☩ VENTISEI ☩

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☩ D E S P E R A D O - CITTÀ D'OMBRE ☩XXVI

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☩ D E S P E R A D O - CITTÀ D'OMBRE 
XXVI

Un compleanno da dimenticare

Trevor dà uno sguardo al cofanetto sul tavolo della sua cucina: conserva al suo interno una collanina semplice, con un topazio azzurro e piccolo, vicino alla copia piena di appunti del suo Simposio; si dirige alla porta d'uscita con il suono delle...

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Trevor dà uno sguardo al cofanetto sul tavolo della sua cucina: conserva al suo interno una collanina semplice, con un topazio azzurro e piccolo, vicino alla copia piena di appunti del suo Simposio; si dirige alla porta d'uscita con il suono delle stampelle che lo sorreggono in quei giorni di ripresa, e si ritrova a sospirare: non ha senso desiderare qualcosa che non esiste più. Non ha senso desiderare Michelle, perché è un dolore vuoto e sordo, che scema giorno dopo giorno, lasciandolo solo desolato. Pensa solo una cosa, prima di chiudere la porta dietro di sé: compi ventitré anni, ed è un nuovo inizio, senza di me.

Arriva con le stampelle fino ai grattacieli: le porte gli si aprono davanti, e lui giunge indisturbato all'ascensore, diretto al piano settanta: la biblioteca di Desperado si estende per due piani, scaffali alti e infiniti di libri, i titoli dimenticati dal mondo, la storia di una città oscura, le ricerche senza obiettivo di un luogo ormai dimenticato dal resto del mondo. Le pareti sono di un bianco opaco, i toni delle lampade sono sempre tetri e pallidi, e i tavoli sono spogli: non sembra esserci nessuno, a parte un bibliotecario silenzioso seduto al tavolo alla destra dell'entata, intento a usare il computer. Il pugile si fa avanti a passo incerto, con l'aiuto delle stampelle, scorre lo sguardo sui libri: ci sono degli scomparti dedicati alla filosofia, alla letteratura, geografia, teologia, storia. Dorsi consunti di libri, colori pastello delle copertine, ogni copertina conserva la traccia di una piccola rovina. Trevor alza lo sguardo agli scaffali di filosofia, e sorride a ritrovarci tutti i filosofi che ha conosciuto e quelli che ha imparato ad amare; scorre appena col dito sul dorso del Simposio di Platone, e poi prosegue a camminare. Avvicinatosi allo scaffale di storia, ritrova i libri delle epoche storiche, tomi immensi, e libri sottili, e la sua attenzione viene catturata da un libro lilla, un po' più sporgente: poggia una delle stampelle contro lo scaffale, e si tende a prendere quel libro, rovinato dal tempo e dagli usi, la copertina riporta scritto "Desperado – La città dell'Apocalisse". Quello aggrotta le sopracciglia, trattenendo una risata sincera: non ci vede proprio un titolo così tra i libri di storia. Si siede ad un tavolo vicino, iniziandolo a sfogliare: le pagine ingiallite riportano molti passi dell'Apocalisse, alternati da quella che sembra essere più una fiaba macabra che un brano storico.

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