushi»
«Grace, te non puoi mangiarlo, sei incinta, il pesce crudo non ti fa bene» le dico preoccupata, ma non poteva dirlo e far cambiare il ristorante?
«Ma sembrava così contento quando me l'ha proposto, non ho saputo dire di no!»
«Allora dovrai prenderti qualcos'altro, ti vado a ordinare una pizza se vuoi»
«Lo faresti davvero?» e vedo che nei suoi occhi cominciano a formarsi delle lacrime. Adesso che aspetta un bambino, è ancora più emotiva di prima.
«Ovvio che lo faccio, e non piangere ti prego, vieni che ti trucco» si strofina gli occhi e si siede sulla poltroncina. Le metto solo il blush e il correttore sotto le occhiaie. Lei ha le ciglia più folte delle mie e quindi il mascara non le serve. Per scarpe le dico di mettersi dei sandali per stare più comoda, e acconsente.
«Stasera sei bellissima» mi dice.
«Anche te, ti voglio bene» la abbraccio e ridiamo.
«Da quando sei affettiva?» chiede Grace.
«Da adesso e solo per adesso» le mando un bacio volante. Dopo si infila il vestito, la felpa e la aiuto ad allacciarsi i sandali.
«Siamo pronte» affermo.
Usciamo dalla stanza e Grace va a bussare Christian e Nathan.
«Mi stai dicendo che devo andare a chiamare Noah?» le dico alzando gli occhi al cielo.
«Vai Madi, buona fortuna» e si mette a ridere.
Vado a bussare a Noah con la voglia pari a zero. Busso alla porta, ma non risponde nessuno.
Ritorno da Grace, che sta aprendo la porta di Christian.
«Ma Noah dov'è?» chiedo a Christian prima di far parlare Grace.
«Lui è già al ristorante, voi siete pronte?» ci chiede, si è vestito con uno smoking nero e camicia bianca, ho fatto bene a vestirmi elegante allora.
«Sì, adesso vado a chiamare anche Nathan» gli risponde Grace, e Chri esce dalla stanza annuendo.
«Ragazze vi aspetto fuori con la macchina, ok?»
«Va bene» diciamo contemporaneamente io e Grace.
«Vengo con te da Nat» dico a Grace seguendola, e lei lo va a chiamare.
«Nathan sei pronto?» dice lei al bambino sorridendo.
«Sì, ma com'è il sushi? È buono?»
«Per noi è il cibo più buono del mondo, poi dipende da te tesoro» gli dico io.
«Nessun cibo supera il gelato!» dice lui, così io e Grace ci mettiamo a ridere.
«Andiamo adesso però, Chri ci sta aspettando giù» e lei prende il bimbo per la mano. Scendiamo le scale spegnendo tutte le luci in casa e chiudendo la porta a chiave.
«Questo giardino è bellissimo» dico io.
«Hai ragione Madi» conferma la mia amica. Usciamo dal cancello e troviamo Christian che ci aspetta in una Range Rover bianca. Guardando meglio la casa da fuori, vedo che ha anche il tetto nero, quindi diciamo che il posto in cui viviamo non è completamente tutto bianco.
Avanziamo per la stradina che porta al cancello e saliamo in macchina, io avanti insieme a Christian, Nathan e Grace dietro. Grace si è messa dietro così non doveva mettere la cintura e fare pressione alla pancia.
«Hey Nathan, come sei bello stasera con questi vestiti» dice lui.
«Grazie Chri!» e la macchina parte. Mentre sfrecciamo tra le strade di Los Angeles, osservo il meraviglioso panorama, il mare e le palme. Poi mi viene in mente che Christian e Noah hanno un cane.
«Christian, ma Palms dov'era che in giardino non l'abbiamo visto?» gli domando.
«Probabilmente è nel retro» e sorride. Dopo dieci minuti la macchina si ferma, parcheggiando. Davanti a noi si presenta una struttura molto moderna con la scritta "Sushi Enya". Entriamo e una ragazza ci chiede a che cognome abbiamo prenotato.
«Buona sera, abbiamo prenotato un tavolo per cinque persone con cognome Wilson» il cognome di Christian è Wilson? Beh, non ci sta male. La ragazza, che dal cartellino sull'uniforme leggo che si chiama Momo. Momo ci accompagna passando attraverso i tavoli delle altre persone, fino ad arrivare davanti ad una sala privata, nella quale ci sposta le tende di seta per farci entrare.
«Buona cena!» ci saluta e ritorna alla sua postazione. Entriamo nella saletta e troviamo Noah, anche lui in smoking nero e camicia bianca, seduto al tavolo intento a guardare il telefono. Sembra molto annoiato, non vedo l'ora di farlo innervosire, perciò mi siedo di fronte a lui. Grace invece si mette di fianco a me, Chri di fianco a Noah e Nathan affianco a Christian. Comincia a parlare Noah, posando il telefono sul tavolo.
«Ciao, te sei Nathan? Io sono Noah, piacere di conoscerti» dice al fratellino di Grace.
«Sí, sono io, piacere» e si sorridono, strano. Poi Noah continua a parlare. Cosa gli è preso? Sarà forse diventato simpatico e amichevole?
«Quindi, potete dirmi come vi chiamate?» ok, mi sbagliavo, è ancora il solito antipatico.
«Io mi chiamo Madison Davis, e lei è la mia migliore amica, Grace Evan» gli dico.
«Noah Wilson, e lui Christian Anderson» il tavolo quindi è stato prenotato da Noah.
«Piacere» dice Grace, poi cala il silenzio.
La sala ha un tavolo rotondo color oro, le sedie abbinate al tavolo, le luci soffuse, i tovaglioli con le bacchette, la salsa di soia con il suo apposito contenitore e un appendiabiti sul muro. Ad un certo punto ritorna Momo che appoggia tre menù sul tavolo. Noah prende il primo, Christian prende il secondo e io prendo il terzo che guarderò insieme a Grace, però mi lancia un'occhiata, e mi viene in mente cosa le avevo detto che le prendevo, la pizza. Lei mi si avvicina all'orecchio mentre tutto sono impegnati a guardare il menù.
«Non preoccuparti Madison, mi prendo le patatine fritte e la cotoletta» mi sorride.
«Va bene, scusami davvero, mi è sfuggito di mente» le dico dispiaciuta. A distrarci da quella conversazione è Christian.
«Ditemi i numeri che li scrivo sul foglio» così ordiniamo il cibo, le bibite e la cotoletta con patatine. Quando ci arriva tutto cominciamo a mangiare in silenzio, con la tensione che si sente nell'aria, fino a quando Grace dice che ha caldo.
«Togli la felpa» le dice Christian.
Io e lei ci guardiamo, non sapendo quello che potrebbe succedere dopo. Grace si toglie la felpa sfilandosela dalla testa, e si alza per appenderla all'appendiabiti. Nell'esatto momento in cui lei si alza dalla sedia, sia Chri Che Noah girano la testa verso Grace, e restano letteralmente a bocca aperta. Grace si mette le mani sulla pancia, accarezzandosela, e si risiede. Noah e Chri la seguono con lo sguardo fino a quando si siede.
«Sei per caso incinta?» chiede Noah. Io mi metto le mani sugli occhi, e a quella mossa Nathan si mette a ridere. Christian non sa cosa dire, e penso neanche Grace.
«Esatto» dice lei imbarazzata.
«Scusate per la domanda, ma quanti anni hai, Grace?» dice Christian preoccupato.
«Venti, ad ottobre»
«Non ci posso credere» dice Chri, così io mi tolgo le mani dal viso e guardo la sua reazione, ma stranamente si mette a sorridere. Noah invece non sa ancora cosa dire.
«Che c'è, ti sei incantato?» gli dico io ridendo, ma Noah riprende a parlare.
«Non mi sono incantato, sono semplicemente scioccato e per adesso non voglio sapere come sia successo»
«Fidati che nessuno ha voglia di raccontartelo o semplicemente parlarti» e gli mando un bacio volante.
«Stessa cosa per te» mi dice, poi ricomincia a parlare Christian.
«È per questo motivo che vi siete trasferite qui in California, quindi?»
«Anche per questo» gli dice Grace.
«Questo vuol dire che ci saranno due bambini per casa?» dice Noah rivolto a Christian.
«Sí, e non vedo l'ora»
«Tu e questi bambini» e Chri alza gli occhi al cielo. Noto che Nathan si sta per addormentare, quindi lo chiamo.
«Hey Nathan, vieni in braccio a me che ti stai addormentando» gli dico, così Grace fa spazio per farlo passare e viene in braccio. Nat si addormenta subito, come non detto. Così continuiamo a parlare del figlio di Grace.
«Ma è un maschio o una femmina?» chiede Noah
«Allora c'è qualcosa in questo mondo che ti interessa, guarda come sei curioso» dico, dandogli fastidio.
«Era per chiedere»
«Comunque è un maschio» interviene Grace interrompendo la nostra discussione.
«Almeno non è una femmina» dice mister arrabbiato col mondo.
«Come si chiama?» chiede Chri.
«William, adesso sono al sesto mese, dovrebbe nascere tra tre mesi, quindi a settembre»
«Va bene» e si rimette a sorridere.
«Ma te e Noah siete fratelli o cos'altro?» gli chiedo.
«Siamo migliori amici»
«È perché vivete insieme?»
«Non sono affari tuoi» s'intromette Noah.
«Sei proprio antipatico, ho fatto solo una domanda» guardo Chri e alza le spalle.
«Vado a pagare» dice Noah, ed esce dalla sala privata.
Grace si alza andando a prendere la felpa, si alza anche Chri e poi, sistemandomi meglio Nathan in braccio, mi alzo anch'io dalla sedia e prendo la borsa che avevo appoggiato allo schienale. Usciamo dalla saletta e noto che un bel po' di persone avevano gli occhi sul pancione di Grace, così mi avvicino a lei per rassicurarla, e Chri si avvicina a lei cercando di nasconderla con il suo corpo.
«Volete i biscotti della fortuna?» Domanda Noah.
«Ovviamente» rispondo io per tutti. Noah prende cinque biscotti e tira fuori dalla tasca dei pantaloni le chiavi della macchina con cui presumo sia arrivato qui.
«Madison, vai in macchina con Noah, così faccio sdraiare nei sedili dietro Nathan e Grace si mette avanti» dice Chri.
Grace mi lancia un'occhiata, come se si stesse trattenendo dalle risate e io alzo gli occhi al cielo.
«Ma perché? Io la odio» dice Noah
«Anch'io lo odio»
«non mi interessa, andate, Madison dammi Nathan che lo porto in macchina» mi dice, tirando anche lui fuori le chiavi della macchina.
«Va bene, tienilo forte o cade»
«Ok, ci vediamo a casa, ciao» ci sorride.
«Chri però io non posso mettere la cintura perché ho paura che faccia troppa pressione alla pancia» avvisa Grace.
«Va bene, puoi non mettertela se vuoi, guido piano, non preoccuparti» le sorride e si avviano alla Range Rover.
«Madison, tieni questi biscotti e muovi le gambe»
«Prima di tutto calmati, o non mi muovo da qui»
«Ancora meglio» mi sorride e va verso la sua macchina.
Lo seguo alzando per l'ennesima volta gli occhi al cielo. Arriviamo davanti una Lamborghini nera.
«È bellissima la macchina» dico sedendomi sul sedile avanti, al posto del passeggero.
«Modestamente, lo so, quindi non sporcarla»
«Adesso per dispetto te la sporco» Noah non proferisce parola, intento a non distrarsi e guidare per bene. Sono più che convinta che si stia trattenendo dalla voglia di calciarmi fuori dalla macchina. Passano circa cinque minuti, e mentre guardò il paesaggio fuori dal finestrino con la musica di sottofondo, Noah mi distrae dalla pace che c'era un attimo prima. Si gira per guardarmi, me ne accorgo, poi passa di nuovo lo sguardo sulla strada.
«Che bello il vestito, stai proprio bene stasera» non più so cosa dire, infatti Noah se ne accorge e accenna un sorriso. Sono troppo imbarazzata, ma ritrovo la voce per fortuna.
«Grazie» gli sorrido, poi ritorna il silenzio, e continuo a pensare a quelle parole fin quando arriviamo a casa, parcheggiamo la macchina e rientriamo in casa.

SunsetWhere stories live. Discover now