Capitolo 44

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Dopo che siamo tornati a casa, ieri, io e Noah abbiamo litigato, come se fosse una novità. Ha continuato a ripetere sempre le stesse cose, che devo stare attenta, che potrebbe avermi toccata senza il mio consenso mentre dormivo e tutto il resto. Certe volte mi innervosisce a livelli estremi, io e Floyd stiamo insieme e non sono affari di Noah quel che facciamo. Tralasciando questa situazione creata inutilmente, oggi è il compleanno di Nathan e ciò vuol dire solo una cosa: si parte per Disneyland! Io e Grace stiamo mettendo sei candeline azzurre su un muffin ai mirtilli, il preferito del bimbo.
«Dov'è Chri?» domando alla mia migliore amica, stranita dal fatto di non sentire l'energia del ragazzo in tutta la casa.
«È andato a prendere il regalo che lui e Noah hanno fatto a Nathan. A proposito, potresti andare a svegliare Noah prima che torni Christian, per favore?» sbuffo appena sento il maledetto nome di quel ragazzo dagli occhi cristallini.
«No, Grace, non voglio andare a svegliarlo. Ieri abbiamo litigato e non ho intenzione di avere un'altra conversazione insieme a lui abbinandoci pure quell'aria di dominanza che pensa di avere»
«Dai Madi, almeno prova a farci pace. Se proprio non vuoi, digli semplicemente di svegliarsi e di scendere giù. Io intanto chiamo Selene, che mi aveva chiesto quando poteva venire a fare gli auguri a Nathan» lei mi rivolge uno di quei sorrisi a cui non riesci a dire di no, così sono costretta ad andare a svegliare Noah.
Salgo le scale e appena mi ritrovo davanti la sua porta busso due volte, non vorrei mai avere la sfortuna di trovarlo mentre sbaciucchia la sua amata dai capelli color carota. Non sento alcun rumore strano provenire dalla camera, così abbasso la maniglia ed avanzo nella stanza. Ogni volta che entri qui sembra di essere risucchiati in un'altro universo, è l'unica stanza dalle pareti di marmo nero in tutta la casa, che invece è luminosissima per via delle enormi vetrate e i muri completamente bianchi che ha. Il mio sguardo atterra sul viso di Noah, baciato dal sole che filtra in camera sua. Se ne sta nel letto a petto nudo col telefono in mano, probabilmente starà giocando a qualcosa perché tiene il dispositivo orizzontalmente. Non dico nulla, infatti Noah se ne accorge e alza lo sguardo verso di me, noncurante, aspettando che dica qualcosa. Ad un certo punto mi rivolge un mezzo sorriso, come se gli fosse venuta in mente qualche idea in mente.
«Ciao, Sole, ti stavo aspettando. Perché ti sei vestita? Da quel che ricordo, ci eravamo dati un appuntamento diverso. Vorrà dire che aspetteremo stasera, anche se mi mancava il tuo corpo» mi fa l'occhiolino e trattiene qualche risata. Resto quasi a bocca aperta e con un sopracciglio inarcato, ha davvero bisogno di qualcuno che lo curi dai suoi problemi mentali non identificati dalla specie umana.
«Smettila» trovo un cuscino a terra, vicino a me, così lo afferrò e glielo lancio in faccia. Peccato che lo prende al volo e con una mano sola.
«Sei noiosa, impara a capire le battute» rotea gli occhi e riporta lo sguardo sul suo telefono.
«Beh, allora impara a farne una» noto che Noah rimane sorpreso dalla mia risposta, infatti cerca di nascondermi un sorriso.
«Cos'è successo, adesso non mi stai più attaccata come prima?»
«No, ti ricordo che i tre giorni di provocazione sono finiti, ma sembra che non ti siano serviti a nulla. Sei ritornato il solito» metto il broncio, e tutto d'un tratto Noah balza giù dal letto avvicinandosi a me.
«Peccato, hai completamente ragione. Hai sbagliato te, però. Probabilmente ci sarei rimasto più male se tutte le sere saresti venuta a farmi le coccole, e poi ti saresti distaccata completamente da me» cerca di darmi un bacio sulla guancia, però mi scosto quasi subito arretrando, finendo con la schiena sulla porta. Gli occhi di Noah si illuminano di una strana malizia, per poi inchiodare i miei fianchi tra le sue mani.
No.
No, Maddy, non farti condizionare.
«Non mi toccare. Sono ancora arrabbiata con te per ieri e non ho intenzione di perdonarti»
«Ecco perché sei davvero scontrosa, stamattina. Avevo capito che c'era qualcos'altro sotto» l'attimo dopo mi ritrovo sulla sua spalla, così gli tiro dei pugni sulla schiena e iniziò a scuotere le gambe per scendere dalla sua presa.
«Lasciami, Noah! Non ci provare, mi fai arrabbiare ancora di più!» lo sento ridere di gusto, e ad un certo punto mi mordicchia il fianco scoperto. Oggi, per il compleanno, ho messo un completo bianco di tessuto fresco con pantaloni a vita bassa e top senza spalline, ma intrecciato sul davanti. Ad un certo punto punto Noah mi lancia sul letto e, come se non bastasse, si sdraia addosso a me, stringendomi. Cerco di spostarmi, ma è inutile.
«Ti lascerò andare solo quando mi perdonerai» mi avvisa, facendomi il solletico con i suoi capelli morbidi. Meglio assecondarlo, perché potrebbe davvero non lasciarmi fino a quando non lo perdonerò. Anche se preferirei non perdonarlo, sono estremamente arrabbiata.
«Va bene, ti per...» non faccio in tempo a finire la frase che qualcuno bussa alla porta.
«Madi, Noah, ci siete? Vi sto aspettando da dieci minuti! Anche Christian sta tornando» Noah sbuffa e, finalmente, mi lascia libera. Salto giù dal letto e corro alla porta, aprendola.
«Eccoci. Muoviti, Noah» lancio un'occhiataccia al ragazzo e lo spingo fuori dalla stanza, così scendiamo tutti e tre le scale per poi arrivare in cucina.
«Perché hai i capelli tutti spettinati?» Grace mi guarda con qualche sospetto, per poi passare lo sguardo a Noah, che alza le mani al cielo con aria innocente. Nello stesso istante, qualcuno bussa al campanello.
«È Chri, vado ad aprire. Mi raccomando, sta volta non fatevi trovare durante un amorevole bacio»
«Non lo farei neanche se mi pagassero» le rispondo, sicura delle mie parole. Noah sembra sempre impassibile, che noia. Sento la mia amica ridacchiare mentre si dirige alla porta, così mi viene da sorridere ma lo nascondo.
Intanto vado in cucina, per vedere se il muffin ai mirtilli sia pronto: è tutto perfetto. Mi sembra di essere tornata a New York, quando una volta andai a festeggiare il compleanno di Grace a casa sua e aveva solo una piccola torta da dividere con tutti gli invitati. Per fortuna, poi, sono riusciti a sistemare i loro problemi economici. Mentre adesso è cambiato tutto.
Sento i piccoli pianti di William, così raggiungo i ragazzi in salone.
«Ciao Chri» lo saluto, cercando di sembrare calma.
«Ciao Maddy, ho preso il regalo per Nat. Guarda» con la testa mi indica il regalo impacchettato che tiene verticalmente.
«Oh mio Dio. Cos'è?» domando incuriosita, ma risponde Noah al suo posto.
«È una tavola da surf, l'abbiamo scelta io e Christian. Visto che Nathan continuava a dire che voleva imparare, abbiamo deciso di regalargliene una» dice, per poi tirare uno schiaffo amichevole sulla nuca di Chri.
Rivolgo poi lo sguardo a Grace, che cerca di far riaddormentare William. Immagino se lo sia portato Christian, prima, per fare anche una passeggiata.
«Grace, vuoi che ti aiuto?» le chiedo, riferendomi al bimbo. Lei me lo dà senza pensarci più volte, così cullo il bimbo per un po' tra le braccia, senza effettivi risultati.
«Dammi, è possibile che non riesci neanche a far addormentare un bambino?» Noah mi prende William dalle braccia delicatamente, anche se non sembra, e tutti rimaniamo stupiti da quel gesto.
«Ti ricordo che "quel bambino" sarebbe come tuo nipote, visto che è il figlio della ragazza del tuo migliore amico, che consideri come un fratello» bravo Christian, ecco perché sei il mio migliore amico.
«Ok ragazzi, basta litigare. Complimenti Noah, da oggi in po ti daremo sempre William. Adesso possiamo andare a svegliare Nathan? Tra mezz'ora dobbiamo partire. Maddy, Noah, avete scelto una persona da portare con voi?»
«Floyd»
«Amber» io e lui diciamo i nostri compagni quasi nello stesso momento.
«Floyd? Dimmi che è uno scherzo. Non se ne parla»
«Vogliamo parlare di Amber? Stai zitto e andiamo a fare gli auguri a Nathan, piuttosto»
«Sei incredibile. Guarda, meglio che me ne sto zitto davvero. Andiamo a svegliare Nathan» intanto Christian gli prende il bambino dalle braccia, ormai addormentato, prima che a quello squilibrato di Noah gli venga in mente qualche idea spericolata e mortale.
Recupero il muffin dal tavolo e raggiungo tutti gli altri, che si sono già incamminati per salire le scale.
«Madi, te andrai in macchina con Floyd?» è Grace ad iniziare una conversazione con me.
«Sì, te vai con Chri, Nat e Will?» lei annuisce, e poi si ferma. Non mi ero neanche accorta che fossimo arrivate davanti la camera di Nathan. Apro piano la porta e ci avviciniamo al lettino di Nat, che sta dormendo tranquillamente.
«Pronti?» domanda Chri a bassa voce, così tutti annuiamo.
«Buon compleanno!» diciamo tutti all'unisono, e il bimbo si sveglia di scatto. Poverino. Però in poco tempo gli spunta un sorriso enorme e corre ad abbracciarci. Gli lasciamo il muffin sul letto e ci andiamo a sedere vicini a lui. Intanto Noah esce dalla camera, e qualche minuto dopo ritorna con la tavola da surf.
«Tieni campione, questo è il regalo da parte mia e di Chri» mi fa strano sentire chiamare Nathan con un soprannome carino da parte si Noah, di solito non è così con i bambini. Oppure magari è innamorato dei bambini, però non me ne sono mai accorta. Che cosa carina che è vedere un ragazzo a cui piacciono i bimbi, lo trovo un simbolo di dolcezza e gentilezza, ma anche di maturità verso persone più piccole di te.
Nathan corre dalla tavola da surf impacchettata, così inizia a scartarla. Appena apre tutto, gli occhi gli si illuminano. È una tavola da surf verde acqua, con le punte gialle e dei fiori d'Ibisco azzurri disegnati sopra. Il bimbo corre ad abbracciare e ringraziare i ragazzi, che lo accolgono in un caloroso abbraccio.
«Nat, le sorprese non sono finite qui. Che ne dici di mangiare il muffin e poi vestirti? Dobbiamo andare in un posto speciale!»
«Va bene, però dobbiamo muoverci, voglio scoprire il posto!» dice il bambino, più entusiasta che mai. Questa scena mi fa spuntare un enorme sorriso, così iniziamo a cantare tanti auguri mentre accendiamo le candeline.

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