-Che ti ha detto Michelle? – inizia l'amico, ormai troppo stranito dai silenzi di lui.
-Si è arrabbiata perché non sarei dovuto andare dove lavora, e su questo adesso posso darle ragione, lucidamente. Mi ha incolpato di rubarle gli amici, io non capisco perché dovrei volerlo se non so avere degli amici; io ero esasperato e ho iniziato a chiederle più volte cosa volesse e di lasciarmi stare, e poi mi ha detto che non avrebbe mai voluto conoscermi.
-Ah.
-Già. – Terence si morde l'interno delle labbra, e Trevor resta per un po' silenzioso.
-Davvero, non volevo turbarla: mi aveva detto che non le importava più niente. Pensavo non mi avrebbe più parlato; invece la sua rabbia cieca mi ha confuso, e sono scoppiato anch'io. – e Terence sospira.
-Trevor, lasciala perdere, davvero.
-Cosa le è successo? Perché non sembra più la persona che conoscevo? – e il suo amico chiude gli occhi.
-Perché non lo è mai stata. – il biondo riapre gli occhi e trova subito quelli di Trevor, a guardarlo smarriti. -Con questo non voglio dire che ti abbia mentito, sia chiaro; con te prima aveva una personalità che non riservava più a nessuno. Adesso ha deciso che non è più parte di lei: e adesso questa è la Michelle che conosciamo tutti. Ti ha detto che le stavi rubando degli amici, ma ti assicuro che non prova alcun affetto o una premura per me o Judith, anzi meno ci vede meno impazzisce. La sua rabbia investe anche noi, ci parla solo in modo sprezzante, ci odia con così tanta ferocia da spaventarci. – l'espressione di Trevor tradisce il dolore e la tortura che lo investono: è un tormento pensare a come Michelle sia cambiata dopo che lui è tornato a Filadelfia; non vuole sentirsi fautore di quel cambiamento, ma non può negare di essere parte delle cause. Terence sorride, amaro.

-Ormai ci abbiamo fatto l'abitudine, tranquillo. Proviamo a starle vicina, ma lei ci respinge, e poi ci cerca: vuole sempre farci sentire smarriti, voluti e odiati, amici e poi nemici, Judith ormai non riesce più a soffrirla, e io le ho parlato solo dopo un mese. Non sarà più la Michelle che abbiamo conosciuto fino ad agosto: ecco perché Michael ti dice di non averci a che fare, ed è la stessa cosa che ti consiglieremmo io e Judith; ormai è persa, non c'è più nulla da fare. E tu hai un incontro, non puoi pensare a queste cazzate, soprattutto se son quelle inventate da Michelle; quindi smettila di farti distruggere dalle sue parole.
-Ma come può una persona cambiare in un solo secondo? – domanda, perso in quel ragionamento: il cambiamento certo sarebbe stato anche inevitabile, per certi versi probabile; ma così radicale gli sembra impossibile.
-Siamo rimasti tutti scioccati quando sei tornato proprio per questo, Trevor: Desperado non è una città in cui voler tornare. Siamo troppo strani qui, ingestibili, incomprensibili. Non so cosa tu ci abbia trovato in persone come noi. – e Trevor lo guarda: le ciglia bionde che schermano appena l'azzurro di quegli occhi, il sorrisetto amaro incorniciato da quella barba leggera ed ispida, il suo amico lo guarda e proprio non sa spiegarselo. Trevor torna a stendersi sull'erba a guardare il cielo grigio.
-Che ci ho trovato? Tutto quello che Filadelfia non mi ha dato. A quanto pare, ogni cosa, bene e male, purché non fosse indifferenza, mi sarebbe bastato. Ora però, l'indifferenza di Michelle mi fa più male di tutte le volte in cui mi son sentito invisibile, ha davvero tanto potere su di me. – chiude in un pugno la mano avvolta nelle fasce. -Non posso controllarlo sempre, sono i miei sentimenti che mi sfuggono, ma voi stranamente mi state accanto, e vi ringrazio. So di aver sbagliato tante cose con lei, quindi non odiatela, per favore: si sente smarrita perché anche io ho tradito la sua fiducia.
-Già, non voglio scaricare tutta la colpa a lei: tu hai commesso i tuoi errori, non potevi pretendere di esserle amico e amante e nello stesso tempo pensare alla tua ex, e lei non poteva pretendere da te che essere dei semplici amici fosse un legame più grande di quello che è stato concordato. Semplice: non sapete costruire dei rapporti sinceri, sani, stabili, e questo vi ha fatto solo del male. E ora eccovi qui.
-Già: le avevo dato l'illusione che sarei rimasto sempre qui, con lei, che nonostante il dolore di quella rottura non l'avrei lasciata qui sola. Non posso rimediare più a questo errore, però; una volta commesso, non posso rimediare in nessun modo, perché a lei non importa. Dobbiamo solo separare le nostre strade per sempre. – restano stesi ancora per un po' lì, in silenzio, uno accanto all'altro, sotto il cielo nuvoloso di Desperado, dentro quelle paure e quei segreti che li uniscono.

𝐃𝐄𝐒𝐏𝐄𝐑𝐀𝐃𝐎Where stories live. Discover now