Capitolo 4

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Il viaggio non è durato molto, e fortunatamente Jagho era troppo preso dalla musica alla radio per parlare con me. La canzone sembrava interessargli parecchio dato che non aveva fatto altro che cantare, e cantare, e cantare ancora. Una dritta su noi Sangue Di Lupo, siamo stonati come le campane.
Quando raggiungemmo la gigantesca scuola ultramoderna dalle mura bianche come le nuvole e le rifiniture dello stesso colore del mare, con ampie vetrate ed uno spazioso giardino ghiaioso, i miei occhi si spalancarono increduli dinnanzi a tutto quel lusso.
Tutto era perfettamente pulito ed ordinato. Non un albero si ergeva fra le aiuole verdi, non un cespuglio o un torrente ... tutto era così finto e falso che inevitabilmente mi sentii un pesce fuor d'acqua.
Mi chiesi come a mio padre possa essere saltata in mente un'idea simile.
I Sangue di Lupo prediligono una vita semplice, devota alla natura ed a tutto ciò che esse ci dona. Normalmente noi rifiutiamo le frivolezze materiali, le troviamo sciocche e futili: televisione, radio, cellulari, automobili o sciocchezze simili non sono ben viste in casa di un Sangue di Lupo. Ci concediamo soltanto le cose essenziali per poter vivere in salute e benessere.
Senza contare poi che noi non disponiamo di chissà quali grandi somme di denaro, e sicuramente i miei studi in una scuola simile devono essere costati parecchio al mio vecchio.
Mi domando dove abbia preso i soldi.

<<Ti piace?>> la voce di Jagho mi riporta alla realtà, mentre il biondo ferma la macchina nel parcheggio della scuola, poco lontano dall'entrata.

Inizialmente non badai alle sue parole, la mia attenzione fu esclusivamente per quel gigantesco cancello in ferro, nero come la pece, che divideva la strada dal cortile della scuola.
Ci avviciniamo ad esso, ed improvvisamente una leggera scossa elettrica mi percorse la spina dorsale.
Non capivo come mai fossi così tanto ansiosa di varcare quella soglia, dopotutto io ero una principessa, non avrei dovuto temere alcun tipo di paragone.
Eppure la strana sensazione non si decideva ad andarsene, era come se un vento gelido mi avesse accarezzato la schiena, facendomi venire i brividi in tutto il corpo.

"Smettila di frignare!"

<<Andiamo>> affermai all'improvviso facendo il primo passo con aria fiera ed orgogliosa, quasi stessi per andare in guerra <<Tanto lo devo fare comunque. Attendere è inutile>> varcato l'ampio cancello la sensazione finalmente svanisce, lasciandomi insospettita ed incuriosita.
Davvero era solo frutto della mia immaginazione?
Sentii il biondo ridacchiare dietro le mie spalle, per poi raggiungermi con aria euforica <<Signor sí!>>

Io ed il mio guardiano ora camminiamo veloci lungo il sentiero ghiaioso che conduce all'entrata della prestigiosa Rinsend Higter School, sotto a degli incuriositi e vigili occhietti umani, che ci studiano dalla testa ai piedi. È la prima volta che mi ritrovo circondata da così tanti mortali.
Al massimo mi limitavo a spaventarli e metterli in fuga se si avvicinavano troppo al nostro villaggio, ma si era sempre trattato di due o tre cacciatori, o di qualche escursionista. Vederne così tanti tutti assieme non nascondo che mi rechi uno strano ed incessante senso di insicurezza.
Però ... sono davvero strani questi umani, se ne stanno in gruppo eppure non si guardano neanche negli occhi, troppo preoccupati ad osservare quegli strani marchingegni chiamati telefonini. Chissà magari per loro è un'interazione sociale, strano, davvero molto, molto strano. Solo al nostro passaggio questi si degnano di puntare nuovamente lo sguardo sulla terra ferma, dedicandoci rapide e fuggitive occhiate indagatrici.
<<Perché ci stanno fissando?>> chiedo alla mia guardia del corpo che, con lo zaino caricato su di una spalla, sembra essere perfettamente a suo agio in quell'ambiente. <<Forse pensano che sei bella>> risponde tranquillamente, sorridendomi, osservandosi attorno.

"Possiamo dargli un pungo? Uno, solo uno. Ti prego"

Decido di lasciar perdere le continue avances del ragazzo, concentrandomi unicamente sugli occhi sospetti dei liceali che continuano a guardarci neanche fossimo trasformati in grandi lupi.
<<Non ti preoccupare>> mi sussurra Jagho avvicinandosi al mio orecchio, resosi sicuramente conto del mio corpo rigido ed in continua allerta <<Nessuno cercherà di attaccarci. Puoi rilassarti>>

La ragazza Lupo [in revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora