Se Mi Guardi Mi Arrendo -IN R...

By Bersagliera92

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Alissa Milton una ragazza di 18 anni stronza e ribelle o almeno e ciò che vuol far credere di se stessa da qu... More

PROLOGO
The Start of my Life! ♡
Uno scontro Inaspettato
Mi ritorni in Mente
Un attrazione sbagliata
Un mare in tempesta
I'm here
Una scossa al cuore
Occhi dentro Occhi
Un chiodo Fisso
Tra le tue braccia
Molto più delle mie aspettative
Una bellezza disarmante
Insopportabile
Un senso di colpa
Un bacio inaspettato
sex on love?
Tu sei mia
Senza controllo
Un'amicizia Impossibile
Un vero Coglione
Uno di Troppo
Un gioco sleale
Parole di ghiaccio
Due calamite uguali, a volte si respingono
Ho bisogno che tu Rimani!♡
Se riuscirei ad Odiarti
Inevitabile
Voglia di te
Noi un incastro Perfetto
Un attimo di felicità
La paura a volte può fotterti il cervello
Resta Ancora un Po'
Alcune Mancanze ti soffocano l'Anima
Io e te, il resto del mondo l'ho scordato.
Oltre i Limiti
Quel disperato Bisogno che ho di Te
Un cuore in mille pezzi
Facevano L'amore solo a guardarsi
Ammaliato da tanta Bellezza
"Ciao..River!"
Contro la Tua volontà
Ad un Passo da Te
Se fosse tutto Magnifico
Se solo fossi Mia
Ci perdiamo per poi riprenderci
Sì mangiavano di Desiderio
Un inferno Indimenticabile
Nella Follia più Assoluta.
Baciami! né ho Bisogno!
Per una Volta
Solo per una Notte
Senza te
Una tempesta su di Noi
Un tunnel senza via d'uscita
Un legame indissolubile
Finalmente Qui!
Il confine di un'attimo
Estremamente Complicati
Il nostro perenne Equilibrio
"Alla nostra..River"
Un incessante Desiderio
Tu! la mia unica Forza
Non so Spiegarti il Perché
Finalmente a Casa
Bruciare Per Te
Un'unica Dipendenza
Troppo distanti !
AVVISO
Fuori Controllo
In netta collisione
Sotto il tuo sguardo
Un antidoto Naturale
Tienimi per mano
In continua distruzione
Nonostante tutto
Tu mi appartieni
Mi salvi un attimo prima, che tocchi la terra
Guardami negli occhi, anche quando non parlo.
Siamo Uguali, fatti degli stessi Mali
Come a dirti, io ci sono. Come a dirmi, sarò sempre qua!
Stringimi la mano, portami lontano
Inesorabile
Per la prima volta!
In equilibrio su di Me
Il silenzio è oro, ma se lo sprechi è zero
Copertina
Gli sguardi come oceani, gli abbracci come Ancore.
°Ad un passo da perdere Te°
●Due Puntini Da Lontano●
Cascare nei tuoi occhi
Un respiro si toglie solo se il Cuore ti batte di piu!
Sei la mia Cura, e la mia Dannazione
Dove sei tu, quella è Casa.
Avviso!
Il posto in cui Tornare
Un posto per l'eternità
Veleno e Antidoto
La ferita che nessuno ha mai curato
Ciao Brother
Un Amore complicato
L'anima in pace.
Tienimi con te
Epilogo
Avviso
Avviso!

Mai senza Te

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By Bersagliera92

"Siamo due cuori che ne formano uno solo, destinati a perdersi per poi incontrarsi di nuovo"

Baciare Christian era una delle cose che più mi faceva impazzire.

I suoi baci, cosi sporchi da emanare sesso allo stato puro, cosi passionali dove il suo sapore si fondeva con il mio, le nostre lingue si cercavano bramose di desiderio, quasi a dimenticare di respirare era ciò che non smettevo nemmeno un secondo di desiderare.

"Scusate ragazzi, è una pessima giornata!" mi staccai dalle sue labbra davanti alla voce di suo padre.
"Tutto bene sign.River?"
"Non proprio Alissa!" era nervoso, al tal punto che non ci aveva nemmeno visti limonare, e quello in parte mi sollevò.
"Che succede?" Chriss poggiò la sua mano sulla scrivania e finalmente si ritrovarono occhi dentro occhi, come se in quel modo si sarebbero capiti.

"Sono nella merda, devo chiudere ben tre contratti importati ma ho appena scoperto che dei miei dipendenti sono in ferie, cazzo!" non avevo mai sentito parlare quell'uomo in modo così tanto simile a suo figlio, e quello mi fece preoccupare sul serio.
"Sembra che io non conti piu un cazzo qui dentro!"
"Dammi qua!" Chriss afferrò quei fogli che suo padre aveva tra le mani e iniziò a leggere.
Mentre io non sapevo cosa fare, andavo avanti e dietro in quella stanza.

"Devi andare a Milano?"
"Si! È una cosa importante!" rispose suo padre sollevando i suoi occhi per un attimo nei miei.
"Se è così importante vai,  ci penso io al resto!" quelle parole di Chriss mi fecero precipitare verso la scrivania.

Era la prima volta che lo sentivo così calmo, e disponibile verso suo padre che né rimasi meravigliata.

Sembrava avesse abbandonato il suo odio, la sua rabbia, e tutto ciò che fino a poco tempo fa lo aveva allontanato da ogni tipo di rapporto.
"Vai a Milano, qui ci penso io!" continuò a dire.
"Non mi hai appena chieso le ferie?"
"Si, da domani!"
"Io cosa posso fare?"chiesi, ma non ricevetti nessuna risposta, solo i loro sguardi stupiti
"Allora?" dissi infastidita
"Alissa ti ringrazio, ma non sei tenuta a occuparti dei miei problemi'
"Andiamo, non possiamo stare qui con le mani in mano"
"Non so cosa dire! Mi salveresti da un emorme problema"
"Se vuole, entrerò a far parte del suo team per un giorno"
Il suo viso venne illimitato da un sorriso, e Chriss si alzò dalla sedia.

"Uno a testa papà, dopo di che noi dobbiamo partire!"
"Non so davvero come ringrarziavi, soprattutto a te Al che non sei costretta a farlo!"
Afferrai la prima cartella
"Per me è un piacere!"
"Troverò un modo per potervi ringraziare"  

Spostai lo sguardo su quello di Chriss per vedere la sua reazione, e.in qualche modo un suo consenso

Dato che mi ero resa conto solo in quel momento di essermi infilata in qualcosa che lui poteva fare benissimo da solo. Non avrei mai voluto sovrastarlo , ma le sue labbra si posarono sulla ma guancia e mi bastò per capire che appoggiava la mia idea.

"Chriss, tu occupati di uno stronzo, sei l'unico che può farlo firmare
Tu Alissa resta qui, ti occuperai di contrattare con un cliente on-line, va bene? " era agitato, forse teso per aver dato a noi quel compito così importante.
Ma io ero felice, finalmente ero tornata lì dove tutto era iniziato, dove cera tutta la mia vita, e non avevo nessuna intenzione di deluderlo, soprattutto davanti ad ruolo così importante.

"Va bene, prendo l'ufficio di Christian?" chiesi gentilmente
"No! Resti qui!" sbarrai gli occhi di fronte a quel gesto di fiducia che forse non meritavo, e non perché non credessi nelle mie capacità, ma perché avevo rifiutato quel posto per così  tante volte che tutto mi sarei aspettata tranne quello.

"Stai tranquilla, starai benissimo seduta sulla sedia del capo, è l'idea mi eccita Milton!" disse Chriss non appena suo padre uscì.
"Scemo!" lo spinsi dal petto e lui sorrise prima di avvicinarsi nuovamente.
"Davvero Milton, andrà tutto bene! Hai tutte le capacità per farlo"
"Grazie per la fiducia!"
Il suo naso sfiorò il mio
"Sono felice che dovrai restare tutto il giorno chiusa qui dentro, invece di far vedere al tuo amico di banco ciò che è mio! Odio profondamente questa gonna del cazzo!" le sue mani si bloccarono sul mio sedere con decisione.
"Ecco perché sei cosi contento che tuo padre mi ha dato il suo ufficio"
"No! Sono contento perché mentre sarò lì a far firmare questo cazzo di contratto non farò altro che pensare a come scoparti proprio su questa scrivania" le mie guance andarono in fiamme e lo spinsi ancora una volta lontano dal mio corpo.
"Vattene, River!"
"Che ce hai paura di ciò che succederà?"
"Non appena ti troverai di fronte alla seconda miss Brawn non penserai di certo alla sottoscritta, perciò sparisci!" incrociai le braccia al petto
"È un uomo Milton!"
"So ancora leggere River!" indicai la cartella che aveva tra la mani.

Chriss
Chiusi in malo modo la portiera della macchina, e lanciai quella fottuta cartella sul sedile.

Quella mattina avevo pensato a tutto tranne che mi sarei ritrovato ad un appuntamento di lavoro, lasciando lei e il suo culo in quel dannato ufficio.

Avevo immaginato quella giornata in modo diverso.

Ma era pur vero, che volevo aiutare mio padre, per una volta che non era stato lui a chiedermi di fare qualcosa.
Ero suo figlio e cosa piu importante Redattore di quella casa editrice, anche se non ero stato poi così presente, ma era arrivato il momento di prendermi le mie responsabilità, di crescere e dimostrare sia a lui che a me stesso che avrei potuto fare ciò che realmente sognavo.

Avevo perso troppo tempo a fare lo stronzo, a coltivare la rabbia, e alzare quel muro con lui e chiunque tentasse di avvicinarmi.
Ero stato un bimbo capriccioso che aveva preteso che tutto gli fosse concesso, ma era il momento di cambiare, e partire dal lavoro, chiudendo quel contratto era la miglior cosa da fare.

Mi fermai al semaforo, e digitai brevemente un messaggio.
"Mi manchi!" forse avevo perso davvero ogni ragione, ma quella ragazza mi aveva fatto provare qualcosa che non sapevo nemmeno esistesse, e stargli lontano era l'ultima cosa che avrei voluto.

"Tu no!" sorrisi, di fronte alle sue parole.
"Non dire cose di cui puoi pentirti"
Avevo raggiunto quella serenità che mi faceva stare fottutamente bene.
"Tu non fare cose di cui puoi pentirti, ti ricordo che posso cambiare ufficio e affiancare il mio amico di banco come e quando voglio"
infastidito strattonai i miei capelli

Ma per la prima volta non sentii la rabbia invadermi come il solito.
Forse stavo iniziando a fidarmi di quella ragazza, al tal punto che ero quasi certo non avrebbe mai fatto una cosa del genere.

Ma nonostante tutto, digitai quelle parole.
"Milton, se alzi il culo da quella sedia, ti prometto.che non potrai camminare per giorni, per il modo.in cui ti scoperò su quella scrivania"

In fondo quella sua gelosia mi piaceva, e il mio essere stronzo era la cosa che preferiva.

"Decidi i libri che vengono pubblicati, non quello che posso fare!"

"Sono molto piu bravo nella seconda😜"

Lanciai il cellulare contro il sedile passeggero, esattamente su quella cartella che mio padre per una strana ragione mi aveva detto si trattasse di un uomo, ma Alissa mi aveva fatto notare il contrario.

Abbassai il piede sull'accelleratore, volevo arrivare il prima possibile e finire quel lavoro nei migliori dei modi.

Ma avevo la testa presa tra mille pensieri, che quasi la sentii scoppiare.

Cosi portai una sigaretta tra le labbra, ma non bastò a darmi sollievo

Cera un pensiero piu di tutti che mi tormentava,  un desiderio, una necessità  che stava lì fermo e deciso, a martellare il centro del mio cervello.

E quello stava succedendo gia da un bel po di giorni, che quasi iniziai ad averne paura.

Era qualcosa che mai prima di quel periodo avevo nemmeno immaginato, qualcosa che non mi apparteneva, ma che non riusciva a lasciare la mia testa.
Diventava sempre piu chiaro e deciso.

Stavo iniziando a desiderarlo sempre di piu, quasi come se fosse un esigenza.

E di fronte ad una cosa del genere, mi trovai in difficoltà.

Ma era pur vero che se ero arrivato a quel punto e perché stavo bene, e quello era solo grazie a quella ragazza che mi aveva involontariamente sollevato da una vita di merda nel quale ero finito.

Ero innamorato per la prima volta nella mia vita, o qualcosa che andava oltre quel sentimento.

Avevo una maledetta voglia di averla vicino di baciare le sue labbra, di sentire il suo profumo, e di far l'amore ogni cazzo di minuto. Forse quella ragazza non mi sarebbe bastata mai, ed io avrei fatto di tutto pur di averla per il tempo piu lungo possibile al mio fianco.

Amavo ogni cosa di lei,a partire dal colore dei suoi occhi al modo in cui si arrabbiava.
Era l'unica persona che avrei voluto al mio fianco in qualsiasi situazione e quello per me era tanto.

Parcheggiai la macchina, e iniziai a pensare che chiudere quel contratto il piu in fretta possibile era l'unico mio obbiettivo, perché sarei voluto tornare da lei il prima possibile.

Alissa
Chiusi quella videochiamata, felice di aver ottenuto ciò che il Signor River si aspettava.
E soprattutto orgogliosa di me stessa, per aver affrontato in modo così professionale qualcosa che non avevo mai fatto prima di allora.

E dopo qualche minuto in cui cercai di prendere confidenza con quello studio, iniziai la mia seconda parte del lavoro.

Picchiettavo le dita su quella tastiera, senza mai spostare lo sguardo dal display di quel computer. Ero completamente rapita da quello che stavo scrivendo, come se non avessi lasciato mai quella parte della mia vita.
E dopo ore, senza far nemneno una pausa finalmente completai ogni cosa.

Svorrevo quella sedia avanti e dietro sul pavimento,  pronta a tornare a casa nel minor tempo possibile.
Ma non appena sistemai tutti quei fogli che avevo stampato,  sentii la porta bussare.
"Avanti!" dissi intimorita, dato che mi trovavo in un posto che non mi apparteneva
"Non si salutano i vecchi amici?" gli occhi azzurri di Mike entrarono dentro l'ufficio ed io mi rilassai chiudendo la cartella.
"Scusami sono una stronza!Ma ho fatto un lavoro per il sign River e non ho avuto il tempo" corrugò le sopracciglia
"Sei qui da stamattina?"
"Si, era una cosa importante!" mi alzai e notai i suoi occhi percorrere ogni parte del mio corpo.

Ero al quanto imbarazzata

"Immagino! Non ha mai lasciato il suo ufficio a noi dipendenti"
"Io non sono una dipendente, ecco perché mi ha lasciato il suo posto!"
"Oppure per merito di suo figlio!" quelle parole mi infastidirono parecchio.

Non avrei mai voluto essere considerata per il fatto di essere la fidanzata del figlio, era qualcosa che non mi apparteneva.
"Mi accompagni a consegnare il mio primo lavoro importante?" cercai di cambiare discorso.
"Certo!"

Non appena mi ritrovai nel corridoio, in compagnia di Mike, senti gli occhi di tutte quelle ragazze puntati su di noi.

Cercai di non dare importanza a quella cosa, ma ero agitata al tal punto da stringere forte la cartella che avevo poggiata al petto.

Molto probabilmente si chiedevano cosa ci facessi lì, soprattutto in compagnia di Mike, e perché mi stessi comportando come una dipendente quando non lo ero affatto.

"Rilassati, non hanno altro a cui pensare!" Sorrisi a Mike, mentre lasciavo il mio lavoro lì tra i cassetti privati del Signor River.

"Forse dovrebbero farlo! Dato che il capo ha affidato un compito importante a me e non a loro!"
"Sai come sono fatte, ti vedono come un pericolo"
Sollevai le sopraciglia
"Dovrebbero pensare a lavorare , non alle mutande di Christian" dissi infastidita
"Ora sei qui con me, non pensiamo a nessuna dei due, e  pretendo uno dei nostri caffe!" cambiò discorso, ed io annuì

Poggiò la sua mano sulla mia schiena e ci dirigemmo al distributore

"Come stai?" mi chiese sempre con quella gentilezza che lo distingueva.
"Bene! Sono stata presa tra mille cose, ma adesso voglio riprendere in mano la mia vita"
"Tornerai a lavorare qui?" chiese speranzoso.
"Questo non lo so! Per adesso voglio godermi il Natale"
"Resterai qui a Roma?" disse porgendomi il caffe
"No! torno a firenze dalla mia famiglia. Tu?"
"Ho troncato con Olly, quindi resterò anch'io a casa con la mia famiglia""
"Mi dispiace Mike, però non era affatto il tuo genere"
"Aah perché tu conosci il mio genere?" mi spinse , spalla contro spalla, ed io scoppiai a ridere.

Bastarono alcuni secondi, per farmi sentire una merda.
Stavo tradendo Chriss in un certo senso, facendo cio che lui odiava e che non aveva fatto altro che ricordarmi. Così tornai seria

"Bhe io devo andare, ci vediamo Mike!"
"Ti sta squillando il cellulare!" mi fece notare, e non appena i miei occhi si fermarono sul display dove il suo nome era illuminato, imprecai.

"Quanto ci metti a rispondere?" la sua voce arrivò alle mie orecchie ed io mi voltai di spalle a Mike prima di parlare.
"Dove sei?"
Era un atteggiamento da maleducata né ero consapevole,  ma era l'unico modo che avevo per affronatre quella telefonata senza far capire il mio stato.
"Sono ancora in trattativa, tu hai finito?" guardai l'orologio appeso alla parete erano le 19.00 e lui non si era fatto sentire per l'intera  giornata cosa al quanto strana, da Christian River.
Iniziai a farmi tremila film mentali, ma una cosa era certa mi stava mentendo.

"Non penso che tutto questo tempo l'avete impiegato a discutere se firmare o no un contratto!"
"Non iniziare a dire stronzate! Io non mi sembra che ti ho chiesto se hai raggiunto o no il tuo amico di banco"
"Quindi che vuoi?"
"Ti ho chiamato per dirti di  tornare a casa, io farò tardi!"
"Mi stai prendendo in giro?"
"No Al, prendi un taxi ci vediamo.a casa!" chiuse quella chiamata in modo così  freddo, che non riuscivo a crederci.

Sentii un calore salire sul mio corpo, fino al mio cervello.
Bastardo!

Mi voltai verso Mike.
"Mi daresti un passaggio?'
"Tutto bene?"
"Si o no?"
"Certo! solo se prima mi offri un caffe degno di essere chiamsto tale" disse buttando quei bicchieri nella spazzatura, ed io tornai a sorridere.

Forse avevo sbagliato.
Ma stavo godendo semplicemente di quei minuti di tranquillità dove Mike non aveva fatto altro che farmi ridere, fino a farmi venire i crampi alla pancia.

E non appena accostò la macchina  davanti casa di quello che doveva essere il mio fidanzato, scomparve ogni tipo di sorriso dal mio volto.
"Grazie per la compagnia, mi fai stare sempre bene"
"Te l'ho gia detto, hai un sorriso bellissimo, dovresti usarlo più stesso"
"Ci proverò! Buon Natale occhi azzurri!" dissi baciano la sua guancia
"Buon natale occhi verdi" ricambiò il mio gesto.

Scesi da quella macchina e mi precipitai dentro a causa della bassa temperatura.
Il calore avvolse subito il mio corpo, e non appena tolsi la giacca trovai gli occhi dei due piccioncini fissi su di me

"Tutto bene Aly?" erano distesi sul divano, e gli occhi di Jack avevano assunto una strana forma.
Forse stava cercando di dirmi qualcosa, che io non riuscii a capire.
"Si! Christian è qui?" chiesi senza ricevere risposta.

"Mi dici per quale cazzo di motivo sei tornata a quest'ora, e con quel coglione?" la sua voce inconfondibile, venne fuori dalla cucina.

Ed io nonostante tutto, fui felice di vederlo.
"Allora?" spostò indietro i suoi capelli segno che era nervoso.
"E stato solo così gentile da accompagnarmi!"
"Sono le 21.00 dove sei stata?" alzò il tono di voce.
"Non farmi il terzo grado!"
"Perché no? Ti pare normale che la mia ragazza si fa accompagnare a casa da un cretino, e che lo bacia come se io non esistessi?"
Mi aveva spiata, che stronzo!

"A te pare normale che mi lasci lì come una cretina? Non pensare che credo alle tue stronzate!"
"Ho lavorato Al, non mi sono grattato i coglioni. Potevi benissimo tornare a casa con un taxi o altri mezzi pubblici porca puttana"

Come sempre, la situazione ci stava sfuggendo di mano.
"La smettete di urlare, Christopher dorme!" Jess si avvicinò cercando di calmare gli umori.
"Perché non gli dici la verità e finiamo qui ogni cosa?" le parole di jack mi fecero scattare verso di lui.
"Che verità?"
"Stai zitto Bro!"

Quel calore che avevo sentito non appena lui aveva chiuso la telefonata, tornò ad impossessarsi del mio cervello.

"Mi fai schifo!" velocemente salii al piano di sopra, delusa da chi non mi sarei mai aspettata.

Uscii velocemente dai miei vestiti, e cercai una tuta comoda tra quel ammasso di vestiti nella mia valigia.

"Possiamo parlare?"
Mi sollevai di fronte alla.sua voce
"Vattene!" non pensai nemmeno che fossi nuda, o che indossassi solo un reggiseno e un tanga di pizzo che lui tanto diceva di odiare.
Era l'ultima cosa che mi sarebbe importata in quel momento.

"Mi fai spiegare?"
"Non voglio sentire niente!"

"Per una cazzo di volta ti puoi fidare di me?"
"Ma ti senti quando parli? mi hai appena mentito e pretendi che io mi fida di te?"
"Cazzo! Non ti ho mentito per il motivo che pensi tu"
"Non mi interessa il motivo! Sei stato così stronzo da non pensare che avessi bisogno di te, del tuo sostegno mentre stavo affrontando il primo lavoro importante della mia vita. Non mi hai nemmeno chiesto se era andato tutto bene, te ne sei fottuto alla grande e non ci hai messo due secondi a mentirmi"
"Al, non e così! Ti ho pensato ogni singolo secondo!"
Non ascoltai nemmeno le sue parole, non avevo nessuna intenzione di sentire altre bugie uscire dalla sua bocca

"Esci da qui!" spostai i miei occhi dritto nei suoi, e mi resi conto che erano fissi sul mio corpo.

E nel minor tempo possibile, entrai nella prima tuta che avevo trovato nella valigia.

"Ti stai comportando come se avessi davanti un'altra persona Al, te ne rendi conto?"

Sollevai la valigia sul letto, mentre la rabbia iniziava ad impossessarsi di ogni centimetro del mio corpo.

"Sei un'altra persona!"
Iniziai a lanciare i miei vestiti alla rinfusa dentro quella stupida valigia che mi accompagnava ormai da troppo tempo.

"Che cazzo stai facendo?"
Respirai a fondo e.poi mi.voltai.
"Vado via una volta per tutte! E ora esci da questa cazzo di stanza, la tua faccia e l'unica cosa che non voglio vedere!"
"Ascoltami, porca puttana! Si si è vero che non ho lavorato tutto il pomeriggio, ma se ti ho mentito ce un cazzo di motivo, che ora non posso dirti!"

Il suo corpo in pochi passi si avvicinò al mio, ed io indietreggiai

"Non puoi dirmi?" Sbraitai.
"Fai una cosa le tue stupide  spiegazioni mettetele nel culo. Mi hai mentito ed è la cosa peggiore che potessi fare Chriss! Ora puoi andartene a fanculo"

Poggiai la valigia al suolo, e la strascinai dietro di me, mentre lasciavo quella stanza.

Non avevo mai provato quel senso di vuoto tra il petto.
Mi aveva deluso nel momento piu bello che stessimo vivendo, era inaccettabile. E perderlo era la cosa che mi faceva più male.

Scesi le scale, con un nodo alla gola.
Ma cercai di trattenere le lacrime, non meritava affatto ciò che stavo provando.

Avrei tanto voluto parlare con Jack, che sapevo fosse  l'unica persona che mi conosceva piu di chiunque altro, e che avrebbe saputo darmi uno straccio di sollievo.
Ma decisi di parlare con Jessica.

Quel rapporto meritava una opportunità

chriss
Tirai un calcio contro quella maledetta porta del cazzo, prima di strattonare i miei capelli.

Avevo rovinato ogni cosa porca puttana.

E perderla non era nelle mie i tensioni

"Abbiamo fatto un casino!" alzai lo sguardo di fronte al suono della voce di Jack
E in meno di un secondo, lo attaccai contro il muro.

"Perché non impari a tenere quella cazzo di bocca chiusa?"
"Sei tu che gli hai mentito!"
"E tu che glielo hai detto! Gran bello amico del cazzo!"

La rabbia iniziò ad annebbiare il mio cervello.
"Se vuoi, prendimi a pugni. Ma non cambierà il fatto che sei stato tu a non sapere gestire una ragazza, che se ne sta andando"
"Cristo!" lasciai la presa.
"Dovevi dirle la verità!" Lui sapeva bene, quello che avevo fatto quel pomeriggio.
Avevo allontanato ogni tipo di rancore su quello che era successo, e lo avevo chiamato per aiutarmi a fare la cosa piu importante della mia.vita.

"Cosa cazzo avrei dovuto dirle?"
"Sei ancora convinto di quello che abbiamo fatto?" mi.rispose.con un'altra domanda, centrando perfettamente il.punto
"Certo Bro! Che cazzo di domande fai?"

La sua mano si poggiò sulla mia spalla, e i nostri occhi si fermarono a guardarsi.
Esattamente come succedeva ogni volta, che uno dei due commetteva una cazzata.
Non avevamo bisogno di parole.

E quel nostro modo di fare, mi era mancato tantissimo

"Sta parlando con Jess, credo voglia andare via!"
"Non è possibile, porca puttana!" spostai lo sguardo ma lui mi costrinse a riportarlo nei suoi occhi.
"Fermala! Fai qualsiasi cosa, ma non lasciare che vada via da sola. So come fatta, non tornerà"
"Lo so anch'io, ma come cazzo glielo spiego? Non posso dirle tutto porca puttana!"
"Stai tranquillo, un modo lo trovi!"

Cazzo, quella ragazza stava mettendo a dura prova ogni mio tentativo di non spaccare tutto cio che incontravo.

Era cosi testarda, da rovinare ogni cosa.
Non poteva semplicemente fidarsi di me, No! Rendeva le cose sempre più difficili del normale
Cazzo

Scesi di sotto, molto velocemente.

Non l'avrei persa per le sue stupide convinzioni

Ma non appena notai la sua valigia, ferma vicino al portone d'ingresso, fermai i miei piedi.

Mille pensieri invasero la mia testa, ma la sua voce che proveniva dalla cucina, mi fece restare lucido.

"Lo so Jess, ma devi accompagnarmi adesso!"
"Alissa, è pericoloso viaggiare di notte."
"Non ho paura, perciò se non lo fai tu lo chiedo a Jack"
"Va bene! Sei cosi testarda, ma promettimi che tornerai"
"Lo prometto!" sentii la sua  voce abbassarsi, segno che stava mentendo.

E la mia reazione avvenne nel giro di pochi secondi.
Afferrai la sua valigia e la trascinai in macchina, sapendo bene che mi avrebbero visto, ma non me ne fregava.

Quella volta avremmo fatto a modo mio, non gli avrei permesso di lasciare le cose in quel modo.

"Che cazzo stai facendo, dammi quella valigia!" sentii la sua voce provenire da dietro le mie spalle e mi voltai.

Il suo viso contratto, segno che era incazzata.
Le braccia al petto, e la sua immanente bellezza.

"Entra, fa freddo!" mi riferivo alla sua pancia scoperta a causa di quella stupida felpa.
"Non sono affari tuoi! Tira fuori la valigia Chriss!"
"No! Se vuoi andare a Firenze, allora sali!"
"Sei fuori di testa?"
"Abbastanza!"
Afferrai il suo braccio in una presa ferrea, e la trasportai dentro.

"Lasciami Chris!"
"Sta zitta!"
"Pensi che sono un giocattolo che usi quanto ti fa comodo? Bhe mi dispiace deluderti, ma io partirò senza di te e senza quella stupida valigia."

Cercai di far scivolare le sue parole, e rafforzai la presa guardando dritto i suoi occhi verdi.

"Vuoi sapere dove sono stato, e questo il problema? Allora sali su quella cazzo di macchina"
"Scordatelo!"
"Per quanto mi sarebbe piaciuto, non mi sono scopato nessuna, perciò falla finita"
"Se ti sarebbe piaciuto perché non l'hai fatto?"
"Perché mi sarei scopato il culo di qualcuna pensando alla tua faccia"
"Non mi interessa, tra noi e finita! Lasciami il braccio" quelle parole si fermarono tra il petto, e feci l'unica cisa di cui ero capace.

Prendermi le cose con la violenza
"Jessica?" urlai non distogliendo lo sguardo dal suo
"che ce?"
"Andiamo a Firenze a prendere il padre di Alissa, prepara la cena di Natale saremo tutti qui!"
I suoi occhi si sbarrarono prima di guardare mia sorella
"No jess.. non faremo.." ma non la lasciai finire, che la sollevai sulla mia spalla  e mi precipitai verso la macchina 

Aliss
Mi aveva obbligata a seguirlo, trascinandomi in quella fottuta macchina contro la mia volontà.
E quella era una delle cose che odiavo di più al mondo.

"Ferma questa cazzo di macchina!"
"Non fare la persona acida Milton"
"NON SONO ACIDA , SONO INCAZZATA! Che è diverso!" urlai.
"Questo significa che hai imparato a farlo!" mi stava provocando nel momento meno opportuno
"Da quanto ti conosco è la cosa che mi.riesce meglio"
"Sono felice, almeno hai imparato qualcosa dal mio carattere del cazzo"
"Ma che cazzo stai dicendo??" ero arrivata al limite di ogni tipo di sopportazione, sentivo la rabbia invadere il mio corpo al tal punto che un calore avvolse il mio viso.

"Quanto ti incazzi sei piu bella, mostri quel lato del tuo carattere che mi.piace da impazzire. Ti ribelli, quasi a somigliare al sottoscritto"
"Non me ne frega un cazzo delle tue parole paraculo, ferma questa macchina Chriss!"
"No!" alzai gli occhi al cielo e subito dopo mi scagliai contro.di lui.

"Ti rendo conto che mi hai mentito? ed io una persona del genere non la voglio nella mia vita, perciò vaffanculo"
"Apri quel cassetto!"
"Cosa?" non riuscivo a credere alle mie orecchie, in quel modo aumentava a dismisura la mia rabbia e odio verso quella faccia di schiaffi che si ritrovava

"Non sono andato a letto con nessuno! Aprì quel cazzo di cassetto, e prendi la cartella blu!" disse autoritario
"Adesso quello incazzato sei tu?"
"Si! mi fai girare le palle ,perché non ti fidi di me porca puttana!"
"Fidarmi? e l'ultima cosa che farei con uno che non fa altro che fare lo stronzo"

Si piegò sulle mie gambe, e aprendo il cassetto tirò fuori una cartella che lanciò bruscamente sulle mie gambe

"Vedi, perché cazzo ti ho mentito! E non rompermi piu le palle"
"Non mi interessa sapere il nome della tua scopata!"
"Apri quella dannata cosa, o te la sbatto in faccia!" era nervoso, ma non aveva per niente capito che io lo ero ancora di piu, e stare ai suoi ordini era escluso.

Ma la curiosità di sapere, cosa cazzo aveva fatto quel pomeriggio per lasciarmi sola come una cretina, cresceva sempre di piu.
E pochi istanti dopo mi ritrovai dei strani fogli tra le mani.

"Cosa sono?"
"Sai leggere no?"

Una cosa era certa non si trattava di lavoro.

Iniziai a sfogliarli tra le dita, e dopo un po che iniziai a leggere, lo guardai.
"Non facciamo prima se mi dici cosa cazzo sto leggendo?"
Non rispose,  e i miei occhi si fermarono su una pianta  di una casa, molto dettagliata,  che mi ricordava qualcosa.

Iniziai a leggere piu velocemente finché mi fermai al nome di Jack Raider seguito da quello di Christian River

"Hai comprato casa?" dissi quasi meravigliata
"Si quella di Jack al lago"
"Perché?"
guardò i miei occhi  e poi la strada
"I piccioncini sono una famiglia, ed io non voglio piu fare il terzo incomodo. Ormai mia sorella e cresciuta, ora tocca a lui"
"Perché non hai voluto che lo sapessi?"
"Ce un'altra cartella lì dentro!" sollevai lo sguardo e la presi tra le mani
'Non è questo il modo in cui avrei voluto dirtelo, ma tu non mi dai scelta" corrugai le sopracciglia, e aprii quella cartella.

E quella volta impiegai meno tempo a capire di cosa si trattasse.
Era un altro contratto.

"Una non bastava?"
ma lui si fermò al semaforo e sfogliò quei fogli fino a puntare il dito su un punto ben preciso si quella pagina

Sbarrai gli occhi non appena lessi il mio nome.

"Che significa?" dissi appena, e lui mi porse un pacchetto
"Qualcosa che ci legherà sempre, a prescindere da come andranno le cose tra di noi"
Aprii quella scatola, e i miei occhi si illuminarono di fronte alla chiave di una casa

"Sei impazzito?"
"Ho comprato una di quelle villette vicino alla casa editrice che tanto ti piacevano. Un modo per restare a Roma anche quando farò lo stronzo!"
ma io non stavo più seguendo le sue parole, scioccata da quel gesto.
"Chriss mi stai regalando una casa te ne rendi conto?"
"In parte! Diciamo che anche tu hai contribuito con il lavoro che hai fatto nello stage.
I soldi venivano caricati a tuo nome invece che su quello di mio padre"
"Oh mio dio! Non ci posso credere!"

La macchina si fermò, e le sue mani calde si poggiarono sul mio mento costringendomi a voltarmi

"Voglio che viviamo insieme, voglio che il tuo profumo diventi l'aria di casa nostra, Al"
Deglutii, non aspettandomi una cosa del genere.
"Vieni a vivere con me, in quella che una volta era casa di Jack"
Sentii il cuore a mille, le mani iniziarono a sudare, e tutto sembrò annullarsi
Ogni rabbia, delusione, avevo provato fin a qualche minuto prima sembrò sparire, e le mie labbra si incollarono alle sue.

Ero felice, e il suo sapore nel mio non era altro che la miglior cosa che avessi potuto desiderare.

La sua mano scese lungo la mia schiena, e si fermò sulla mia pelle nuda.
"Questo era un si?"
"La tua non era una domanda"
sorrise ed io tornai a baciarlo.
Non stavo esprimendo a parole cio che sentivo, ma nei miei baci cera tutta la felicità che quel ragazzo mi stava regalando.

Chriss
Fissai il suo viso, in tutta la sua semplicità.
Bella da impazzire, i suoi capelli tirati su in una coda spettinata, mentre mangiava il secondo panino del mcdonald dove ci eravamo fermati.

Strano, ma solo in quel momento pensai alle volte che eravamo venuti in quel posto e coincidevano con delle cose importanti.
"Non dirmi che dovrò vederti mangiare tutte queste cose tutte le sere Milton"
"Stronzo!" sorrisi immaginandomi  già la nostra vita insieme.

Ero felice come non lo ero stato mai fino a quel momento.

"Pensavo che dopo le feste potremmo fare qualche modifica alla casa"
Sollevò lo sguardo.
"Cos'e che non ti piace?"
"Voglio che sia qualcosa di nostro, non che mi ricordi Luke ogni istante che passeremo lì dentro""
"Sei sicuro di volerlo fare? in quel modo niente piu scopamiche"
"Ci sarai tu a compesare quel vuoto. Tu piuttosto sei sicura? in quel modo resterai qui a Roma"
passarono alcuni secondi prima che rispose
"Sono sicura!"

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