☩ QUARANTASETTE ☩

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☩ D E S P E R A D O - APOCALISSE ☩XLVIIAvevo la perfezione

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☩ D E S P E R A D O - APOCALISSE ☩
XLVII
Avevo la perfezione



Quel riflesso dell'essere in cui ha vissuto per una vita, per un attimo si spezza

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Quel riflesso dell'essere in cui ha vissuto per una vita, per un attimo si spezza. L'urlo di Trevor vibra tra le vertebre e le annebbia i pensieri, la sua vittoria così repentina la confonde, il bisogno che prova di vederlo e sapere di non star perdendo tutto è un'agonia che la riempie come si riempie un bicchiere di vino. Michelle si fa spazio tra tutte le persone accalcate sugli spalti, manda a fanculo i soldi della scommessa vinti, e in poco tempo si libera da quella calca di gente che l'ha quasi fatta soffocare e si dirige alla svelta verso il corridoio, continuando a superare gli spettatori, le transenne che bloccano l'entrata, le due donne in giacca e pantaloni che per un attimo le si parano davanti per non farla passare, ma che riconoscendola – e sentendo da tempo delle voci che serpeggiano dentro Desperado – la fanno scivolare tra le ultime transenne, ormai dentro il corridoio.

-Dov'è? – chiede solo, guardandosi attorno e trovando Michael seduto sulla sedia, sfibrato da quella serata.
-In camerino, per favore non entrare-
-Ti ho chiesto un parere? – domanda aspra, facendolo ammutolire. -Ecco, ora meglio. – le ultime parole che gli lascia, perentoria, per poi afferrare il pomello della porta e scivolare nel camerino, sparendo dallo sguardo del secondo che scuote la testa.

Un'immagine che non smette di ripetersi, Michelle ritrova Trevor come la prima volta in quel camerino: accovacciato vicino la poltrona, chiuso in sé stesso, col respiro ansante, con la voglia di sparire a mangiarlo. Quella volta prova più timore ad avvicinarsi, c'è qualcosa di così strano in lui, di così oscuro e profondo che non se lo spiega: sa solo che lo vede accovacciato a tremare, affannoso, prova a trovare una via d'uscita dall'abisso in cui si è incarcerato con la sua unica volontà. Si avvicina, si china silenziosa, gli sfiora la spalla nuda e sudata, lo cerca sperando lui non stia andando in una strada senza ritorno; ma Trevor trema ancora di più, incontrollato si afferra la testa con le mani ancora fasciate di viola, il sangue ancora caldo a colargli lungo la guancia, il corpo che inizia a riempirsi di lividi, la mente che inizia a spaccarsi.

-Trevor? – ma la voce di Michelle che lo chiama non lo sfiora, è tutto così sfocato, tutto così vuoto nell'intonaco vecchio dei muri di quel camerino, tutto così vuoto, privo di significato.

𝐃𝐄𝐒𝐏𝐄𝐑𝐀𝐃𝐎Where stories live. Discover now