☩ QUARANTUNO ☩

136 6 42
                                    

☩ D E S P E R A D O - APOCALISSE ☩XLINon ho paura

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

☩ D E S P E R A D O - APOCALISSE ☩
XLI
Non ho paura

E dopo quella notte, tutto è stato chiaro nella sua mente

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

E dopo quella notte, tutto è stato chiaro nella sua mente. Ha ripreso al massimo delle energie gli allenamenti – ha spinto il corpo all'estremo, di nuovo, sotto lo sguardo preoccupato e ammirato del suo secondo, quello divertito e sconcertato di Terence, quello combattivo e di sprono dei suoi colleghi, quello incuriosito di Michelle, che lo guarda dai suoi occhi azzurri e non sa spiegarsi quanta dedizione un uomo possa davvero contenere.

Quella mattina Trevor se ne sta in casa, steso sul suo tappetino: si inarca in qualche posa di yoga, distende le gambe e le braccia, il più flessibile possibile, mentre rilegge per l'ennesima volta instancabile il Simposio di Platone: ai margini delle pagine è tutto ricoperto in matita dei suoi appunti, nella sua calligrafia curata e fitta, nelle mille domande che si è posto durante quei dialoghi, quelle descrizioni, tutto è nello sguardo contratto di quell'uomo che adesso legge veloce quelle parti, cambiando posizione. Non si spiega come agosto abbia fatto ad arrivare, e nemmeno tutto quello che l'ha convolto in quel mese: è successo tutto e nulla. Ha proseguito con la sua vita che ormai ha una routine anche lì, ha visto e parlato con Terence così tante volte da aver perso il conto, studiato con Michael fino a notte fonda nuove tecniche e modelli di combattimento, instancabili; ha passato intere serate con Michelle, accompagnandola a lavoro o semplicemente mangiando qualcosa assieme sotto le stelle coperte dalle nuvole, a chiedersi anche lì il tutto o il nulla: e Michelle in fondo continua a non dirgli nulla di lei. Resta sempre quella patina che la rende sfocata al suo sguardo, è bellissima, pura e demoniaca nel suo sguardo, è segreti e crudeltà nelle sue labbra, è tagliente – e quando gli sorride il mondo crolla e rovescia su sé stesso. Si dice che non ha mai conosciuto nessuno come conosce quella stripper, e comunque sente di non conoscerla ancora così profondamente – sa solo che è Michelle nelle corse in quei tacchi, quando arriva nel suo solito ritardo; è Michelle nel caschetto liscio e nero che le accarezza il collo, Michelle negli occhi azzurri e truccati di scuro, Michelle nel rossetto rosso sbavato dalle cene, nei vestitini corti e leggeri, nelle vestaglie che le coprono il corpo ricoperto da diamanti e lingerie, il suo sorriso accattivante e seducente, la sua voce di liquore, la sigaretta tra le dita che più che mai perde consistenza, in mezzo ai suoi denti bianchi, alla sua pelle lattea e intoccata da brufoli o solchi, al suo respiro fresco. Più ci pensa e più si convince che non ci impazzirà dietro: più la conosce più sa che Michelle è davvero un'esperta nel suo lavoro, non conosce nessuna che possa far dannare così tanto qualunque uomo, piegarlo al suo volere fino a renderlo un guscio privo di tutto. E sa bene quanto quella stripper tragga piacere dal farlo: lei vive per gli sguardi adoranti che le persone che le passano accanto le rivolgono, vive per le occhiatacce di invidia di donne che sognano di essere lei, cammina con quegli spilli sugli sguardi di odio di uomini che sanno di non poterla avere. Michelle si sessualizza allo sfinimento consapevole che nessuno potrà trarre nulla da lei se non la visione del suo corpo nudo: è la sua crociata personale, è la missione di vita che porta in stendardo lungo il cammino, fuoco vivo che arde nei suoi occhi e la anima della voracità della lussuria e dei suoi mille specchi che la tengono intatta. Ma lontano da tutti quegli sguardi, lontana dal Dawn, da Liza e Doll, da Judas, da Judith, da Maggie, e da chiunque ha sempre fatto parte della sua vita, da chiunque la guarda e la sogna, la brama, la odia, Michelle ai suoi occhi, con il suo sorriso, e le sue battutine, è tutto quello che Trevor si è sempre privato. Quella donna ha una forza di vita che le scorre nel petto, ha un modo di sfiorarlo nei pensieri, di condividere la sua stessa rabbia con quel mondo marcio, di non sottomettersi a situazioni che vuole controllare, che lo mettono in difficoltà: Michelle è un vero casino, proprio come lo è lui. Nella sua amoralità, nel suo continuo tentare di essere adulata da tutti, Michelle è un casino proprio come lo è Trevor: si somigliano così tanto anche in ciò che li distingue che ogni tanto preoccupa quell'uomo ora disteso sul tappetino, che disegna nella sua mente l'immagine di quella donna pura e profana. Non ha mai sentito nessuno così distante e vicino come Michelle: brucia come fuoco ed è anche una doccia di ghiaccio, lo destabilizza e lo fa sentire vivo, pronto a tutto ma anche colmo di nulla, un nulla che Michelle colma con le sue parole, con i suoi pensieri, con quei racconti che dicono tutto del mondo e nulla di lei, di ciò che era prima di essere una pole dancer, una stripper, il frutto di una moralità persa e dimenticata. E sa bene che sta iniziando le privazioni, e privandosi del cibo, si priva anche di lei: perché Michelle non può comprendere a fondo quanto lui sacrifichi per il pugilato, quanto butta via di sé per restare vivo; non deve saperlo, non può davvero toccarla una cosa così, non ad una persona come Michelle che non è toccata da nulla se non da sé stessa. È giusto così, Trevor ha accettato anche questa parte nella loro amicizia così imprevedibile: e allora, steso su quel tappetino, ripensa solo al suo sguardo, sospira, e freme. Freme perché sente un cambiamento, lo percepisce all'altezza dello stomaco, semplicemente non lo accetta: non accetterà più alcun cambiamento, non da quando Sylvia stava per rovinargli la vita, non da quando è partito per arrivare a Desperado. Si convince: mancano tre settimane, e sarà di nuovo sul ring, un altro solo incontro di riscaldamento con un rivale della Thunderstorm Gym e sarà finalmente portato sul podio di Desperado, pronto agli incontri Internazionali. E a quel punto, il mondo intero inizierà a conoscerlo come L'Ombra di Desperado, e mai più come quella di Filadelfia. E questa volta, potrebbe davvero esserci un senso al tutto.

𝐃𝐄𝐒𝐏𝐄𝐑𝐀𝐃𝐎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora