☩ VENTIDUE ☩

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☩ D E S P E R A D O - CITTÀ D'OMBRE ☩XXIILa Scalata dell'Ombra

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☩ D E S P E R A D O - CITTÀ D'OMBRE 
XXII
La Scalata dell'Ombra

-Eccoci, Lydia, eccoci! A breve i pugili dell'incontro di chiusura di questa serata usciranno dai corridoi diretti ai loro angoli per stupirci!-Siamo carichi, Eugene! La folla sta già strepitando, gli incontri di apertura sono stati avvincenti, ma...

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-Eccoci, Lydia, eccoci! A breve i pugili dell'incontro di chiusura di questa serata usciranno dai corridoi diretti ai loro angoli per stupirci!
-Siamo carichi, Eugene! La folla sta già strepitando, gli incontri di apertura sono stati avvincenti, ma questo potrebbe essere indimenticabile! Solo un mese fa David Stone ha aperto la stagione con la sua scalata sotto la WBO, e adesso Trevor continua a rendere illustre Desperado tentando il sesto posto in IBF, abbiamo dei pugili davvero dediti in questo periodo!
-Qualche informazione su Mathieu Latreche intanto che lodiamo i nostri giocatori in casa: ventiquattro anni, un talento giovane e fresco, ha iniziato a sedici anni dagli incontri dilettantistici nella provincia francese per poi arrivare fino agli incontri maggiori ne L'Ile-de-France, perdonami l'accento poco allenato, - Lydia scoppia a ridere -e infine il sesto posto in classifica, fino ad adesso; ha venti vittorie, di cui quindici knock-out, due pareggi, nessuna sconfitta fino ad adesso, il ché lo rende ancora più interessante; descrivono il suo stile come raffinato, attento e calibrato, una giusta dose di forza e scaltrezza.
-È davvero un avversario tosto, Eugene: Trevor fino ad adesso ha combattuto contro le stelle nascenti degli States, conquistando posizioni su posizioni, avendo già raggiunto una volta la cintura degli Stati Uniti, alla vigilia dei suoi ventitré anni; ora giustamente non gli basta e non gli serve più, e dopo questo incontro potrebbe avere su di sé i riflettori mondiali per il pugilato.
-Immagino già i servizi stampa di domani in caso di vittoria! Come vedi questo incontro Lydia?
-Ah, ti dico Eugène: qui siamo su un altro livello, completamente; si parla di stili e tecniche ora a noi oscuri e imprevedibili; io penso sarà un match di logoramento e di resistenza, i due dovranno contare molto sul respiro ma soprattutto sull'affrontare i colpi di scena, che di certo qui a Desperado non mancano mai.

-Dio mio, ti ficcherei una baguette in culo in questo momento. – si lamenta Michael di fronte al suo allievo privo di alcuna espressione in volto. Quello si volta a guardarlo, non sentendosi troppo coinvolto a quell'impropero.
-Dici per prepararmi al mio avversario?
-Non iniziamo! – lo sgrida lui, intanto che cammina avanti e indietro -Il paradenti lo abbiamo, i guantoni-
-Li abbiamo.
-I, i, i così lì, - sospira, -L'asciugamano! – urla, correndo al borsone e rimediando l'asciugamano.
-Meglio? – quello lo guarda torvo, continuando a ricordarsi tutto l'occorrente. Si alza a guardare Trevor, e i suoi occhi neri gli mettono un terrore da esaurirgli la saliva: ha già fatto quella cosa, ne è sicuro, sta solo aspettando di andare sul ring.
-Non distrarti, siamo chiari?
-Chiarissimi.
-È la nostra grande occasione, non possiamo buttarla: una volta battuto Latreche puoi provare a sfidare il terzo posto e arrivare al primo. – gli stringe la mano, fiducioso. -Trevor, guardami: possiamo arrivarci, puoi prendere la cintura mondiale, mi senti? Possiamo farlo, ci siamo quasi! – e Trevor lo guarda, con un'intensità che lo confonde, e infine gli sorride, lieve.
-Possiamo farlo, Michael. Pensavo non ci sarei più riuscito: buttare un anno di pugilato sai quanto è pericoloso per un pugile della mia età. Potrei riprovarci solo fino ai trenta, poi diventerebbe sempre più difficile, io e te lo sappiamo. Sylvia mi aveva tolto ogni speranza, io me l'ero tolta con le mie stesse mani; non ci speravo nemmeno più. Con te però ora mi sembra così... così naturale, come lo scorrere dell'acqua. – quello gli sorride, emozionato, stringendogli più forte la mano.
-Vaffanculo, Ward, possiamo farcela.
-Vaffanculo, Law, possiamo farcela. – mormora lui, sciogliendo poi la presa. Chiamano il nome del suo avversario che fa la sua entrata trionfale: il capelli lunghi e biondo cenere sono tenuti su dall'elastico ben stretto, gli occhi verdi e la barbetta ispida che ricopre l'area attorno alle labbra, l'accappatoio bianco a ricoprirlo porta le ali che imitano quelle di un'aquila, da cui prende ispirazione il suo nome da pugile. Cammina indisturbato e serio nonostante le urla di sdegno volino dagli spalti, sotto l'applauso scoordinato e lento di Michelle che viene subita guardata malamente da tutti e si volta a guardarli torva.

