Capitolo 7

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Nella foto; Becken Wolf

Nonostante la mia velocità nel correre a quattro zampe, quando arrivai al villaggio esso era praticamente vuoto. Il cielo aveva iniziato a farsi scuro e buio, e le prime stelle comparivano su di esso come preziosi diamanti. Ciò significava che papà era già andato a caccia con il branco, ed io avevo ufficialmente ritardato. Di nuovo.
Camminai a passo lento fra le case, con la busta del mio acquisto stretta fra le fauci, guardandomi scrupolosamente attorno nella speranza di non essere vista con essa. Il ticchettio delle mie zampe che battono sulla terra mi accompagna fino alla porta di casa, dove riprendo le mie forme umane nella speranza di fare meno rumore. Apro lentamente la porta, la luce è spenta e le finestre sono chiuse.

"Beh, in assenza del vecchio avremmo modo di pensare ad una scusa"

Raggiungo le scale che danno al piano superiore, dove si trova la mia camera, ma quando sto per salire il primo scalino la forte voce dirompente di papà mi blocca all'istante <<Dove diamine sei stata?>>
Mi volto di scatto e lo vedo. Là, seduto sul divano in maniera scomposta come suo solito, con le braccia incrociate e le sopracciglia corrucciate.
Non me ne va bene una.
<<P-papà ...>> balbetto nascondendo la busta dietro la schiena, mentre l'uomo accende la luce <<Che ... che ci fai qui? Non dovresti essere a caccia con il branco?>> a quelle parole l'uomo mi cammina incontro osservandomi dall'alto della sua imponente stazza <<Già. Dovrei>> ringhia fulminandomi con il suo sguardo di ghiaccio <<Peccato che la mia screanzata figlia abbia mandato il suo amico ad informarmi che aveva "Delle cose da fare" con un'umana ... posso sapere di quali cose si trattano?>>
Ed io che speravo che Jagho mettesse una buona parola per me, delle volte pretendo troppo da quel ragazzo <<Nulla di cui preoccuparsi, abbiamo fatto solo un giro in città e ...>>
<<Quella cos'è?>> chiese improvvisamente l'uomo indicando la busta dietro la mia schiena.

"È fatta ..."

Cerco di dissuadere la sua attenzione dall'oggetto, ma prima ancora che potessi aprir bocca, il grande Alpha lo afferra e lo apre per vederne il contenuto.
La situazione sta precipitando <<Padre ... posso spiegare ... l'umana ha insistito io ...>>
<<Ma proprio non ti rendi conto Lya!>> grida questo furibondo <<Tu non sei come lei! Poteva scoprirti! Hai una minima idea di cosa potrebbe succedere se gli umani venissero a sapere del nostro villaggio!?>>
Ho i nervi a fior di pelle <<Come pretendi che io frequenti una scuola per umani senza interagire con loro?!>>
<<È per questo che Jagho è con te!>>
Come può trattarmi così, dopo tutte le cose che mi ha tenuta segrete?
<<Già e dimmi papà...>> incalzo incrociando le braccia al petto <<Anche suo padre, nonché preside, ha questo compito? O devo pensare tu lo abbia fatto solo per farmi conoscere il mio futuro suocero?!>> sfumature di rabbia si fanno strada fra le mie parole, mentre i miei occhi iniziano lentamente a bruciare ed a diventare gialli come l'oro <<Ma ovviamente, mio Alpha, voi non fareste mai una cosa simile giusto? Non prendereste mai decisioni al posto mio, vero? Il fatto che William sia il preside non ha nulla a che vedere con il mio futuro, no? Lui è lì esclusivamente per proteggermi dai ... vampiri!>>
Vedo le iridi azzurre di mio padre illuminarsi come stelle nel cielo buio per poi avvicinarsi pericolosamente a me con il suo sguardo di lupo <<Bada a come parli, ragazzina, tutto quello che faccio, lo faccio per te!>> digrigna i denti osservandomi dall'alto.

