☩ QUARANTUNO ☩

Start from the beginning
                                    

Arriva alla Conquest Gym che è ormai svuotata dopo il tramonto: l'orario di cena è sempre il momento migliore se ci si vuole allenare in solitudine

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

Arriva alla Conquest Gym che è ormai svuotata dopo il tramonto: l'orario di cena è sempre il momento migliore se ci si vuole allenare in solitudine. Trevor se lo fa andare bene come orario Michael è poco lontano dalla palestra a prendersi una pausa – quella palestra tanto non la tocca nessuno, proprio come quell'allenatore. Il pugile supera le porte d'entrata, e la visione è sempre la stessa: il ring al centro, i pesi, le attrezzature per i circuiti, tutto assemblato nel minimo dettaglio, e poi i sacchi di pugilato disparsi lungo tutta la palestra, pronti per essere picchiati, nelle loro migliori condizioni. Lui sorride, felice di poter aspettarsi ciò che vede: ora è tutto chiaro nella sua mente, tutto solito, tranquillo, disteso. Evita solo gli specchi, come sempre, non vuole cadere nella dissociazione proprio adesso che inizia la parte difficile del lavoro, allora va dritto agli spogliatoi, aprendo la porta. 

L'inaspettato gli crolla addosso, amaro e ghiacciato. Degli occhi azzurri si alzano a guardarlo, terrorizzati e spalancati, le ciocche bionde umide cadono appena sulle sopracciglia, la bocca contratta di quel pugile esile ora si dischiude, il volto dagli zigomi visibili e la mandibola tagliente impallidisce d'un tratto, incavandogli ancora di più le guance e le palpebre. Dalle dita esili lascia cadere le fasce che stava avvolgendo attorno al torace ancora scoperto, e la consapevolezza squarcia entrambi: sotto i capezzoli due cicatrici visibili, scure e definite, il segreto che portava stretto sotto quelle fasce bianche, speranzoso che Trevor non lo conoscesse mai. Il pugile alza subito lo sguardo, maledicendosi per essersi fatto trasportare dalla curiosità: incontra gli occhi di Terence, e non sa cosa dirgli. Stanno in silenzio, non riesce a sentirsi nemmeno il respiro dei due sotto il ronzio dell'impianto di areazione, quanto la tensione prende a pugni lo stomaco di entrambi. Guarda Terence, e sente una fitta al petto quando lo guarda mettersi in posizione, lo sguardo completamente trasformato: se ne sta a guardarlo, livido e serio, il pugno destro accanto al naso e quello sinistro in avanti, porta indietro la gamba destra, i piedi coperti solo dai calzini, il corpo che trema.

-Non ho paura. – le sue prime parole: guarda l'altro, pronto a difendersi da un possibile attacco, i muscoli appena definiti delle braccia, gli addominali contratti. Trevor fa un passo indietro, quasi in difesa. Ora i respiri si avvertono: sono pesanti, sanno di parole non dette, che non si riescono a pronunciare. Guarda davanti a sé e vede solo Terence: il ragazzo tanto divertente quanto comprensivo che ha imparato a conoscere in quei mesi. Guarda le mattinate passate a correre, le risate mentre si saliva il Golgota, le proteine assunte dopo gli allenamenti, le notti passate in discoteca o a bersi una birra. Terence gli è entrato nel cuore più silenzioso rispetto a Michelle: ha preso il suo posto, e non si è mai smosso da lì; gli ha risollevato le giornate con una risata sincera, si sono spintonati quando ne avevano abbastanza di entrambi, si sono sostenuti quando gli allenamenti si facevano più duri. E ora, davanti al suo sguardo duro e alla sua posa da boxe, si chiede cosa sia cambiato tutto d'un tratto, perché la fiducia può essere distrutta in un solo colpo. Trevor tiene saldo sulla spalla il borsone, guarda affranto il ragazzo.

𝐃𝐄𝐒𝐏𝐄𝐑𝐀𝐃𝐎Where stories live. Discover now