☩ QUARANTASEI ☩

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☩ D E S P E R A D O - APOCALISSE ☩XLVIL'incontro: Trevor Verso Connor

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☩ D E S P E R A D O - APOCALISSE ☩
XLVI
L'incontro: Trevor Verso Connor

-La campana suona! Inizia il match! – l'Arena esplode in urla e applausi mentre l'arbitro fa avvicinare i due pugili

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-La campana suona! Inizia il match! – l'Arena esplode in urla e applausi mentre l'arbitro fa avvicinare i due pugili. I due si studiano, in silenzio, avvertono la carotide pulsare il sangue, provano a capire come agire.
-Non la vedo bene. – esordisce Terence, che finisce di applaudire vicino a Michelle.
-Cosa intendi?
-Connor è colpitore d'incontro, o Trevor schiva o va a terra.
-Pugni forti?
-Si inserisce come una merda, Trevor può andare con i punti quanto vuole, ma se quello lo becca lo fa tremare e gli rompe il ritmo. Non può cedere terreno.
-Grande amico che sei! Trevor è mille volte più forte di quell'idiota, deve solo ringraziare di potersi scontrare contro di lui, quell'ingrato. Lo studio di Trevor non ha null'altro che regga, quindi invece di preoccuparti tifa! – e allora lei ricomincia a tifare, con tutta la voce che ha in gola, sorprendendo Terence che si unisce presto a lei e a tutti gli stripper. Le danze sono però appena iniziate: i due continuano a girare attorno, Trevor inizia a saltellare, e parte: qualche jab in allungo, lento a tastare il territorio da lontano, come il suo stile richiede. Connor si sbilancia molto con la testa, le schivate esagerate sono nella strategia.

Non posso fermarmi un attimo, e non posso lasciare nessuno spazio libero. Davanti a sé Trevor ha un pugile sgraziato e poco tecnico, che a quanto pare della boxe avrà fatto solo violenza, ma non può farsi di certo prendere da alcuna superbia: deve conquistare con razionalità, e non perdere terreno. Allora inizia a danzare: taglia il ring, si mantiene distante e porta Connor dove vuole, e il suo avversario lo segue, aspettando il momento giusto per caricare e farlo finire al tappeto il prima possibile. Ora però sul ring, davanti quell'uomo alto e al suo gioco di gambe lungo e veloce, inizia a sudare freddo: è davvero bravo. Era troppo ubriaco la sera dell'incontro che aveva disputato contro David, da non ricordare assolutamente nulla, e Judas lo ha sempre giudicato come un ragazzino che sapeva solo teoria e nulla di pratica. Ma davanti quei saltelli, quegli occhi neri, la folla che urla il suo nome, Connor si guarda attorno capendo cosa poter fare. Fuori da quel ring e da quei giudici non ci metterebbe tre secondi a far pentire a quel ragazzo di esistere: ma in mezzo a tutte quelle regole, a quel rispetto fatto di falsi gesti, davanti quegli occhi che non lo perdono per un secondo, per un attimo annaspa. Judas vuole una vendetta, e lui vuole dargliela: ma Trevor continua a tagliargli il ring, continua ad allungarsi in qualche jab senza un vero ritmo – non lo riesce a leggere.

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