Capitolo 19

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Siamo in taxi e stiamo andando in spiaggia per fare il giro in barca a vela. Prima Grace è andata a riprendere Nat e abbiamo fatto colazione in hotel tutto insieme, per poi andarci a mettere il costume nelle rispettive camere. Il taxi parcheggia e noi cinque scendiamo dalla macchina.
«Secondo te la barca a vela sarà bella?» mi chiede Nathan, tenendomi per mano.
«Secondo me sì, poi se ci danno i giubbotti di salvataggio possiamo anche andare a fare il bagno» gli dico, e il bimbo annuisce. Christian si intromette nella conversazione.
«L'unico che non farà il bagno è Noah, purtroppo» ci dice, guardando il suo migliore amico e ridendo. Nat sorride e mi spunta così un sorriso anche a me. Seguiamo Noah fino ad arrivare ad un porto con tante barche, tra cui quelle a vela. Lui va a parlare con un signore che controlla il porto e paga per il giro in barca a vela.
«Potete andare ragazzi, cominciate a salire che intanto vi slaccio la corda!» ci dice con un forte accento greco. Ci aiuta a salire, porgendoci la mano, e Noah va al posto di guida mentre Chri va a vedere le vele. Ad un certo punto partiamo e il porto si allontana sempre di più da me. Nat corre da Noah, per vedere cosa stia facendo, così rimaniamo io e Grace. La barca è molto semplice, ma bella: ha due sdraio,  due giubbotti di salvataggio e qualche provvista. Io e la mia migliore amica ci andiamo a sdraiare sulle sdraio, togliendoci il copricostume per abbronzarci.
«Come va?» le chiedo mentre ci sdraiamo, e lei si mette le mani sulla pancia.
«Tutto bene»
«Menomale»
«Non vedo l'ora di andare alla Spa, mi ci vuole proprio un pomeriggio di relax» mi dice ridendo, così mi metto a ridere anch'io. Dopo pranzo andremo tutti alla Spa, non vediamo l'ora.
«Ti ricordi quando eravamo piccole e facevamo tutti quei pigiama party, ma te volevi andare a dormire presto perché avevi sempre sonno?» cerco di far ricordare quei momenti alla mia amica, ancora ridendo.
«Hai ragione, me ne ero scordata!» mi dice ridendo. Per fortuna oggi tira abbastanza vento, quindi la barca a vela si muove velocemente tra le piccole onde del mare. Mentre Grace comincia a prendere la crema solare dalla borsa di paglia, Nat corre da noi col sorriso sul viso.
«Madi, Grace, balliamo?» ci dice, così mi alzo dalla sdraio? quasi ridendo.
«Ci sto!» gli dico, così prendo il telefono per mettere qualche canzone.
«Io resto qui, piuttosto mettete la crema solare» ci dice Grace, però alzo la musica a tutto il volume, senza calcolarla. Ci mettiamo a ridere tutti e tre, così parte la musica ed io e Nathan cominciamo a ballare nel mentre la barca sfreccia in acqua. Faccio fare al bimbo qualche giravolta, e lui si mette a ridere. Sono troppo belle le risate dei bambini, non vedo l'ora di sentire quella di William. Ad un certo punto anche Christian ci raggiunge e si unisce alla nostra danza.
«Vieni anche te, Grace!» le dice Chri, mentre lei si spalma la crema solare sul pancione. Lui si avvicina alla mia migliore amica e la prende per una mano, per poi farla venire a ballare con noi. Ci mettiamo tutti a ridere mentre balliamo completamente a caso. Adoro passare questi momenti con le persone a cui voglio bene, vorrei che non finissero mai. È incredibile come abbiamo legato tutti e cinque, forse anche senza Noah, in così poco tempo. Prendo in braccio Nat e facciamo un giravolta, così anche Chri e Grace fanno lo stesso, sono così belli insieme. Spero davvero che la mia migliore amica trovi qualcuno che la ami quanto me, è la persona migliore di questo mondo e spero di passare tutta la mia vita con lei. Anche se a volte litighiamo, siamo sicure che il sole ritornerà a splendere, questo è anche uno dei motivi del perché abbiamo il tatuaggio del sole e della luna dietro l'orecchio. Oggi, senza volerlo, abbiamo messo tutti dei costumi abbinati, infatti quando ci siamo incontrati per fare colazione siamo rimasti scioccati per avere tutti il costume nero.
«Andiamo a chiamare anche Noah?» mi chiede Nat, e spalanco gli occhi.
«No Nathan, sta guidando la barca e poi ho deciso di cercare di parlare di meno con lui, ci odiamo» gli spiego, nel modo più leggero possibile. Appena finisco di parlare ci fermiamo in mezzo al mare, così mi giro verso Noah e vedo che sta lanciando l'ancora. Io e la fortuna andiamo a braccetto.
«Ti prego, adesso ci siamo anche fermati!» mi scongiura il bimbo, avvicinandosi le mani l'una all'altra e facendomi gli occhioni. Sospiro e alzo gli occhi al cielo.
«Va bene, lo faccio solo per te» così ci avviciniamo a lui, ed io ho sempre meno voglia di avere una conversazione con quello. Intanto i due sposini stanno continuando a ridere e ballare, beati loro che non hanno problemi con Noah. Mi abbasso gli occhiali da sole sugli occhi e Nat si avvicina al mio orecchio.
«Glielo chiedi te? Per favore, io mi vergogno» mi sussurra, perché succedono tutte a me? Cerco di fare la persona matura, quindi annuisco al bimbo, senza voglia, e chiamo Noah nel mentre che sorseggia la sua bevanda energetica presa dal mini frigo sulla barca.
«Che c'è?» comincia a parlare il ragazzo, sempre con quel tono arrabbiato.
«Nathan voleva chiederti se vorresti venire a ballare con noi» gli dico, guardando poi il bambino e mettendomi una mano sul fianco. Lui mi guarda con un'aria seccata e mi toglie Nathan dalle braccia, per poi camminare e ad un certo punto girarsi.
«Andiamo? Muoviti» mi dice con indifferenza. Resto scioccata, vorrei tanto vedere la mia faccia in questo momento. Gli hanno mai insegnato cos'è l'educazione?

SunsetWhere stories live. Discover now