Se Mi Guardi Mi Arrendo -IN R...

Von Bersagliera92

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Alissa Milton una ragazza di 18 anni stronza e ribelle o almeno e ciò che vuol far credere di se stessa da qu... Mehr

PROLOGO
The Start of my Life! ♡
Uno scontro Inaspettato
Mi ritorni in Mente
Un attrazione sbagliata
Un mare in tempesta
I'm here
Una scossa al cuore
Occhi dentro Occhi
Un chiodo Fisso
Tra le tue braccia
Molto più delle mie aspettative
Una bellezza disarmante
Insopportabile
Un senso di colpa
Un bacio inaspettato
sex on love?
Tu sei mia
Senza controllo
Un'amicizia Impossibile
Un vero Coglione
Uno di Troppo
Un gioco sleale
Parole di ghiaccio
Due calamite uguali, a volte si respingono
Ho bisogno che tu Rimani!♡
Se riuscirei ad Odiarti
Inevitabile
Voglia di te
Noi un incastro Perfetto
Un attimo di felicità
La paura a volte può fotterti il cervello
Resta Ancora un Po'
Alcune Mancanze ti soffocano l'Anima
Io e te, il resto del mondo l'ho scordato.
Oltre i Limiti
Quel disperato Bisogno che ho di Te
Un cuore in mille pezzi
Facevano L'amore solo a guardarsi
Ammaliato da tanta Bellezza
"Ciao..River!"
Contro la Tua volontà
Ad un Passo da Te
Se fosse tutto Magnifico
Se solo fossi Mia
Ci perdiamo per poi riprenderci
Sì mangiavano di Desiderio
Un inferno Indimenticabile
Nella Follia più Assoluta.
Baciami! né ho Bisogno!
Per una Volta
Solo per una Notte
Senza te
Una tempesta su di Noi
Un tunnel senza via d'uscita
Un legame indissolubile
Finalmente Qui!
Il confine di un'attimo
Estremamente Complicati
Il nostro perenne Equilibrio
"Alla nostra..River"
Un incessante Desiderio
Tu! la mia unica Forza
Non so Spiegarti il Perché
Finalmente a Casa
Bruciare Per Te
Un'unica Dipendenza
Troppo distanti !
AVVISO
Fuori Controllo
In netta collisione
Sotto il tuo sguardo
Un antidoto Naturale
Tienimi per mano
In continua distruzione
Nonostante tutto
Tu mi appartieni
Mi salvi un attimo prima, che tocchi la terra
Guardami negli occhi, anche quando non parlo.
Siamo Uguali, fatti degli stessi Mali
Come a dirti, io ci sono. Come a dirmi, sarò sempre qua!
Stringimi la mano, portami lontano
Inesorabile
Per la prima volta!
In equilibrio su di Me
Il silenzio è oro, ma se lo sprechi è zero
Copertina
°Ad un passo da perdere Te°
●Due Puntini Da Lontano●
Cascare nei tuoi occhi
Un respiro si toglie solo se il Cuore ti batte di piu!
Sei la mia Cura, e la mia Dannazione
Dove sei tu, quella è Casa.
Avviso!
Il posto in cui Tornare
Un posto per l'eternità
Veleno e Antidoto
La ferita che nessuno ha mai curato
Ciao Brother
Un Amore complicato
L'anima in pace.
Mai senza Te
Tienimi con te
Epilogo
Avviso
Avviso!

Gli sguardi come oceani, gli abbracci come Ancore.

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Von Bersagliera92

"Fanculo al mio ego, non so se mi spiego sono cresciuto pure senza te ma sai quanti tagli ormai che non riuscirò piu a nascondere.

Con la faccia pulita, e la pelle che è  sporca dai lividi blu, non mi manca il fiato, mi manchi tu..."
                                            Plume⚘

Strinsi le mani contro il marmo di quella fottuta finestra, mentre i miei occhi sembravano fissi su un punto indefinito del giardino, e i pensieri non volevano darmi tregua.

Erano le 3.00h di notte, e non riuscivo a dormire.

Mi sentivo soffocare, opprimere da quel cazzo di senso di colpa che portavo addosso, e che quella notte senza un vero motivo si era ampliato.

Aprii la finestra, facendo scontrare il freddo di novembre sulla mia pelle.

Ma quello non bastò per farmi tornare a respirare.

Non riuscivo a sentire niente, se non la voglia di spaccare qualsiasi cosa avessi a portata di mano.

Il motivo principale del mio stato d'animo, non era quella serata del cazzo appena trascorsa, ma qualcosa che mi stringeva nel petto, che portava la mia mente a non andare oltre, che mi faceva vivere la vita a metà. Che annullava ogni mio modo di essere , e mi faceva diventare debole.

Ormai ero abituato a tutta quella merda che mi circondava, sopratutto a mio padre e il suo continuo modo di mandarmi in bestia, avevo imparato a gestire ogni cosa, ogni fottuta cosa tranne una.

C'era qualcosa che non mi dava la possibilità di essere felice, qualcosa piu grande di me, e quel fottuto cielo lo sapeva piu di quanto potesse ricordare il mio cervello del cazzo.

Era impossibile anche a distanza di tutto quel tempo rimettere insieme i pezzi di quella maledetta sera che mi aveva cambiato la vita, il mio cervello aveva cancellato ogni cosa, dato la quantità di merda e alcool che avevo ingerito, e oltre che a sentirmi responsabile, egoista, bastardo, una vera merda, non ricordavo altro se non il forte rumore di quello scontro che avevo causato tra la mia moto e la sua.

Mandai giu un sorso di vino che da troppo tempo avevo tra le mani, completamente ferito lì dove mai a nessuno avevo dato la possibilità di arrivare.

II mio fottuto cuore.

"Cazzo!"
Avevo ucciso il mio migliore amico, mio fratello.
E quello non sarebbe mai cambiato.
Ero l'unico colpevole, e mi sarei portato quel peso addosso per il resto della mia stupida vita.

Avevo commesso un errore irreparabile, ero condannato a vita da quel senso di colpa.

Tirai un pugno contro la finestra.

"Porca puttana"

Non avrei mai potuto accettarlo.

"River?" Portai i miei capelli indietro, e mi voltai al suono della sua voce, che avrei preferito non sentire in quel momento.

Cazzo, stavo sprofondando e lei non doveva assistere a tutto quello.

"Al?" Sussurrai a pena, cercando di fermare la mia mente

E notai solo allora il suo corpo ricoperto solo da un fottuto completo intimo, mentre stava poggiata con la spalla contro la porta della mia cazzo di camera.

Spettacolare

Ogni sua forma, ogni centimetro della sua pelle era troppo per i miei occhi, e il profumo del suo bagnoschiuma riempì l'intera stanza, fino ad insinuarsi minaccioso nelle mie narici.

Irresistibile.

Aveva quel maledetto vizio di distrarmi dai miei pensieri, di farmi avvicinare così tanto alla felicità, ma uno come me non meritava tutto quello, e ciò che avevo fatto mi tornava in mente,  facendo precipitare  ogni suo tentativo.

"Sono le 3.00h dovresti andare a letto" dissi brusco.

Volevo restare solo.

Volevo evitarla.

Mi voltai.

Ma lei al contrario delle mie parole mi raggiunse, e avvolse le braccia intorno al mio ventre, e poggiò le labbra sulla mia schiena

Essenziale.

Le sue dita si spostarono sulle mie braccia, fino a soffermarsi su quel tatuaggio

Non stavo guardando, ma sapevo bene in quale cazzo di punto fosse.
Come una cicatrice indelebile.

Mi era bastato quel tocco, quel piccolo gesto per farmi capire che senza alcuna spiegazione aveva percepito ciò che attraversava la mia mente.

E per altro in quel modo sarebbe stato difficile allontanarla.

Mi sentivo ancora di più una merda, avrei dovuto essere sereno, farla ridere come meritava, e invece ogni volta la portavo in quello schifo, la trascinavo nei miei cazzo di problemi mentali.

"Smettila di pensare, Chriss"
Sussurrò a pena, ed io mi voltai su me stesso, fino a ritrovarmi vicinissimo al suo viso.

Ancora una volta davanti a lei non mi stavo nascondendo, avevo abbassato ogni maschera.
E poggiando la mia fronte sulla sua, strinsi gli occhi, sentendo quel dolore tagliare ogni centimetro del mio cuore.

Non né sarei più uscito.

"Avresti bisogno di parlarne, di tirar fuori tutto ciò che provi."

Ogni mia idea di lasciarla fuori da tutto quello, era andata in fumo.

"Non ci riesco!.." ammisi piu a me stesso.
"..E questa è la peggiore delle condanne'

"Hey, lo so che fa male. Ma se lo vuoi davvero riuscirai a tirar fuori ogni cosa, e credimi solo in quel modo potrai uscire da quella merda in cui sei finito"

La guardai

"Al, sai benissimo che non sono quel tipo di persona che riesce ad esprimere ciò che sente. E poi quella che tu chiami merda, non è altro che una conseguenza delle mie azioni"

I suoi occhi nei miei

"Sei sempre troppo esagerato, soprattutto con te stesso"

Chiusi gli occhi cercando di ignorare il suo tentativo di farmi passare per la brava persona che non ero.

"Vorrei solo non pensarci, porca puttana" intensificai il mio tono di voce.

"Prima o poi dovrai farlo Chriss, dovrai affrontare quel dolore, nonostante faccia male, ed io sarò qui ad ascoltarti"

"Dovresti farlo anche tu!" Replicai

"Io sto bene. Ora parliamo di te!"

Non meritavo una donna come lei al mio fianco di quello né ero certo.
E Dio per la prima volta sembrava avermi fatto un cazzo di piacere, dato che era sempre stato contro di me.

"Dimmi perché stai con me Milton? Faccio schifo come persona, e non ti merito per niente. Poche ore fa stavamo ridendo, e guarda ora?"

Le sue mani raggiunsero i miei capelli, portandoli indietro, uno di quei gesti che odiavo profondamente fin da quanto ero bambino, e ancora di più nei ultimi anni, dato che mi riportava indietro con il tempo, facendomi ricordare quella donna del cazzo di mia madre, ed io odiavo anche solo farla entrare nella mia testa.

Ma alle sue mani non avrei rinunciato, ed era per quello che era l'unica a cui permettevo di farlo.

"Sto con te perché ti amo Chriss, e non esiste al mondo altro ragazzo che vorrei"
"Ti sei innamorata di uno stronzo, questo non dimenticarlo mai, Al"
"Mi stai mettendo in guardia da te stesso?" Replicò.
"Si, so perfettamente che tutto questo che stiamo vivendo finirà, ed io non potrò fare un cazzo per impedirlo.
Scoprirai chi sono davvero, ogni cazzata che ho fatto, e non sarai più al mio fianco. Non mi guardarai più con quei occhi verdi magnetici.."

Sospirai

"..Nella mia vita va sempre tutto a puttane, e questo che ce tra noi farà la stessa fine, ma cazzo al solo pensiero di perderti, vado in bestia" dissi tutto d'un fiato quasi a non fargli capire le mie parole.

"Chriss smettila di dire queste cose, io e te non ci perderemo, qualsiasi siano le tue cazzate "
"Non fare promesse che non puoi mantenere"

Alzai gli occhi nei suoi.

Ancora una volta, avevo messo la mia vita prima della sua, il mio dolore, le mie paure e ogni cazzo di cosa, prima di tutto.

E mi sentivo un vero stronzo. Dovevo comportarmi da UOMO, da un fottuto fidanzato del cazzo il quale avevo promesso di essere, e non come un cretino senza palle.

Afferrai il suo viso nelle mie mani, azzerando ogni distanza.

"Al?" Sussurrai a pena, a pochi centimetro dalle sue labbra.

"Sta zitto, Odio quanto fai così. So tutto quello che mi basta sapere, quella sera sulla spiaggia prima che andassi via, mi hai raccontato abbastanza..." interruppi ogni sua parola.
"Mi dispiace, sono un coglione"

I suoi occhi si aprirono dallo stupore.
"Certo che lo sei!" Puntualizzò.

"Al, non sono ancora in grado di gestire questa fottuta paura che ho di perderti, dannazione è la prima volta che mi sento così, è non so che cazzo fare, come cazzo comportarmi" ammisi al quanto esasperato, dato che nella mia vita non ero mai arrivato ad avere un legame così forte, se non con Luke, e quel strano nodo alla gola, quel bruciore allo stomaco, e quella dannata gelosia anche sull'aria che respirava stava peggiorando sempre di più.

Lei era mia, e non riuscivo più ad immaginare la mia vita senza la donna che aveva rubato il mio cazzo di cuore, che era stato freddo, congelato per troppo tempo.

Lei, l'unica in grado di smuovere qualcosa al mio interno.

Lei, l'unica che era riuscita a placare la mia rabbia.

Lei, l'unico motivo per cui non mi facevo abbattere da quei ricordi.

"Ti fidi troppo poco dei miei sentimenti, se credi che qualche cazzata che hai fatto in preda alla tua insensata rabbia possa allontanarmi da te"

Non avrei perso anche lei.

"Voglio solo che tu sappia bene chi hai di fronte"
"Lo so già!"

Cazzo, se l'amavo.

"Prima o poi riuscirò a renderti felice"  una promessa che avrei voluto a tutti i costi mantenere 
"Lo sono gia Chriss"
Alzai le sopracciglia non credendo minimante alle sue parole. Non poteva essere felice in quel modo, ogni cazzo di giorno doveva avere a che fare con i miei problemi, con la mia rabbia che non riuscivo a placare, con i miei sbalzi d'umore, e sapevo bene che l'unica cosa di cui aveva bisogno era sorridere, quel gesto che la vita gli aveva tolto, io avrei tanto voluto ridarglierlo.

"Vuoi aiutarmi a non pensare?" Dissi malizioso, cercando di spostare quel discorso in ben altro.
Con l'unico desisderio di perdermi nel suo sapore, di baciarla fino a che non né avrei avuto abbastanza.

Ma lei stupì ogni mia aspettativa
Come sempre del resto.

Lasciò un piccolo bacio, labbra contro labbra, prima di uscire di fretta dalla mia stanza, per altro con addosso solo quel fottuto completo intimo.

"Porca puttana" imprecai a causa di una folle gelosia, al solo pensiero che quello stronzo di jack si trovava in quella stessa casa, e che avrebbe potuto vedere ciò che era unicamente mio.

Mio cazzo.

E cosi mi ritrovai a scendere velocemente quelle scale.

Alissa
Non sapevo di preciso cosa stesse succendendo alla vecchia Alissa, ma da quanto avevo a che fare con quel ragazzo dai occhi scuri ero stata contagiata dal suo modo di fare, e in quel momento stare lì davanti a lui completamente nuda, o quasi, non provavo nessun imbarazzo.

Ero audace, e quasi iniziavo a piacermi.

Scesi velocemente le scale, fino ad arrivare come un fulmine in cucina.

Era novembre, e avrei dovuto indossare uno di quei pigiami di pile anti sesso, ma Chriss e il suo modo di tenere sempre i termosifoni al massimo della temperatura me l'ho impedirono, ecco perché avevo fatto una doccia e mi ero sbarazzata di quella maglia a collo alto,  e forse iniziai ad apprezzare la sua mania di controllo.

Ma ero leggermente infastidita per il modo in cui alcune volte non credeva in noi, screditava tutto ciò che avevamo costruito, ogni emozione che ci legava.
Certo sapevo bene cosa aveva invaso  la sua testa, l'avevo capito senza neppure guardarlo in faccia, mi era bastato notare le sue spalle rigide, e il suo viso puntare in basso.

Quel dolore, quel senso di vuoto, lo provava sopratutto per il suo migliore Amico, per la persona che non smetteva di pensare nemmeno un minuto.

Ma quello non lo giustificava.

Anche se quel senso di colpa non lo faceva piu respirare, ed era arrivato ad un punto di non ritorno

Anche sé era al limite di ogni sopportazione.

Tutto quello mi aveva portato a non approfondire l'argomento, e usare una tattica diversa per distrarlo.

Avevo il necessario bisogno di vedere il suo sorriso, di perdermi nel suo solito ghigno, avevo bisogno del mio Chriss, che quella sera mi era mancato.
Ma quello che vedevo non faceva altro che spingermi in quel dannato tunnel oscuro nel quale avevo vissuto per troppo tempo.

Il suo dolore era il mio

Il suo senso di colpa, era simile al mio.

Il rimpianto, il rimorso, ogni sensazione che provava, sapevo bene cosa significasse.

Erano due situazioni diverse, ma che ci avevano fatti sentire allo stesso modo.

E nessuno più di noi, sapeva cosa si provava a vivere in quello schifo, con quel peso sulle spalle.

Avrei voluto aiutarlo, ma lui non era ancora pronto.

E forse io non ero la persona adatta.

Aprii il forno, e tirai fuori il pollo che avevo cucinato quella sera, che per altro lui non aveva minimamente toccato a causa di suo Padre.

"Che cazzo stai facendo?" Il tono della sua voce sempre così serio e roco, mi fece voltare, e lo vidi avvicinarsi a me a gran falcate, sempre così bello e incazzato, come sempre del resto

"Mi dici per quale cazzo di motivo sei scesa in cucina, senza una fottuta cosa addosso?" Mi ringhio contro, ma io ignorandolo accesi il microonde.
E poi tornai a guardarlo.

"Ho fame! Perciò siediti e non fare storie" cercai di sembrare dura.
"Fanculo Al, dovevi metterti una cazzo di maglia addosso, porca puttana c'è Jack di sopra"
Si passò una mano tra i capelli, ed io feci il giro dell'isola trovandomi proprio davanti ai suoi occhi, a pochi centimetri dal suo viso.

"Jack starà dormendo ancorato a tua sorella, rilassati, e non fare il geloso"
"Questo dovrebbe tranquillizzarmi?" Alzò notevolmente il suo tono.

Forse la sua mania di controllo non era poi sempre una cosa positiva.

"Potrei salire di sopra e spaccare la faccia a quel coglione di Jack, per il suo continuo stare sempre attaccato al culo di mia sorella"

"Stai delirando"
"O forse dovrei aggiungere anche te alla lista"
"Smettila"
Portai le mie mani sul suo viso, che subito dopo feci scorrere tra i suoi morbidi e ancora umidi capelli.

Aveva il maledetto vizio di non asciugarli MAI.

Ma un misero secondo dopo, sentii i miei piedi sollevarsi dal pavimento, e il mio sedere poggiarsi sull'isola della cucina.

"Chriss?"
"Cazzo, sono indeciso dal prenderti a schiaffi, o entrare dentro di te in modo cosi rude da farti pentire di esserti innamorata di me"
Sentii una strana sensazione attraversare ogni centimetro del mio corpo, fino alla punta dei piedi

E proprio in quell' istante lui aprì le mie gambe, facendole avvolgere al suo bacino, e pochi istanti dopo sentii le sue labbra premere con possesso sulle mie.

Le quali dischiusi fin da subito dandogli ogni tipo di accesso.

La mia lingua cercava bramosa la sua

Il suo sapore invadeva di gran lunga il mio.

Le sue mani scesero dalla mia nuca fino al fondo schiena, lente ed esperte.

Mi ritrovai a gemere sulle sue labbra nello stesso istante che la sua prerompenza spinse contro le mie mutandine.

"Chh..riss"
sentii il mio basso ventre infuocarsi mentre lui spingeva sempre piu, facendomi ben percepire tutta la sua grandezza.

Lo desideravo.

Ogni parte di me santa e pura andò a farsi fottere, e una gran voglia di superare quel limite, di infrangere ogni regola, e fare quello che mai avrei nemmeno immaginato di fare, sembrò intensificarsi sempre piu.

Volevo fare l'amore con lui, lì in quel momento, su un cazzo di tavolo, senza pensare a niente se non ai nostri corpi che si univano.

Ma il rumore del microonde mi distrasse da ogni pensiero poco casto aveva appena attraversato la mia mente, e tornai in me, rendendomi conto dell'assurdità dei miei pensieri.
Io non ero in quel modo, e non potevo aver anche solo immaginato di concedermi a lui così, cazzo non potevo aver dimenticato che in quella casa non eravamo soli.

"Spostati" dissi di punto in bianco.
"Cazzo!" Indietreggiò solo con il viso.

"Chriss?" Lo richiamai, conoscendo bene il suo sguardo da eccitato.
"NO! Non mi sposto" dichiarò, al quanto convinto.
"devo ricordarti la tua stupida presa di posizione di non toccarmi?"
"Fanculo!"

Staccò il suo corpo dal mio, ed io ignorando quella sensazione di vuoto, saltai giù da quel ripiano, prima di tirar fuori il pollo dal microonde.

"Metti questa, o apparte incazzarmi, ti entro nelle mutande contro ogni tua volontà" la t-shirt che fino a due secondi prima era sul suo corpo, aderì sul mio viso.

Alzai gli occhi al cielo, prima di accontentarlo.

*
Un petto scolpito, delle braccia tatuate, un viso contratto, e quelle stupende labbra che si aprivano e chiudevano in modo veloce e dannatamente sexy per il mio cervello
Era tutto ciò che fissano ormai da alcuni minuti.

Avrei dovuto mangiare anch'io dato che il mio stomaco reclamava, ma non facevo altro che ammirare la sua BELLEZZA

"Toglimi quei occhi di dosso Milton"
Dichiarò alzando lo sguardo.

"Non ti sto guardando" mentii.
"Non dire stronzate, stai sbavando" ammise con fin troppo naturalezza, e subito dopo mi lanciò un tavogliolo accartocciato dritto in faccia.

"Sei sempre così presuntuoso.." afferrai il tovagliolo tra le dita "e stronzo" lo feci aderire contro la sua fronte.

Sorrise, come solo lui sapeva fare, ed io mi sentii mancare il respiro, non erano stronzate era davvero cio che mi provocava.

Finalmente addentai un pezzo di carne, per distrarmi dalla sua imminente bellezza.

Ma quello durò troppo poco, dato che lui tirò indietro i suoi capelli, e stappò due bottiglie di birra con l'accendino, prima di farla scorrere sul tavolo, fino a farla fermare contro la mia mano.

"Bevi!" Mi dedicò un occhiolino, ed io gli alzai il dito medio, indispettita dal suo modo di fare.

Ma la verità era che non avrei potuto desiderare di meglio.

Avevo tutto ciò che volevo.

Lui era tutto ciò che volevo.

Sorseggiai quel liquido, e non appena il vetro toccò di nuovo il tavolo, la mia bocca partì senza che me ne accorgessi.

"Stai bene?"
Sollevò le sue sopraciglia meravigliato, aveva capito bene a cosa mi riferivo.

"Si!" Mentiva.

Ma non volevo insistere, per una volta doveva essere lui ad aprirsi a me, senza alcuna pressione da parte mia.

"Quando sono con te sto sempre bene Al, ora smettila di preoccuparti" disse quasi infastidito.
Ed io annuii incapace di dire altro.

Non volevo peggiorare le cose.

Afferrai le sue sigarette che si trovavano sul tavolo, e né portai una tra le mie labbra.
Ma non appena alzai lo sguardo, trovai il suo puntato sul mio.

"Che c'è?"
"Levati quella merda dalla bocca"
"No!" Dissi, sentendo il fumo invadere la mia bocca e arrivare fino ai miei polmoni.

"Perché cazzo lo fai?" Mi chiese, con un tono di voce infastidito.

Ma io cambiai discorso, non poteva avere quel diritto su di me.

"Jessica era davvero felice di avervi tutti e due allo stesso tavolo"  poggiai il mento sopra la mia mano, mentre il fumo usciva leggero dalla mia bocca.

"Non nominarmi quella stronza di mia sorella" mi puntò un dito contro
"Non mi costringerà piu a fare una cosa del genere, non può avere sempre tutto cio che vuole, cazzo. Ed io e suo padre non ci troveremo piu seduti allo stesso tavolo" dichiarò stringendo la sua mascella.

Ed io corrugai la fronte, non essendo minimanete d'accordo con le sue parole

"Quello è anche tuo padre, e mi avevi promesso che ci avresti provato, che saresti uscito con lui al di fuori di quell'ufficio Chriss"

Allargò le sue braccia.
"E quello di stasera cos'era secondo te?"
"Smettila!" Dissi al quanto seria.

E lui alzò gli occhi al cielo.
"Anche tu avevi promesso che avremmo parlato di quello che è  successo, dov'è e come volevo io"

"Io non mi sto tirando indietro" alzai le mani.

"Va bene cazzo! Ora possiamo non parlare di quel bastardo? E spegni quella sigaretta."

"Va bene che significa?" Insistetti.
"Alissa!" Tirò fuori il mio nome dalle sue labbra, quasi in un lamento

"Uscirai con lui?" alzò le sue sopracciglia.
"Perché mi costringi a farlo, cazzo di cosa dovremmo parlare? Io non so più chi sia quell'uomo"
"È tuo padre, e tu sei uno di parola, quindi non puoi rifiutarti"

Sbuffò, e strinse le dita contro il vetro di quella bottiglia che ancora aveva tra le mani.

"Vaffanculo, lo faccio. Ma ad una condizione"
"Sarebbe?"
"Tu e Jack dovete spiegarmi ogni minimo dettaglio di questa strana amicizia tra voi, che per altro non ho ancora approvato"

Annuii.
Sapevo che prima o poi avremmo dovuto affrontare quel discorso, ma sinceramente per un secondo avevo immaginato di tutto, mille pensieri avevano attraversato la mia mente, ma non che la sua condizione fosse stata quella.

D'un tratto mi tolse la sigaretta dalle mani, e la spense con violenza contro quel posacenere.

"Chriss.." tentai di parlare.
"Cazzo se cucini bene, Milton" disse molto probabilmente per deviare com'era suo solito ogni parola stesse uscendo dalle mie labbra.

Ed io mi arresi volentieri.

"Non ci credo! Hai finalmente ammesso che sono molto piu brava di te" lo stuzzicai, e lui iniziò a rubare la carne dal mio piatto.
"Hey, ho solo detto che sei brava. Ma non più di me, chiariamo subito le cose"
"Ma se non sai cucinare altro che spaghetti alla carbonara" mi lementai, sperando che ci credesse.

"Non ti conviene provocarmi. Oppure dovrò ricordarti un paio di cose sulla mia cucina, o quello che ci abbiamo fatto sopra" 
Puntò la sua forchetta contro il mio viso, con fare minaccioso.

Ma io capii subito dove volesse arrivare. O meglio le sue parole mi portarono alla mente i ricordi che avevamo vissuto in quel weekend a casa di Jack.

E alzai le mani, arrendendomi.

Non avrei mai vinto contro uno stronzo del genere

E così mi alzai, e portai i piatti ormai vuoti sul ripiano della cucina.

"Dimmi una cosa, oltre che a sbattermi in faccia il tuo cazzo di culo, nel quale non posso entrare. Hai mai usato un pennello?"

Chriss

Non sapevo ancora quale motivo mi avesse portato a dire quelle parole, o perché tenessi tanto a fare quello che mai avrei neanche lontanamente immaginato.

Ma né sentivo la necessità.

Da quanto avevo scoperto di quella gravidanza, mille sensazioni avevano attraversato la mia mente

Ma quella che non riuscivo piu a togliermi di dosso da quanto avevo sentito quel cuoricino rimbombare nelle mie orecchie, mi stava facendo comportare in quel modo

Sentivo una certa affinità con quel puntino che mia sorella portava in grembo, l'avevo capito dalla prima volta che avevo poggiato la mia mano sullla sua pancia e lui in un certo senso mi aveva risposto.
E anche se sarei dovuto essere l'ultima persona ad avere un privilegio del genere, dato il modo in cui non lo avevo assolutamente accettato, era succcesso.

Io e quel puntino, eravamo legati.

E anche se ero stato un fratello di merda, non avevo nessuna intenzione di fare lo stesso errore nelle vesti di zio

Quel bambino avrebbe potuto cambiare ogni cosa.

Parcheggiai la macchina davanti casa, e saltai giù con uno stupido sorriso sul volto
"Jessica ti ucciderà né sono certa" guardai quei occhi verdi con un finto fastidio, e gli passai il barattolo della pittura che in piena notte eravamo andati a comprare

"Al, fidati di me per una volta" notai il modo in cui alzò  gli occhi al cielo, prima di incamminarsi dentro casa.

Ed io affferrai l'altro secchio prima di raggiungerla.

*
Avevo annullato ogni pensiero, dedicandomi solo ed esclusivamente a cio che stavo facendo.

Era un po di tempo che non disegnavo, dal tatuaggio di Alissa.

E quasi avevo dimenticato quanto la cosa mi facesse sentire bene.

Ma era anche la prima volta che usavo un pennello, la prima che dipingevo una parete, e ogni volta che  il muro si colorava di azzurro,
-quel colore che Alissa mi aveva consigliato di non prendere- mi sentivo terribilmente sereno.

Una sensazione che mai come in quel momento apprezzai. Ne avevo un assoluto bisogno, e forse per la prima.fottutissma.volta nella mia vita, avevo capito quale fosse la cosa che mi permetteva di staccare, nessuno sport del.cazzo mi aveva mai portato fino a quel punto.
Dato che non stavo scaricando la mia rabbia, i miei pensieri, la mia coscienza, come facevo con lo sport. NO. Quello era diverso avevo annullato ogni cosa, lasciando la mia mente completamente Libera.

"Christian?" Sentii la sua voce chiamarmi, ma io troppo concentrato sul movimento della mia mano, non risposi

Ma subito dopo poggiai il pennello a terra e mi sfilai la t shirt prima di fissare attentamente la mia opera d'arte.

Ma una strana sensazione mi fece voltare alla mia sinistra e trovai il viso di Alissa schizzato di pittura mentre mi fissava come se fosse la prima volta che mi vedesse

Meravigliata

"Che ce?" Dissi corrugando la fronte.
"E bellissimo" Rispose spostando lo sguardo alla parete, ed io mi avvicinai a lei,  perdendomi per alcuni secondi nella sua di bellezza

Aveva raccolto i suoi capelli in una crocchia disordinata, e il suo viso era ricoperto da alcune strisce azzurre, mentre la curvatura del suo seno era ben visibile ai miei occhi, data la stupida canotta che aveva indossato sotto la felpa che magicamente era sparita dal suo corpo.

Deglutii, non distogliendo lo sguardo dal suo seno.

"Smettila di fissarmi, sembri un pervertito" disse di punto in bianco.

La desideravo come.una fottuta droga, e non sapevo più se sarei riuscito a trattenermi, e portare avanti quella stupida promessa che mi ero fatto.
Ero al limite.

"Sei stata tu a cominciare" cercai di stuzzicarla, e subito dopo afferrai i suoi glutei, e la sollevai al mio bacino.

"Chriss?"
"Sschh, o avrai a che fare con il pervertito che ce in me"

Afferrai le sue labbra nelle mie con decisione, e facendo scontrare la mia lingua con la sua, il mio corpo e sopratutto il mio membro si accesero di un desiderio impellente.

E senza pensare a cosa cazzo stessi facendo, uscii da quella camera, e raggiunsi in fretta la mia.

Ogni promessa che mi ero fatto stava per andare completamente a fanculo.

Alissa
SUccedeva sempre così, il suo corpo richiamava il mio, le sue labbra si prendevano con possesso le mie, il desiderio ci invadeva fino a far fottere il nostro cervello.

E ogni Buon proposito, ogni tentativo di mantere quella distanza,svaniva.

La mia schiena toccò violentemente il  letto, e lui sempre così dannatamente  bello, si privò dei suoi pantaloni lasciando ai miei occhi la miglior visuale del suo corpo sempre così muscoloso, e per altro i suoi boxer neri risultavano maggiormente sulla sua prerompenza, mentre fasciavano
le sue gambe.

Delineando il suo quadricipite

Bellissimo
Spettacolare

"Cazzo Al non guardarmi cosi" disse avanzando sul mio corpo.

"Come dovrei guardarti?"

Occhi verdi dentro occhi neri.

"Non supplicarmi di scoparti" tirò fuori quelle parole con un tono di voce piu roco del solito.

Sfiorai il mio naso con il suo, per poi spostarlo sul suo collo.

Quel profumo invase le mie narici, ed io mi beai di quella sensazione.

"Non è quello che Vuoi?"
Lo stuzzicai.

"Non ho nessuna intenzione di alzarmi e rinunciare a te, perciò troveremo un altro modo per stare bene" bloccai il respiro al suono della sua ultima parola.

Che aveva in mente?

Che significava bene?

E pochi istanti dopo le sue morbide labbra si avvertarono su una parte del mio.collo mentre spingeva il suo bacino contro il mio, e teneva ben stretti i miei polsi sul materasso.

Ansimai per quel che mi stava procurando, e i suoi occhi neri fissaronoi miei.

"Sei mia Milton"

"Tua, River" sussurrai pochi istanti prima che la mia canotta e i miei legghins lasciarono bruscamente il mio corpo.

Le sue dita sfiorano ogni centimetro del mio corpo.

Fino a che non si abbassò contro il mio bacino, e spostando l'unica stoffa che ci divideva  mi regalò tutto il calore della sua bocca.

*
Le mie dita non facevano altro che scorrere tra i suoi capelli in modo dolce, stavo ripetendo quel movimento da un tempo indefinito, e lui stranamente sembrava apprezzare il mio gesto.

Eravamo distesi sul letto, lui con la testa sul mio ventre, e una mano ben piantata sulla mia gamba nuda, troppo vicina al mio punto piu sensibile.

Mentre fuori stava per sorgere il sole, noi avevamo passato la notte senza mai chiudere occhio, ma quello non era il mio pensiero principale, avevo altro per la testa, al tal punto che in modo del tutto inaspettato cambia le nostre posizioni, trovandomi a cavalcioni su di lui che mi guardava abbastanza sorpreso.

"Che cazzo fai Al?" La sua voce era abbastanza più roca del solito, forse dovuta dal sonno che avevamo addosso, o semplicemte dalla sua voglia così uguale alla mia.
Ma ignorando tutto quello piantai le braccia vicino al suo viso

"Lo so che avevi promesso di non farlo, ma non riesco più a farne a meno Chriss"
"Di che parli?"
Strinsi gli occhi di fronte al suo modo di fare lo stronzo, prima di riaprirli.

"Di te! Ti voglio, e non mi importa un cazzo aspettare che mi dimostri chissà cosa, so chi ho di fronte ed è proprio di questo che mi sono innamorata"
I suoi occhi scuri si fecero  attraversare da una strana luce, e mi guardarono stupiti prima che al lato della sua bocca si formasse una delle sue solite fossette, a causa del suo sorriso.

"Cazzo, dovrò tenerti spesso in astinenza se poi diventi cosi romantica " mi rivolse un occhiolino, da cretino qual era, ed io gli assestai un pugno sul petto infastidita.

"Sei uno cretino, del.cazzo"
"Dai, scherzavo"
Un altro pugno aderì più bruscamente nello stesso Punto di prima.

"Aahia!" Si lamentò molto probabilmente fingendo un dolore che non avvertiva, ed io mi alzai dal suo bacino, volendomi allontanare da lui il prima.possibile.

Aveva rovinato ogni cosa.

"Dove cazzo vai adesso?"
Non risposi, mi limitati solo ad alzare il mio dito medio nella sua direzione,  mentre cercavo la mia maglia che lui aveva lanciato chissà  dove.

Ma la sua risata mi infastidì ulteriormente, e non appena mi voltai lo riempii di insulti.
Doveva smetterla subito.

Ma inaspettatamente  lui mi avvolse tra le sue braccia da dietro le mie spalle, mettendo fine ad ogni mio tentativo di fuga

"Smettila di fare l'offesa, stavo scherzando"
"Levati di dosso Chriss"
Ma lui Poggiò il suo mento sulla mia spalla, facendo unire ogni centimetro della nostra pelle.

"Chriss!"
Mi voltai.

"Mmh?"
"Sei un cretino" trattenni a stento un sorriso dato il modo in cui stava sporgendo il suo labbro, imitando.uno dei modi che usava sua sorella per ottenere quello che voleva, ma su di lui era divinamente bellissimo.

Le sue labbra piene, circondate da quel percing erano qualcosa di spettacolare.

Sorrisi.

"Sei molto di più che un cretino"
"Questo cretino almeno ti ha fatto ridere"

Alzai gli occhi al.cielo, e lui mi voltò verso di lui, facendo poi scendere le sue mani sul mio sedere quasi scoperto, e mi strattonò contro il suo corpo.

"Smettila di incazzarti per qualsiasi cosa, stavo scherzando..mmh?" Avvicinò le sue labbra alle mie.

"E comunque la risposta e no. E non perché  non ti voglio, togliti quel pensiero dalla testa."

Fece indietreggiare il mio corpo fino a che non toccò il muro, e subito dopo sentii la mia mano venire a contatto con la sua, che portò sulla sua grande erezione.

"Chri..ss!" Balbettai.

"Hai visto quanto ti voglio, perciò non mettere in discussione piu una cosa del genere"
"Ma?" Lo incoraggiai a continuare.

"Ma voglio essere diverso, voglio dimostrarti che posso diventare un uono migliore, principessa"

Era quasi strano sentire dire dalla sua bocca determinare parole.
Lui il ragazzo che si era scopato quasi mezza Roma, mi stava rifiutando, e per quanto potessi apprezzare i suoi motivi e le sue buone intenzioni, ci restai di merda.

Lui molto probabilmente notò la mia espressione cambiare, dato che subito dopo poggiò le sue labbra sulle mie, dove fece iniziare a danzare le nostre lingue, regalandomi ogni suo sapore.

Il desiderio non aveva nemmeno per un secondo abbandonato il mio corpo, e la famosa audacia che quella sera sembrava soprafarmi mi fece agire di conseguenza.

Sollevai l'orlo dei suoi boxer, e infilai la mano al suo interno stupendo totalmente ogni sua aspettativa.

Volevo portarlo al limite, per vedere davvero fin dove volesse arrivare.

'Al?" Disse, non appena entrai a contatto con il suo punto debole.

Ma io iniziai a muovere la mano, mentre le mie labbra, sfiorarono il suo collo.

Pelle contro pelle
Lo stesso desiderio.

Mi voleva, era ben evidente.
Ma si tratteneva più di quello che avevo immaginato.

D'un tratto chiuse i suoi occhi, e Poggiò i palmi delle sue mani contro il muro.

Godeva e si tratteneva.

Era in netto conflitto tra testa e desiderio.

E su uno come lui era troppo facile capire chi avrebbe avuto la meglio.

"Cazzo Al!" Sussurrò vicino al mio orecchio, ed io di rimando iniziai a succhiare la pelle del suo collo.

Ma quella volta mi sbagliavo, quella volta  fu lui a stupire me.

Afferrò il mio polso tra le sue dita e aprendo i suoi occhi mi privò di quel contatto in maniera anche abbastanza rude.

Delusa

Infastidita.

Mortificata

"Cazzo Al smettila, porca puttana, sembra di aver invertito i ruoli che cazzo ti passa per la testa?'

Sentii la vergogna attraversare il mio corpo, e avrei voluto non essermi spinta fino a quel punto.

"Non riesci a capire quanto sia difficile per me?"

Ero pentita, e mi sentivo una vera merda sotto ai suoi occhi che mi guardavano come se fossi  la peggio delle puttane, e senza più restare nemmeno un secondo lì dentro, uscii da quella Camera alla velocità della luce, senza nemmeno replicare.

Scesi le scale così velocemente, che credevo sarei finita dritto a terra, ma volevo allontanarmi il prima possibile da quello stronzo che avrei corso il rischio.

Ma non appena arrivai all'ultimo scalino, il mio petto andò a sbattere contro qualcosa.

Alzai lo sguardo inumidito da quelle lacrime che non volevo far uscire, e non appena mi resi conto di aver davanti Jack un sospiro di sollievo lasciò le mie labbra, e senza emettere una sola parola, mi fiondai dai tra le sue braccia.

"Hey, che cazzo succede?" Rispose al mio abbraccio stringendomi sempre di più.

Ed era tutto quello di cui avevo bisogno.

"Che cazzo ha fatto quello stronzo?"

Sollevò il mio mento tra le sue mani e mi costrinse a guardarlo, ma io strinsi le labbra tra i mie denti non avendo nessuna intenzione di emettere nemmeno un fiato.

"Aly, dimmi  che ha fatto, o vado di sopra e lo prendo a schiaffi per il suo modo di feriti ogni cazzo di volta." Le sue parole erano piu dure del solito, ma io non volevo affrontare l'argomento, non con lui. Mi vergognavo troppo

"Jack, ti prego" sussurrai a pena, e lui mi spinse di nuovo sul suo petto.

Essenziale.

Mi sentivo protetta, mi sentivo a casa, come se quel ragazzo fosse mio fratello.

Una di quelle sensazioni che avevo quasi dimenticato.

"Vai nella Camera di fronte a quella di Jess, arrivo tra cinque minuti."
Corrugai la fronte non capendo le sue parole.

"Perché dobbiamo andare lì dentro?'
"Forse perché è l'unico posto dove non verrà a romperci le palle il tuo cazzo di fidanzato?" Era arrabbiato, e quasi non riuscivo a crederci.

Stava prendendo le mie parti senza nemmeno sapere cosa fosse successo, si stava dimostrando un vero amico, forse l'unico che avevo.

"Jess ha bisogno di te, dovresti tornare di sopra." Provai a dire.
"TU hai bisogno di me, Jess e mio figlio stanno dormendo,  so quello che faccio, rilassati"

Annuii incapace di fare altro, e lentamente con i pensieri che si accavallavano tra di loro, arrivai in quella stanza.

Non mi aveva fermata

Non mi aveva cercata

Non aveva fatto un cazzo se non lasciarmi andare

Strinsi gli occhi per non pensarci, e mi  avvvicinai alla finestra, la quale aprii fottendomene che fosse novembre, avevo bisogno d'aria, avevo bisogno di qualcosa che mi rinfrescasse i pensieri

Ma quello non sembrò bastare.

"Hey?" La voce di jack mi fece voltare, e lo. vidi avanzare verso il letto dove depositò con i suoi modi di fare sempre poco carini, delle birre e un infinità di schifezze tra paratine e cioccolate.

Aveva completamente  svaligiato la dispensa di Chriss, dato  che il goloso  in quella maledetta casa era LUI .

Sorrisi involontariamente.

"Che dobbiamo farci con tutta quella roba?" Chiesi indicando il letto.

E lui alzò il suo sguardo, e subito dopo avanzò verso di me.

"Voglio che per una dannata volta stai bene, voglio che facciamo cio che cazzo ci pare senza i paletti  che ti continua a mettere il tuo stupido fidanzato"

Le sue dita sfiorarono la mia guancia.

"Devi sfogarti Al, ed io sono qua per questo"
Abbassai lo sguardo per qualche secondo prima di rialzarlo

"Perché fai tutto questo per me Jack?"
"Perche ti voglio bene, perché sei mia amica, ci deve essere altro?"
"Sei anche amico di Chriss" sussurrai l'ultima parola .
"Certo Aly, ma sono stanco di vederti stare di merda, sono stanco di vedere come manda a puttane la sua vita, e l'unica cazzo di cosa a cui tenga davvero.
Ti ama come non ha mai amato nessuna, nemmeno sua madre Cristo santo. Perciò ora occhi verdi dimmi quello che è successo, e poi ci ingozziamo di schifezze, per altro che ha comprato con i suoi soldi"

Sorrisi, e subito dopo portai le mie braccia sulle sue spalle, per ringraziarlo nell'unico modo che conoscevo.

Chriss
Aprii i miei occhi, e mi strattonai i capelli più forte del solito.

Non avevo dormito nemmeno un fottuto secondo, il mio cervello si era rifiutato di farlo, mentre si faceva invadere da quei pensieri, uno dopo l'altro così velocemente che mi alzai dal letto, esausto.

"Cazzo!" Tirai un pugno contro la porta del mio bagno e mi diressi sotto la doccia, dovevo controllare i miei istinti, dovevo smetterla di comportarmi da bambino, dovevo crescere, e non reagire d'impulso.

Erano ore che mi controllavo.

Era un infinità di tempo che cercavo di non uscire dalla mia camera.

Ma ogni pensiero al quanto maturo aveva appena attraversato la mia mente si andò a farsi fottere, non appena uscì dalla doccia e indossai velocente uno dei miei boxer neri e mi avviai verso la camera di mia sorella

Cazzo!
Avevo solo una necessità, ed era vedere i suoi occhi verdi.

Aprii la porta, e mia sorella mi guardò accigliata, forse per i miei modi sempre poco delicati.

"Che vuoi?" Disse quasi incazzata.
"Dov'è Al?" Chiesi non vedendola da nessuna parte.
"come vedi non ce" indicò l'intera stanza.
"Non ha dormito qua?" Chiesi preoccupato.
"No!" Assottigliò il suo sguardo, e capii all'istante che sapeva cosa diavolo era sucesso tra di noi.
"Senti Jess, devo vederla."
"Eh no Chriss. Non ti aiuterò questa volta, devi imparare a cavartela da solo, e soprattutto a non ferire chi ami. Sai non è quello il modo di dimostrare i tuoi cazzo di sentimenti"
"So benissimo  che sai dov'è, perciò dimmelo o diventerò una bestia Jess"
"Non cambierai mai ecco il tuo problema."
"Jessica!"

Avanzai verso di lei portando indietro i miei capelli.

"Non ci provare, sei solo un cretino!" Mi fermai ad un paio di centimetri dal suo viso.

Occhi dentro occhi.

"Sei stato uno stronzo con lei"
"Dov'è?" Dissi lentamente, ma al massimo della rabbia.

"Fanculo, vai nella camera qui di fronte forse così capirai come ci si sente"

Non diedi retta alle sue parole, non né ebbi il tempo dato che i miei piedi rapidamente si trovarono sul ciglio di quella fottuta porta.

E senza nemmeno esistare un solo minuto, abbassai la maniglia.

Ma avrei preferito non averlo mai fatto.

I mieo cazzo di occhi videro cio che mai nella vita mai mi sarei immaginato.

Alissa era distesa su quel cazzo di letto matrimoniale, con le gambe nude, troppo nude che vidi benissimo il colore delle sue mutande  che a metà scomparivano sotto una cazzo di maglia troppo grande per essere la sua, e soprattutto che non apparteva a me.

Fui invaso dalla mia famosa rabbia.

Jack, era al suo fianco.

Triplicai ogni sensazione.

Quella maglia era la sua

Porca puttana!

Il mio fottuto migliore amico di trovava disteso accanto alla mia cazzo di ragazza.

Strattonai i miei capelli.

Cristo santo!

Lo fissai, come se solo con il mio sguardo avrei potuto ucciderlo.

Ma lui disteso nel modo piu tranquillo possibile, con un braccio dietro la testa, e i suoi occhi puntati su di me, mi fece dimenticare ogni sentimento ci legasse.

Respirai a stento.

Ma fu unutile.

"Che cazzo ci fai su quel letto?" Ringhiai al massimo del nervosismo.

Avrei voluto prenderlo a pugni, ma portai le mani tra i capelli pur di tenerle impegnate in altro.

"Sta zitto! Si e appena addormentata non fare il coglione" indicò Alissa, che si era leggermente spostata verso il suo corpo.

La rabbia, mista alla gelosia mi accecò completamente da ogni ragione, e mi avviciai a quel letto, poggiando le dita sulla sua gola.

"Hai dormito qua?" 
"SI!" Rispose senza alcun timore.
"Perché cazzo hai dormito con la mia ragazza?"
"Forse perché tu sei stato troppo stronzo da ferirla ancora una volta, e lei aveva bisogno di un cazzo di amico" scrollò la mia presa dal suo corpo

"Sei un coglione, non meriti una persona come lei"
"Tu non sai un cazzo di quello che è successo, non sai un cazzo di noi.  Perciò chiudi quella cazzo di bocca." urlai, e subito dopo guardai lei che dormiva cosi profondamente come non l'avevo mai vista.

"So abbastanza da sapere che dovresti uscire di qui. Combini solo casini Bro" 

Avrei volito ucciderlo per il solo.fatto di aver dormito con lei, di averla guardata, di averla toccata,  di ogni cazzo di cosa, o avrei voluto solo prendere tra le braccia Alissa e portarla sul mio cazzo di letto, lì dove avrebbe dovuto essere.

Ma l'unica cosa che feci, fu reprimere i miei sentimenti.

Ero troppo incazzato per fare una cosa del genere.

E non riuscendo a gestire cio che provavo, a calmare ogni mio istinto di spaccare ogni cazzo di cosa, e soprattutto la faccia di jack,  uscii fuori da quella stanza il piu in fretta possibile.

Sentivo le vene pulsare sulla mia tempia, le dita stringere sul mio palmo, e il cuore battere troppo velocemente,  cazzo stavo scoppiando.

E neanche un secondo dopo assestai un pugno contro al muro, così forte da far respimere dentro la mia gola un gemito di dolore.

"Porca puttana!"

Tutto stava andando a finire di merda, proprio come avevo previsto.

Alissa.
Un raggio di sole colpì in pieno il mio viso, ed io mi voltai dall'altro lato non avendo nessuna intenzione di alzarmi o interrompere il mio stato di sonno.

Ma un colpo, poi un altro, e un altro ancora si scontrarono contro il mio polpaccio, ed io aprii gli occhi dal dolore.

"Aahi, cazzo!"

Corrugai la fronte, spostando gli occhi
sul petto di un ragazzo anche abbastanza muscoloso, fino ai suoi capelli scompigliati e il suo sorriso malizioso.

"Jack!" Esclamai confusa, e subito dopo scattai da quel letto rendendomi conto di trovarmi lì accanto a lui.

"Che diavolo è successo? Perché siamo insieme?" Dissi in preda all'ansia
"Non ricordo di averti visto bere, perciò dovresti ricordare perfettamente"
Corrugai la fronte, cercando di mettere a fuoco ogni cosa.

"cazzo, jess mi uccide se viene a sapere una.vosa del genere"


Portai una mano sui miei occhi non volendo credere alla realtà dei fatti.

Ero una cretina!

"Troppo tardi occhi verdi"
"CHE COSAAA?" urlai verso la sua direzione
"Stai calma, sa benissimo che siamo amici"

Poggiai di nuovo la schiena contro il materasso leggermente piu tranquilla, o quasi.
Ero inbarazzata, e la cosa non mi piaceva per niente.
Così cambiai discorso.

"Hai visto Chriss?" Chiesi guardando i suoi occhi

"E lui che ha visto noi. È venuto qua e si e incazzato a morte"
"Porca troia!" Mi sollevai nuovamente, ma lui mi afferrò il braccio.

"Siamo Amici Al, non dobbiamo giustificare qualcosa che non accadrebbe mai. Ho dormito con te perché avevi bisogno di un amico dato che il tuo ragazzo non smette di farti stare di merda, punto"

"Lo so, ma lui non capirebbe mai"
"Cazzi suoi"
Spostai una ciocca di capelli dietro l'orecchio prima di avvicinarmi a lui

"Perché parli cosi,? Non eravate Brother voi due?"
"Lo saremo sempre, ma vado in bestia quanto fa così"
" jack sono stata io a spingermi oltre, lo sai"  ammisi piu a me stessa che a lui
"Questo l'ho notato dato l'enorme succhiotto che aveva sul collo"

Sbarrai gli occhi, sapevo bene di avergli raccontato ogni cosa fosse successa tra noi, e lui mi stava volontariamente prendendo in giro.

"Falla finita!"
"Allora non lo neghi?"
"Fatti gli affari tuoi"

Mi alzai dal letto.

"Dobbiamo parlargli al piu presto"
"E perché? Fallo stare come lui ha fatto stare te, non per altro abbiamo passato la notte, e metà mattina a parlare, non per fartelo notare ma solo le tre del pomeriggio"

"Le tre? Quanto cazzo ho dormito?" Mi lamentai non essendo collegata ancora con il pianeta terra.

"Cinque fottute ore"
"Cazzo!"

In uno slancio si alzò dal letto.
"Vestiti, io e te adesso usciamo. E non puoi rifiutare" non mi diede nemmeno il tempo di rispondere, o di chiedergli qual cosa, dato che lasciò quella stanza come un cazzo di fulmine.

E mentre io ero ancora al centro della stanza ad elaborare ogni cosa, soprattutto quello che era successo con Chriss, sentii la porta riaprirsi.

"Ti do al massimo cinque minuti occhi verdi, e smettila di pensare a quel cretino"

Sorrise com'era suo solito, prima di chiedere la porta.
E i miei occhi si alzarono al cielo per il modo in cui mi aveva incastrata 

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