Se Mi Guardi Mi Arrendo -IN R...

By Bersagliera92

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Alissa Milton una ragazza di 18 anni stronza e ribelle o almeno e ciò che vuol far credere di se stessa da qu... More

PROLOGO
The Start of my Life! ♡
Uno scontro Inaspettato
Mi ritorni in Mente
Un attrazione sbagliata
Un mare in tempesta
I'm here
Una scossa al cuore
Occhi dentro Occhi
Un chiodo Fisso
Tra le tue braccia
Molto più delle mie aspettative
Una bellezza disarmante
Insopportabile
Un senso di colpa
Un bacio inaspettato
sex on love?
Tu sei mia
Senza controllo
Un'amicizia Impossibile
Un vero Coglione
Uno di Troppo
Un gioco sleale
Parole di ghiaccio
Due calamite uguali, a volte si respingono
Ho bisogno che tu Rimani!♡
Se riuscirei ad Odiarti
Inevitabile
Voglia di te
Noi un incastro Perfetto
Un attimo di felicità
La paura a volte può fotterti il cervello
Resta Ancora un Po'
Alcune Mancanze ti soffocano l'Anima
Io e te, il resto del mondo l'ho scordato.
Oltre i Limiti
Quel disperato Bisogno che ho di Te
Un cuore in mille pezzi
Facevano L'amore solo a guardarsi
Ammaliato da tanta Bellezza
"Ciao..River!"
Contro la Tua volontà
Ad un Passo da Te
Se fosse tutto Magnifico
Se solo fossi Mia
Ci perdiamo per poi riprenderci
Sì mangiavano di Desiderio
Un inferno Indimenticabile
Nella Follia più Assoluta.
Baciami! né ho Bisogno!
Per una Volta
Solo per una Notte
Senza te
Una tempesta su di Noi
Un tunnel senza via d'uscita
Un legame indissolubile
Finalmente Qui!
Il confine di un'attimo
Estremamente Complicati
Il nostro perenne Equilibrio
"Alla nostra..River"
Un incessante Desiderio
Tu! la mia unica Forza
Non so Spiegarti il Perché
Finalmente a Casa
Bruciare Per Te
Un'unica Dipendenza
Troppo distanti !
AVVISO
Fuori Controllo
In netta collisione
Sotto il tuo sguardo
Un antidoto Naturale
Tienimi per mano
In continua distruzione
Nonostante tutto
Tu mi appartieni
Mi salvi un attimo prima, che tocchi la terra
Guardami negli occhi, anche quando non parlo.
Siamo Uguali, fatti degli stessi Mali
Come a dirti, io ci sono. Come a dirmi, sarò sempre qua!
Stringimi la mano, portami lontano
Inesorabile
Per la prima volta!
In equilibrio su di Me
Il silenzio è oro, ma se lo sprechi è zero
Copertina
Gli sguardi come oceani, gli abbracci come Ancore.
°Ad un passo da perdere Te°
●Due Puntini Da Lontano●
Un respiro si toglie solo se il Cuore ti batte di piu!
Sei la mia Cura, e la mia Dannazione
Dove sei tu, quella è Casa.
Avviso!
Il posto in cui Tornare
Un posto per l'eternità
Veleno e Antidoto
La ferita che nessuno ha mai curato
Ciao Brother
Un Amore complicato
L'anima in pace.
Mai senza Te
Tienimi con te
Epilogo
Avviso
Avviso!

Cascare nei tuoi occhi

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By Bersagliera92

"Cazzo!" Tirai un pugno contro il muro, senza rendermi conto davvero di quel che stessi facendo.

Avevo reagito d'impulso, e solo quando sentii il dolore della mia pelle lesionarsi, mi resi conto di quanto fossi idiota.

Imprecai mentalmente, in ogni modo umanamente possibile.

Ero incazzato come una bestia, soprattutto con me stesso per essere stato in grado di perderla, per non aver capito prima i miei cazzo di sbagli, e per averla allontanata ancora di piu con quel mio modo di fare del cazzo.

Ma Porca puttana.

Lei mi aveva negato di baciarla,  di perdemi nel suo sapore, del quale avevo un necessario bisogno.
E quello non aveva fatto altro che farmi incazzare ancora di più, e non per essere stato rifiutato, perché a lei avrei permesso ogni cosa, ma in quel momento baciarla, sentirla mia,  era  l'unica cosa che avrebbe alleviato quel peso che mi soffocava.
Lei era l'unica ad avere quel potere su di me, l'unica  a calmare la mia rabbia, a farmi arrendere ad ogni mio istinto, e farmi sentire un Chriss completamente diverso.

Ma in quel momento stava giocando a far la dura, si ostinava a portare avanti quella sua stupida decisione del cazzo, che non mi stava per niente bene.

Voleva chiudere quella storia, senza avermi fatto parlare, senza avermi dato modo di spiegare e dirgli una volta per tutte quale fosse il cazzo di problema.

Stavo esplodendo dalla rabbia

Trattenni il respiro per calmarmi, ed
entrai dentro quel fottuto ospedale, dirigendomi subito lì dove mia sorella stava per mettere al mondo il suo bambino,  mio nipote, l'unica cosa bella che potesse regalarmi la vita, soprattutto in quel momento del cazzo.

Ma non appena svoltai l'angolo, i miei occhi non fecero altro che posarsi su di lei , il quale stava poggiata con la schiena contro il muro, con ancora la mia felpa addosso, le gambe incrociate, e lo sguardo puntato sulle sue all star bianche.

Era bellissima, così semplice, il suo viso senza una traccia di trucco, così diversa da chiunque ragazza conoscessi, ecco perché avevo perso la testa proprio per una stronza del genere.

I suoi occhi verdi si sollevarono nei miei, così intensi, e in contrasto con le sue ciglia scure, da rerderli perfetti, magnetici.

Ed io per qualche secondo rimasi lì a fissarli, mentre lei sembrò particolarmente nervosa, portò indietro una ciocca dei suoi capelli,  e i suoi denti afferrarono in modo violento il suo labbro.
Deglutii a fatica cercando di trattenere ogni mio istinto.

"jack?" La voce di mio padre, mi fece allontare da quella bolla che si era creata, e tutta la rabbia che pochi minuti prima aveva abbandonato il mio corpo, sembrò tornare.

Feci scivolare il mio sguardo dal suo, e mi voltai.

Jack stava uscendo da quella porta,  completamente diverso, così felice, che non ci furono bisogno di parole, il bambino era nato l'avevo ben capito dai suoi occhi.

E in quel momento dimenticai ogni cosa, ogni litigio, ogni offesa, e andai verso di lui con un solo e unico obbiettivo

Lo strattonai al mio petto in uno dei nostri abbracci, e lui ricambiò la stretta


"Cazzo jack!"
"Bro?? Non riesco ancora a crederci, ce l'abbiamo fatta!"

Ero emozionato come un cazzo di bambino, sentivo il cuore battere veloce e gli occhi pizzicare, ero diventato zio, mia sorella madre e quel bastardo del il mio migliore amico padre, e non ci poteva essere cosa piu bella, era tutto così perfetto per essere reale. 

"È bellissimo cazzo!"
Sorrisi di fronte alla sua felicità.

"Sento il cuore scoppiarmi, Bro e una sensazione così surreale che non riesco a spiegarla, jessica è stata eccezionale"

Strinsi la mia mano sulla sua spalla, non riuscendo a dire altro.
Stavo cercando ancora una volta di trattenere le mie emozioni, di non mostrare quella parte di me che nell'ultimo periodo sembrava voler uscire a tutti i costi.

Ma non appena mi spostai, Alissa
approfittò di quel momento per fiondarsi tra le braccia di jack.

Lui la sollevò da terra facendola fare un giro su se stesso.

Lei sorrise, e lui ricambiò in ugual modo.

"Sono felicissima!"
"Anch'io cazzo!"

E fu in quel preciso momento che capii ogni cosa, il loro era un sentimento vero, un amicizia senza doppi fini, e il fatto che si trattasse di jack la stessa persona che prima di mia sorella si sarebbe scopato volentieri colei che in quel momento le stava incollata addosso, non doveva condizionarmi.

Ero io il cretino a non aver capito prima tutto quello.

"Allora come l'avete chiamato? Jessica sta bene?" Chiese impaziente lei, mentre jack spostò lo sguardo dai suoi occhi ai miei,   dove li restò fermi per alcuni secondi.

"Christofher Rayder"
Sbarrai gli occhi, e deglutii pesantemente, preso da una strana sensazione.
Ma la voce di mio padre fece fermare ogni tipo di pensiero stesse per attraversare la mia mente.

"Chris?" Mi voltai verso di lui
"Che vuoi?" Risposi brusco.
"Tutto bene?" Chiese quasi preoccupato per qual cosa che non avevo ancora capito.

"Alla grande, ma tu dovresti protestare,  non hanno dato il tuo nome al bambino" precisai.
"Sono felice per essere diventato nonno, il resto non conta!"

Avrei potuto stuzzicarlo ancora, avrei potuto comportarmi da stronzo com'era mio solito fare, fino a farlo esplodere,  ma in quel momento ci fu qualcos'altro che catturò la mia attenzione.

"..un favore ti prego occhi verdi!" Riportai lo sguardo su jack e Alissa che era tornata con i piedi sul pavimento.

"Dammi le chiavi della tua Auto" lei aprì il palmo della sua mano nella sua direzione, ma lui incrociò le braccia al petto.

"Devi andare con Chriss!"
"Che cosaaa?" Urlò infastidita, ma subito dopo cercò  di abbassare il tono dell sua voce.

" Perché cazzo devo andare con lui, se posso prendere la tua macchina?"
"Al, sai  bene come sono andate le cose, è successo tutto così velocemente che non ho pensato di prendere quella fottuta valigia, perciò fammi questo favore e non lamentarti"
"Jack..non deviare il discorso e smettila di fare lo stronzo!"

Stavano litigando, lì dove pochi minuti prima si erano abbracciati dalla felicità , e così mi avvicinai stufo di star fuori da quella maledetta conversazione.

"Che cazzo state facendo?" Chiesi duro portando le mani nelle tasche della mia tuta.

Alissa sbuffò di fronte alla mia presenza, e jack mi guardò in modo strano.

"Mi dici qual è il problema?" Chiesi direttamente a lui.

"Bro, mi serve la valigia che jessica ha preparato con tutte le sue cose e quelle per il bambino, e nelle nostra stanza, cazzo l'ho dimenticata lì"

Sollevai le sopraciglia.
"Non vedo il problema, la prendo io!"
"NO!" Esclamò con un tono di voce alto

"La prende lui, jack" sussurrò  tra i denti Alissa, quasi come un avvertimento.

"No. Devi andare con lui! Stanno arrivando i miei genitori, ed io non voglio lasciare l'ospedale per nessuna ragione."

Avanzai verso quello stronzo di amico che mi ritrovavo, e nervoso portai i miei capelli indietro.
"Che cazzo credi, che non sono capace di entrare nella stanza di mia sorella, e prendere una fottuta valigia?"

Alissa
Definirmi incazzata in quel momento era un eufemismo, ero stata incastrata da quel deficiente di jack, e le sue idee del cazzo.

Forse lo conoscevo da poco, ma avevo capito perfettamente le sue intenzioni, e farmi andare con Chriss era uno dei suoi stupidi piani, non di certo la paura che il suo migliore amico non trovasse quella maledettissima valigia.

Cosa al quanto improbabile.

Si doveva ritenere  fortunato per il  fatto che non l'avessi preso a schiaffi, o che non mi fossi imputata sulla mia decisione,  solo ed esclusivamente perché era appena diventato padre e non avevo voluto rovinare quel momento di felicità.

Esattamente il contrario di come si era comportato lui con me, aveva rovinato ogni mia  gioia obbligandomi a stare  con Chriss, ad andare in quella benedetta casa con lui, nella sua fottuta macchina, tutti posti dove saremo stati soli, e dopo quello che era successo, io odiavo
solo il pensiero.

Tra di noi le cose erano finite, ed io volevo evitarlo il piu possibile, e passare del tempo con lui non rientrava nei miei cazzo di piani.

Merda! Mi fermai qualche passo piu indietro, e i miei occhi non fecero altro che soffermarsi sul suo corpo sempre così muscoloso, lo capii dalla t-shirt che aderiva fin troppo sulle sue spalle.

Bellissimo.!

Il vento scompigliò i miei capelli proprio in quel momento, e accarezzò violento la mia pelle, ma la sua felpa che ancora avevo addosso mi evitò di sentire freddo, e quello mi fece sentire un egoista del cazzo.

Lui indossava semplicemente un t-shirt a mezze maniche.

Ma non appena si voltò,  sollevò un sopraciglio guardandomi in modo strano.

"Vuoi un invito scritto per entrare nella mia cazzo di macchina, O ti muovi?"

Avrei dovuto togliemi quella felpa, e scusarmi per il modo in cui l'avevo fatto uscire dall'ospedale, ero stata un egoista pensando solo a me stessa.

Ma i suoi modi sempre così 'gentili' mi fecero irritare maggiormente, e senza degnarlo di una parola lo superai ed entrai in quella merda di auto sbattento volutamente la portiera, gesto che sapevo bene quando lo facesse incazzare.

Ma lui sembrò  giocare al mio stesso gioco, entrò dentro senza proferire parola, e né un minimo sguardo.
Accese la sua auto, e uscì  da quel parcheggio in una sola manovra facendo attaccare la mia schiena al sedile.

Era incazzato.

Aveva impugnato con decisione il volante, assumendo una delle sue pose rigide, mentre non faceva altro che sorpassare le macchine e ogni cazzo d'incrocio senza mai decellerare, e soprattutto senza nessun senso di responsabilità o pericolo. 

Ma io stranamente mi sentivo tranquilla, nonostante i miei occhi vedevano scorrere le luci di quella città troppo veloci,  stavo bene e quella era la cosa che più mi faceva paura

Con lui succedeva sempre così. Nonostante avessi deciso di chiudere ogni tipo di rapporto ci legasse, stanca delle nostre continue litigate, delle infinite incomprenzioni, non potevo dire di non stare bene, lui era forse l'unica persona al mondo capace di farmi sentire in quel modo, e anche la stessa che mi faceva passare da odiarlo ad amarlo con fin troppa facilità.

"Cazzo!" La sua imprecazione mi fece tornare nel mondo reale, e notai solo allora che cercava di afferrare il pacchetto delle sue sigarette che si era allontanato fin troppo dalla sua portata, grazie ai suoi  modi di guidare.

E spontaneamente allungai la mano nella sua stessa direzione, e lo afferrai.

"Dovresti smettere prima o poi!" Dissi in un sussurro di rimprovero, mentre pensavo se passarglielo o meno.

Ma solo allora lui sollevò lo sguardo nel mio, e subito dopo afferrò il pacchetto dalle mie mani in modo brusco.

Avrei dovuto immaginarlo!

Infastidita incrociai le braccia, ma nonostante tutto continuai a fissare ogni suo movimento, quasi a vedere dove volesse arrivare.

Infatti non passò nemmeno un minito, che estrasse la sigaretta da quel pacchetto direttamente con i suoi denti ,quasi a sfidarmi.

"La smetti di fissarmi porca puttana?"
Bloccai il respiro di fronte al suo modo del cazzo di trattarmi, che non mi sarei aspettata in quel momento,  ma subito dopo tornai a farlo, se voleva fare lo stronzo avrei fatto altrettanto, in fondo avevo imparato dal migliore

"Se la cosa ti fa incazzare, potrei continuare!" Lo stuzzicai.
"Non ti conviene!"
"Oooh.. dovrei avere paura?"

I suoi occhi scuri si fermarono decisi e intensi nei miei, nello stesso istante in cui si decise a rispettare proprio quel cazzo di semaforo.

Merda

"Milton, sai bene come finisce se mi provochi!" 
Deglutii,  spostando i miei occhi dai suoi, dannatamente troppo belli e intensi.

"Smettila di essere sempre cosi pieno di te, River" cercai di mascherare ogni mia sensazione
"Vuoi forse dimostrarmi il contrario?"
"No!"
"Hai paura di perdere?"
"No! Evito solo di sprecare tempo con un'idiota"
"Ti ricordo che con quell' idiota ci sei andata a letto, ed è diventato anche il tuo ragazzo" sentii i miei muscoli irrigidirsi, e mi voltai di scatto verso di lui senza esitare nemmeno un minuto presa dalla rabbia.

"Infatti è stato uno sbaglio, un grosso sbaglio. E poi era il mio ragazzo!" Precisai spostando lo sguardo sul colore di quel dannato semaforo che non si decideva a scattare.

"Stai dicendo solo stronzate!"
"Chriss!" Lo rimproverai, nel tentativo che chiudesse lì quel discorso.
"Che c'è?"
"Smettila! Non voglio parlarne!"
"Se non te nè fotte un cazzo, perché sei nervosa?"
Sbuffai di fronte al suo modo di mettermi in difficoltà.

"Rispondi quando ti faccio una domanda!" Disse raddoppiando il suo tono di voce, ed io tornai a guardarlo.

"No! Non sono nervosa!" Pronunciai quelle parole con un tono di voce che non sembrava appartenermi.

"Non mentirmi Al, ti conosco come il cazzo che porto nelle mutande" sbarrai gli occhi di fronte a quella stupida battuta che avrebbe potuto benissimo risparmiarsi, ma che sapevo bene avesse fatto apposta per provocarmi ulteriormente,  non era il solo a conoscermi.

"Sei nervosa per essere qui con me? O perché stiamo parlando di noi?" Continuò ad insistere
"Non esiste nessun noi! E non permetterti piu a paragonarmi a ciò che porti nelle mutante, sei davvero ridicolo!"
"Stai rinnegando ciò che ce stato?"

Mi voltai verso di lui, infastidita da quelle parole, tanto che spostai bruscamente i miei capelli al limite di ogni sopportazione.

"Dove cazzo vuoi arrivare Chriss?"
"Io da nessuna parte, sto solo parlando, Al . Ma sembra  che la cosa ti dia fastidio"
"Ovvio! Ci siamo lasciati, perché cazzo devi parlare di questo?"
Sollevò un sopracciglio, spostando lo sguardo dalla strada ai miei occhi.

"Non vedo il perché non dovrei farlo!"
"Christian!" Lo rimproverai, capendo bene il suo gioco.
"Sei diventata rossa, e ti stai mordendo il labbro, quindi non sparare altre cazzate, e ammetti quanto ti e piaciuto"

"Vaffanculo! Io non sono una delle tue puttane, smettila di parlare in questo cazzo di modo, o ti giuro che finisce male!"

Dovevo calmarmi.

"Dovresti esserne lusingata!"
Sbarrai gli occhi, e sentii il mio corpo farsi invadare completamente dalla rabbia, mi stava provocando portandomi al limite.

E non appena mi voltai nuovamente, furiosa piu che mai, notai le sue labbra essere distese in un cazzo di sorriso, che non fecero altro che ampliare ogni mia sensazione.

Ma venni distratta da tutto quello, non appena sentii le sue dita sfiorare il mio mento.

"Dicevo, dovresti essere lusingata del fatto che conosco i tuoi atteggiamenti, non ti stavo paragonando al mio cazzo, e nemmeno alle mie puttane. E in piu non provare a prendermi per il culo, so benissimo che non è stato un cazzo di sbaglio" precisò

Spostai bruscamente il suo braccio, non capendo quel suo continuo  cambio d'umore, prima mi ignorava e poi mi stuzzicava, era passato da essere incazzato a sorridere nel parlare di noi due a letto, tutto nel giro di un paio di minuti del cazzo.

Non aveva di certo potuto dimenticare quello che era successo su quel balcone dell ospedale, soprattutto un tipo come lui non sarebbe passato mai sopra ad un rifiuto.

E quello mi mandò ancora di più in confusione.

Ma d'un tratto, proprio mentre pensavo a tutto quello, sentii la sua mano posarsi sulla mia gamba.

"Ferma quei pensieri!" 
"E tu tieni apposto le mani" cercai di spostare di nuovo la sua presa, ma lui oppose resistenza, al punto che sentii le sue dita piantarsi bene sulla mia pelle, e i miei occhi non fecero altro che tracciare ogni centimetro delle sua mano fino a salire sul suo braccio, non persi neanche un particolare dato che mi soffermai a fissare il suo tatuaggio che veniva ben definito dai suoi muscoli tesi.

"Non sei l'unica a odiare questa situazione, Al!" Quelle parole uscirono dalle sue labbra piene di rabbia, e le sentii conficcarsi nel petto, nello stesso istante in cui i suoi occhi scuri come la pece, neri come le tenebre fissarono i miei.

Deglutii

"Bhe, Non sei l'unico a non volermi in questa cazzo di macchina!" mi difesi nell'unico modo a mia disposizione.

"Io non ho mai detto una cosa del genere" assotigliò lo sguardo, ma il suo cellulare prese a vibrare proprio in quel momento, e quasi lo ringrazia mentalmente,  ma non appena lui lo afferrò, fece scivolare la sua presa dalla mia gamba, ed io mi sentii priva di quella sensazione che per assurdo mi stava dando la forza di non crollare.

"No!"

"Che cazzo vuoi?"

"Non adesso!"

"Chiedilo a quella stronza del cazzo"

Riattaccò subito, e anche se la curiosità di sapere chi fosse mi stava tartassando, cercai di ignorararla.

La tenzione in quella macchina cresceva sempre piu, lui aveva ragione, ma parlare di noi non avrebbe migliorato le cose, così voltai la testa verso il finestrino e cercai di distrarmi nelle piccole cose di quella città.

Chriss
"Adesso non posso, porca puttana Lisa! Ti è cosi difficile capirlo?"
"La signora Brawn è venuta qui per incontrarti, è non se né importa un cavolo del bambino di tua sorella, non ha nemmeno voluto parlare con il sign River, cazzo Chriss vieni in ufficio!"
"Cristo!" Strattonai i miei capelli, e chiusi quella dannata conversazione.

Quella giornata non sembrava volesse  continuare nel verso giusto, era nato mio nipote avrei dovuto essere felice, e in un certo senso avevo anche provato a mettere da parte ciò che era successo con Alissa pur di godermi a pieno i miei panni da zio, ma porca puttana quel cellulare non smetteva di squillare, prima Samantha poi Lisa e quella casa editrice di merda sembravano non darmi tregua .

"Cazzo!" Imprecai portanto indietro i miei capelli ancora umidi a causa della doccia.

Ma una strana sensazione mi fece voltare alle mie spalle, dove notai Alissa scendere le scale, con un fottuto vestito nero addosso, che scendeva morbido sui suoi fianchi e lasciava scoperte fin troppo le sue gambe.

Feci scorrere il mio sguardo sul suo corpo tracciando ogni particolare, a partire dai suoi capelli, fino ai suoi stivaletti neri

Era una cazzo di condanna.

"Dove cazzo devi andare vestita in quel modo?" Chiesi irritato, mentre  infilavo la mi giacca di pelle.

Ma lei ignorò la mia domanda, e si avvicinò al mio corpo, dove spinse in  modo brusco sul mio petto, la felpa che gli avevo prestato.

"Tieni!" Alzai il mio sguardo da quel punto ai suoi occhi, dannatamente troppo vicini.
"Ti ho fatto una cazzo di domanda"

Sentivo il suo profumo invadere le mie narici, così violento da farmi perdere la lucidità.

"Chriss?" Mi chiamò nel tentativo di farmi afferrare quella dannata felpa.

Ed io la presi e la scaraventai sul divano con violenza, prima di trattenere il suo braccio per non farla allontanare.

"Se vuoi venire in ospedale con me,  devi cambiarti!" Dissi brusco.
"Come mi vesto non è un problema che ti riguarda" rispose senza esitare nemmeno un secondo, ed io la strattonai al mio petto in un gesto di possesso, lo stesso che lei voleva farmi perdere.

"Smettila!"
Spostò il suo viso, forse per paura che avessi provato di nuovo a baciarla, e a quella vicinanza non avrebbe potuto rifiutare, ed io trattenni il respiro per non perdere la calma, ma nel farlo i miei occhi si poggiarono sullo specchio alle sue spalle, e Cristo mi fu impossibile non notare che il tessuto di quel vestito faceva evidenziare maggiormente il suo culo.

"Non credo sia il vestito adatto per un cazzo d'ospedale" ribadii ancora una volta.
"E solo un vestito, e fatti gli affari tuoi" urlò prima di cercare di liberarsi dalla mia presa, ma io intrecciai la mia mano alla sua per impedirgli ogni cosa, e poi la poggiai sul suo fondo schiena.

"Ti si vede il culo Al!"
"Non si vede niente!"
"Anche le mutante!"
"Non è vero!"

Abbassai le dita e con l'indice sollevai l'orlo delle sue mutande con brutalità, per poi farle aderire nuovamente sulla sua pelle.

In realtà non si vedeva un cazzo se non la forma del suo culo, ma io avrei fatto qualsiasi cosa per fargli togliere quel cazzo di vestito da dosso, anche fargli credere che fosse trasparente.

Ero stato preso da un attacco di gelosia improvvisa, lei era lì davanti a me quasi nuda, e non era mia.

Avrebbe mostrato a tutti la sua bellezza, ed io non avrei potuto marcare il territorio, e quella era una delle cose che piu di tutte mi faceva uscire di testa

Lei era stata solo mia, e così doveva contunuare ad essere porca puttana.

"Queste cosa sono?"
"Basta!" Urlò al quanto incazzata, e si allontano da me con una forza che non credevo gli appartenesse.

"Chiariamo una cosa River"
Annuii
"Io e te non siamo piu niente, ci troviamo qua solo a causa di quel cretino di Jack, perciò non parlarmi e cosa piu importante non ti permettere di toccarmi un'altra volta, sono stata chiara?"
"Limpida!" Risposi beffeggiandomi di lei, se avrei voluto toccarla non sarebbero state di certo le sue parole a fermarmi, anche perché sentivo già i miei jeans stringere sui fianchi.

"Lo spero!"
Mi diede le spalle per infilarsi il suo giubbino,  ma io non feci altro che posare i miei occhi di nuovo sul suo sedere.

Di male, in peggio.

Avevo fottutamente ragione, quel vestito mi stava altamente sui coglioni, al minino movimento si sarebbero viste davvero le sue cazzo di mutante, ed era una delle cose che avrei dovuto evitare.

"Andiamo?"
Si voltò verso di me, ed io non feci altro che raggiungerla e poggiare il mio braccio contro il muro impedendogli ogni tipo di passaggio

Ero eccitato e incazzato allo stesso tempo.

"Christian?"
"Mmh?"
"Dobbiamo andare in ospedale
Che diavolo stai facendo?" precisò, ed io mi avvicinai al suo viso, ma quella volta non per provare a baciarla sapevo bene che mi avrebbe rifiuato ancora, volevo solo metterla in difficoltà ed avere la certezza di quel che pensavo.

Infatti iniziò a respirare a fatica e le sue guance divennero  di un rosa piu accesso.

"Non credo che questo sia un abbigliamento adatto per un ospedale, te lo ripeto!" gli feci notare ancora una volta, abbassando lo sguardo sul suo corpo.

"Ed io non credo sia un problema che ti riguarda" afferrò il mio mento e mi costrinse ad alzare la testa.

"Ti preferivo nei tuoi maglioni, Milton"
"Ed io quanto ti facevi i cazzi tuoi, River!"
"Non mi sono mai fatto i cazzi miei"
"Appunto!"

Cercò di passare da sotto al mio braccio, ma io ancora una volta la trattenni e la riportai con la schiena contro il muro.

"Dovresti cambiarti sul serio Al!"
"E perché?"
"Te lo gia detto!"
"Non ho chiesto il tuo parere Chriss, e non mi cambio solo perché me lo dici tu, chiaro?" Alzò il suo tono di voce.

Ed io chiusi gli occhi infastidito da quel suo atteggiamento, lo stesso che avevo quasi dimenticato gli appartenesse, lo stesso che mi aveva fatto innamorare, era così testarda e cocciuta da farmi perdere ogni controllo.

"Se non lo fai tu, ti spoglio io, e sai bene che la cosa non ti conviene!"
"Tu non farai un cazzo!"
"Non esserne così sicura, ho più di un motivo per farlo!"

E come se avesse capito le mie parole, i suoi occhi scesero sul mio corpo, fino a fermarsi su quel punto dei miei jeans.

"Fai davvero Schifo!"

Alissa
Un sospiro lasciò le mie labbra per il modo in cui finivano sempre le nostre conversazioni, e afferrai la valigia di jessica prima di raggiungere la sua auto.

Stranamente era uscito da quella casa, si era arreso nonostante il mio modo di provocarlo , aveva rinunciato ad ogni sua sensazione, sopratutto a quella che avevo ben notato nei suoi jeans,  e non potevo fare altro che esserne felice.

Anche perché non gli avrei permesso di andare oltre, non avevo ancora dimenticato il modo in cui mi aveva rifiutato.

Era un bastardo su quello non c'era dubbio.

Ma non appena salii al suo fianco, notai palesemente il suo nervosismo.
Aveva tolto il suo giubbino di pelle, aperto il finestrino e accesso una delle sue sigarette che teneva ben stretta tra i denti,  mentre usciva dal cancello di casa sua.

Forse si stava trattenendo, aveva uno strano attengiamento che non riuscii a decifrare

"Al, sposta quei cazzo di occhi da un'altra parte!" Disse brusco, ed io sbuffai, ma continuai lo stesso a guardarlo, non poteva vincere su tutto, e in piu dovevo capire cosa gli passasse per la testa

"Perché devi rompermi il cazzo in questo modo eeh?"
Mi avvicinai a lui, uno di quei gesti che non mi sarei mai aspettata di fare, ma che ormai era troppo tardi per tornare indietro.

Afferrai la sua sigaretta tra le mani, e lui mi guardò stranito e forse irritato.

"Che cazzo fai?"
"Devi smetterla di fumare così tanto"
"Certo, quando tu smetterai di ripetermelo"
"Vaffanculo!" Gettai fuori dal finestrino quella dannata sigaretta, ma non appena mi voltai verso di lui, né aveva un'altra tra le labbra.

Stronzo!
"Mi dici qual è il tuo problema?" Dissi ritornando con la schiena sul mio sedile.

"Tu! Tu sei il mio problema. Hai appena detto che non devo parlarti, che non devo toccarti, e sei tu la prima a farlo. Coerente Milton!"
Alzai le sopracciglia di fronte a quella sua risposta.

"Non dovrei essere piu un problema dal momento che non siamo piu niente! E lo dicevo solo per te, tutte quelle sigarette ti fanno male"
Strinse gli occhi prima di voltarsi.

"Porca puttana, è un problema mio chiaro? E poi  la smetti con questa storia?"
"E la verità!" Alzai le spalle, e lui spostò i suoi capelli visibilmente nervoso.

"Ripeti sempre questa stronzata che non siamo più niente, ma non hai le palle di affrontare l'argomento"
"Non si tratta di palle, ma del fatto che non abbiamo piu niente da dirci Chriss"

Si voltò verso di me
"Tu non hai piu un cazzo da dire!  Perché ti sta bene così, forse era quello che volevi"
"Christian ti prego smettila!"
"Ora siamo tornati a Christian, porca puttana!" Sbraitò prima di svoltare in modo brusco all'incrocio, tanto da farmi cadere di peso contro la sua spalla.

"Che diavolo stai facendo?" Tornai al mio posto, e mi accorsi solo allora che eravamo fermi davanti alla casa editrice.

"Che ci facciamo qua?"
"Hai ragione su una cosa, io e te non abbiamo piu niente da dirci, perciò vaffanculo!"

Piombò giu da quella macchina, al quanto incazzato dato che chiuse la portiera in malo modo, forse per la sua prima volta.

Ed io trattenni un respiro, prima di poggiare la schiena contro il sedile di quella macchina, al quanto esausta.

Era inconcepibile il modo in cui le nostre conversazioni finivano in un litigio al quanto infantile.

Ogni volta era sempre la stessa storia, ed io ero stanca.

I miei occhi si spostarono, e nel farlo notai solo allora lo stereo della sua macchina quasi del tutto spaccato, mi avvicinai non credendo ai miei stessi occhi..

E in quel fottuto momento mi sentii una vera merda nei suoi confronti, forse il problema ero io, che non riuscivo ad abbassare quella maledetta corazza, io che non riuscivo a non rispondere all sue cavolo di provocazioni, ero io che lo rendevo ancora più nervoso di quello che era.

La mia mente, non riusciva a capire perché fosse arrivato a oltrepassare I suoi limiti, a cosa l aveva portato a rompere quello stereo.

Forse era anche quella colpa mia, o forse centrava Luke, quello non potevo saperlo con certezza, come non sapevo dove avesse passato la. notte, come diavolo si fosse sentito.

Ero stata un egoista.

L'unica cosa certa, e che eravamo due cretini del.cazzo, ed io soprattutto che non smettevo di essere così stronza, da non capire che quel ragazzo aveva un infinità di problemi, da non poter gestire anche me. 

Salta giù dalla macchina, per raggiungerlo.

Mi era quasi impossibile stare al suo passo dato il modo in cui attraversava quel corridoio, e non appena entrò nell'ascensore mi catapultati letterale dentro.

"Chriss?" Afferrai il suo braccio, e non appena si voltò i suoi occhi neri erano diventati più cupi del normale, tanto che avvertii una strana sensazione attraversare la mia schinena.

"Non toccarmi!" Strattonò la mia presa

"Mi dispiace, ma..perché siamo qua, dovremmo essere da tua sorella"

deviai il discorso incapace di affrontare l'argomento.

"Non ti devo nessuna spiegazione, se non ti sta bene sai benissimo la strada"
"Smettila di fare il bambino, sai bene che non posso andarci, dato che sono con te!"
"Problema tuo Milton"
"No anche tuo! Jessica è tua sorella, quel bambino è tuo nipote, ma come al solito te nè fotti!" ancora una volta lo stavo aggredendo.
"Chiudi quella bocca Al!"
"No che non la chiudo, perché devi comportarti sempre da stronzo me lo dici? Jessica vorrebbe vederti lì in quel cazzo d'ospedale al suo fianco" ormai avevo perso ogni controllo.

"Come sempre parliamo di quello che vogliono gli altri, e mai di quello che voglio io!"
Incrociai le braccia al petto

"Tu vuoi fare solo lo stronzo!"
"No!" Si avvicinò al mio viso

"Io volevo solo che ti togliessi questo cazzo di vestito, volevo solo venire in ufficio prima di andare da mia sorella, senza incazzarmi e perdere la testa, ti è chiaro adesso?"
"Perdere la testa per cosa?" Cercai di capire le sue parole.
"Lascia stare Al"
"Dimmelo!"
"Avresti dovuto capirlo da sola!" Sbraitò

"Certo ora sono io a non capire le cose? Ti sei incazzato per un vestito, per qual cosa che non deve piu interessarti dal momento in cui non sei piu il mio ragazzo!" Gli urlai in faccia
"Fai una cosa Al, non rompermi piu le palle!"
"Sei solo  un bambino del cazzo, perciò non chiederti perché preferisco stare da sola che con uno come te"

Il pugno della sua mano aderì bruscamente alle mie spalle, al limite di ogni sopportazione, era sicura che se fossi stata un uomo me l'avrebbe tirato dritto in faccia.

Sussultai, ma cercai di non dargli nessun tipo di soddisfazione .
"Portami da jessica, è finiamo questa storia!" Cercai di impuntarmi.
"Non farò proprio un cazzo!"
"Se non lo fai, prendo la tua macchina e ci vado da sola, stronzo!" feci oscillare le chiavi della sua auto sotto il mio.viso, ma un secondo dopo me le strappò dalle mani in modo brusco.

Uscì fuori da quell'ascensore restandomi lì da sola, mentre sentivo addosso gli occhi di quelle dannate segretarie del cazzo, forse avevavo sentito la nostra animata  conversazione o stavano solo uccidendomi con lo sguardo per avermi visto di nuovo con il figlio del capo.

Le ignorai, e indossando un coraggio che credevo non mi appartenesse iniziai a camminare, cercando di mettere da parte quello che era appena successo.

Era strano ritrovarmi lì, ogni singolo angolo di quell'edificio mi era mancato da morire, anche se avevo passato lì dentro solo sei mesi fra l'altro non dei migliori, sentivo che quel posto mi apparteneva.
Quella casa editrice era il mio piu grande sogno, l'unica  cosa che mi avrebbe reso felice, e soddisfatta della mia vita di merda.
Forse avevo sbagliato a rifiutare quel posto, mi ero giocata il mio futuro solo ed esclusivamente per lui.

"Alissa?" Mi voltai al suono di quella voce, e non appena i miei occhi si fermarono nell' azzurro dei suoi,  così limpidi, corsi ad abbracciarlo.

"Mike!"
"Che ci fai qui?" Chiese stupito
"Sono con Chriss!"
Assottigliò lo sguardo
"Tutto bene?"
Annuii poco convinta

"Prendiamo uno dei nostri caffe?" Mi chiese con entusiasmo.
"Va bene!" Accettai non sapendo che altro fare.

Ci avvicinammo al distributore, ma non feci in tempo nemmeno a  chiedergli di lui, della sua vita, di come andassero le cose con Olly, dato che mi porse subito il bicchiere.

"Sono felice di verderti!"
Sorrisi debolmente.

"Brindiamo alla tua bellezza, che non smette mai di stupirmi?"
Sentii le guance prendere fuoco, dopotutto non ero abituata a ricevere dei complimenti, per quello scoppiai a ridere.

"Mike, non possiamo brindare con un caffe!" Precisai, ma lui avvicinò il suo bicchiere al mio.
"E chi lo dice?" Il colore dei suoi occhi mi trasmetteva tranquillità, serenità, mi sentivo bene di fronte a quell'azzurro e così lo assecondai.

"D'accordo, ma brindiamo a Jessica e a Jack per il fatto che sono appena diventati genitori"

Chriss
"Si!"
Tamburellai le dita contro la sedia di mio padre, mentre la mia mente sembrava essersi allontanata da quella stanza.

Ero nervoso,  incazzato, e per altro incastrato dentro quel ufficio con l'ultima persona al mondo che avrei voluto vedere.

La sign Brawn si abbassò contro il mio viso, e i miei occhi andarono a finire nella sua abbondante scollatura che mi aveva quasi sbattuto in faccia.

"Allora sei d'accordo?" Mi accigliai non avendo ascoltato una sola parola del suo fottuto discorso, e alzai lo sguardo.

"No! Non adesso cazzo! Mia sorella ha bisogno di me in ospedale, ed io non intendo perdere nemmeno piu un minuto qui dentro" le parole di Al mi stavano tartassando la mente, fino al punto da rendermi conto quanto avesse ragione

"Tua sorella sta bene Chriss, e insieme al fidanzato e suo figlio, cosa può volere di piu?"

"Mi dice che cazzo vuole da me?" Risposi irritato

"A volte bisogna fare delle scelte Chriss,  e la vita privata non può coincidere con il lavoro"
"Non mi faccia questi tipi di discorsi del cazzo! Ho gia mio padre per questo"

"Allora pensa a quello che ti ho detto!"

Strattonai i miei capelli esausto da quella situazione, pressato da quella cazzo di Donna, che sembrava interessata al mio futuro piu di quanto lo fosse mio padre.

Ma non appena Lisa, la mia cazzo di segretaria bussò a quella porta ed entrò dentro, i miei occhi si spostarono alle sue spalle.

"Cristo!"
Alissa era in compagnia di Mike, quello stronzo dai occhi azzurri che non smetteva di farla ridere, e porca puttana non appena poggiò la sua fottuta mano sulla  schiena di Al, scattai da quella sedia come una molla, e in pochi secondi uscii fuori da quel fottuto ufficio sbattendo la porta alle mie spalle.

A causa del rumore, quei occhi verdi scattarono su di me, ed io non feci altro che avvicinarmi frettolosamente.

"Andiamo!" Dissi tra i denti, cercando di controllare ogni mio istinto

"Chriss" sussurrò lei, mentre si spostava da quel bastardo, e si avvicinava a me.

Ero così incazzato che avevo paura di averla così vicina
"Tutto bene?" Mi chiese, forse notanto il mio viso nettamente contratto.

"Aspettami in macchina!" Gli ordinai, ma lei sembrò non muoversi.

"Al, vai in quella cazzo di macchina!" Sbraitai, e finalmente sembrò dar retta alle mie parole.

La guardai attraversare il corridoio in tutta la sua cazzo di bellezza,  e non appena le porte dell ascensore si chiusero alle sue spalle, in un solo movimento attaccai Mike contro il muro, spingendo il mio braccio contro il.suo.collo.

"Prova di nuovo a toccargli il culo, e ti stacco quelle fotute mani"
"Non ho fatt..." provò a dire.
"Zitto!" Urlai spingendolo ulteriormente, così tanto che notai la sua difficoltà nel respirare data la pressione che gli stavo facendo al collo, e annui semplicemente.

Avevo perso ogni ragione.


"Che sta succedendo qui?" Mi allontai dal suo corpo, e ignorando le persone che avevano assistito a quella scena, uscii velocemente dall'edificio.

Feci scattare la sicura della macchina, ma non appena passai vicino a lei, mi afferrò il braccio.

"Al, sali su quella macchina o do fuoco all'intera casa editrice!"
Corrugò le sopraciglia

"Che cos'è successo?"
"Un cazzo, sali lì dentro"

Strattonai la presa e raggiunsi la mia macchina.

E pochi secondi dopo, lei fece lo stesso.

"Senti, non puoi darmi ordini e trattarmi come una cretina. Cazzo, se hai dei problemi a lavoro , non puoi..
"Sta zitta Al. Porca puttana, io non posso darti ordini, non posso toccarti, non posso fare un cazzo mentre Mike può toccarti il culo eeh?" Urlai e lei cambiò del tutto espressione.

"Ma che stai dicendo?"
"No tu che cazzo stai facendo, non ti riconosco piu"
"Non permetterti di dire una cosa del genere, io non son.."
"Cosa non dovrei dire ,eeh?
Rifiuti me,  ma ti fai toccare da uno stronzo del cazzo?"
"Mi stai dando di nuovo della puttana?"
"Cristo!" Feci aderire bruscamente il mio pugno sul volante.

Alissa
Poggiai il pennello sul secchio della pittura al quanto esausta, erano giorni in cui non avevo fatto altro  che pensare a quello che era successo, giorni in cui  avevo evitato in tutti i modi di parlare o anche incontrare quello stronzo di Christian, anche se vivevo ancora nella sua fottutissima casa.

Aveva superato ogni limite, ed io non ero più disposta a perdonarlo, uno come lui non sarebbe mai cambiato, ed io non volevo piu che facesse parte della mia vita.

Jessica  era ancora in ospedale, ed io nonostante fossi andata tutti i giorni accompagnata da Mike a trovarla, a tenere tra le braccia il suo bambino, avevo cercato di non fargli  capire ciò che stava succedendo.
Ma non appena tornavo a casa scaricavo la tensione e  mi chiudevo nella cameretta di quel piccolino e mi dedicavo anima e copro a finire quelle pareti che Chriss un po di tempo fa aveva iniziato.

Forse era solo un modo per isolarmi dal resto del mondo, o forse volevo evitare di pensare a quel chiodo fisso che da un po di giorni mi stava martellando il cervello.

Restare a roma senza di lui, era come vivere senza respirare, mi mancava terribilmente troppo, e l'unica soluzione era tornare nella mia città, lì dove avrei dovuto imparare di nuovo a vivere mettendo da parte ogni ricordo, dovevo allontarmi anima e cuore da lui e dai suoi occhi neri.

Cercai di chiudere quei pensieri in un posto del mio cervello, e ancora a piedi nudi, e con addosso solo una maglia bianca arrotolata sul ventre scesi giu in cucina tentando di fare una crocchia ai miei capelli ormai troppo lunghi.

Arrivai in cucina e mi versai subito un bel bicchiere d'acqua fresco, ma lo sbattere della porta principale mi fece sussultare,  e nonostante fosse buio riconobbi subito Chriss mentre attraversava quel corridoio a gran falcate, troppo veloce per non essere incazzato o solamente irritato.

Ma cercai di restare zitta per evitarlo ancora una volta

"Che cazzo fai lì?"
"Cazzo jack!" Sussultai portandomi una mano sul cuore e lo guardai di schieco.
"Perché cazzo non hai acceso la luce?"

"Mi hai fatto prendere uno spavento merda!" Ignorai la sua domanda.

"Che stavi facendo?"
"Niente!"alzai le spalle e lui afferrò il pc che si trovava sull'isola della cucina e si diresse sul divano.

Ed io imbarazzata, sciolsi il nodo a quella t-schirt che subito ricadde sui miei fianchi, e lo raggiunsi.

"Perche non dormi?" Chiesi cercando di capire la sua presenza a quell'ora della notte
"Devo cercare una cosa su google"
Lo guardai confusa
"Cosa?"
"Un piccolo regalo per mio figlio e Jess, domani tornano a casa ed io voglio organizzare una piccola festa"

"E una cosa bellissima, sono a tua completa disposizione" dissi entusiasta.

Passare del tempo con jack, era sempre così piacevole, mi fece allontanare completamente dai miei pensieri, e poi guardare i suoi occhi brillare quanto parlava di suo figlio era qualcosa di unico.

"Porca puttana!" Imprecò.

"Che succede?"
"Chriss ha cambiato un'altra volta la password, cazzo!"

Ma subito dopo il suo sguardo puntò sul mio.
"Non avete ancora parlato voi due?"
Sbuffai
"No! E chiudiamo qui il discorso!"
"Siete due cretini"
"Sta zitto!"
"Se ti vede qui con me, con addosso solo un paio di mutante dovremmo affrontare un'altra guerra"

Abbassai l'orlo della mia t-schirt, o meglio quella che un tempo doveva essere proprio la sua.

"Non ho solo un paio di mutante, e smettila di parlarmi di lui.!"

Alzò le mani in segno di resa, ma  ancora una volta il suo tentativo di accedere alla wifi fu inutile

"Cazzo!Perche non lo chiami?"
"Chi?" Chiesi quasi terrorizzata, avevo capito perfettamente cosa volesse dire, ma quella volta non mi avrebbe incastrato.
 
Ma prorpio in quel momento mi voltai come presa da una.strana sensazione e notai chriss scendere le scale a petto nudo, con addosso solo un fottuto pantaloncino troppo a vita bassa tanto da far vedere bene la sua v rovesciata che finiva per metà nei suoi boxer neri.

Cazzo se era bello.

Si diresse in cucina, e jack si accorse di lui mentre io avevo abbassato lo sguardo, imbarazzata da cio che la mia mente involontariamente aveva pensato.

"Bro??" lo chiamò
"Mmh?" Si limitò a rispondere oltre il muro della cucina.
"Vieni qua!"
Ma lui non rispose.

"Chriss vieni subito qua porca puttana"
Dopo un paio di secondi lo vidi spuntare da dietro l'angolo  con una bottiglia d'acqua tra le labbra che mandava giu facendo salire e scendere il suo pomo d Adamo.

Deglutii in difficoltà

Ma non appena ci fu davanti,  non riuscii far a meno di notare quanto fosse sudato, così tanto da far illuminare la sua pelle e definire i suoi muscoli contratti.

Era un figo della Madonna,e non riuscivo a non pensare a cosa ci fosse sotto quei dannati boxer, e le vene sul suo basso ventre non miglioravano di certo la situazione.

Cazzo.

"Hai cambaito di nuovo la passwaord, cazzo mi serve Bro!"

Lo vidi sbuffare e subito dopo si venne a sedere tra me e jack, con i suoi  modi del cazzo, dato che sfiorò bruscamente la mia gamba con la sua.

Sapevo bene che l'avesse fatto apposta, e non appena lo vidi piegarsi sul tavolino verso il pc, mi alzai di scatto.

Dovevo allontanarmi.

"Dove vai Occhi verdi?"
"Prendo da bere, vuoi del vino?"
"Siediti, vado io!"
Lo guardai di sbieco, avrebbe dovuto capire la situazione, ma da stronzo  qual era spostò il suo sguardo, e si alzò senza darmi più di nessuna possibilità di fuga.

Amico di merda!

"Lo sai che l'ha fatto apposta vero?" Disse senza spostate lo sguardo dallo schermo, e con quella sua voce roca la stessa che mi era mancata terribilmente tanto in quei giorni, ma ignorai ogni pensiero e mi buttai di peso sul divano, facendo uscire uno sbuffo dalle mie labbra.

"E uno stronzo!" Puntualizzai.

Ma lui a quel punto mi guardò, facendo scendere i suoi occhi fino ai miei piedi.

"Ti rendi conto che siamo a novembre, vero?"
Alzai le sopraciglia non capendo la sua frase

"Dovresti vestirti una volta tanto!" Tornò ad usare quel tono autoritario che tanto odiavo, ed io mi limitai semplicemte ad alzare il mio dito medio nella sua direzione.

Per qualche secondo, sembrò non essere intenzionato a controbattere, dato che aveva lo sguardo fisso sul pc, mentre le sue dita picchiettavano sulla tastiera.

"Scusa!" Sussurrò a pena, nel modo più inaspettato possibile.
Ma io capii lo stesso quella parola che tanto faceva fatica ad uscire dalle sue labbra.

"Cosa?"
Spostò i suoi capelli, e si voltò verso di me.

Troppo vicino.

"Mi dispiace per l'altro giorno, non era mia intenzione darti della poco di buono"
Alzai le sopraciglia, non credendo alle mie orecchie.
"Ma l'hai fatto!"
"No Al, non era quello che volevo dire!"
Alzai le spalle, e lui sembrò innervosirsi.

"Accetta queste cazzo di scuse" sputò fuori rabbioso, anche se cercava di controllarsi, lo notavo dal modo in cui respirava.

Ma non ebbi modo nemmeno di rispondere, dato che cambiò  di nuovo argomento com'era suo solito fare.

"Vai a metterti un cazzo di pantalone!"
Sbuffai esasperata.
"Non iniziare di nuovo con questa storia, la cosa non ti riguarda!"
"Cazzo se mi riguarda!" Urlò, ma nello stesso momento Jack si avvicinò a noi poggiando una bottiglia di vino su quel tavolino, e di fronte alla sua presenza Chriss sembrò ammutolirsi completamente.

E mentre stavo pensando come fuggire da quella situazione, sentimmo il campanello suonare, ed io spontaneamente mi alzai.
Anche perché non credevo l'avessero fatto loro.

Ma quelle mani che conoscevo bene, mi afferrarono il bacino, e dopo pochi secondi tornai seduta bruscamente contro quel divano.

"Vado io!"

Non so precisamente quanti minuti fossero passati, ma dannatamente troppi da sopportare per il mio cervello.
Volevo sapere chi fosse che lo stesse trattenendo tanto fuori da quella porta, per altro a petto nudo nel bel mezzo della notte.

Ma proprio in quel momento notai la porta aprirsi e la sign Brown entrare dentro,  seguita da Chriss.

I miei occhi si incollarono su di loro, e Chriss poggiò il suo braccio contro il muro evitando il passaggio a quella stronza, uno di quei gesti che faceva sempre con me.

Una strana sensazione invase il mio cervello e ogni centimetro  del.mio.corpo.

Sentii la mia gamba iniziare a prendere uno strano movimento, si muoveva in modo incontrollato, mentre i miei denti stavano iniziando a torturare le mie unghie dal nervoso.

"Smettila di guardarli in quel modo, sembri una stolker"
La voce di jack mi fece tornare in me.
E spostai lo sguardo.

"Non li sto guardando" mentii

Lui sorrise beffardo.

"Certo come no! Stai solo prendendo fuoco dalla rabbia"
"Vaffanculo Jack!"

I miei occhi rimbalzarono da lui, a Chriss e quella stronza, nervosi instabili.

"Questa perché cazzo è venuta qua, si rende conto di che ore sono" mi lamentai, prima di alzarmi da quel fottuto divano.

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