☩ UNO ☩

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☩ D E S P E R A D O ☩INascondimento

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I
Nascondimento

E se tu, per un solo, misero istante, potessi dire di essere vivo? Vivo davvero?

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E se tu, per un solo, misero istante, potessi dire di essere vivo? Vivo davvero?

Trevor Ward guarda la strada scorrergli davanti, e la nebbia che ha sostato nella sua mente per tutto il viaggio inizia a diradare: non può dire di ricordare con certezza dove sia stato, men che meno cosa abbia fatto.

Il tempo è dilatato in maniera incomprensibile alla sua concezione, e cerca di convincersi che qualunque cosa sia successa, sia stata un semplice sogno che ha condotto per tutto quel tempo passato a riposare nella sua mente. Sente come se, per la prima volta, abbia davvero staccato da tutto: dalla continua sensazione di essere inadeguato, inadatto a quella vita che non gli si è mai disegnata bene addosso. Si guarda nello specchietto retrovisore, nota il viso pallido e privo di segni: eppure è sicuro di aver combattuto, ma contro chi? Dove? Chi si è preso la briga di farlo gareggiare in quel tempo, dopo un anno senza combattere? Ha visioni confuse di ciò che si è lasciato indietro. Fa solo capolino, nella sua mente, come una pulsazione involontaria e graffiante, degli occhi azzurri che lo guardano, ma non può essere certo di sapere a chi appartengano, nemmeno se si impegna ad abbinarli allo sguardo di qualcuno. Scuote la testa: non vuole più pensarci, non può più interessargli, non se sa già dove è diretto. Svolta a sinistra, e si immette finalmente nell'arteria stradale che conduce a Filadelfia, in Pennsylvania: le macchine attorno a lui sembrano schiacciarlo, il sole splende sulla città nei bagliori di settembre, nel pomeriggio ancora caldo. Svolta ancora, rallenta in alcuni punti e accelera in altri: sente nella sua macchina un profumo strano, non gli ricorda il suo stesso profumo amaro: apre i finestrini, facendo cambiare un po' l'aria, e guida tranquillo fino alla dodicesima, in West Poplar. Supera i viali poco alberati, verso le case in mattoni rossi, parcheggiando davanti una di quelle casette addossate sulle strade: ha il porticato bianco e le finestre dello stesso colore, al lato un piccolo giardinetto ricolmo di fiori e di piante grasse. E una volta parcheggiato, Trevor sente scendere il cuore dentro lo stomaco, in un solo attimo: non sa cosa aspettarsi.

Non vede Sylvia da mesi, e l'ultima volta che l'ha vista non era finita in toni amichevoli: ma non può nascondere quanto gli sia profondamente mancata. Gli è mancato vederla al mattino assonnata, gli è mancato prepararle la colazione una volta tornato dalla corsa, gli è mancato poterla viziare, darle il mondo e pensare valesse di più tra le sue mani. Gli è mancato festeggiare i suoi mille successi e traguardi, vederla felice, sorridere serena. Gli è talmente mancata che non capisce come abbia fatto a non strisciare da lei subito dopo averla lasciata. Sa di non poter tornare indietro, sa che il presente è ora e adesso, sa che non può tirarsi indietro, non ora che ha deciso di tornare a Filadelfia solo per lei.

𝐃𝐄𝐒𝐏𝐄𝐑𝐀𝐃𝐎Where stories live. Discover now