-Ed ora, peccatori e peccatrici di Desperado, ombre di questa città senz'anima, preparatevi: ci ha conquistati dal primo round, i suoi incontri sono delle vere e proprie esibizioni artistiche, il suo ritorno è il più grande mistero e la più grande benedizione di questa città: qui stasera per voi a combattere per la scalata alla cintura mondiale, con diciassette vittorie, quattro pareggi e una sconfitta, ecco a voi Trevor-L'Ombra-Ward! – Eugene scandisce a gran voce il suo nome e l'Arena di Desperado inizia a tremare dalle fondamenta per il tifo sfrenato dei suoi peccatori, stupendo lo stesso Latreche. Michael esce dal corridoio, sotto gli applausi di tutti dagli spalti e dalle transenne, e viene seguito subito dal pugile che scatena ancora di più il tifo di quell'Arena: sfila silenzioso e serio con indosso un accappatoio di veletta nera semitrasparente, a scendere lunga fino a lasciare uno strascico dietro di lui, il cappuccio dello stesso tessuto gli si poggia appena sulla chioma castana, una maschera gli copre il volto: una metà in veletta scopre con certezza il nero profondo e scuro dei suoi occhi, mentre l'altra metà di quella maschera, disegnata con precisione e intagliata con attenzione, è un elegante e fine spessore di uno specchio: riflette perfettamente l'immagine del ring da cui Trevor non sposta lo sguardo. Tutti restano a bocca aperta a quella veste rappresentativa del suo nome da pugile: Trevor senza sapere nulla di Desperado ha saputo portare addosso a sé proprio il suo significato; Terence e i suoi amici lo guardano sorpresi, per poi incitare con ancora più forza, con una paura che covano dentro; Michelle invece sente il sudore freddo imperlarle la fronte, il fiato quasi le manca: lo sa, sa bene che Trevor l'ha vista dal lato del suo avversario, si è vista così riflessa in quello specchio da spaventarsi. Il coach e l'allievo arrivano vicino le corde sotto l'esultanza di tutti, Lydia e Eugene che commentano con interesse l'entrata di scena del pugile. I due superano le corde, salendo con le loro vesti e scambiando un saluto con i pugni.

-Ça va?
-Bien, merci. Ici, la nourriture, n'est pas trop bonne. – e Trevor scoppia a ridere, sincero.
-T'as raison, t'as raison. Je n'ai rien à dire, l'Europe est à un niveau diffèrent.
-Es-tu prêt, Trevor?
-Toujours. – gli sorride quello, sicuro. -Toujours, Mathieu; et toi?
-Toujours. – i due si scambiano un cenno con la testa, e l'arbitro rispiega loro le regole, sotto l'attenzione dei due. Quelli, infine si dirigono agli angoli, sotto gli applausi di tutti: si disfano degli accappatoi, mostrando i corpi forti e allenati sotto gli applausi di apprezzamento.

-Cos'è, lo stavi invitando a cena? – chiede con un'aspra curiosità Michael.
-Un altro po' e lo invitavo pure a casa mia stasera. – scherza Trevor, beccandosi subito uno scappellotto.
-Per questo mese hai già scopato abbastanza, ora concentrati.
-Ci sono.
-Allora: lo hai visto più volte, gioca molto col montante e con il jab veloce e leggero; quindi, non abbassare la guardia di troppo; il vantaggio lo hai, sei mancino, e lui da quanto ho capito ha combattuto con solo mani dominanti destre, sarà come giocare a specchio, usa tanto questo vantaggio i primi round, poi si abituerà.
-Va bene.
-Ward, sei tornato qui per tanti motivi, ma voglio che non dimentichi che più di qualunque cosa ora sei su questo ring, e quella cintura è più vicina, quel sogno che porti con te è sempre più vicino, puoi farcela. Non perderti stasera, per favore. – il pugile lo guarda un'ultima volta negli occhi, gli vengono lucidi dalla commozione ma non riesce a spiegarsi il perché: sospira, saltella e non risponde, e si fa infilare il paradenti.
-Trevor, stasera non combatterai solo contro Mathieu: stasera lotti contro te stesso. E devi vincere, a qualunque costo. – la voce grave di Michael, in mezzo a quel pandemonio, gli vibra nelle orecchie rimbalzando da una parete all'altra della sua mente, fino a stringergli il cuore.

L'unica persona che vuoi finire

È

No, non deve cedere: non è vero che resterà dimenticabile, non dopo tutta la strada fatta – non può tirarsi indietro, deve combattere fino allo stremo, deve far sì che il dolore di una vita intera sia valsa la pena, altrimenti poi che resterà della sua vita, se non ricordi sbiaditi di qualcuno che non è mai riuscito ad essere? Trevor annuisce, sente già caldo, ha una paura che lo sconvolge e lo infiamma, ma non cederà, non è mai stato da lui, nonostante il pianto, nonostante l'apatia, il senso di abbandono travolgente, il senso di solitudine opprimente: sulla cima di quelle disgrazie che compongono la sua memoria, lui sosta su di essa, ricoperto di sangue e di tenacia. È in piedi, ineluttabile e invincibile, tremano le gambe, e stringe tra le mani tutto quello che lo ha portato fin lì: i suoi guantoni neri, la sua paura di vivere, la sua fragilità mentale, la sua voglia di resistere ad ogni dolore. Si volta verso il centro del ring e alza lo sguardo al cielo. Li presentano, e gli serve solo risucchiare il respiro e chiudere gli occhi: la sua ombra si deforma sotto i suoi piedi, come intrappolata, sotto lo sconcerto di tutti, e lui può finalmente sentirsi di nuovo pieno e invincibile in quel corpo.

Quando me ne andrò, nulla di questo avrà più senso.

La campana suona: il match dell'Ombra inizia. 

𝐃𝐄𝐒𝐏𝐄𝐑𝐀𝐃𝐎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora