☩ VENTIDUE ☩

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☩ D E S P E R A D O - APOCALISSE ☩XXIINon una lamentela

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☩ D E S P E R A D O - APOCALISSE ☩
XXII
Non una lamentela

☩ D E S P E R A D O - APOCALISSE ☩XXIINon una lamentela

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-La guardia, Ward! È la terza volta che te lo ripeto! – Trevor sussurra un'imprecazione, scuote la testa e si rimette nella posizione ottima: avvicina il guantone sinistro vicino al naso coperto dal cerotto, pone il braccio destro più allungato, i gomiti paralleli alle spalle, il respiro affaticato, il piede sinistro dietro quello destro, in diagonale, e continua a saltellare; appena finito il salto alla corda, Michael non gli ha dato tempo di fermarsi dopo un'ora e mezza di allenamento e si sta accertando della sua tecnica – ma non si lamenta, le lamentele non sono incluse nella sua filosofia, non per l'unica cosa che sa fare meglio. Allora si sistema, inquadra di nuovo i guanti da sacco che ha indosso il suo allenatore, e ricomincia ad allenare la tecnica, le gambe che iniziano a sentire il bisogno di riposarsi, la tenacia che prova nei condotti delle arterie, nel controllo della sua mente, che gli impone di non fermarsi. Mancano due settimane all'incontro, e non è mai stato ligio al dovere come in quei giorni. Ruota col piede e con la spalla, allungando il braccio sinistro oltre quello destro; dà un altro colpo e ritorna in posizione, nel solito saltello. Michael dà segno di stop e si toglie i guantoni.
-Dieci minuti di riposo, poi vai alla speed bag e per oggi hai finito. – il pugile si toglie i guantoni, la tensione tutta accumulata nelle mani fasciate, nelle gambe tese a quei continui allenamenti. Si siede sul ring, riprendendo il respiro: fa scorrere veloce la canottiera sul torso e rilascia un sospiro. Alza lo sguardo, e si ritrova a sorridere: Terence si sta riposando dal suo allenamento, e se ne sta a parlare con Celine e Bev, simulando qualche passetto di danza, scuotendo le spalle esili e i piedi coperti dalle scarpette da pugilato. Si volta, e incontra lo sguardo del pugile al ring: la sua espressione cambia, occupando subito gli occhi azzurri e le guance morbide in un sorriso radioso. Simula una corsetta fino a lui, lasciandogli un pugno leggero sul bicipite scoperto.

-Allora, come sta andando? – gli si siede vicino, e l'altro intanto prende un sorso d'acqua.
-Mi sta spremendo, e per questo penso di amarlo. – commenta solo, dando uno sguardo a Michael che sembra instancabile: si muove da una parte all'altra della palestra, fa allenare i gruppetti, dà direttive, aiuta chi ha bisogno di qualche dritta, non esiste momento in cui sia fermo. Terence scoppia a ridere, divertito dalle parole dell'amico.
-Chi l'avrebbe mai detto! Finisce che diventa il tuo allenatore preferito. – Trevor sorride solo, godendosi quel poco di riposo che ha. Al momento, mentre cerca di salvarsi dagli specchi nella sua casa, e mentre cerca di allontanarsi dai ricordi di un passato di cui non è più parte, si tiene stretto e silenzioso quel piccolo ricordo piacevole: nei momenti più solitari ritorna alla notte passata con Michelle, al modo avido e veloce in cui mangia, alle sue parole, a come si nasconde nel suo corpo di ragazzina e nella sua maliziosità adulta per poi essersi mostrata a lui così diversa da come gli appare tutti i giorni, quando dietro quello sguardo ha l'impressione che lei lo minacci della più dolorosa della fine. In quella notte lei è stata semplicemente Michelle, e lui semplicemente Trevor: non hanno dovuto pretendere di nascondersi dietro maschere, di far finta che in quelle conversazioni nulla andasse bene; si sono rivelati nel loro modo di essere adulti e sinceri, nell'incontro delle loro parole, nei discorsi piccoli ed essenziali. Ha visto una dimensione di quella giovane donna che non pensava avrebbe mai conosciuto, ha potuto scorgere una sua nuova profondità, acuta e sensibile, e ora si spiega perché la sua danza sia così unica e travolgente: è la danza di una donna che nella sua bellezza monumentale, nasconde dietro quel palco la vita di una donna qualunque, con interessi comuni, con la capacità e la volontà di pensare, la capacità di privare a tutti il luogo sicuro dei suoi pensieri e delle sue emozioni, tenendolo al sicuro. Ha rivisto in Michelle un lato che gli ha ricordato di sé stesso: un lato estremamente intimo, nascosto e prezioso, soffocato dai continui allenamenti, dalle corse lunghe, dalla consapevolezza che il suo sostare su quella superficie di mondo non interessa davvero a nessuno. Si tiene quel momento stretto, pensa sia l'ultima volta che Michelle si mostrerà così a lui, e gli va bene: non condivideranno null'altro se non quella notte magica, in cui ha sentito quella città meno pesante, in cui ha visto negli occhi azzurri di Michelle la possibilità di sentirsi di nuovo libero, mai più prigioniero dei suoi stessi tormenti.

𝐃𝐄𝐒𝐏𝐄𝐑𝐀𝐃𝐎Where stories live. Discover now