Se Mi Guardi Mi Arrendo -IN R...

By Bersagliera92

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Alissa Milton una ragazza di 18 anni stronza e ribelle o almeno e ciò che vuol far credere di se stessa da qu... More

PROLOGO
The Start of my Life! ♡
Uno scontro Inaspettato
Mi ritorni in Mente
Un attrazione sbagliata
Un mare in tempesta
I'm here
Una scossa al cuore
Occhi dentro Occhi
Un chiodo Fisso
Tra le tue braccia
Molto più delle mie aspettative
Una bellezza disarmante
Insopportabile
Un senso di colpa
Un bacio inaspettato
sex on love?
Tu sei mia
Senza controllo
Un'amicizia Impossibile
Un vero Coglione
Uno di Troppo
Un gioco sleale
Parole di ghiaccio
Due calamite uguali, a volte si respingono
Ho bisogno che tu Rimani!♡
Se riuscirei ad Odiarti
Inevitabile
Voglia di te
Noi un incastro Perfetto
Un attimo di felicità
La paura a volte può fotterti il cervello
Resta Ancora un Po'
Alcune Mancanze ti soffocano l'Anima
Io e te, il resto del mondo l'ho scordato.
Oltre i Limiti
Quel disperato Bisogno che ho di Te
Un cuore in mille pezzi
Facevano L'amore solo a guardarsi
Ammaliato da tanta Bellezza
"Ciao..River!"
Contro la Tua volontà
Ad un Passo da Te
Se fosse tutto Magnifico
Se solo fossi Mia
Ci perdiamo per poi riprenderci
Sì mangiavano di Desiderio
Un inferno Indimenticabile
Nella Follia più Assoluta.
Baciami! né ho Bisogno!
Per una Volta
Solo per una Notte
Senza te
Una tempesta su di Noi
Un tunnel senza via d'uscita
Un legame indissolubile
Finalmente Qui!
Il confine di un'attimo
Estremamente Complicati
Il nostro perenne Equilibrio
"Alla nostra..River"
Un incessante Desiderio
Tu! la mia unica Forza
Non so Spiegarti il Perché
Finalmente a Casa
Bruciare Per Te
Un'unica Dipendenza
Troppo distanti !
AVVISO
Fuori Controllo
In netta collisione
Sotto il tuo sguardo
Un antidoto Naturale
Tienimi per mano
In continua distruzione
Nonostante tutto
Tu mi appartieni
Mi salvi un attimo prima, che tocchi la terra
Guardami negli occhi, anche quando non parlo.
Siamo Uguali, fatti degli stessi Mali
Come a dirti, io ci sono. Come a dirmi, sarò sempre qua!
Stringimi la mano, portami lontano
Inesorabile
Per la prima volta!
In equilibrio su di Me
Copertina
Gli sguardi come oceani, gli abbracci come Ancore.
°Ad un passo da perdere Te°
●Due Puntini Da Lontano●
Cascare nei tuoi occhi
Un respiro si toglie solo se il Cuore ti batte di piu!
Sei la mia Cura, e la mia Dannazione
Dove sei tu, quella è Casa.
Avviso!
Il posto in cui Tornare
Un posto per l'eternità
Veleno e Antidoto
La ferita che nessuno ha mai curato
Ciao Brother
Un Amore complicato
L'anima in pace.
Mai senza Te
Tienimi con te
Epilogo
Avviso
Avviso!

Il silenzio è oro, ma se lo sprechi è zero

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By Bersagliera92

"Delle volte parlo, delle volte meno.
Alle volte piango, altre volte tremo
Poche volte saggio, tante volte ingenuo.
Il silenzio è oro ma se lo sprechi é zero
So che dormo poco e che è notte tarda
C'è chi tace e ascolta, chi non pensa e parla
So che il ferro uccide, che la voce è un'arma
So che gli occhi parlano più di certe labbra"

Erano ormai venti minuti che il mio fottuto sedere era incollato su quella sedia, lo sapevo bene dato che oltre che a mangiare due grandi porzioni di lasagne, non avevo fatto altro che far ruotare il mio cellulare tra le mani, per placare quell'ansia che sembrava non volesse abbandonarmi.

Ero seduto ad un cazzo di tavolo, circondato dalle persone più importanti della mia vita, e quello sarebbe dovuto bastare a rendermi felice, ma la verità era che stavo di merda, la cosiddetta rabbia che avrei dovuto lasciare chiusa nella mia camera, ormai predominava sul mio corpo, a causa dell'unica persona che non riuscivo a tollerare, e respirare la sua stessa aria,  nonostante avesse il mio stesso sangue nelle vene, mi sembrava impossibile.

E non perché non l'avevo mai fatto, no, ma perché quella era una grandissima pagliacciata senza alcun senso. Avrei potuto gestirlo in ufficio, ma non nella mia fottuta casa,  a giocare alla famiglia felice, nelle vesti di un padre, che non era mai esistito.

Tutti quei pensieri avevano fatto chiudere il mio stomaco, a tal punto che iniziai a giocare con il pollo al forno al quanto invitante che aveva cucinato Alissa, e che ormai da troppo tempo era nel mio piatto.

Stavo provando a soffocare ogni impulso, soprattutto la gran voglia di alzarmi, e sottrarmi da quella situazione assurda, solo ed unicamente per la persona che era seduta al mio fianco.

La stessa che non mi aveva degnato nemmeno di uno sguardo, quasi a punirmi per una cazzata che jack si era inventato solo per il gusto di mettermi in ulteriore difficoltà. Ma lo stronzo, non era a conoscenza del fatto che senza quei occhi magnetici io non avrei retto, e molto probabilmente avrei rovinato ogni cosa, infrangendo l'ennesima promessa, che mi ostinavo a fare.

"Cazzo!" Ringhiai tra i denti, iniziando a muovere la mia gamba ad un ritmo irregolare, lo stesso che il mio cuore continuava a spingere contro la mia cassa toracica.

"Ti faccio i miei complimeti Alissa, è davvero tutto squisito"
La voce di quel pezzo di merda di mio padre, mi portò a sollevare lo sguardo proprio su di lui, che era seduto dall'altra estremità del tavolo, di fronte a me.

"La ringrazio Signor. River"
"Nonostante non sia il mio classico pollo alla romana, è delizioso. Scommetto che i qui presenti si approfitteranno delle tue doti, d'ora in poi"
"Non credo, Chriss se la cava abbastanza bene in cucina, forse più di me."
"Davvero?" Chiese stupito.
"Certo! Ma non posso dirle lo stesso di sua figlia"

Continuava ad eloggiare Alissa, e a sorridere a jessica come se quella fosse stata una delle sue serate preferite, dove si comportava da padre, e cenava insieme alla sua famiglia.
Bhe, era una grandissima cazzata, perché lui era la persona più lontana dall'essere in quel modo, era stato sempre impegnato in altro, per regalarci la sua insignificante presenza, anche solo per una fottuta cena del cazzo. E in quel momento che le sue dita erano poggiate su quelle di mia sorella, la stessa persona che aveva vissuto esattamente quelle cose, ma che magicamente sembrava averle dimenticate, non riuscii più a sopportare tutta quella finzione del cazzo.

Poggiai bruscamente il cellulare sul tavolo, e i suoi occhi puntarono i miei, che lo guardavano con disprezzo, con tutto l'odio di cui ero capace. Doveva smetterla di far credere che gli importasse qualcosa di noi, e cosa piu importante doveva sapere che io non credevo nemmeno per un secondo alla sua sceneggiata del cazzo.

Ma lui, ignorando totalmente le mie intenzioni, si rivolse all'unico punto debole che aveva a sua disposizione.
Mia sorella.

"Jess, hai informato tua madre di questa bellissima novità?"

Sbarrai gli occhi, e strinsi le mani su quel tavolo, a tal punto da far diventare non solo le mie nocche bianche, ma sentii le vene del mio braccio tirare.

Bastardo!

Avevo un'unica volontà, alzarmi e premere così forte la sua faccia su quel cazzo di piatto, da non far rimanere piu un singolo centimetro delle sua pelle.
Ma avevo una promessa da mantere, dovevo trattenere ogni mia reazione, e allontanarmi sarebbe stata la scelta migliore.

Ma il mio istinto, fece tutt'altro. Guardai dritto davanti a me, incenerendo con lo sguardo ogni suo tentativo di uscire vivo da quella situazione.

Fanculo!

"No, non parlo con lei da molto tempo, e non credo gli interessi sapere che diventi nonna"
"Bhe, ha comunque il diritto di saperlo. E tua madre Jessica!"

Cristo, non riuscivo a credere che avesse davvero tirato fuori, un'argomento del genere, non dopo tutto quello che avevamo passato.

Avrebbe dovuto solo ringraziare jack, e Alissa, che mi avevano convinto di farlo entrare in quella casa, e non prendersi il diritto di parlare di quella donna che si era sposato, la stessa che insieme a lui ci aveva rovinato la vita.

Respirai a fondo, nel tentativo di non pensarci,ma le mie labbra anticiparono ogni mia mossa.

"Ha perso ogni diritto da quanto ha preferito la sua vita, a noi. Perciò chiudiamo qui la questione, se vuoi restare ancora in questa casa, o la porta sai benissimo dov'è" sentenziai stizzito.
"Ti ricordo che questa e pure casa mia, Chriss!" Cercò ancora una volta di stuzzicarmi, ed io arrivai al limite di ogni sopportazione.
"Per te solo Christian, e ritieniti fortunato che questa fottuta villa di merda, non sia a mio nome, oppure non ci saresti entrato nemmeno in punto di morte!"
Jessica mi guardò senza alcun risentimento,  quasi a ringraziarmi per aver messo fine a quel discorso, e averlo spostato su di me.

"Non credi di esagerare? Non mi sembrava che mi odiassi fino a questo punto, fino a qualche settimana fa"

Una mano, che avrei riconosciuto tra mille, si poggiò sulla mia gamba, prima che potessi ribattere, molto probabilmente  per far placare la mia rabbia.
E  per fortuna fissai di nuovo quel verde magnetico, che ogni volta mi destabilizzava dalla realtà.

"Per favore, Chris!" sussurrò a pena, ed io stringendo le mie dita nelle sue, andai contro me stesso.

Cazzo.

"River, siamo qui per tua figlia, per farti giocare al ruolo del padre amorevole, e ad un futuro nonno del cazzo,  perciò non nominare più quella stronza di tua moglie, e non sarò costretto a sbatterti fuori dalla tua stessa proprietà, intesi?"

Gli puntai l'indice contro, mentre le sue labbra non sembravano volessero muoversi, forse era sorpreso, o semplicemente stupito dalla mia freddezza nei suoi confronti, ma in fondo era quello che sentivo.

Un attimo dopo strisciai la sedia sul pavimento, ricevendo  l'attenzione di tutti su di me, prima di raggiungere la veranda nel minor tempo possibile.

Alissa
Avevo immaginato quella cena nel miglior dei modi, per una dannata volta, avevo creduto di poter trattenere la rabbia di Chriss, e placare quell'aria pesante, che sentivo opprimermi ogni qual volta, che quei due si ritrovavano nella stessa stanza.

Ricattarlo mi era sembrata la scelta migliore, perché solo in quel modo mi avrebbe dato retta, ma non avevo messo in considerazione il fatto che non fosse il solo responsabile.
E tutto quello che avevo sperato con tutta me stessa che non accadesse, si era appena presentato.

Il signor River, aveva superato ogni limite con le sue provocazioni del cazzo, e per quanto assurdo potesse sembrare, l'avrei preso volentieri a schiaffi, se solo né fossi stata capace.

Aveva mandato tutto a puttane.

Mentre suo figlio stava facendo di tutto per accettare quella situazione, trattenendo ogni suo impulso, e soffocando ogni suo pensiero.
E conoscendolo, era già troppo.

Ma quello sembrava non importare a quell'uomo, dato che non perdeva occasione per stuzzicarlo, quasi a portarlo ad un punto di non ritorno.
E nominare il suo passato, era stata una pessima mossa.

Non riuscivo a capire dove volesse arrivare, voleva che reagisse? o pretendeva l'impossibile?
Bhe, in entrambi i casi avrebbe ottenuto solo un netto rifiuto da parte di Chriss, se nonché l'assenza totale dei suoi figli nella sua vita.

E non fermandomi a pensare più del dovuto, raggiunsi la persona che più avrei voluto stringere tra le mie braccia. Smettendola di fingere che fossi arrabbiata per uno stupido scherzo di Jack.

Come arrivai in giardino, notai subito il suo corpo possente disteso sull'erba. La luna tracciava ogni suo muscolo, che veniva ben definito grazie alla sua t-shirt che aderiva sulla sua pelle, in modo al quanto provocante.
I suoi occhi fissavo il cielo, mentre dalle sue labbra usciva il fumo della sigaretta che aveva appena allontanato, tenendola ben stretta nelle dita, quasi a non lasciar scappare l'unico modo che aveva per scaricare quella tenzione, che stava mangiando ogni sua molecola.

Mi avvicinai, e lentamente scivolai al suo fianco, fino a posare la testa sul suo petto, e le braccia sulla sua vita.

Nel silenzio più totale,  il battito del suo cuore, fu l'unico suono che riuscii a percepire, dato che si scontrava sul mio orecchio, con possesso.

Tutta la rabbia, delusione e odio che provava, era rinchiusa in quel movimento, riuscii a percepirlo.
Odiavo vederlo in quel modo, e sarei stata capace di qualsiasi cosa pur di togliergli di dosso tutte quelle sensazioni, e per quanto possibile cercai di farle mie, come se fossimo stati un solo corpo, a dividere quel dolore.

Lo stesso battito.

Un unico respiro.

Un soffio di vento accarezzò i nostri corpi, facendo smuovere i suoi capelli,e inebriando l'aria del suo profumo. Mentre le sue dita risalirono sul mio braccio, fino a posarsi sul mio collo, dove iniziò a disegnare piccoli cerchi, tra quello strato di pelle che fuoriusciva dal mio pullover.

Non sarebbero servite le parole in un momento come quello, ci bastava essere lì, uno nelle braccia dell'altro.

Ma il profumo della sua pelle, e dei suoi capelli, si fuse a quello del tabacco, che ancora si consumava sulle sue labbra, prima di invadere con possesso le mie narici.
Un mixer perfetto.

E mi fu impossibile trattenere la voglia, di posare le mie labbra sulla sua clavicola.

Pelle contro pelle.

"Al?" Il suo tono di voce, avrebbe potuto distrarre qualsiasi persona, dato che uscì dalle sue labbra piene, così lento e rauco, quasi in un avvertimento,  ma io cercai di ignorarlo, e puntai i miei occhi al cielo, notando solo allora come le stelle tappezzavano interamente il buio di quella sera.

E come ogni volta, fui catturata da una stella che ai miei occhi era la più luminosa di tutte. La fissai interrotamente, quasi come a sperare in qualcosa d'impossibile, come se quella stella mi appartenesse piu di tutte le altre, come sé la sentissi più vicina.

Era lei!
Mia madre

Aspettavo un segno, che non sarebbe mai arrivato.
Qualsiasi particolare che mi avrebbe fatto aggrappare alla speranza, ma era solo uno stupido pensiero.

"Aly?"
Sentendo di nuovo il tono della sua voce, leggermente più forte,  chiusi gli occhi per qualche secondo, giusto il tempo per riuscire a trattenere ogni emozione.

"Tutto bene?"
Alzai il viso verso il suo, e sorrisi lievemente.
"Si!" Lui spinse bruscamente quel che era rimasto della sua sigaretta, sul posacenere, prima di far intrecciare le sue dita alle mie.

Sentivo il netto contrasto, del calore delle sua pelle, al fresco dell'erba che sfiorava le nostre mani. E un brivido percosse tutto il mio corpo, ero nel posto giusto, con la persona giusta,  non avrei potuto desiderare altro.

Ma d'un tratto sollevai le nostre mani, e puntai l'indice verso il cielo.
"La vedi quella stella, Chriss?"
"Mmh!"
"Non credi che brilli più delle altre?"
Nessuna risposta sembrava uscire dalle sue labbra, neanche un misero sospiro, ed io poggiai le nostre mani sul suo petto, avvicinando maggiormente il mio viso al suo.

Per quanto assurdo, gli avevo appena mostrato una parte di me, che tenevo sempre ben nascosta, senza dargli nessun tipo di spiegazione. Ma lui aveva capito perfettamente, né ero certa.
In fondo sé   fissava il cielo così assiduamente, senza ribattere, doveva pur esserci un motivo.

"Ho la netta sensazione, che sia sempre la stessa.."
"Al, dovresti tornare dentro, non sono capace di affrontare queste fottute situazioni!" Senteziò, senza lasciarmi finire.
"Sto parlando di stelle Chriss!" Tentai di giustificarmi, ma i suoi occhi si voltarono leggermente verso di me, in uno sguardo di fuoco.
"Non farlo!"

Forse era  lo stesso motivo, che ci aveva portato a guardare il cielo.

E incapace di farmi avvolgere ancora da quel silenzio, che per due come noi era come l'inferno, dato che le nostre menti avrebbero preso a vagare nei pensieri più scuri, mi girai su me stessa, poggiando il mento sui palmi delle mie mani.
Ma l'intento di fissare i suoi occhi, mi fu negato, dato il modo in cui li teneva socchiusi, e ben lontani dai miei.
Ed iniziai a capire ogni sua difficoltà.

Dovevo farlo uscire da quel tunnel di dolore.

"Non eri tu, quello che ha detto di non alzare piu nessun muro, o mi sbaglio?"
"Torna dentro, Al!"
"No! Guardami un secondo, Chriss!"
"Cristo! So perfettamente quello che stai facendo, e non te lo permetto!" Sbottò infastidito, ma puntando i suoi occhi scuri nei miei.

"Cosa? Sto solo tentando di far conversazione"
"Fanculo Al! Non sono così idiota da non capire, che stai cercando di accollarti i miei fottuti problemi del cazzo"
Spostò il ciuffo dei suoi capelli chiari dal suo viso,  prima di chiuderlo in modo ferreo nella sua mano, mentre le sue iridi si strinsero allo stesso modo.

"Stai fuggendo ancora, Chriss?"
"No!"
"Invece si, ma dovresti smetterla"

Abbassai il capo, facendo scontrare i miei occhi sul verde di quel prato. Ma durò ben poco, dato che sentii la pressione delle sue dita sul mio mento, che mi fece voltare  bruscamente nella sua direzione.

"Ho bisogno di star un fottuto minuto qui fuori, senza la sua faccia del cazzo. Non sto fuggendo da nessuna parte, chiaro?"
Soffiò sulle mie labbra, ad un solo centimetro di distanza.
"Stai fuggendo, da me! Vuoi che entri dentro, per non farmi vedere i tuoi occhi lucidi, al solo ricordo di quello che hai passato, per non mostrarmi quel che sei realmente" ribattei dura.
"Faccio che cazzo voglio Al!" Sputò fuori irritato, abbandonando la sua presa, ed io cercai di alzarmi  stanca di quel suo modo di fare, sempre così chiuso.

Ma la sua mano, afferrò il mio polso, e in un secondo, mi ritrovai distesa sul suo corpo possente, così velocemente da premere  le mie labbra sulle sue.

"Cristo, sai bene che ho bisogno di te Al. Sto solo cercando di non mandare a puttane ogni cosa, tra cui il nostro accordo"
"No, stai solo cercando di non cedere, e se vuoi restare da solo, va bene. Però non pretendere da me, qualcosa che nemmeno tu sei in grado di fare"
"Fanculo, ora non ti muovi da qua!"

Un attimo dopo, le sue mani si poggiarono con prepotenza sulle mie coscie, fino a farle passare al lato dei suoi fianchi in modo abile.
Ed io alzai le sopraciglia stupita.

"Chriss!"
"Nessuna corazza, d'accordo?"
Un lieve sorriso invase le mie labbra, prima che venivano riempite con possesso dalle sue

Sentii il suo bacino premere contro la mia intimità, mentre la mia lingua iniziò a danzare con la sua, in un movimento interminabile, e per un attimo dimenticai ogni cosa, dove ci trovassimo, e per fino cosa fosse appena successo.

La sua prerompenza cresceva sempre di piu, a tal punto che la sentivo perfettamente contro i miei jeans, mentre le mie mani vagavano lentamente  tra i suoi capelli, provocandogli dei gemiti.
"Uh..!"
Risucchiai il suo labbro inferiore tra le labbra, e poi feci sfiorare la punta del mio naso al suo, inalando ogni suo odore.

"Cristo,quanto mi sei mancata!"
Sorrisi appena, e iniziai a baciare la sua mascella, fin ad arrivare al suo collo, tracciando una linea ben precisa.

E lui di tutta risposta spostò le sue mani sotto il pullover, risalendo sulla mia schiena.
Il calore delle sue dita, bruciava sulla mia pelle già ricoperta di brividi, e il suo movimento abbastanza lento e ben studiato, provocò qualcosa nel mio basso ventre, che si accese di desiderio.

"Al!" Mugolò, prima di sollevare le sue ginocchia, in modo da far aderire maggiormente le nostre intimità.

Ma tutto ad un tratto mi sollevai appena, quel po che mi bastò per fissarlo negli occhi.

Gli stessi che ardevano di desiderio, mentre le sue labbra piene, stavano torturato il percing in modo al quanto seducente.

"Se continui così, non credo di riuscire a fermarmi"
"Non devi farlo"
"Non provocarmi!"

Feci scorrere di nuovo le mie dita tra i ciuffi dei suoi capelli, e poggiai la mia fronte sulle sua.

"Tuo padre è un grandissimo stronzo, hai perfettamente ragione. Ma sono contenta del modo in cui ti sei trattenuto, mi hai dimostrato tanto."
"Al, non credo che.."
"Hey, so benissimo chi ho davanti, e questa sera non hai fatto altro che confermarlo, perciò non ce bisogno di mantenere ancora questa presa di posizione, che hai stupidamente preso"
"Mi stai chiedendo di scoparti Milton?"
Le mie guance presero fuoco di fronte al suo modo sfacciato, di esporre le cose. Ma era pur vero, che era quello che stavo tentando di dirgli, ta le righe.

"No, ma potremmo.."
"Non tentarmi, ho deciso che non ti toccherò ancora per un po, e intendo mantenere la mia parola."

Poggiai la testa sul suo collo, e le sue mani risalirono fin al mio punto debole, ovvero tra la clavicola.
"Ti voglio fottutamente tanto, Milton. Che non puoi nemmeno immaginare il mio sforzo. Ma non rovinerò i miei piani, non questa volta" 

Annuii, prima di succhiare la sua pelle tra le labbra, in modo da lasciargli un segno ben visibile, solo per fargli capire quanto lo desiderassi,  ma qualcosa interruppe quel momento.

"Cristo! Non è possibile, che vi trovo sempre a scopare" la voce di jack mi fece staccare all'istante, mentre il ragazzo sotto il mio corpo, si limitò semplicemte a spostare le sue mani sul mio sedere, e a guardare jack come se niente fosse.

"Ora che cazzo vuoi?"
"Mi meraviglio di te Occhi verdi, scopare a pochi metri dal padre del tuo ragazzo"
Realizzai solo in quel momento ciò che avevo appena fatto, e le mie guance presero vita, dato il calore che iniziai ad avvertire.
Eravamo in una posizione al quanto inequivocabile, cazzo!

"Jack non rompere le palle, e ti ho detto di smetterla di venirmi a cercare, Cristo!"
"Bro, devi entrare dentro, Jess e preoccupata. Dopo avrai tutto il tempo per scopare, o qualsiasi cosa stavi facendo, con occhi verdi"
"Ciò  che faccio, e quando lo faccio non è una cosa che deve interessarti"
Sentii la pressione delle sue dita sulla mia pelle, nonostante avessi addosso un jeans, e notai i suoi occhi assottigliarsi, così intervenni.

"Veniamo subito, ora sparisci Jack"
"Non puoi dire.."
"VAi! Cazzo, sarete pur capaci di affrontare dieci minuti senza la presenza di Chriss, o no?"
"Andate a fanculo tutti e due"

Le sue spalle furono  l'ultima cosa che vidi, prima di sentire la mia schiena toccare il suolo, e il corpo di Chriss sul mio.

"Che diavolo fai?"
Il suo viso venne raggiunto da un ghigno, mentre le sue mani scivolarono sotto il mio pullover, sfiorando  nuovamente la mia pelle.
"Chriss, c'è tuo padre, smettila!"
"Non credi sia tardi per tirarsi indietro, Milton?"
"Che vuoi fare?" Chiesi allarmata, ma ricevetti solo un gran sorriso beffardo.
"Ci sono tante cose che potrei farti, dato che non posso scoparti." 
"Christian! Ci sono tre persone oltre quella porta, che ci aspettano"
"Non me ne fotte un cazzo, e neanche a te"
Raggiunse il mio seno, ed io bloccai ogni respiro, prima di fermare le sue braccia.

"Ti prego!"
"Non mi sembra che prima ti sei fatta incoraggiare, dov'è finita la persona che ha risposto a jack in quel modo?"
"Esattamente dove sono finite le tue giustificazioni, per il fatto di non aver scopato con la cassiera del supermercato"
Alzò i suoi occhi al cielo, portando le sue mani al lato della mia testa.

"Ancora questa storia? Dovresti credere a me, e non a quel cretino del tuo amico."
"Mi sono persa quel passaggio,  dove mi dici di fidarmi di te, e tutte le stronzate che seguono"
Avvicinò di nuovo il suo viso al mio.

Pelle contro pelle.

Lo stesso respiro

"Non ho bisogno di dirtele certe cose,dato che dovresti gia saperle. Non per niente sei la mia ragazza, la stessa per il quale sto facendo tutto questo, porca puttana!
E non parlo di sesso, ma del modo in cui sto evitando di sbattere fuori mio padre"

Sfiorai le mie labbra con le sue, non distogliendo mai lo sguardo da quelle iridi scure.
"Mi stai chiedendo di fidarmi di te?"
Tirò indietro le sue labbra, punendomi in quel modo.
"Non te lo chiedo Al, lo pretendo che è diverso"
"Mmh? E se io non mi fidassi abbastanza?"
La sua mano risalì fino alla nuca, dove afferrò saldamente i miei capelli che erano stretti in una coda, fino a farmi sollevare con forza il mio viso

"Allora l'erezione che ho nelle mutante, in questo cazzo di momento,  dovrei scaricarla con qualcun'altra, e tu faresti bene a non fidarti, perché probabilmente punterei su una cassiera sexy, che mi supplica di scoparla in ogni modo umanamente possibile"

Chriss
Distrarmi, da quel che stava succedendo nella mia mente, era stata la scelta migliore.
Perdermi nei suoi occhi, era una delle cose che preferivo in assoluto.
Ma prenderla in giro, per la sua insensata gelosia, e quel modo di fare che mi mandava in tilt il cervello, era stata la mia salvezza.
Perché grazie a lei, ero riuscito a staccare anche se per poco, quei maledetti pensieri dalla mia testa.

Il suo sapore, le nostre intimità che si toccavano, e il suo modo di provocarmi, mi avevano fatto destabilizzare, a tal punto da non sapere se sarei riuscito a trattenermi ancora
La desideravo come l'aria che respiravo, ma non dovevo arrendermi, era l'unico modo che avevo per dimostrargli qualcosa che andasse oltre ogni cosa. Soprattutto oltre me stesso.

"Chriss?" La voce di mia sorella, arrivò piena di preoccupazione alle mie orecchie, non appena misi piede di nuovo in quella fottuta casa.
Ma senza darle nessun tipo di spiegazione, staccai le mie dita da quelle di Al, e mi diressi verso il corridoio, strattonando i miei capelli.

Non avevo bisogno di voltarmi, per sentire tutti i loro occhi puntati addosso, e cosi sbottai.
"Che ce, devo chiedervi il permesso, pure per andare in bagno? Cazzo!"

Al, raggiunse mia sorella sul divano, capendo in pieno la mia necessità,  ed io finalmente salii su per quelle scale il piu velocemente possibile.
Avevo bisogno ancora di qualche minuto, per affrontare di nuovo quella merda di situazione.

Tirai su la zip dei miei jeans, e alzai lo sguardo sullo specchio che era di fronte a me.

Capelli scompigliati, e i lineamenti sempre marcati, era l'aspetto che ormai faceva parte di me, da un bel po di tempo.
Ma i miei occhi scuri, che erano contornati molto spesso da un cipiglio, dato il modo in cui la rabbia me li faceva socchiudere, stavo iniziando ad odiarli.

Avrei solo voluto rilassarmi, e scrollarmi di dosso ogni cazzo di problema, sorridendo a ciò che di bello la vita mi stava dando.

Ma quei pensieri vennero distratti dal rumore della porta che si apriva bruscamente alle mie spalle.

"Io e te dobbiamo parlare!"
Sospirai, al suono della sua voce. E mi voltai,  poggiando il mio sedere contro il lavabo, e incrociando le braccia al petto.
"Pure nel cesso devi rompermi le palle?" Sputai rabbioso.
"Falla finita Chriss!"
Alzai gli occhi al cielo, infastidito.
"Per te Christian, non voglio ripetertelo. E poi dimmi papà, di cosa vuoi parlare, di come tua moglie ci ha abbandonato? O del fatto di come tu stia giocando alla famiglia felice?"

Poggiò la sua schiena contro la porta, imitando apertamete il mio stesso atteggiamento.
"Voglio parlare di noi, del fatto che sei mio figlio, e del modo in cui mi tratti"
"Davvero River? Ti ricordi di avere un figlio dopo vent'anni? Mi commuovi" finsi in modo teatrale, un dolore al petto.

"Lo so che ho sbagliato, e credo di aver gia pagato per questo, rinunciando per troppo tempo alla vostra presenza nella mia vita. Ora però basta,  dammi la possibilità di ricominiciare"
La mia lingua sfiorò il palato, in segno di negazione.

"Io non ti devo nulla. E non voglio ricominciare qualcosa che non e mai esistito. Per me sei morto nell'istante in cui hai preferito la tua stupida vita a noi.  Perciò risparmia pure il fiato."
"Chriss, ero troppo concentrato sul mio lavoro, per rendermi conto che vi stavo perdendo, ma ora l'ho capito.
Voi siete i miei figli, ed io vi voglio nella mia vita, voglio riprendermi ogni singolo minuto che ho perso, non è mai troppo tardi"
"Sai non è così che funziona, non puoi fare il padre parte-time , o ci sei, o non ci sei.  Ed io ormai preferisco la seconda." Deglutii prima di continuare.
"Ci hai abbandonato, te ne sei fottuto di quel che stavamo passando, ed ora non puoi volere tutto indietro, perché il tempo scorre River, e i sentimenti cambiano. E i miei per te, sono finiti da un bel pezzo, li hai calpestati fino a distruggerli, ed ora non far finta che la cosa possa interessarti" ormai,  avevo quasi dimenticato di trattenermi, dato che la rabbia aveva fatto da sé.
"Chriss, sono tuo padre, non puoi dire.."
"Dove cazzo era esattamente mio padre quando avevo bisogno di lui eeh? Te lo dico io, lontano da me, concentrato sul suo cazzo di lavoro, e attratto dalle mutande delle tue segretarie, perciò non dire cazzate!"
"Hai ragione, ho sbagliato e non smetterò mai di chiederti scusa, ma questo non cambia le cose"
"Le tue scuse, usale pure per pulirti il culo, a me non servono." Sentivo le vene pompare sempre di piu contro la tempia.
"Lavoriamo insieme, e mi va bene, ma cerca di non stuzzicarmi oltre, o di pretendere chissà cosa da me, perché otterrai esattamente l'opposto"

"Ti sei seduto a quel tavolo solo per jessica? Non hai pensato nemmeno per un secondo,  di provare ad avere un minimo rapporto con me?"
"No! Non avrei altro da dirti, se non sputarti in faccia ogni colpa, ed ora ho respirato la tua stessa aria già da troppo tempo, ora basta!"

Avanzai verso di lui, e lo spostai da quella porta senza alcun sentimento.
Ma la sua mano afferrò allo stesso modo il mio braccio, gesto che mi fece voltare minacciosamente verso il suo viso

"Tua sorella non è questo che vuole, cerchiamo di avere almeno un rapporto civile, facciamolo per quel bambino"
"Toglimi le mani di dosso!"
"Non puoi odiarmi per sempre Chriss, devi accettare la mia presenza nella tua vita, abbiamo in comune la stessa cosa, rendere felice jessica. Per questo cerchiamo di stare insieme nella stessa stanza, senza che io finisca per stuzzicarti, e tu per ammazzarmi daccordo?"
Alzò le sue mani dal mio corpo, e le mie afferrarono il suo colletto e lo spinsero contro il muro.
"Non dirmi più quello che devo fare, non sei nessuno per farlo. E se vuoi che sopporti la tua insignificante presenza, per jessica,  non nominare più il passato"

Lo spinsi maggiormente contro il muro prima di lasciare quel bagno nel minor tempo possibile.

Avevo scaricato su di lui ogni sensazione, punendolo per ciò che ci aveva causato, e la rabbia che avevo provato, sembrava aver abbandonato leggermente il mio corpo, dandomi un po di trequa.

"Jack, togli quel dvd" la voce di Al, venne suguita dalla sua magnifica risata, che per colpa mia sentivo uscire dalle sue labbra troppo poco, e mia sorella e quel cretino la seguirono a ruota.

"Chriss ti ammazza davvero questa volta" non appena fui alle loro spalle, notai il modo in cui si stavano divertendo, di fronte al grande plasma che c'era in salone.

E spostai lo sguardo proprio lì, dove riconobbi subito quel bambino che veniva ricoperto da un'immensa quantità di panna montata, su tutto il corpo, mentre la bambia sorrideva felice,  per aver fatto cedere così suo fratello.
E involontariamente un sorriso, avvolse anche le mie labbra, al solo ricordo di quei momenti.

"State ridendo di me? Fatemi capire"
Il mio tono di voce li fece smettere all'istante, ma  sentendo la presenza di mio padre alle spalle, andai a  sedermi in modo brusco su quel divano, avvolgendo il mio braccio sulle spalle di Alissa, e poggiando i  piedi sul piccolo tavolino.

"Allora jack, perché hai bloccato il video?" Lo sfidai.
"Chriss, credo abbia sbagliato dvd"
Dedicai un sorriso a quei grandi occhioni verdi.
"Non giustificarlo!"
"E tu passami quel telecomando" mi rivolsi a jack.

"Bro dai, era divertente"
"Ci credo, ma ora voglio divertirmi anch'io. Dammi qua!" Lo incitai a lanciarmi quel telecomando, ma la ragazza al mio fianco che cercava di trattenere in tutti i modi un sorriso, stringendo le sue labbra tra i denti, mi distrasse.

"Stai ridendo di me, Milton?"
"Mmh, no!" Sussurrò a pena, mentre il telecomando atterrò sul mio ventre, ed io l'afferrai, pronto a rilassarmi e godermi le loro faccie stupite, e imbarazzate, una volta raggiunto il mio obbiettivo.

Inziai a cercare tra i compleanni di mia sorella, dato che i miei erano inesistenti, su qualsiasi tipo di file. Avevo sempre odiato festeggiarli, e ancora di più essere ripreso in quel modo, da una fottuta videocamera, che quella donna -mia madre-  aveva costantemente tra le mani.
E le poche volte che ero stato costretto a farlo, mi ero assicurato personalmente di nascondere quella videocamera a quella persona, che un tempo definivo una delle più importanti.

Il video iniziò con una jessica al quanto sorridente, e il suo vestitino rosa, coordinato alla perfezione con le sue ballerine, e un piccolo nastro nei suoi capelli. Inevitabilmente mi riportò indietro negli anni, esattamente a quel giorno.

"Jess come ti sei conciata? Sembri un confetto"
"E tu un perfetto cretino"
"Dai non avrai intenzione di presentarti al tuo compleanno, vestita in quel modo? E da stupidi, ti rideranno tutti dietro"
"Tu non capisci niente di vestiti, e non  presentarti alla mia festa. Non sei stato invitato"
"Sono tuo fratello"
"Non importa, non ti voglio"
"Non sai come mi fai felice, avevo altro da fare. E non venire nel mio letto questa notte, non sei stata invitata"

"La smettete di litigare voi due?"
La voce di quella donna, mi destabilizzò da quei pensieri, e cercai di non pensarci più del dovuto, concentrandomi sulla tv

Jessica avanzava a passo spedito, verso i suoi infiniti pacchi di regali, seguita dai suoi amici, non smettendo mai di sorridere, mentre quella donna non si perdeva neanche un particolare del viso di sua figlia, inquadrandolo piu del dovuto.

Forse quella era stata una pessima idea, rivivere quei momenti andava contro ogni mio pensiero, contro tutto cio che avevo sempre sostenuto, e per un fottuto caso mi ero contradetto. Ma era troppo tardi per tornare indietro.

"Hey?" Mi voltai leggermente verso Al, il quale poggiò il suo viso sulla mia spalla.
"Tutto bene?"
"Mmh!"
"Chriss?" Mi richiamò, ed io alzai lo sguardo nel suo.
"Sto bene! Ora guarda là"

Una decina di bambini si sistemavano tutti dietro al tavolo, dove veniva scattata la solita foto con la torta.

E un bambino in particolare, sembrava non staccarsi mai da mia sorella, lo stesso che non si sarebbe dovuto trovare a quella festa dato che era il piu grande di tutti, e non faceva assolutamente parte di quelle amicizie.

Ma non appena furono pronti per lo scatto, le loro faccie sorridenti vennero invase da un getto d'acqua che ricadeva sui loro visi, fino ad inzupparli completamente, compresa la torta che era posizionata su quel tavolo, nella sua perfezione, totalmente rosa a forma di barbie.

"Che stronzo!" esclamò mia sorella, non appena nello schermo apparve un bambino dai occhi scuri ridere a crepapelle, come forse non era riuscito più a fare.

"Aspetta!" Al mi rubò il telecomado dalle mani, e tornò indietro con l'immagine, prima di scoppiare a ridere insieme a mia sorella, e a mio padre.

"Jack, ora non ridi piu?" Mi beffeggiai di lui.
"Sei un bastardo!"
"Ora siamo pari"
"Non credo proprio, sei sempre in vantaggio, stronzo"
Gli dedicai un occhiolino, prima di rivolgermi ad Alissa

"Sai Al, lui non era stato invitato, eppure si trovava lì, non credi che se lo meritava?" Lo stuzzicai maggiormente, ma un cuscino aderì perfettamente sulla mia faccia, da parte della sua ragazza.

"Neanche tu eri stato invitato, ecco perché mi hai rovinato la festa"
"Lo difendi pure?"
"Sei stato sempre una testa calda, e ricordo bene che jessica non ti ha rivolto più la parola per l'intero mese"
Deglutii, di fronte alla voce di quell'uomo, e al fatto che avesse ricordato una cosa del genere,  ma cercai di non dargli peso.
Dovevo evitarlo.

"Se ti avessi conosciuto, mi avresti rovinato l'infanzia" intervenne Alissa.
"Occhi verdi, saresti caduta nelle mie braccia gia a quell'età"

"La piantate?" Jessica interruppe quel momento tra jack e Alissa, ed io lo trucidai con lo sguardo.
Non smetteva mai di farmi innervosire.

Ma d'un tratto partì un'altro video, che ero più che sicuro, jessica aveva messo a posta, per farmi un dispetto.
Lo conoscevo bene, dato le volte in cui l'avevo visto. E non perché mi facesse piacere vedere la mia faccia da bambino, venire ripresa così da vicino, ma perché era uno degli ultimi video che quella donna aveva girato prima di scomparire dalle nostre vite.

La videocamera continuava ad avere un mio primo piano, mentre dormivo con la faccia premuta sul cuscino, mentre jessica ancorata al mio fianco non smetteva di giocare con le ciocche dei miei capelli, procurando una strana espressione di fastidio sul mio viso, una delle cose che mi portavo fin da quanto ero piccolo.

Ma d'un tratto un paio di capelli neri, e due occhi magnetici, comparvero sullo schermo, sostituendo la mia immagine,  mentre sorrideva a mia madre con un gran pacco tra le mani.

E subito dopo jessica gli corse incontro, abbracciandola all'improvviso.
"Sei venuta?"
"Si te l'avevo promesso, questo è per te"
"Grazie, sono cosi contenta di vederti. Mio fratello mi ha rovinato il compleanno, per questo ora ci vendicheremo"

Tutto ad un tratto si buttarono di peso sul mio corpo, ed io irritato, iniziai a colpire con il cuscino il viso si mia sorella, ma casualmente, il mio gomito andò a scontrarsi con la guancia di Alissa, che subito dopo cadde giu dal letto.

"Porca puttana" esclamò jack, prima di scoppiare a ridere.

Alissa
Avrei voluto isolarmi dal mondo intero,  e rivedere tutti quei video fino allo sfinimento, dato che mi avevano portato indietro con il tempo, dove la serenità e l'ingenuità di una bambina ancora facevano parte della mia vita.
La mia mente aveva quasi resettato quella parte, a tal punto da non ricordare piu niente della mia infanzia, e rivedere quelle immagini, aveva provocato qualcosa di inaspettatemente bello tra il mio petto.

Sentivo il battito accellerare, e una miriadi di emozioni accavallarsi tra di loro, a tal punto che iniziai a sorridere come una cretina. Ma tutto quello durò ben poco, troppo poco, dato che le mie labbra si strinsero tra i denti, mentre i miei occhi iniziavano a pizzicare.

E come una delle poche volte, non riuscii a trattenermi, non ero in grado di soffocare ciò che provavo,  e mi alzai bruscamente da quel divano, correndo fuori in un lampo.

Non sapevo di preciso dove stessi andando, dato che avevo appena attraversato il cancello di casa, ma ero stanca di trattenere ogni emozione,  volevo solo sentirmi libera di sfogarmi, e lasciarmi alle spalle quel peso che continuamente mi portavo dietro.

Strinsi le braccia sul mio ventre, e delle lacrime uscirono dai miei occhi, scorrendo veloci sulle mie guance.

"Alissa?"
Sentii la sua voce chiamarmi, ma cercai di ignorarla, non volevo che mi vedesse in quello stato.

Ero passata dall'essere felice per quei ricordi, a sentirmi una vera merda. Ogni lacrima che attraversava il mio viso, sembrava bruciare, a causa del dolore che portava.

Ogni singola cosa di mia madre, sembrava ripetersi nella mia testa, come la più crudele delle condanne.
E forse lo meritavo.

Ma due braccia possenti, fermarono ogni mio tentativo di fuga, ogni mio tentativo di distruzione,  avvolgendosi sul mio petto, e facendo premenre la mia schiena sul suo corpo.

"Che cazzo succede?"
"Niente!" I miei singhiozzi molto probabilmente arrivarono alle sue orecchie, dato che mi voltò verso di lui, con urgenza.
"Hey?"

Inaspettatamente i suoi pollici sfiorarono le mie guance,  cacciando via le lacrime, nel modo piu dolce possibile, uno lontano anni luce da Christian River.

"Mi stai facendo preoccupare, cazzo! Mi dici che succede?"
Scossi la testa,  e lui mi spisne contro il suo petto in un abbraccio soffocante, senza voler più nessuna risposta.
Il suo profumo così vicino alle mie narici, e il mio corpo esile stretto nelle sue braccia, mi fece sentire finalmente a casa, e libera di sfogare ogni mia sensazione.
Così i miei occhi ripresero a piangere, facendo cadere le lacrime dal mio viso alla sua t-shirt.

"Al, così mi uccidi!"
Forse era la prima volta che crollavo in quel modo, davanti ai suoi occhi, io che avevo sempre cercato di essere la più forte, in quel momento stavo scaricando su di lui ogni mio fottuto problema, non riuscendo piu a sopportare quel peso.

E in pochi passi, costretta da lui. Mi ritrovai seduta su un muretto, con le mani strette sul tessuto della sua t-schirt, e la testa immersa nel suo petto.
Mentre il suo corpo  in piedi tra le mie gambe, non sembrava intenzionato a lasciarmi, dato che mi stringeva sempre di piu.

"Mi dispiace Chriss!" quelle parole uscite dalla mia bocca umida,  lo fecero indietreggiare leggermente, per poter sollevare il mio viso nella sua direzione.
"Che stai dicendo?"
Asciugai le lacrime, con le maniche del mio pullover, facendole scorrere sulle mie guance, prima di rispondergli.

"Sono stata io quella che ha rovinato la serata, mi dispiace!"
"Non dire stronzate!"
"Non dovremmo essere qua"

Le sue mani, si poggiarono con decisione sul mio viso, costringendomi a guardarlo.
"Non me ne fotte un cazzo di niente, se non sapere cos'è successo, per farti crollare in questo modo"
"Non devi preoccuparti, solo dei ricordi"
"Dei fottuti ricordi del cazzo, che ti hanno ridotta in questo stato" puntualizzò.
"Non sono riuscita a trattenermi, mi dispiace"
"Cristo, smettila di dirlo." Sputò fuori, avvicinando ancor di piu le sue labbra alle mie.

"Ti va di parlarne? Senza maschere, ricordi?"
Annuii di fronte ai suoi occhi.

"Avevo cancellato dalla mia mente quasi tutta la mia infanzia, e rivedere quelle immagini, ha riportato tutto a galla."
"E questo è  un bene?"
"Non lo so! Ero felice,  pochi secondi prima di lasciare quella stanza in lacrime."
"Cos'è che ti fa piangere?"
"Il dolore, per non aver piu mia madre nella mia vita, per esserne la causa, e non poter rivivere quei momenti"
"Al, non sono molto bravo con le parole. Ma posso dirti quello che ho provato sulla mia stessa pelle." Sospirò in una mossa di dolore, in evidente difficoltà ad esprimersi.
"Per molto tempo, ho finto che non me né importasse nulla, soffocando ogni mia sensazione. Ma solo ora capisco quanto non sia servito a nulla."
Dilatò le sue narici, e tornò a guardare i miei occhi.

"Ho imparato sulla mia cazzo di pelle, che la mancanza non chiede il permesso per ferirti, non rispetta le regole dettate da un fottuto orgoglio, la mancanza e il dolore non sparisce solo perché un giorno ti alzi e decidi di essere forte. No, lei e sempre là porca puttana. Ma tu devi impare ad affrontarla, e detto da me fa quasi ridere, ma credimi è quello che sto cercando di fare per uscire da questa merda, che non mi permette piu di vivere."

I miei occhi in quel momento lucidi, ma per tutt'altro motivo, fissarono assiduamente i suoi, socchiusi e intensamente scuri.

"Forse dovremmo smettere di darci delle colpe, ma cristo e così dannatamente difficile"

E senza aspettare piu un secondo, avvolsi le mie braccia sulle sue spalle, senza aggiungere nemmeno più  una parola.

Il dolore, era la cosa che ci aveva unito fin da subito, e lo stesso che prima o poi avremmo sconfitto insieme , per poter vivere.

"Siamo estremamte complicati,  veniamo entrambi da un passato di merda, e non facciamo altro che rovinare ogni cosa piu di quanto già faccia schifo.
Ma io sono qui per te, e ci sarò sempre questo devi saperlo"
"E l'unica cosa positiva in tutta questa situazione"

Quello era tutto ciò che provavo, andava oltre ogni sentimento umanamente possibile, il mio amore per lui al quanto smisurato, era qualcosa che mi entrava dritto nel petto.

Le nostre labbra si unirono in un tutt' uno di movimenti, ed io non avevo bisogno d'altro, se non sapere che fosse lì con me, mentre mi regalava ogni suo sapore, e respirava la mia stessa aria.

Quel sentimento andava sempre oltre ogni cosa, tutto si fermava ogni qual volta che le mie labbra toccavano le sue.

Chriss
Quella ragazza era l'unica capace di far uscire quella parte di me, con lei diventavo un Chriss completamente diverso, e cazzo quasi mi piaceva.

Ammettere ciò che provavo, non era mai stato facile, ma con lei diventava così dannatamente naturale.
Vederla piangere, star di merda in quel modo, e non poter far niente, mi aveva ferito come non credevo possibile.

Eravamo due anime consumate dalla stessa merda, il dolore.

E per quanto assurdo sapevo che prima o poi ne saremmo usciti, o almeno lo speravo.

Poggiai le mie labbra, sul retro del suo collo, prima di sentire la voce di mio padre riempire quella stanza, dove eravamo appena entrati.

"Tutto bene, Chriss?"
Una fottuta finta preoccupazione, mi fece staccare dalla mia ragazza, e alzai lo sguardo infastidito.
Ma senza degnarlo di una risposta.

E lui inaspettatamente si alzò da quella poltrona, e andò a posare le sue labbra sulla guancia di mia sorella.
"E meglio se vado, si è fatto tardi. Ma grazie per avermi invitato"

Diede una pacca sulle spalle a jack, e poi si diresse verso di noi, il quale superò il mio corpo salutando educatamente Alissa dietro le mie spalle.

Finalmente tornai a respiarare, ma quella sensazione durò troppo poco, dato che sentii la voce di Al, richiamarlo, prima di raggiungerlo verso il portone principale.

"Cazzo!" Strinsi i pugni sui miei fianchi, e mi limitai ad osservarli.

"Signor River, aspetti un attimo"
"Alissa, cosa succede?"
Lei arrivò al suo fianco, e strinse le sue braccia intorno al suo corpo.
"Mi dispiace per essere fuggita in quel modo, non era mia intenzione rovinare la serata, mi creda"

Alzai gli occhi al cielo, non essendo minimamente d'accordo sul fatto che si stesse scusando, con l'ultima persona che lo meritava.

Ma jack rovinò i miei piani, e mi lanciò un cuscino sul viso, prima di piombarmi completamente addosso.
"Che cazzo fai?"
Mia sorella scoppiò a ridere di gusto, di fronte al mio corpo irritato, mentre le braccia del suo ragazzo mi tenevano ben stretto in una morsa.

E senza pensarci lo capovolsi sul pavimento, un sorriso avvolse le mie labbra per essere tornato a quella normalità, senza la presenza di quell'uomo.

"La smetti di stolkerarla?"
"E tu di rompermi il cazzo?" Spinsi maggiormente il mio braccio sul suo collo, ma jessica intervenne.

"Lacialo in pace Chriss"
"Io? Se è stato lui a cominciare" sentenziai avendo pienamente ragione, era assurdo che stesse sempre dalla sua parte, ed era al quanto infantile che volessi il suo appoggio, del quale non mi era mai fotuto un cazzo.

"Che bella scena, quasi mi mancava vedervi così affiatati"
Sentii il suo profumo invadere la stanza, e alzando gli occhi notai il suo corpo passare accanto al nostro, disteso al suolo.
Così senza pensarci, afferrai il suo polso, lasciando perdere la voglia di picchiare jack, e la feci ricadere su quell'enorme tappeto.

"Chriss!"
Un magnifico sorriso avvolse le sue labbra, ed io mi persi a guardarla.

"Non vorrai iniziare una lotta?"
"Devo ricordarti come ti ho steso a soli nove anni, Milton?"
"Sei un cretino!"

Mia sorella continiava a sorridere, stretta nelle braccia di jack, ed io finalmente rilassai ogni muscolo.

"Sicura di voler confermare quello che hai detto?"
"Assolutamente Si!"
"Bene!" 

Preso da una folle idea di vendetta, mi sollevai, afferrando le sue gambe, fino a portale sulla mia spalla, in un solo gesto.

E mentre lei rideva, e si ribellava sulla mia schiena, dedicai un piccolo accenno di saluto ai piccioncini, prima di iniziare ad incamminarmi verso la mia stanza.

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