"Questa è bella"

Non posso far a meno di ridere dopo una simile affermazione <<Per me? Per me? Beh, allora se ci tieni davvero così tanto alla mia incolumità, perché non mi hai avvertita della presenza di Senza Anima nella scuola? Perché non mi hai detto che quell'edificio l'ha ideato mamma?>> dopo la mia domanda il volto del grande Alpha si incupisce. La sua espressione burbera si rilassa, mentre gli occhi tornano alla loro normale luminosità.
Lo osservo fare un passo indietro per poi darmi le spalle e fare per uscire di casa con la busta del mio nuovo vestito fra le mani <<Sei in punizione>> fa serio senza degnarmi di uno sguardo <<Per il tuo comportamento sconsiderato il branco è dovuto andare a caccia senza Alpha ... ti segrego in camera fino a nuovo ordine. Niente cena per te questa sera>> non faccio in tempo a controbattere che vedo l'uomo uscire di fretta e furia, sbattendosi la porta in legno alle spalle e con la busta del mio vestito fra le mani.

"Vai al diavolo!!"

Sento le lacrime scendermi con un fiume in piena lungo le guance, dinnanzi al mio enorme senso d'impotenza. Sono una principessa, eppure la mia vita mi sta scivolando via dalle mani. Mi dirigo infuriata verso la mia camera, massacrandomi i capelli con le mani quasi a volermeli strappare via dalla testa.
Lo odio!
Lo odio!
Perché non ci prova nemmeno a capirmi?! Perché non fa uno sforzo verso di me?
Mi affaccio dalla finestra aprendola per prendere una boccata d'aria, osservando il cielo buio attraverso le foglie degli alberi sopra di noi. In lontananza sento degli ululati, mentre un maestoso lupo bianco si addentra nella fitta vegetazione, volgendo un ultimo sguardo alla sua casa. I nostri occhi si incontrano per un breve lasso di tempo, prima che la grande bestia scompaia nelle tenebre della notte. Prima non eravamo così ... ho ricordi di un Becken dolce, protettivo, amorevole ed affettuoso, ma da quando mamma se n'è andata tutto è cambiato. Da quando lei è morta papà è come impazzito, e le cose non hanno fatto altro che peggiorare, sino a raggiungere questo punto ...
Che dovrei fare? Che dovrei pensare?
Io sento di amare la mia gente, la mia terra, il mio popolo, ma sento anche il bisogno di evadere, di fuggire, di scoprire il mondo, di vedere cosa c'è oltre la brughiera. Non so cosa significhi comandare un branco, ma so che mio padre dà il massimo per questo ... Non posso fargliene una colpa, ma lui non può nemmeno farla a me!
Non so perché ho questo desiderio. Non so perché ho il pelo nero e non bianco come ogni Alpha che si rispetti, ma so benissimo che se potessi cambiare queste parti di me lo farei senz'altro. Se non altro non darei simile delusioni alle persone a me care ...

"Sta di fatto che il vestito è andato ..."

Papà lo avrà sicuramente fatto a pezzi, ma non m'importa più di tanto. Dopotutto non mi avrebbe mai lasciata andare alla festa. Mi sdraio sul mio caldo e profumato letto, puntando lo sguardo sul soffitto in legno.
Dovrei andare all'incontro con il vampiro? Lui ha dato la sua parola e se non andassi, dimostrerei d'essere una codarda agli occhi dei nostri più antichi nemici. Però ... trasgredire all'ennesima regola di mio padre ...

"Tanto ormai, regola più, regola meno ..."

Mi osservo allo specchio con la mia stupida divisa scolastica e, colta da uno scatto d'ira me la sfilo velocemente dal corpo, lanciandola sopra alla sedia, per poi infilarmi una delle mie amate felpe.
Ah! Perché ho accettato?!
Mi sono fatta abbindolare, ma quel tipo è ... è ...

"Dobbiamo andare Lya, abbiamo un conto in sospeso con lui ..."

No. No. No. Non possiamo.

"L'Alpha sarà fuori per tutta la notte a noi basteranno pochi secondi per metterlo al tappeto"

No, non possiamo.

"Si invece. Sai che lo vuoi"

Mi metto le mani fra i capelli, rannicchiandomi su me stessa nel tentativo di reprimere la voce nella mia testa. Lo sforzo è tanto che il mio corpo inizia a sudare ed il respiro è sempre più corto.

"Lya, è colpa di quel vampiro se dobbiamo subire tutto questo. Da quando lui è arrivato le nostre disgrazie sono iniziate ..."

Devo controllarlo. Devo reprimerlo.

"Non puoi. Perché tutto ciò che desideri, ciò che più brami è che lui smetta di distruggere tutto ciò per cui abbiamo lavorato ..."

No, ho detto di no!

"Non puoi fermare ciò che sei Lya. Tu sei e sarai sempre un lupo!"

Spalanco gli occhi all'improvviso e questi sembrano quasi illuminare il buio della mia camera. Sento i denti allungarsi ed il cuore battere come un tamburo furente nel mio petto. Più veloce del vento mi lancio fuori dalla finestra, atterrando sulla soffice erba verde, ed in quel momento il mio corpo muta. In pochi secondi mi ritrovo su quattro zampe mentre un folto e lucente pelo nero assorbe i miei indumenti, trasformandosi in un maestoso lupo dagli occhi gialli.

"Corri Lya"

Completamente fuori controllo, mi lancio nel buio della foresta, correndo fra alberi e cespugli, saltando ruscelli e rocce, lasciandomi accarezzare dalla fresco vento notturno che gioca come un bimbo dispettoso fra miei ciuffi neri.
Ringhio e sfogo la mia rabbia, sentendomi finalmente libera, finalmente me stessa. Nessuna regola, nessun confine. Solo io e la natura.
Corro sin sopra ad una rupe, punto più alto della foresta, volgendo il muso al cielo notturno. Da quell'altezza riesco a vedere tutta la brughiera, tutta la terra che un giorno dovrò proteggere. La musica della tenebre culla le mie orecchie a punta, accompagnando il dolce canto delle creature notturne con il profumo degli animali, delle piante e dei fiori.
Vorrei tanto ululare e lasciare uscire dalla mia gola tutte le mie frustrazioni e la mia rabbia, ma se lo facessi, papà mi sentirebbe. Così mi accovaccio a terra, rilassando le zampe affaticate dalla corsa.
Vorrei fosse sempre così, nessuna responsabilità, nessun dovere, nessuna pressione.
Rimango lì per un bel po', sentendo di tanto in tanto gli ululati del mio brano scuotere il silenzio della notte. Dovrei essere con loro ... invece ...
Cerco di non pensarci troppo, devo essere lucida per il mio scontro con il vampiro. Così attendo lì fin quando la luna non è abbastanza alta nel cielo.

"È il momento..."

Punto i miei occhi gialli sull'alto muro di querce e pini che dividono il nostro territorio da quello dei vampiri e prendo un gran respiro d'incoraggiamento.
Coraggio.
Ripercorro i miei passi, correndo più veloce di prima ed in pochi minuti raggiungo il punto d'incontro. Lascio che il mio manto si mimetizzi con il colore delle tenebre e mi guardo attorno alla ricerca del temuto nemico. Non c'è traccia di lui, o almeno per il momento. Poi, ecco che il suo profumo torna a divorarmi la ragione, uno scricchiolio mi fa tendere le orecchie e poco dopo dall'oscurità una figura emerge in tutta la sua eleganza. Axel cammina tranquillo con le mani nelle tasche, osservandosi attorno come fosse la sua prima volta al confine. Al suo passaggio l'erba inizia lievemente ad appassire, accogliendolo quasi fosse la morte in persona.
Diversamente da oggi pomeriggio il vampiro non indossa la divisa, ma un'elegante camicia nera ed una giacca del medesimo colore che gli fasciano alla perfezione il torace largo, ma perfettamente proporzionato al resto del corpo. Grazie alla lieve luce della luna riesco a scorgere i lineamenti del suo viso, che lo accarezzano come la più dolce delle amanti, rendendo la sua pelle ancora più chiara ed il suo sguardo oscuro ancora più agghiacciante e tetro. Quando questo si punta su di me, il mio naso si arriccia mostrando appena i denti aguzzi da lupo. Le sue labbra, al contrario, si aprono in uno dei suoi sorrisetti <<Sospettavo che non ti saresti fidata abbastanza da venire su due gambe. Un classico di voi Licantropi, siete dei malfidati>> ridacchia lui facendo colorare i suoi occhi di un rosso sangue spaventoso.

Esco dal mio nascondiglio, con la guardia alta ed iniziamo a girarci attorno studiandoci dalla testa ai piedi. Lui la morte, io la vita. Lui la furbizia, io il coraggio. Lui la notte buia e spaventosa, io la notte piena di stelle e ricca di magia. Eccoci qua nelle nostre vere forme: Vampiro e Sangue di Lupo.
<<Quindi è vero ciò che si dice della figlia del grande Becken Wolf. Sei un lupo nero>> sibila come il più velenoso dei serpenti, ammaliandomi con il suo sguardo di sangue.

La ragazza Lupo [in revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora