Se Mi Guardi Mi Arrendo -IN R...

Od Bersagliera92

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Alissa Milton una ragazza di 18 anni stronza e ribelle o almeno e ciò che vuol far credere di se stessa da qu... Více

PROLOGO
The Start of my Life! ♡
Uno scontro Inaspettato
Mi ritorni in Mente
Un attrazione sbagliata
Un mare in tempesta
I'm here
Una scossa al cuore
Occhi dentro Occhi
Un chiodo Fisso
Tra le tue braccia
Molto più delle mie aspettative
Una bellezza disarmante
Insopportabile
Un senso di colpa
Un bacio inaspettato
sex on love?
Tu sei mia
Senza controllo
Un'amicizia Impossibile
Un vero Coglione
Uno di Troppo
Un gioco sleale
Parole di ghiaccio
Due calamite uguali, a volte si respingono
Ho bisogno che tu Rimani!♡
Se riuscirei ad Odiarti
Inevitabile
Voglia di te
Noi un incastro Perfetto
Un attimo di felicità
La paura a volte può fotterti il cervello
Resta Ancora un Po'
Alcune Mancanze ti soffocano l'Anima
Io e te, il resto del mondo l'ho scordato.
Oltre i Limiti
Quel disperato Bisogno che ho di Te
Un cuore in mille pezzi
Facevano L'amore solo a guardarsi
Ammaliato da tanta Bellezza
"Ciao..River!"
Contro la Tua volontà
Ad un Passo da Te
Se fosse tutto Magnifico
Se solo fossi Mia
Ci perdiamo per poi riprenderci
Sì mangiavano di Desiderio
Un inferno Indimenticabile
Nella Follia più Assoluta.
Baciami! né ho Bisogno!
Per una Volta
Solo per una Notte
Senza te
Una tempesta su di Noi
Un tunnel senza via d'uscita
Un legame indissolubile
Finalmente Qui!
Il confine di un'attimo
Estremamente Complicati
Il nostro perenne Equilibrio
"Alla nostra..River"
Un incessante Desiderio
Tu! la mia unica Forza
Non so Spiegarti il Perché
Finalmente a Casa
Bruciare Per Te
Un'unica Dipendenza
Troppo distanti !
AVVISO
Fuori Controllo
In netta collisione
Sotto il tuo sguardo
Un antidoto Naturale
Tienimi per mano
In continua distruzione
Nonostante tutto
Tu mi appartieni
Mi salvi un attimo prima, che tocchi la terra
Guardami negli occhi, anche quando non parlo.
Siamo Uguali, fatti degli stessi Mali
Come a dirti, io ci sono. Come a dirmi, sarò sempre qua!
Stringimi la mano, portami lontano
Inesorabile
Per la prima volta!
In equilibrio su di Me
Il silenzio è oro, ma se lo sprechi è zero
Copertina
Gli sguardi come oceani, gli abbracci come Ancore.
°Ad un passo da perdere Te°
●Due Puntini Da Lontano●
Cascare nei tuoi occhi
Un respiro si toglie solo se il Cuore ti batte di piu!
Sei la mia Cura, e la mia Dannazione
Dove sei tu, quella è Casa.
Avviso!
Il posto in cui Tornare
Un posto per l'eternità
Veleno e Antidoto
Ciao Brother
Un Amore complicato
L'anima in pace.
Mai senza Te
Tienimi con te
Epilogo
Avviso
Avviso!

La ferita che nessuno ha mai curato

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Od Bersagliera92

Continueranno a cercarsi, lo faranno finché non riusciranno a smettere di perdersi. Continueranno a incontrarsi e a cercarsi senza saperlo.
Inutile chiedere perché non smettono di scappare; perché un amore del genere è difficile da gestire è fa paura. Continueranno a perdersi e poi ritrovarsi è scritto nel loro destino

I miei occhi fissavano il finestrino del taxi dove la città scorreva veloce, quasi come né  stessi ammirando la sua bellezza
Ma in realtà ero assente, e le mie pupille erano lucide a causa di ciò che era successo.
La mia mente era rimasta incastrata in quelle parole, le ultime che avevo rivolto a Chriss prima del suo stupido silenzio, e che mi aveva portato ad andare via,  per rendermi conto anche dove mi trovassi.

Guardai il display nel mio cellulare come se stessi aspettando qualcosa, ma il nome di jack era l'unico a essere presente in quelle chiamate senza risposta. Non mi aveva cercato, non mi aveva nemmeno obbligato come suo solito a salire sulla macchina, mi aveva lasciato andare senza dire una parola.

Il suo silenzio e quella sua indifferenza, era la peggior cosa che mi avesse potuto riservare.

Avevo una strana sensazione, come se  tutto quello che avevamo costruito fino a quel momento, si fosse dissolto, non esistevamo più e quello non sarei riuscita a sopportarlo.

"Siamo arrivati, signorina!" spensi il cellulare, e pagai il tassista con gli ultimi soldi che avevo in tasca.

Chriss
Le luci di quella città si susseguivano veloci sotto i miei occhi a causa della velocità con cui stavo guidando.

Arrivai sotto casa, frenando bruscamente, prima di scendere e aprire quel cazzo di portone che non avevo creduto nemmeno per un secondo di attraversare quella fottuta sera.

Mi sentivo freddo, impassibile, quasi asettico.
Non provavo niente, nessun tipo di emozione.

"Christian?." la voce di mia sorella mi fece sollevare gli occhi nella sua direzione, dove trovai anche sua madre con in braccio Christopher.
Un quadro familiare perfetto, lo stesso al quale io non mi sentivo di appartenere.

"Bro?" la voce graffiata di jack arrivò alle mie spalle, ed io mi voltai leggermente per dedicargli un misero sguardo.
"Dov'è Alissa?" un sorriso avvolse le mie labbra, prima di andare nella mia stanza senza degnarlo di nessuna risposta.

"Dove cazzo l'hai lasciata?" mi fermò per il braccio con decisione,  sentii la pressione delle sue dita sulla mia pelle
"Rispondi Chriss, o ti prendo a calci"
I suoi occhi fissavano i miei, con preoccupazione, la stessa che non aveva avuto nemmeno un fottuto secondo per me.
"In mezzo alla strada, la stessa dove due anni fa è morto Luke. Dovresti ricordare dove si trova"
"che cazzo gli hai fatto?" urlò contro il mio viso, che cambiò espressione di fronte a quelle stupide parole che mai avrebbe dovuto pronunciare.

Lo scaraventai a terra, liberandomi dalla sua presa.

Sarebbe potuto succedere qualsiasi cosa tra me e quella ragazza, ma non le avrei mai fatto del male, lui quello lo sapeva bene, eppure sembrò non ricordare chi aveva di fronte, troppo preso a proteggere la sua amica del cazzo

Raggiunsi la mia stanza, ignorando quella sensazione di rabbia che voleva entrare nel mio corpo, ma che respinsi.

Feci aderire la mia schiena contro il materasso, e puntai gli occhi al soffitto.

Ero confuso, non sapevo cosa fare, e soprattutto cosa mi stesse succedendo.

Avevo messo da parte il mio essere, mi ero annullato, e non facevo altro che pensare a luke e a quelle parole che avevo detto ad Alissa.

Avrei dovuto mettere fine a quella tortura, a quel senso di colpa che mi portavo costantemente addosso, avrei dovuto presentarmi a quel processo e ammettere ciò che avevo fatto.

Lo dovevo a luke
lo dovevo a me stesso.

Alissa mi aveva messo di fronte ad una scelta che sapeva bene non sarei stato in grado di fare.
Lei e luke erano le uniche persone al mondo per il quale avrei dato tutto.

"Christian?" mia sorella entrò in quella stanza senza bussare, ed io la fissai contrariato.

"che vuoi?"
"non mi frega un cazzo se hai litigato con Alissa, se stai male per Luke, o odi Jack"
sollevai la mia schiena

"Chiama Alissa, sono le 2.00 di notte e lei non risponde al cellulare, sono preoccupata"
"Se non risponde perché cazzo dovrei chiamarla io?"
"Sei l'unico a cui risponderà perciò fallo, o dammi il tuo cazzo di cellulare"

Sbloccai il display, toccai il suo nome,  e portai quel dannato affare all'orecchio

Alissa
La sabbia continuava ad insinuarsi tra i miei piedi, fredda gelida, esattamente come mi sentivo io in quel preciso istante

La spiaggia era vuota, il mare paradossalmente calmo mentre dei fiocchi di neve leggeri si dissolvevano nell'acqua.

Strinsi le braccia contro il mio ventre a causa delle temperatura.
Il freddo sembrò entrare nelle mie ossa, ma io avevo bisogno di pensare e riordinare la mia mente e quello era l'unico posto  che mi avrebbe aiutato.
Non importava che fosse dicembre, non importava il freddo, non importava piu niente.

Fissai il mare, e ripensai a tutte le parole che ci eravamo urlati contro, ma nonostante tutto la rabbia stava svanendo, e iniziai a capire ciò che provava, come si sentiva, e per la prima volta riuscii a mettermi nei suoi panni.

Gli era stato strappato via il suo migliore amico, non gli avevamo concesso nemmeno di salutarlo, né di andare al suo funerale. Aveva visto Luke a terra ricoperto di sangue e poi solo una lapide bianca.

Era comprensibile il modo in cui si sentiva, ed io solo in quel cazzo di momento me ne resi conto.

Era stato privato di una parte importante, la stessa che non sarebbe mai potuta tornare indietro.

L'unico modo per dargli pace era andare dai genitori di Luke, ma lui quello non l'avrebbe mai fatto.

Avrebbe preferito presentarsi a quel processo e farsi sbattere dietro quelle fottute sbarre, perdere la sua vita il suo lavoro, tutto. 

Quel suo senso di colpa lo avrebbe portato a commettere la cazzata piu grande della sua vita.
Sarebbe stato disposto a perdermi , che rimunciare a ciò che credeva fosse meglio per Luke.

Si sarebbe privato  della sua vita per una stupida  convinzione del cazzo.

"Alissa?" mi voltai, e incontrai chi meno di tutti avrei voluto.
Dylan era a bordo della sua auto, mentre mi guardava con un stupido sorriso.

"Ciao!" mi limitai a dire
"Che ci fai qui a quest'ora?"
"Una passeggiata!" dissi mentre iniziai ad avanzare.
Ma lui sembrò seguirmi.

"Il tuo Chriss, dov'è ?"
"Perché?" dissi dura guardando per un attimo i suoi occhi.
"Conosco Chriss, non ti avrebbe mai fatto uscire di casa senza di lui, perciò sali ti do un passaggio!"
"No grazie!"
"Avete litigato è chiaro, ora sali o arriverai a casa ghiacciata"
Il freddo sulla mia pelle mi stava tentando a salire nella sua auto, ma qualcosa nel mio cervello me lo impediva.

"Sono le 2.00 di notte Alissa ,non farti pregare!"
"Vaffanculo!" aprii la portiera della macchina, e non appena il mio sedere si poggiò sul quel sedile gia riscaldato un senso di sollievo avvolse il mio corpo.

Avevo fatto una cazzata né ero piu che sicura, Christian non me l'avrebbe mai perdonato.

Accesi il cellulare , per rendermi conto davvero di che ora fosse, mentre lui correva sempre di piu, su quelle strade ghiacciate,  e un senso di allerta mi fece guardare la strada e poi il contachilometri.
Le parole di Chriss sull'incidente di Luke mi tornarono in mente, e sentii il cuore scontrarsi tra il petto.

"Puoi rallentare?"
I suoi occhi guardorono i miei che per la prima volta era spaventati
"Hai paura?"
"Diciamo che non voglio morire così, non questa sera dove c'è  già una persona da ricordare"

La macchina sembrò quasi fermarsi a causa del suo piede che si era alzato quasi completamente dell'acceleratore

"Stai parlando di Luke?" .
"si!" dissi appena
"Avete litigato per questo?"
"A te cosa importa?"
alzò le mani in segno di resa
"Chriss non parla mai di Luke ecco perché te lo chiesto"
"Forse perche si sente responsabile di quel che è successo" avevo tirato fuori quelle parole solo per scoprire qualcosa in piu su quella maledetta sera,  ma in quel modo non mi ero resa conto di aver dato piu informazioni di quel che meritava. 

"Te né ha parlato. Si, è l'unico responsabile" un senso di fastidio invase il mio cervello
"Tu non centri nulla giusto?"
"io?"
"non eri lì anche tu quella sera?"
"si, ma è stato Chriss a fare quella cazzata"
"La stessa che avete fatto tu e Jack qualche mituto prima"
I suoi occhi fulminarono i miei.
"Forse,  ma con la differenza che noi non eravamo strafatti quando lui"

La rabbia la sentii scorrere nelle vene fino ad arrivare ad un punto di non ritorno.

"Tu non sai un cazzo di come stava lui, perciò sta zitto!" aprii la portiera e lasciai il prima possibile quella maledetta auto.

Lui disse qualcosa che non capii del tutto, ma non mi interessava. Doveva smetterla di dargli delle colpe,  Chriss era innocente.

Chiusi il cancello alle mie spalle, e il cellulare iniziò a squillare.
Il nome di Chriss illuminò il display

"Pronto!'
"Dove cazzo sei?" disse con un tono di voce duro, ma trattenuto allo stesso tempo.

"Perche la cosa ti interessa?"
"Alissa? dove sei sono le 2 e 30 di notte sono preoccupata.." la voce di jessica arrivò dritta e squillante alle mie orechie, ed io chiusi quella chiamata e aprii il portone.

"Sei una cretina!" jessica mi avvolse in un abbraccio soffocante, mentre i miei occhi si erano fermati su chriss che stava poggiato all'Isola della cucina mentre faceva scendere una birra tra le sue labbra.

I suoi occhi si fermarono nei miei per un tempo troppo breve, prima di spostarli su Jack dall'altra parte della stanza.

"Stai bene?"
"Si jess!" mi liberai dalla sua presa.
"mi hai fatto preoccupare, perché non rispondevi al cellulare cazzo, ho dovuto costringere Chriss a farti chiamare"

Quelle parole sembrarono farmi avvertire  una fitta al cuore, ma trattenni la voglia di tornare a guardarlo.

"ora vado a dormire se non ti dispiace"

staccai le mie mani dalle sue, e passai dritta tra Jack e Chriss che si erano spostati all'inizio delle scale.

Sentii la mia spalla sfiorare la sua, ma mantenni lo sguardo basso, non dovevo cedere non in quel modo.
Era un bastardo del cazzo che non meritava niente.

Del Chriss che conoscevo non era rimasto piu nulla.

chriss
Un senso di sollievo sembrò invadermi non appena vidi Alissa varcare quella soglia.
Sentii le spalle abbassarsi, e un respiro uscire dalle mie labbra.

Era lì davanti a me, completamente infreddolita, con gli occhi lucidi che sembravano guardare solo i miei.

L'istinto che avevo ignorato fino a quel momento sembrava farsi più forte, avevo un assoluto bisogno di abbracciarla.

Ma porca puttana non potevo.

E non appena mi resi conto che era sparita, salii quelle scale a due alla volta fino a che non aprii la stanza degli ospiti dove ero sicuro di trovarla.

La stanza era vuota, ma i suoi vestiti sul pavimento e quel profumo che aveva invaso l'intera stanza mi fece capire che si trovava sotto la doccia.

Avrei dovuto aspettarla lì, ma invece mi precipitai nel bagno, e aprii la porta della doccia avendo un estremo bisogno di guardare i suoi occhi.

"Chriss?" disse quasi spaventata.
"Sei impazzito?"
Ed io non pronunciai nemmeno una parola, mi fiondai tra le sue labbra con desiderio, con un bisogno estremo di sentirla.

Il mio corpo possente spinse il suo contro le piastrelle, mentre la mia lingua entrò con possesso nella sua, e le mie mani afferrarono il suo sedere per far avvolgere in un unico gesto le sue gambe al mio bacino.

Lei sembrò respingermi per qualche istante, ma poi si lasciò invadere da quella passione che ci aveva unito fino al primo istante.

Le sue mani passarono tra i miei  capelli, mentre l'acqua aveva attraversato ogni centimetro del mio corpo.
Che un attimo dopo privai dei vestiti.

Il suo corpo nudo,  ricoperto solo da uno strato di bagnoschiuma, richiamava il mio, le mie labbra non avevano intenzione di lasciare le sue, e le mie mani toccavano ogni centimetro della sua  pelle.

Ero stato un cretino a lasciarla andare in quel modo.
abbassai i miei boxer

Un cretino a trattenere il mio istinto.
Entrai dentro di lei, facendo unire i nostri corpi, le nostre intimità, la nostra anima.

Lei gemette sul mio collo

Non sarei mai stato capace di lasciarla.

Le mie spinte sempre piu veloci, e i suoi gemiti sempre più forti mi fecero staccare dalla realtà, dimenticando ogni cosa, esistevamo solo noi e quel estremo bisogno che avevo di entrare ancora e ancora dentro di lei.

Arrivai al culmine gemendo come non facevo da un bel po di tempo, la sua testa si poggiò sul mio petto, dove il mio cuore batteva piu veloce del solito.

Le mie  mani scesero lungo la sua schiena, lentamente, mentre le narici si godevano quel suo dolce profumo.

"Stai bene?" dissi con un filo di voce.
"Adesso Si! Tu?"

deglutii

respirai

"Anch'io!"

Ma subito dopo afferrai un asciugamano e uscii da quella doccia nel minor tempo possibile.

alissa
Un sorriso avvolse le mie labbra mentre l'acqua scorreva sul mio corpo e portava via il suo profumo.

Si, avevamo fatto l'amore nel momento piu sbagliato, nel posto meno indicato, contro ogni ragione,  ma ne avevamo bisogno.

Forse, avrei dovuto restare male di fronte al suo comportamento, per il suo sparire senza dire una parola, ma non lo ero affatto.

Uscii dal bagno stringendo l'asciugamno sul petto, e lo vidi con addosso un pantaloncino mentre faceva avanti e dietro in quella stanza.

"Che ci fai qui?"
si voltò, e i suoi occhi scuri come le tenebre,  penetrarono i miei.
"Mi sta sul cazzo questo tuo comportamento, mi dici dove cazzo sei stata fino alle 2.00h di notte?" eccolo era tornato il Chriss di sempre.

"Vai a dormire, Chriss!"
"Che cazzo dici?"
"Non voglio litigare, è tardi e ho sonno!" mi lamentai
"Forse non hai capito, devi dirmi dove e con chi cazzo sei stata!" si avvicinò prepotente
"Io invece non te lo dico, perché se ti sarebbe importato almeno un po non mi avresti lasciato lì, non ti saresti fatto pregare per fare una fottuta chiamata"
"Al,non sai quel che cazzo dici"
"Perché non è andata cosi?" lo sfidai non avendo nessuna intenzione di cedere.
"Non mi ha pregato, ma cazzo tu credi ancora alle sue fottute parole?"
"Lasciamo stare, va bene?"
Si era avvicinato così tanto, che avrei potuto baciarlo, e perdermi ancora nel suo sapore, ma lui in un misero secondo si allontanò e spinse una sedia contro il muro.

"No! porca puttana. Mi dici per quale cazzo di motivo sei tornata a casa solo a quest'ora?" era completamente impazzito per qualcosa che fino a qualche minuto prima sembrava non avergli dato minimamente importanza.
"Ancora Chriss?.." sbuffai."..sono andata a fare una passeggiata, per dimenticare le tue cazzate, come il fatto che mi hai ignorato"
"Certo le mie. Ma ti sei resa conto tu cosa cazzo mi hai chiesto? come diavolo puoi pensare che io scelga tra te e Luke, ti si è fottuto il cervello?"
"Io non ti ho chiesto questo!"
"Aah no?"
"No! ti ho solo detto di scegliere se vivere la tua vita, o farti chiudere in una cella" ormai avevo alzato la.voce anch'io. 
"Tu mi hai messo in condizione di scegliere tra di voi, ma è una decisione che non posso prendere"
"mi ascolti quando parlo?"
"Se dici stronzate No!"
"l'unica stronzata che ho fatto questa sera è stata scoparti nella doccia, perciò vaffanculo!"

Notai le sue mani stringere il bordo della sedia, la stessa che stava cercando di non lanciare un'altra volta.
Si stava trattenendo.
Ed io mi stavo calmando.

"Se vai al processo a dire quelle cose, ti sbatterranno dentro, perderai me, la tua vita il tuo lavoro, non vedrai crescere tuo nipote, pensi ne valga la pena? pensi che Luke lo vorrebbe?"

"Tu cosa cazzo ne sai di Luke, eeh?" mi urlo in faccia, e a quel punto feci l'unica cosa che mi era rimasta, gli voltai le spalle e andai di nuovo in bagno.

Ero stanca di quel suo modo di fare, di quella mancanza di rispetto che non smetteva di riservarmi,  mi urtava il sistema nervoso.

A tutto c'era un limite, e lui l'aveva oltrepassato.



"....Hey occhi verdi?" apri lentamente gli occhi contro ogni mia volontà, e trovai Jack seduto sul mio letto.
"che vuoi?"
"Dobbiamo parlare"
"Di cosa?"
"Muoviti Al, non farmi perdere tempo!" mi sollevai dal letto

"Che vuoi Jack, cazzo mi sono addormentata solo poce ore fa"
"Che succede, con Chriss?"
lo guardai
"È uno stronzo, abbiamo litigato di nuovo, non ce la faccio più"
"Perché avete litigato?"
"Ieri sera mi ha portato dove Luke ha avuto l'incidente, mi ha parlato di lui di come si sente responsabile e poi abbiamo litigato e mi ha lasciato lì, fine!" tagliai corto
"che cazzo significa?"
"quello che ho detto"
"avete litigato per Luke?"
non risposi
"Alissa?"
"Senti jack, non posso raccontarti tutto ,questa volta è una cosa che riguarda solo noi"
"mi stai escludendo?"
"no! sto solo cercando di non creare altri problemi con Chriss"
sollevò le sopracciglia
"Non ti seguo"
"Non sopporta il fatto che ti metto sempre in mezzo alla nostra storia"
"Che stronzata! È geloso questo lo sai?"
"Si,si.. però adesso si fa cosi"
alzo le mani in segno di resa

"Puoi fare solo una cosa per me?"
"Dopo che mi hai appena escluso dalla tua vita?"
"La smetti di fare il permaloso? che cazzo dovrei fare?"
"Quello che vuole lui, come sempre" disse sarcastico ed io sbuffai

"Dai, che vuoi che faccia?"
"Mi serve l'indirizzo dei genitori di Luke"

Chriss
Avevo passato una nottata di merda, non avevo chiuso occhio nemmeno per un fottuto secondo.

Avevo ripensato ad ogni singola parola che ci eravamo sputati addosso, al mio modo di perdere le staffe, e il suo continuo cercare una solizione, la stessa che io non vedevo, o stavo semplicemente ignorando.

Un forte mal di testa mi fece alzare dal letto, e raggiunsi la cucina per prendere una cazzo di aspirina.

"Buongiorno!"
alzai il capo, verso mia sorella e il suo cazzo di buonumore, ma senza dire una parola, non ero in condizioni per farlo.

Aprii il cassetto delle medicine, mentre una strana sensazione mi fece voltare verso il tavolo.

Sei occhi puntavano il mio viso.

Jack, sua suocera, e Christopher.

"cazzo!"
Mi agitai ancora di più, mentre il nervosismo si impossesava del mio cervello.

Chiusi il cassetto, e mi voltai così velocemente che non mi resi conto nemmeno dei miei stessi movimenti.

Il mio petto si scontrò con qualcosa, è l'istinto mi fece sollevare il bicchiere dell'acqua che fermarmi a mezz'aria  il prima possibile.

Alissa era stesa sul pavimento, mentre i suoi occhi fulminavano i miei.

"Non vedi dove cazzo vai?"
gli porsi la mano, che rifiutò prima di alzarsi

"Al, stai bene?" chiese jessica, ed io feci scendere giù quella pillola mentre fissavo il verde dei suoi occhi.

"Sto bene! E tu non scusarti più di tanto mi raccomando"
Un sorriso avvolse le mie labbra per quella battuta.
"sei uno stronzo!" si allontanò da me, e si avvicinò al portone dove afferrò una sciarpa che intrecciò al suo.collo

"Ma dove stai andando, non fai colazione?"
"No jess, mi è passata la fame"
"Avevo preparato i cornetti al cioccolato"
"Falli mangiare a tuo fratello, così magari si strozza una buona volta"
"Vedi che ti sento,stronza" finalmente parlai.

Non mi importava della presenza di mia madre, o di chiunque fosse in quella stanza, per me esisteva solo lei.

"Voglio che mi senti. E comunque non prendere compresse a stomaco vuoto o puoi morire davvero"

Continuò a provocarmi, ed io
mi toccai il membro sotto gli occhi di tutti.

"vaffanculo!"
E lei piu di chiunque altro sapeva bene cosa volevo dire, gli avevo restituito il suo stesso trattamento della sera prima, con l'unica differenza che io lo meritavo, lei no.

Alissa
Non so per quale motivo mi trovavo a camminare su quelle strade, e né  perché stavo facendo quella cosa.

Chriss non aveva fatto altro che trattarmi di merda, eppure ero lì davanti a quella porta pronta a fare ciò che lui non avrebbe mai trovato il coraggio di fare.

Un signore con gli occhi azzurri e una corporatura massiccia venne ad aprirmi la porta.
"Buonasera, volevo parlare con i genitori Di luke"
la sua faccia cambiò espressione
"Tu sei?"
"Una sua amica!" dissi la prima cosa che mi passò dalla mente.
E lui con un leggero sorriso sulle labbra, mi permise di entrare.

Iniziai a sentirmi male, non appena vidi la faccia di un ragazzo ritratta in un quadro al centro della stanza.

I suoi occhi azzurri sembravano fissare i miei, mentre il respiro sembrò bloccarsi del tutto.

Ero una bugiarda, avevo mentito ai suoi genitori, mi ero permessa di entrare in qualcosa che non mi apparteneva, e quei occhi azzurri di Luke me lo stavano sbattendo in faccia.

"Lui è Luke!" disse suo padre alle mie spalle.
"Come?"
"Lui è mio figlio!"
"Lo so...aspetti lei come fa a sapere che.." le lacrime inumidirono i miei occhi.

"Sei la ragazza di Christian, io e mia moglie vi abbiamo visti insieme al centro commerciale un po di tempo fa" mi bloccai sul posto.

"Josh,  chi e questa ragazza?" il viso dolce di una signora si avvicinò sempre di piu, ed io non riuscii piu a fingere.

"Mi dispiace, ho detto una bugia. Non sono amica di Luke, non ho avuto nemmeno il piacere di conoscerlo. Sono solo la ragazza di Chriss" ammisi.
"Prendi una tazza di the?" disse sua madre, spiazzamdomi del tutto.

Quei minuti, passati lì sulla poltrona in totale silenzio ad aspettare il the di quella signora mi parvero ore. Lo sguardo di Luke era l'unica cosa a tenermi compagnia, avrebbe potuto far impressione a chiunque quel ritratto, invece a me dava la forza per fare ciò che avevo in mente.

"prego!" il profumo del the invase le mie narici.

"La ringrazio!"
Buonissimo, proprio come un tempo lo preparava mia madre

"Christian come sta?" deglutii velocemente prima di guardare gli occhi della signora davanti a me

"Male! sono qui per questo." respirai a fondo.

"Da quando Luke non ce piu, lui non riesce a vivere la sua vita. Gli manca, e pensa continuamente a quanto si sente responsabile per quello che è accaduto"
"Oggi sono esattamente due anni che non ce piu" disse suo padre con un filo di voce
"Lo so, mi ha raccontato tutto
E anche se non conoscevo Luke posso dirle che attraverso Chriss e come se lo avessi fatto. Lui porta addosso una parte di vostro figlio, che vive in lui."
Deglutii per trattenere le lacrime.

"So che per dei genitori perdere un figlio è una cosa innaturale, un dolore inspiegabile. Ma io ho perso mia madre e vi posso dire che lo strazio la disperazione è quel senso di vuoto al centro del petto è abbastanza forte da sopportare"
Trattenni il respiro per non perdermi nei ricordi, nel dolore.
Ero lì per Chriss.

"Mi dispiace!" alzai lo sguardo.

"Chriss mi ha raccontato il rapporto che cera tra di voi, e che adesso avete smesso di parlargli, perché date a lui la colpa per la morte di vostro figlio, ma Chriss è innocente è stato solo un incidente che non doveva capitare non ad una persona come Luke"
"Sono tutti colpevoli, non dovevano uscire in moto con quelle temperature " le parole di suo padre mi diedero un respiro di sollievo.
"Christian ha pagato per quello sbaglio, restando sei mesi in galera, e facendo i conti tutti i giorni con la sua coscienza. Io credo sia abbastanza"
"Sei qui per questo?"
"È difficile vivere con un senso di colpa, far finta che tutto vada bene mentre dentro stai morendo. Io ero nella stessa condizione di Chriss, ma poi ci siamo incontrati,  innamorati nonostante i mille problemi che ci circondavano, nessuno dei due si aspettava una cosa del genere, ma è successo ed è  stato un bene. Ci siamo salvati da un momento bruttissimo, ma per lui è stato molto piu difficile perché non riesce a darsi pace, non accetta quello che è successo è questo sta compromettendo tutta la sua vita, tra cui anche la nostra storia" non avevo mai detto quelle cose, eppure mi ero ritrovata a dirle a due prefetti sconosciuti, tutte d'un fiato senza respirare.

"Ce qualcosa che possiamo fare, se è venuta qua."
Guardai quelle due persone sedute di fronte a me, con un dolore che portavano addosso che aveva rattristato i loro occhi, ma che nonostante tutto davano ascolto ad una ragazzina che non avevano mai visto.

"Forse è chiedervi troppo, ma Christian avrebbe un po di pace solo se avesse il vostro perdono.  Gli è stato strappato via il suo migliore amico, gli è stato negato di vederlo, di salutarlo come meritava, e.."  tutte le emozioni che avevo trattenuto fino a quel moemento sembrarono scoppiare dentro di me.
La voce si spezzò in quelle parole, ma riuscii lo stesso a trattenere le lacrime.
"Noi lo abbiamo gia perdonato! Abbiamo sbagliato a dargli tutta la colpa. Ma eravamo invasi dal dolore per rendercene conto"
guardai gli occhi azzurri del padre
"E colpevole Christian tanto quanto mio figlio, con l'unica differenza che lui si stava divertendo a farlo spaventare su una strada bagnata, è Luke ci ha rimesso la vita.
Ma sappiamo quanto Cristian teneva a Luke e non gli avrebbe mai fatto del male, è stato un incidente " sentii gli occhi pizzacare.

"Oggi diremo una messa in suffragio di Luke, dì a Chriss di venire" fregai le mani sui miei legghins in difficoltà e spostai lo sguardo dietro le sue spalle che fermai su una foto in particolare

Christian e luke sulla moto, vestiti uguali e un sorriso a riempire le loro labbra.

"Lui non sa che sei qua?"
"No!"
Il padre si alzò dalla poltrona e afferrò quella foto.

"Portala a Christian, e dille di portarmela al più presto, lui capirà" quello era il miglior invito che avesse potuto fargli

"Lo farò!" presi quella foto che accarezzai a pena con il polpastrello

"Siete stati gentilissimi, ma non poteva essere diversamente di fronte a quello che mi ha raccontato Chriss di vostro figlio"

Guardai il ritratto di luke, poi sua madre,  suo padre e dietro le sue spalle dove una serie di foto erano poste su un mobile,  prima di abbracciare quell'uomo senza nemmeno rendermene conto.

"Mi scusi, e che non puo immaginare quanto io sia felice in questo momento"

Sua madre accarezzò la mia guancia
"Chriss non poteva trovare una ragazza migliore"

Uscii da quella casa con l'umore decisamente diverso.
E una sensazione mai provata fino a quel momento, mi ero avvicinata così tanto a Luke avevo invaso il suo spazio, eppure sentivo come se lui mi stesse dando la forza per affrontare tutto quello, quasi come se lui mi stesse suggerendo quello che dovevo fare, Sentivo Luke più vicino di quel che avevo anche solo immaginato fino a quel istante.

Sbloccai il cellulare, e chiamai l'unica persona in grado di aiutarmi a realizzare quel che la mia mente stava elaborando.
Luke meritava di essere salutato, ed io avrei fatto tutto il possibile per rendere quel suffragio indimenticabile proprio come lo era lui.

E forse lo stavo facendo molto più per Christian.

"Che vuoi?"
"Non fare l'offeso, devi aiutarmi a fare una cosa"
"Fatti aiutare da chi hai scopato stanotte!"
"Jack? come fai a saperlo??" urlai
"Ho litigato con Chriss, e me l'ha  urlato in faccia. Bell'amica che sei!"

Poi ero io a metterlo in mezzo, stronzo!

"Hai intenzione di aiutarmi? o fare l'offeso ancora per molto?"
"Vieni a casa!"

Ma non appena entrai da quel portone, salii al piano di sopra e aprii la porta della stanza di Chriss.

"Non si usa bussare?"
Era disteso sul suo letto, ed io mi avvicinai.

Il suo viso bianco come non lo era mai stato, i suoi occhi lucidi contornati dalle occhiaie mi fecero capire in pieno il suo stato.

"Perche non ti riposi un po?"
"Che vuoi esattamente?"
"voglio solo sapere come stai? stamattina ti ho visto prendere un aspirina, e..."
"Sto bene, non si vede?"
Era nervoso, e scontroso più del solito, era impossibile parlargli.

Cosi lanciai quella foto sul letto, proprio sotto il suo viso

"Dove cazzo l'hai presa?" mi chiese senza mai spostare lo sguardo da li.

"Sono andata a casa di Luke"
"Che cazzo.hai fatto?" si sollevò dal letto.

"Tu non l'avresti mai fatto, ed io ti ho anticipato. Loro dovevano sapere la verità"
"Tu non dovevi fare un cazzo. Credi che sono deficiente che ho bisogno che fai le cose per me?" mi urlò in faccia, ed io iniziai a pentirmi di cio che avevo fatto.

"Alle 16.00.celebrano una messa in suffragio di Luke, i suoi genitori vogliono che ti presenti. E suo padre mi.ha detto di dirti di portargli quella foto indietro"
gli voltai le spalle e cercai di raggiungere il prima.possibile quella porta della sua stanza.

volevo sparire

Mi.stavo trattenendo,  non dovevo cedere lì davanti a lui.

Ma un braccio possente richiuse la porta ad un centimetro dalla mia faccia

"Scusami! non volevo dire quello che ho detto ,Al"
Fissai il legno di quella porta, mentre stringevo i denti per trattenere ogni sensazione.

"Avrei solo preferito andare in quella casa, mettere la mia faccia di fronte alla loro invece che la tua,  e ammettere le mie colpe,  ma come hai detto tu non l'avrei mai fatto, perché sono un codardo del  cazzo"
mi voltai

"Puoi sempre presentarti oggi"
"Non lo so!"
Afferrai il suo viso e lo costrinsi a guardarmi negli occhi.

"Devi andarci, hai bisogno di salutare Luke, questo è un passo importante per riuscire a lasciarlo andare Chriss"
Abbassò di nuovo lo sguardo

"Resterà sempre dentro di te, ma devi accettare la sua morte, andare lì e salulatrlo come merita.
Lui lo vorrebbe, né sono sicura"

Non rispose, sembrò immobile quasi come se stesse trattenendo anche il respiro, ed io feci l'unica cosa che avessi potuto fare di fronte al suo dolore.
Lo abbracciai

Il suo corpo duro, sembrò una pietra, freddo e immobile nonostante sentivo il battito del suo cuore scontrarsi contro il mio orecchio.

Lui mi strinse ancora di piu, e un attimo dopo le sue labbra si posarono sul mio collo.

Forse,  avevamo messo fine a quella guerra insensata che ci stavamo facendo.

Chriss
Quella mi sembrò una di quelle giornate che non finivano mai.

Il dolore per Luke sembrava essersi ampliato maggiormente, e nella mia mente non cera altro spazio se non per quella fottuta scena della sua morte.

Mi sentivo incastrato in qualcosa dal quale non sarei potuto uscire.

A quella mancanza non c'era rimedio, ma alle mie colpe c'era la galera, ed era quello che meritavo.

La suoneria del mio cellulare mi distrasse, e sbloccai il display dove l'ultima foto di me e Alissa riempì lo schermo. 

Quella era la peggior condanna che Dio mi avesse mandato.
Lasciarla, era la.cosa piu difficile che avessi mai fatto nella mia vita.

Lei che era stata la mia salvezza fino a quel momento, non poteva essere la cosa che mi avrebbe distrutto non appena mi avrebbero chiuso dietro le sbarre per pagare le mie colpe.

Dovevo scegliere se alleviare il mio dolore per la morte di luke ma perdere lei, o convivere con quel senso di colpa ma averla al mio fianco, una bella scelta di merda.

In qualsiasi caso, la felicità non faceva parte della mia vita, come non lo era mai stata prima di incontrare lei.

Aprii quel messaggio di Jack.

"Oggi ore 16.00, vieni in moto al cimitero" guardai piu volte quelle parole.
Finché buttai il cellulare sul letto.


"Le carezze piu belle, sono le attenzioni sulle ferite che nessuno ha mai curato"

Pokračovat ve čtení

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