☩ SEDICI ☩

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Allora perché è arrivato Trevor e la sente ancora più lontana?
La sua migliore amica ci ha messo il punto, davvero. Son settimane che non è più in quel letto con lei a fare sesso, son settimane che Michelle si allena e basta, cerca notizie di lui, sembra instancabile – dopo tanto tempo, sembra viva. Pare voglia conoscere tutti i segreti di quel pugile schivo e diffidente, sembra voglia prosciugargli l'anima per capire se sarà davvero grazie a lui se la perderà. E in mezzo a quelle luci a led, sapendo che dietro una di quelle porte l'involucro di piacere che più ambisce è nudo davanti a qualcuno, a un cliente che non meriterebbe nemmeno di vedere la luce del sole, si rende conto di come Michelle potrebbe rovinarsi con le sue mani. È questo l'Amore? E per la prima volta Judith se lo chiede davvero, dopo averla persa. Si è nascosta quella domanda in fondo al cuore, paurosa che Lei si sia presa la sua capacità di amare: eppure sa quanto averla persa le abbia tolto invece solo la bellezza e la meschinità. E allora: è questo l'Amore? Ma non si sa rispondere, non dopo aver visto continuamente la sua amica vendere il corpo per essere ammirato, pezzo d'arte in quei relitti che compongono Desperado, non dopo averla vista contorta dal piacere sotto di lei senza che significasse davvero qualcosa, non dopo averla vista così accesa negli incontri con lui. L'ha vista, il giorno in cui Lui ha profanato la loro casa, quel sogno idilliaco che avevano costruito lontano da tutti, in cui potevano godersi: l'ha vista guardarlo, cercare in lui qualsiasi cosa, tutto quello che lui le ha privato di vedere. Trevor avrebbe pure nascosto il mondo intero dentro di sé, ma Michelle non sembrava scorgere nemmeno un'isola. I suoi occhi neri sono una maledizione, il suo tono distaccato una minaccia al mondo perfetto che Judith si è costruita sui suoi piaceri: Trevor è una variabile troppo forte, qualcosa che sta cambiando il tempo e la percezione di quella città. E quei corpi continuano a dimenarsi attorno a lei, la sfiorano, la baciano, urlano e cantano, eppure lei non sente nulla: sta lì a pensare a quanto tutto sia sbagliato, a quanto gli equilibri siano rotti – a quanto, in realtà, il piacere la accechi e l'Amore la divori, al solo pensiero di Michelle, quel diavolo che viene dall'inferno e che l'ha dannata per sempre.

Intanto, in mezzo alle luci a neon del Dawn che continuano a pulsare e cambiare colore, modificando la percezione e aumentando solo la voglia di darsi piacere, Terence si dirige a passo spedito verso i camerini, i capelli biondi scombinati, la sigaretta in bocca, ancora con indosso i jeans dritti e la camicetta che aveva mentre era in casa con Trevor. Sposta le persone, chiede "scusa" e "permesso": i gestori del Dawn lo conoscono, sanno che non combina guai, sanno che gli stripper e le stripper del Dawn sono suoi amici, quindi lo fanno arrivare tranquillamente ai camerini. La musica si attutisce appena in quel corridoio distante: alcuni stripper si rintanano nel camerino, esausti; altre preparano l'intimo per lo spettacolo di strip che avranno a breve, altre ancora si passano la crema sulle gambe per l'esibizione sul palo sfiancante. Terence, gli occhi azzurri e liquidi, arriva nel camerino del caschetto dagli occhi azzurri, trovandoci dentro solo Liza che sta sistemando la sua postazione di trucchi. Si volta a guardarlo, interrogativa.

-Ciao, tesoro, tutto bene?
-Hai visto Michelle? – domanda subito, appena affaticato da quella corsa fatta. Liza aggrotta le sopracciglia scure, mettendo il rossetto nel beauty case.
-Starà finendo lo spettacolo di strip: il cliente di stasera penso sia parecchio esigente. Perché? Tutto bene? – e Terence si perde per un secondo nel riflesso dello specchio vicino Liza: quei contorni sfumano di nuovo, e una leggera emicrania lo prende. Si dice che va tutto bene, che è al sicuro, che il dolore è finito, che nulla tornerà indietro, ma la paura dopo mesi torna per un attimo a farlo rabbrividire. Si riconcentra su Liza, annuendo, cercando di non farla preoccupare.
-Sì, volevo solo parlarle di una,
-Ehi! Che ci fai tu qui? – la sua voce calda e pacata, Terence fa appena in tempo a voltarsi per trovare i suoi occhi azzurri: ha il caschetto liscio scombinato, le labbra arrossate dal rossetto, il trucco che le accende lo sguardo e le rende più caldi i toni della pelle: il corpo ha addosso solo l'intimo rosso indossato velocemente e una vestaglia dal tessuto semi-trasparente dello stesso colore, assieme ai tacchi vertiginosi neri. Terence la guarda, serio.
-Io e te, momento sigaretta, adesso.
-Non desideravo altro. – si passa la lingua sui denti bianchi, maliziosa e affabile, simula una corsetta su quei tacchi prendendo le sigarette e facendo svolazzare la vestaglia assieme ai suoi movimenti, per poi dirigersi con Terence al retro del Dawn a fumare.

𝐃𝐄𝐒𝐏𝐄𝐑𝐀𝐃𝐎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora