☩ QUARANTATRÉ ☩

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☩ D E S P E R A D O - CITTÀ D'OMBRE ☩XLIIIUn mentore, un amico

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☩ D E S P E R A D O - CITTÀ D'OMBRE 
XLIII
Un mentore, un amico



Il Golgota non gli è mai sembrato così alto e invalicabile: ora capisce le parole di Michael

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Il Golgota non gli è mai sembrato così alto e invalicabile: ora capisce le parole di Michael. Agame, grondante di sudore, stringe i denti e si fa coraggio: inizia a salire in corsa la collinetta nell'alba muta e fredda di Desperado, sotto gli incitamenti del suo allenatore. Quella salita ora gli costa più fatica: fino a due mesi prima la mangiava con l'abilità delle sue gambe, ma ora che tutto è cambiato per sempre deve ricominciare da capo; ha paura sì, ma non sarà questa a fermarlo, ora si sente davvero invincibile, ora che ha perso tutto e ritrova comunque la voglia di dare il meglio nella sua passione. Arriva sulla collinetta a respirare con la bocca aperta, le mani poggiate sulle ginocchia, il sudore a cadere in gocce per terra. Si tira indietro i ciuffi castani umidi, guardando la vista da lì: il cimitero è rimasto immutato, così il Dawn e i due grattacieli che svettano alti rispetto a tutte quelle case: lì nascosti i segreti più infimi di Desperado, lì dimenticata da tutti la sofferenza di una donna. Michael lo raggiunge, più facilmente, mettendosi vicino.

-Te l'avevo detto, finto Schopenhauer. – lo rimbecca il secondo, notando la fiacca dell'allievo.
-Sì, coach: me lo ricordo bene. Me l'hai detto proprio qui. – commenta lui, ancora col fiato corto. Si siede piantando bene le scarpette da pugilato sul terreno, le ginocchia piegate si gode il fresco di quella mattina, le luci spente, i lampioni fiochi ancora accesi. Michael si appoggia vicino a lui, perdendosi con lo sguardo verso la Città d'Ombre.
-Ci vorrà tanto, vero? – domanda a quel punto il giovane, con lo sguardo fermo al cimitero. -Sarà ancora più difficile e lungo.
-Se vuoi la cintura, sì. Però questa volta non stai andando a prenderla da solo, non devi ricominciare da solo: questa volta ci siamo noi. – lui si volta a guardarlo, sorridendogli.
-Non pensavo che in te avrei trovato l'uomo che cercavo da tutta la vita. – Michael gli sorride, commosso.
-E in te ho trovato ciò che ho sempre cercato in me stesso. La determinazione che porta alla conquista: è questa la disciplina che cerco di spiegare ai tuoi colleghi. La tua determinazione mi ha da subito fatto capire che puoi fare grandi cose, Trevor.
-Mi sento ancora debole per aver perso l'Ombra, e sento ancora le mani macchiate di quel liquido: ci ha messo giorni ad andarsene, è sparito con la mia febbre. – si guarda le mani, assorto. -Non mi libererò mai da quello che è successo, ma non voglio fermarmi, non questa volta: sono a pochi passi dalla cintura, e devo almeno provarci, o potrei pentirmene per sempre. – Michael sospira, perdendo anche lui lo sguardo a quella città che tanto lo ha dannato e tanto gli ha dato.

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