Se Mi Guardi Mi Arrendo -IN R...

By Bersagliera92

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Alissa Milton una ragazza di 18 anni stronza e ribelle o almeno e ciò che vuol far credere di se stessa da qu... More

PROLOGO
The Start of my Life! ♡
Uno scontro Inaspettato
Mi ritorni in Mente
Un attrazione sbagliata
Un mare in tempesta
I'm here
Una scossa al cuore
Occhi dentro Occhi
Un chiodo Fisso
Tra le tue braccia
Molto più delle mie aspettative
Una bellezza disarmante
Insopportabile
Un senso di colpa
Un bacio inaspettato
sex on love?
Tu sei mia
Senza controllo
Un'amicizia Impossibile
Un vero Coglione
Uno di Troppo
Un gioco sleale
Parole di ghiaccio
Due calamite uguali, a volte si respingono
Ho bisogno che tu Rimani!♡
Se riuscirei ad Odiarti
Inevitabile
Voglia di te
Noi un incastro Perfetto
Un attimo di felicità
La paura a volte può fotterti il cervello
Resta Ancora un Po'
Alcune Mancanze ti soffocano l'Anima
Io e te, il resto del mondo l'ho scordato.
Oltre i Limiti
Quel disperato Bisogno che ho di Te
Un cuore in mille pezzi
Facevano L'amore solo a guardarsi
Ammaliato da tanta Bellezza
"Ciao..River!"
Contro la Tua volontà
Ad un Passo da Te
Se fosse tutto Magnifico
Se solo fossi Mia
Ci perdiamo per poi riprenderci
Sì mangiavano di Desiderio
Un inferno Indimenticabile
Nella Follia più Assoluta.
Baciami! né ho Bisogno!
Per una Volta
Solo per una Notte
Senza te
Una tempesta su di Noi
Un tunnel senza via d'uscita
Un legame indissolubile
Finalmente Qui!
Il confine di un'attimo
Estremamente Complicati
Il nostro perenne Equilibrio
"Alla nostra..River"
Un incessante Desiderio
Tu! la mia unica Forza
Non so Spiegarti il Perché
Finalmente a Casa
Bruciare Per Te
Un'unica Dipendenza
Troppo distanti !
AVVISO
Fuori Controllo
In netta collisione
Sotto il tuo sguardo
Un antidoto Naturale
Tienimi per mano
In continua distruzione
Nonostante tutto
Tu mi appartieni
Mi salvi un attimo prima, che tocchi la terra
Guardami negli occhi, anche quando non parlo.
Siamo Uguali, fatti degli stessi Mali
Come a dirti, io ci sono. Come a dirmi, sarò sempre qua!
Inesorabile
Per la prima volta!
In equilibrio su di Me
Il silenzio è oro, ma se lo sprechi è zero
Copertina
Gli sguardi come oceani, gli abbracci come Ancore.
°Ad un passo da perdere Te°
●Due Puntini Da Lontano●
Cascare nei tuoi occhi
Un respiro si toglie solo se il Cuore ti batte di piu!
Sei la mia Cura, e la mia Dannazione
Dove sei tu, quella è Casa.
Avviso!
Il posto in cui Tornare
Un posto per l'eternità
Veleno e Antidoto
La ferita che nessuno ha mai curato
Ciao Brother
Un Amore complicato
L'anima in pace.
Mai senza Te
Tienimi con te
Epilogo
Avviso
Avviso!

Stringimi la mano, portami lontano

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By Bersagliera92

"E và sempre cosi, tu che mi sorridi, ed io che mi innamoro"

Il corpo possente di Chriss, era praticamente incollato alla mia schiena, mentre le sue braccia erano intrecciate sul mio petto, imponendomi di camminare in quel corridoio d'ospedale,in modo al quanto impossibile.

"Chriss? Ci stanno guardando tutti!"
Cercai di piantare i piedi a terra, per evitare che le mie guance andassero a fuoco dall'imbarazzo, ma il suo bacino si scontro' bruscamente contro il mio sedere, impedendomi tutto ciò.

"Mene fotto, cammina!"

Alzai gli occhi al cielo, iniziando a capire di avere a che fare di nuovo, con il solito prepotende. Ormai del Chris dolce e apprensivo né era rimasto solo un lontano ricordo.

Infatti, non diede minimamente retta alle mie parole, e tanto meno ai sguardi di tutte le persone fissi su di noi.

Strinse le braccia sul mio corpo, quasi come a rivendicare un territorio che non ero poi così sicura che gli appartenesse. E la cosa mi mandò completamente in confusione.
Non eravamo più una coppia, eppure era la prima volta che mi dimostrava il suo affetto davanti ad altre persone.

No che avessi bisogno di un etichetta, ma non potevo non pensare che eravamo solo due ex, che stavano continuando a frequentarsi, e la cosa non mi piaceva per niente.

"Sento le rotelle del tuo cervello in continuo movimento, Milton."
Sfiorò le labbra sul mio collo, a causa della vicinanza, e sentii il suo fiato accarezzare la mia pelle, che bruciò subito a quel contatto.

"Smettila di pensare Al, mene fotto se ci guardano, se voglio fare una cosa la faccio, fine della storia"
Mi voltai leggermente verso di lui, ammonendolo con lo sguardo, non poteva comportarsi come un bambino, e far sempre quello che la sua maledettissima testa decideva, non era così che funzionava.

Ma le sue labbra ad un palmo dalle mie, si sollevarono in un sorriso beffardo, facendo formare la solita fossetta al lato della sua guancia.
Ed io abbassai ogni difesa, facendomi ammaliare dalla sua bellezza.

Al punto, che mi ritrovai a sorridere a mia volta, prima di afferrare la sua nuca, e posare un bacio casto sulle sue labbra ancora arrossate, e terribilmente morbide.
In fondo non potevo negare l'evidenza. Stare con lui mi piaveva fin troppo per poterci rinunciare, e anche se non eravamo piu niente, ero piu che sicura che sarei restata al suo fianco.

"Questo cos'era? Baciami come si deve Milton" ignorai le sue parole, prima che avessero effetto sul mio corpo, e tirai il suo percing tra i miei denti, solo per il gusto di farlo incazzare.

"Cazzo" strinse i suoi occhi, in una mossa di dolore, prima di portarli nuovamente nei miei.
"Non provocarmi, o ti ritroverai chiusa in uno stanzino, con la faccia spiaccicata contro quei schifossisimi lettini del cazzo"
Bloccai i miei movimenti, e ogni tipo di respirazione, ricordando ciò che era successo proprio in uno di quei maledetti sgabuzzini.

Un calore s'impossesso' del mio viso, al solo ricordo delle sue mani sul mio corpo, alla paura che avevo provato se ci avessero scoperti, e alla terribile voglia di averlo.

"Ti stai eccitando al pensiero?" La sua voce rauca, arrivò dritto alle mie orecchie, dove provai un leggero brivido che scese lentamente sul mio collo, fino a sfiorare la mia spina dorsale.
Alcune volte odiavo l'effetto che aveva su di me, e ancora di piu, il fatto che riuscisse a leggere i miei pensieri.

"Avevi il terrore che ci scoprissero, ma nessuna intenzione di rinunciare a me, facendo aumentare il desiderio. Ricordi Milton?" Le sue dita disegnarono dei piccoli cerchi, sulla mia clavicola, ed io deglutii a fatica prima di riprendere il controllo del mio cervello.

"Christian..ti prego."
"Vuoi negarlo? Perché in questo momento mi vuoi esattamente come ti voglio io. Perciò non provocarmi, e ringrazia mia sorella per il fatto che s' incazzzera' se non ci vede arrivare, altrimenti avrei portato le mie mani sotto le tue mutandine, proprio in questo cazzo di corridoio, e sono piu che sicuro che ti avrei trovata al quanto bagnata"

Le mie guance andarono completamente a fuoco, e il mio basso ventre si contrasse nell'esatto momento che mi staccai bruscamente dalla sua presa.

"Piantala! Non so cos'è piu grave, il fatto che ci siamo concessi qualcosa di assolutamente proibito, a pochi metri da dei fottuti infermieri che avrebbero potuto scoprirci, o il fatto che mi stai ricordando tutto questo, in modo da provocarmi, a pochi metri da tua sorella!"

Sorrise in modo strafottente.

"Mmh, il proibito mi eccita" il suo viso assunse un ghigno malizioso, che mi fece esplodere.

"Vaffanculo" quello fu tutto quello che riuscii a dire, concentrandomi esclusivamente sulla sua prepotenza, o mi sarei lasciata trasportare dalle sue parole.

Invece lui da solito stronzo qual'era, continuò con il suo atteggiamento del cazzo.

Mi dedicò un occhiolino, ed io spostai il mio sguardo non riuscendo piu a stare dietro ai suoi pensieri al quanto sconci e dannatamente provocanti per il mio cervello .

E fu in qual momento che mi resi conto di essere arrivati alla fine del corridoio , esattamente davanti alla porta dove jessica ci stava aspettando, e per uscire una volta per tutte da quell'assurda situazione , abbassai la maniglia.

Finalmente una chioma di capelli chiari, arrivò ai miei occhi.
"Jess?"
Si voltò verso di me, e le sue labbra si allargarono in un gran sorriso, che dedicò subito dopo alla persona che era alle mie spalle.

"Al? Dove cavolo eravate finiti?"
Fece per scendere dal letto, tenendo ben stretta la sua mano sul ventre al quanto rotondo, che la rendeva ancor più bella.
Ma jack le bloccò la strada.
"No!"
"Jack, spostati"
"No, mi dispiace"

Chriss stupito forse quanto me da quella situazione , mi raggiunse sfiorando la mia schiena, prima di farsi avanti verso di loro.

"Che cazzo succede?"
Jack si voltò verso di lui, guardandolo con rimprovero.
"Se avresti avuto la decenza di informarti delle condizioni di tua sorella , invece di limonare. Forse lo sapresti"

Notai le spalle di Chriss contrarsi, ma subito dopo spostò lo sguardo su sua sorella.
Cavolo.
Aveva lottato contro se stesso per non entrare in quella stanza, senza permesso, contro ogni regola. E sapevo bene che l'aveva fatto esclusivamente per me, per dimostrarmi di essere diverso. E quello stronzo glielo stava rinfacciando.

"Stai bene?" Gli chiese, e lei annuì.

"Allora perché non puoi scendere da quel letto?"
"Jack esagera, devo solo stare a riposo ed evitare qualsiasi sforzo"
"Perché?" Sentii la preoccupazione nel suo tono di voce, e a quel punto lo Raggiunsi, portai la mia mano sulla sua schiena, ricambiando il suo gesto per tranquillizzarlo.

I suoi occhi scuri mi guardarono per un attimo, ma subito dopo fece intrecciare le nostre dite, fottendosene della presenza di quei due , e devo dire che la cosa mi stupì parecchio.

"Stava per perdere il bambino cazzo, perciò questa volta, si farà a modo mio Bro."

Il tono di voce di jack al quanto autoritario verso Chriss iniziò a preoccuparmi, sapevo che da un momento all'altro lo avrebbe sbattuto di faccia a terra, e per un assurda ragione, quella volta non avrei voluto fermarlo , se solo non ci fosse stata sua sorella ad assistere a quella scena.

Cazzo, avevo sospettato una cosa del genere, ma sentire da jack quello.che era davvero successo, mi restò del tutto senza parole, non riuscivo a crederci. Non poteva aver rischiato così tanto, mentre noi eravamo nel pieno della felicità.

Strinsi la presa tra le dita di Chriss, per fargli capire che ero al suo fianco, e guardai jack, sperando che smettesse di provocarlo in quel modo.

Ma lui scosse la testa in segno di negazione , ed io avrei tanto voluto prenderlo a calci nel culo.
Continuava a mettere a dura prova l autocontrollo del suo migliore amico, quasi come a sfidarlo per vedere fino a che punto sarebbe riuscito a resistere, e quel suo modo di fare stava inziando a stancarmi.

Non poteva scaricare la tentazione su di lui.

Chriss, annullo' ogni mio pensiero quando avanzò verso il letto, trascinandomi con lui, e ignorando completamente quel cretino.

Ma jack, gli sbarro' la strada, incrociando le sue grosse braccia al petto.

"Non ci provare, continua pure a fare il fidanzatino"
"Levati dalle palle, voglio salutare mia sorella, o devo chiederti il permesso? Sai perché non mi pare che tu me l'abbia chiesto per abbracciare Alissa, o per diventare il suo amico del cazzo."

Alzai gli occhi al cielo, e mi staccai dalla sua presa , andando ad abbracciare finalmente jessica.

Lei mi strinse al suo petto, ed io mi avvicinai al suo orecchio.
"Non dargli retta sono due cretini, come ti senti?"
Staccò la presa, e afferrò le mie mani
"Lo sono sempre stati. Ma ora stanno superando ogni limite"
Portò i suoi capelli indietro, nello stesso identico modo in cui lo faceva il fratello, ed io non riuscii ad evitare un sorriso.

"Comunque sto bene, mio figlio è vivo, ed io sono felicissima"
"Mi dispiace non esserci stata, ti avevo promesso che.."
"Hey, non è colpa tua! Sarebbe successo lo stesso, e poi tu eri in una sorte di luna di miele. Non e vero?"
"Jessica!"
"Dai Aly, scherzavo" scoppiò a ridere, in modo al quanto contagioso, che non riuscii a trattenermi.

Mi sorprendeva ogni volta, riusciva a trovare sempre il lato positivo in ogni cosa, e quasi invidiai quel lato del suo carattere, lo stesso che io non riuscivo proprio ad avere.

Chriss interruppe quel momento, sedendosi sul letto e lasciando un bacio sulla fronte a sua sorella.
"Sei sicura di voler continuare a stare con quell'idiota?"
"Ti ho sentito!" Rispose jack.
E Chriss di tutta risposta gli alzò il dito medio

Tornai a sorridere, per quanto continuassero a risultare infantili, e jess subito dopo si rifugiò nelle braccia di suo fratello.

Approfittai di quell'occasione per affiancarmi a Jack, che fissava con irritazione quella scena.

"La vuoi smettere?"
"Di far cosa?"
"Sai bene a cosa mi riferisco, finirà per perdere il controllo"

Il suo viso si voltò velocemente verso il mio.
"Non è un problema mio."
"Aah no?"
"NO!"
Lo fulminai con lo sguardo, per non staccargli la testa, di fronte alle assurdità che stava dicendo.
"Vuoi farti spaccare la faccia proprio davanti a tuo figlio? O sei solo un coglione? Perché è esattamente quello che succederà, se non la smetti subito"
"Non lo farà, fidati. E poi chi ti dice che lui vincerà su di me? Ti ricordo che gli ho gia rotto una spalla"
Spostai i miei occhi sul corpo di Chriss al quanto muscoloso, e subito dopo su quello di jack, che se pur anche lui fosse ben messo non c'era ombra di dubbio di chi fosse il piu forte.

"Non sbavare Milton"

Stavo iniziando a perdere il controllo, quel suo modo di fare mi avrebbe fatta esplodere, da lì a qualche minuto, né ero certa.
"Da quant'è che sei cosi stronzo? Sai perché credevo che quella dote fosse unicamente di Chris"
"E tu da quantè che hai detto al tuo fidanzato che siamo amici?"
"Non sono stata io"
"Certo, ed io dovrei crederci"
"E la verità"

Non ebbe modo di rispondere, dato che sentii due mani aderire sui miei fianchi, fino a farmi cadere sulle sue gambe.

"Lascia stare Al, sta cercando di scaricare la colpa su qualcuno" mi sussurro' Chriss all'orecchio, nel modo piu tranquillo possibile, ed io persi ogni ragione, non riuscivo a credere ad una cosa del genere.

"Al, sta tranquilla, so com'è fatto. Credimi!" Quelle furono le ultime parole che mi dedicò prima di portare l'attenzione di nuovo su sua sorella.

"Allora vuoi dirmi che diavolo è successo? Hai fatto qualcosa che non dovevi?"
"No Chris"
"Allora com'è potuto succedere?"
"Sto bene, smettila di guardarmi in quel modo. Non sono malata"
"Hai rischiato di perdere il bambino, non stai bene!" Puntualizzò.
"Ho detto che sto..be..ne. Smettila!"

"Va bene, va bene"

Jessica si sollevò sulle sue braccia, e sposto' i suoi occhi idendici a quelli di chriss su di me, e poi nuovamente su di lui.
Credevo che stesse per raccontarci ciò che era successo, ma sbagliavo.

Portò le sue dita sulle labbra di suo fratello, ne traccio' il contorno, e sorrise maliziosamente.

"Che avete fatto in mia assenza?"
Chriss si scrollo' da quel tocco
"Vuoi un disegno?"
"Mi bastano i particolari"

Il mio viso andò completamente a fuoco, lei stava cercando di cambiare discorso, ed io in preda all'ansia.
Avevo paura che Chriss avesse davvero aperto la sua bocca per dirle tutto, non che lei fosse cosi stupida da non capirlo, anche perché ci aveva sorpreso in atteggiamenti al quanto spinti. Del quale ancora mi vergognavo. Ma ammetterlo era tutt'altra cosa, e poi sapevo bene che lui avesse detto cose non vere, dilungandosi in particolari scottanti. Anche se far l'amore quasi in ogni angolo di quella casa, era stato al quanto realistico.

Sentii le sue mani stringere sulle mie gambe, prima che si avvicinasse ai miei capelli.
"Quei ricordi li tengo per me, rilassati!"

Deglutii, e cercai di uscire da quell'imbarazzo
"Allora avete scelto il nome del bambino?"
"Non cambaire discorso Alissa, magari jess vuol sapere come avete trascorso il tempo in casa mia, vero Amore?"

Dedicai uno degli sguardi peggiori che fossi in grado di fare a jack, al punto che se avessi potuto l'avrei ucciso, in quel preciso momento.
Chriss molto probabilmente si accorse del mio stato, e si voltò verso di lui.

"Ora basta! Chiudi quella bocca, o ti spacco quella faccia che ti ritrovi" gli punto' minacciosamente un dito contro, che io abbassai cercando il suo sguardo per farlo calmare.

"Jack, per favore stai esagenredo. Si puo sapere che ti prende?"
"Niente, Jess."
"Allora smettila di fare lo stronzo"
"Lo stronzo? Se ce uno in questa stanza che puo essere chiamato tale, non sono IO"
"Siamo in ospedale, cerca di piantarla Jack"
le parole della sua ragazza sembrarono calmarlo, ed io finalmete respirai.

Non capivo più il suo atteggiamento.

"Quando la smetterete di comportavi da cretini eeh?"

Jack si avvicinò a lei, regalandogli una carezza, ed io lasciai un leggero bacio sulla guancia di Chriss.
"dovete smetterla sul serio"

Ma non ebbi tempo di ascoltare una sua risposta, che sentii la porta aprirsi, in modo brusco, ricordadomi subito uno dei suoi modi di fare, e non appena mi voltai trovai il signor River avanzare preoccupato.

"Papà?"
"Dio jessica, mi hai fatto preoccupare stai bene?"
"Si sto bene"

Diede una pacca sulle spalle a jack e un lieve sorriso a Chriss.
"Ciao Alissa"
"Ciao signor River"

"Allora quanto pensavate di dirmelo eeh?"

Chriss
Un giorno, un solo fottuto giorno era passato, da quando eravamo dovuti tornare alla realtà , a vivere in quella maledetta casa, senza piu ombra di quella tranquillità che sembravo aver trovato.

Non esisteva piu niente, ero tornato ad essere nervoso, irascibbile, indossando quella maledetta maschera, contro quel peso che puntualmente portavo sulle mie spalle.

Mia sorella stava bene, nonostante quello che gli era successo in mia assenza, sembrava serena. Mio nipote stava bene, e quella era la cosa piu importante , una delle cose che avrebbe potuto rendermi felice, ma purtroppo non lo era.

Riprendere la mia solita vita , sembrava piu dura del previsto. Quei giorni che avevo trascorso rinchiuso in casa di jack,sembravano quasi ripetersi ad intermittenza nel mio cervello.
Lì nonostante le continue litigate e poi far lamore, ero stato me stesso, in quel fottuto posto mi ero sentito davvero felice, a tal punto che non avrei voluto tornare alla realtà, non avrei voluto assolutamente interromperla in quel modo , almeno non cosi in fretta.

Scesi le scale a piedi nudi, avevo un assoluto bisogno di distrarmi , si perché fissare Alissa che dormiva al mio fianco in tutta la sua bellezza , con addosso la mia t schirt, non faceva altro che aumentare il mio nervosismo, cazzo!
Avrei potuto svegliarla e perdermi in lei, ma da quel cavolo di giorno in cui jack mi aveva telefonato, non avevo osato piu sfiorarla, e non perché non la desiderassi, ma c'era qualcosa nella mia testa che non me lo permetteva.

Fare l'amore in quel momento, avrebbe significato perdermi in lei così tanto da cercare di staccare quei pensieri dalla mia testa, l avrei scopata come se non ci fosse stato un domani, e non era quello che volevo. Non potevo farlo succedere un'altra volta.

Afferrai una birra dal frigo, la quale feci scendere con urgenza tra le mia gola.
Ma i pensieri non sembravo volessero tarmi tegua, stavano diventando insopportabili, accavallandosi tra di loro.

L'immagine di mio padre che entrava in quella fottuta stanza d'ospedale con una preoccupazione che non gli avevo mai visto su quel viso cosi simile al mio, si ripeteva ad intermittenza nel mio cervello. Fino al punto da farmi incazzare.

Il senso di colpa che provavo per Luke, la rabbia verso mio padre , la preoccupazione per mia sorella, e la voglia di far finire tutto quello, fino ad avere di nuovo la mia ancora non fidanzata, stava diventando troppo da poter gestire.

Tirai fuori il pacchetto delle mie Marlboro, e facendolo scontrare con la mia mano, estrassi una sigaretta, che iniziai a tamburellare ripetutamente sul ripiano della cucina, nel quale mi ero soffermato a pensare.

Cazzo!
Se c'era una cosa che piu di tutte sembrava essere indispensabile, veniva prima di qualunque altra cosa, era la mia priorità, quella era Alissa.
Dovevo risolvere quel piccolo problema tra noi, doveva essere mia in tutti i sensi, perché solo in quel modo forse sarei ritornato a vivere.

Lei era la mia ancora di salvezza, di quello ne ero certo. Ed io volevo essere il suo ancora.

"Bro?"
Sussultai al suono della voce di jack, e mi voltai verso di lui, portando la sigaretta tra le mie labbra.
"Che fai sveglio a quest'ora?"
"Potrei chiederti la stessa cosa" risposi freddo, illuminando il mio viso con la piccola fiamma dell' accendino.
"The con biscotti, ordini di tua sorella"
Abbozzai un sorriso, che feci svanire all'istante.
"Vuoi parlarne?"
"Di cosa?" Tornai a guardarlo.
Alzo le sue sopraciglia, con fare ovvio.

"Sono le 6.00 del mattino, e tu sei qui a fumare e bere come non facevi da tempo"
"Non rompere jack!"
"Sai credevo che avere Alissa così a portata di mano, ti avrebbe reso al quanto occupato. Invece sei qui, a farti mangiare dai pensieri, non e vero?"
"Fai quel thè" dissi minaccioso.
Ma lui non sembrò arrendersi

"Anche se non ci fosse stata lei, saresti rimasto nel tuo amato letto, a rotolarti tra le coperte, quindi ti ripeto che ci fai qui?"
"Le persone cambiano Jack, perciò fai quello che devi fare, e sparisci! "
Si voltò verso di me, non credendo minimamente a cio che avevo pronunciato.
"Tu no! Spegni quella sigaretta, cazzo. E dimmi che succede"

Dischiusi le mie labbra formano una o, e tirai fuori il fumo facendolo arrivare dritto sul suo viso , in un gesto di totale strafottenza.
"Vaffanculo" sapevo quanto odiasse il fumo di prima mattina , e da perfetto stronzo, lo stavo facendo innervosire di proposito. Almeno non mi avrebbe rotto le palle.
O forse mi sbagliavo.

"E per tuo padre"?
Rimasi sbalordito dalle sue parole , ma non aggiunsi niente, nemmeno un fiato.
"Chriss, dovevo chiamarlo, quella e sua figlia, doveva pur sapere che fosse incinta, e che si trovasse in un cazzo di ospedale"
"Sei fuori strada, non m importa un cazzo di lui"
"Smettila di fare il trattenuto con me, ho sbagliato lo so, ero nervoso, ma ora piantala. Siamo sempre noi bro, non.puoi mentirmi"
"Porta quel cazzo di the a jessica"
Ringhiai innervosito piu che mai.

Ma lui chiuse il gas, e si avvicinò fin troppo al mio viso, al punto che riuscivo a vedere bene i suoi lineamenti ben tesi.

"Perché non glielo porti tu? Sei sempre suo fratello, eppure non sei entrato in quella stanza nemmeno per un secondo.
Da quando hai visto la faccia di cazzo di tuo padre, non sei più tu."
"Ti ho detto che non e per lui porca puttana"
"E per cosa Bro?"
"Jack, non ho voglia di parlarne, vai da jessica, e non rompermi il cazzo"

"NO!" Aderì bruscamente le sue mani contro il tavolo.

"Non puoi continuare a vivere in questo modo, scrollati di dosso quel peso che ti porti dietro, tuo padre, luke, o qualsiasi sia il tuo cazzo di problema devi risolverlo.
Devi iniziare a vivere dannazione, ad essere felice una volta tanto."

A quel punto, fui io ad avvicinarmi a lui, tirai un pugno su quel ripiano lì dov'erano appoggiate le sue mani.
"Cosa credi che non ci abbia provato? E in parte ci ero anche riuscito. Ma porca puttana jack, non posso, non riesco a superare un cazzo. Il problema sono io, non gli altri. Lo capisci?"
"No non lo capisco. Quello ad essere morto e Luke, non tu. Sei fottunatamente vivo, perciò comportati da tale maledizione. Hai una vita, un lavoro, una cazzo di ragazza che ti sopporta nonostante tutto, hai tua sorella che ti ama follemente, hai me, e un bambino che ti piaccai o no, ti appartiene . Perciò perche diavolo non smetti di vedere tutto nel modo sbagliato?"
"Come cazzo dovrei vederla jack? Sono qua, sono vivo come cazzo dici tu, cosa dovrei fare di piu?"
"Devi superare quelle stronzate che ti sei messo in testa, e smetterla di esssre sempre cosi' testardo."
"Che cazzo stai dicendo, da mio padre siamo finiti a parlare di cosa esattamente?"
"Di te, della tua vita. E se non te ne importa un cazzo, va bene. Ma sappi che le persone che ti sono vicine, soffrono tanto quanto te, nel vederti in questo modo"
Strinsi i miei occhi, non volendo piu ascoltare la più chiara delle verità.

"Tu che cazzo ne sai di come stanno le persone che mi stanno vicine? Aah gia dimenticavo la tua amicizia con Alissa"

Uno sbuffo lasciò le sue labbra, infastidito.

Lui non aveva nessun diritto di esserlo, quello incazzato ero IO.

"Smettila di essere geloso, ti spiegheremo ogni cosa. Ma non adesso" cosa cazzo doveva spiegarmi?

"E questo chi cazzo lo decide?" Sputai fuori.
"Io"
"Tu non comandi più un.cazzo, da quanto ti stai comportando di merda"

Ma lui inaspettatamente si poggiò su quello sgabello, portandosi la testa tra le mani.

"Sono felice per te, ogni volta che ti vedo con lei sei sereno, e questo non puo far altro che rendermi davvero felice.
Ma cazzo, sono andato nel panico, e l'unica cosa che ho fatto e stata prendermela con te, per non esserti trovato lì con me, ad aiutarmi a gestire quel che cazzo stava succedendo"

"Mi sono incazzato tanto quanto te, quanto mi hai chiamato. Ma cazzo jack, devo imparare a lasciare a te quel maledetto posto, devi essere tu ad occuparti di mia sorella"
"Non ci riuscirai mai, ed io non voglio prendere il tuo posto"
"Forse, ma devo provarci, e tu devi tirar fuori le palle"

Lo vidi mentre sospirava pesantemente.

E poi alzò lo sguardo su di me.
"Sei stato bene a casa mia?"

Annuii

"Voglio quella casa Jack, e anche la tua moto" tirai fuori quelle parole deciso piu che mai, ma lui sembrò non avermi ascoltato, dato che cambiò discorso.

"Questa sera potresti essere puntuale, abbiamo tuo padre a cena, e tu ci sarai"
I miei occhi quasi uscirono dalle orbite per la sopresa al quanto non gradita, e per il modo in cui aveva cambiato discorso.
"Che cosa?? Da quanto fate le cose senza il mio permesso? Lui non entrerà in questa cazzo di casa, senza che io.."
"Frena! Io e tua sorella aspettiamo un bambino, che vuoi o no sarà anche suo nipote, perciò lui farà parte della nostra vita, anche senza il tuo consenso. Perciò se vuoi dimostrarle davvero che gli vuoi bene, devi esserci, senza condizioni. Sai bene quanto tiene a tutto questo."

"Non mi stai chiedendo davvero una cosa del genere jack?" La mia voce tradì le mie intenzioni, dato che si spezzò, facendola risultare debole.
"E proprio quello che sto facendo , cresci Chriss e dimostra a tutti chi cazzo sei davvero."

Sentii la vene della mia tempia ingransidisi, mentre iniziavano a pompare a dismisura, e le mie dita estrassero l'ennesima sigaretta da quel pacchetto.
Avevo bisogno di nicotina il piu in fretta possibile.

Ma la sua mano del cazzo fermò ogni mio gesto .
"Se hai intenzione di rovinare ogni cosa, allora spezza pure il cuore di tua sorella, ma non presentarti"

Afferrai saldamente la sua t-schirt del cazzo tra le mie mani
'Fammi capire stai dando ordini in casa mia, e sulla mia cazzo di vita?"
"No, sto cercando di fare la cosa giusta"
"La cosa giusta e farti i cazzi tuoi" lo strattonai violentemente contro il muro
"Fa pure Bro, prendimi a pugni, scarica su di me tutto cio ché provi, esattamente come ho fatto io. Ma credimi, non ti sentirai meglio, perché le cose non cambieranno"
"Non dire piu una sola parola, o non ci sarà nessuno in grado di fermarmi, dal spaccarti la faccia"

Alissa
Un profumo a me conosciuto, lo stesso del quale non potevo piu fare a meno, iniziò a sfiorare le mie narici, ed io ancora presa dal sonno, il quale non volevo lasciare, feci strofinare il mio viso su quel morbido cuscino, annusando ogni singolo centimetro.

Quella era la parte che preferivo della giornata, da quando avevo messo piede in quella città. Si perché svegliarmi al suo fianco, con il suo odore, o semplicemente vedere il suo viso sempre cosi corrugato, anche a quell'ora era qualcosa di meraviglioso.

E spontaneamente, anche se non ero ancora del tutto in grado di gestire i miei movimenti, il mio braccio si spostò su quelle lenzuola fino ad arrivare sul suo cuscino, il quale trovai vuoto. Rendendomi conto solo allora, che non fosse al mio fianco.

Mi costrinsi ad aprire gli occhi, e una strana sensazione si fece strada tra il mio petto, non trovandolo lì accanto a me.

Voltai bruscamente la testa dall'altro lato della stanza, e portai i miei occhi contro la finestra.

Era ancora prestissimo, ma nonostante tutto le nuvole grigie risaltarono ai miei occhi, facendomi perdere completamente la voglia di alzarmi.

Era una di quella mattine di novembre , dove avrei preferito stare sotto le coperte tutto il giorno, invece di alzarmi, ma qualcosa di vitale importanza portò i miei piedi a toccare il pavimento.

Scesi le scale stringendo la sua t-schirt sulla mia pelle , data la temperatura.
Ma non appena arrivai in salotto, mi soffermai a guardare il suo corpo.

Stava seduto su quel divano, in una di quelle posizioni che non riuscivo a capire cosa stesse facendo, ma notai la sua schiena nuda, al quanto contratta. E mi persi a tracciare ogni lineamento dei suoi muscoli con i miei occhi.

Mi avvicinai in punta di piedi, e notai il suo sguardo fisso sul pavimento, segno che stava rimunginardo su qualcosa, e non appena portò i suoi capelli indietro, e coprì totalmente il suo viso con le mani, in segno di disperazione, capii il suo stato e mi feci avanti.

Gli cinsi le spalle senza emettere nemmeno un fiato, al punto che lui sussulto', e strinse le sue mani sulle mie.
Non si era minimamente accorto della mia presenza, se non al mio tocco.

"Hey?"
Accarezzai la sua schiena liscia, e senza lasciare la mia presa, poggiai le mie labbra contro la sua pelle.

"Buongiorno"
"E presto Al, che ci fai in piedi?"
Sollevai la testa, quel poco che mi bastò per fissare i suoi occhi, che mi guardavano oltre la sua spalla.

"Da quant'è che sei qui?"
"Un po, torna a letto"

Accarezzai i suoi capelli, e mi feci più vicina a lui, ma la sua reazione mi lasciò completamente senza parole.

Si staccò dal mio corpo, e fece aderire la sua schiena contro il divano ad una velocità assurda.
"Chr..iiss?"
"Ne parliamo dopo, Al. Vai a letto." la sua risposta fredda, mi fece preoccupare sul serio, e contro ogni sua volontà, portai le mie dita sulla sua guancia, costringendolo a guardarmi negli occhi.

"Che ci fai qua? E soprattutto perché mi hai lasciata da sola?"
Abbozzo'un sorriso prima di tirarmi verso il suo petto
"Che ce, sentivi la mia mancanza?"
Gli tirai un leggero pugno sul ventre , mentre i miei occhi cercavano ansiosi i suoi, volevo delle risposte.

"Sto aspettando"
"Cosa?"
"Chriss!" Mi distaccai dal suo corpo, e lo sfidai con lo sguardo, fino a che lui cedette.

"Cazzo!" Strattonò i suoi capelli, rendendoli ancora piu disordinati, prima di iniziare a parlare.
"Mio padre viene a cena qui questa sera, ed io non ho piu nessun potere decisionale in questa merda di casa del cazzo. E per finire jack vuole che io ci sia. Ti basta?"

Mi avvicinai nuovamente al suo corpo, iniziando a mettere insieme le sue parole.
"Sai bene che non sei costretto a farlo"
"E qui che ti sbagli, mi ha messo contro l'unica persona al quale non rinuncerei mai"
"Jessica?" Risposi incerta, e lui annuì.

"Abbiamo litigato, mi ha sbattuto in faccia una verità che ho sempre cercato di negare. E la cosa più assurda e che sto bene, nonostante le sue parole continuano a girarmi nella testa, mi sento diverso"
Non riusci a capire bene le sue parole, cosi cercai di tirargli fuori qualcosa di piu comprensibile.
"Hai litigato con jack? In piena notte?"
Annuì ancora
"Non riuscivo a dormire, stavo di merda, e lui si e trovato qui per caso"

Continuava ad essere evasivo, ed io non avevo intenzione di insistere ulteriormente. Cosi Portai le mani sul suo viso al quanto segnato, molto probabilmente per non aver dormito, e quasi mi sentii in colpa per non essergli stata vicina, mentre si faceva mangiare dai suoi maledetti pensieri.

"Sono stanco di tutti questo, odio il modo in cui prendo le cose, porca puttana. E lui non ha fatto altro che ricordamelo"
Le sue dita, s infilarono lente tra i miei capelli, ed io mi beai di quel tocco.

"Qualsiasi cosa deciderai di fare, io sarò al tui fianco Chriss. Ma forse dovresti mettere fine a tutto questo, e mostrare una volta tanto chi sei davvero, senza maschere"
Notai il suo viso cambiare a causa di una smorfia, ed io continuai.

"Quei giorni che abbiamo passato insieme, ho visto il modo in cui hai abbassato le difese, e devo ammettere che mi hai sorpreso. Ti ho visto sorridere solo in quel posto, essere felice, senza pensare che il mondo ce l'abbia costantemente con te. Certo non sempre, ma eri una persona migliore, rendevi me una persona migliore. Perciò forse puoi provare a farlo ancora"

"Al!."
"Chriss, siamo bravi a rendere tutto impossibile, e per questo che abbiamo continuato a litigare, e a rendere tutto così difficile, ma questo non vuol dire che io non abbia visto chi sei davvero."

Alzò le sue sopracciglie.

"Sei uno stronzo che fa di tutto per apparire tale. Non m importa sé tra di noi finirà, voglio che impari ad essere te stesso, soprattutto con le persone a cui vuoi bene"

Le sue calde mani salirono sulle mie gambe, che subito dopo quasi non facendo nessuno sforzo, mi alzarono da quel divano, e mi rotrovai a cavalcioni sul suo bacino.

"Sei troppo per me" sussurrò, prima di sollevare la sua maglietta che ancora indossavo, e farla sparire dal mio corpo.

Ed io mi beai di quel contatto chiudendo i miei occhi, le sue mani, il suo profumo, e sentii il suo respiro farsi più vicino quasi a sfiorare le mie labbra.

"Guardami!"
Apri i miei occhi, e lui poggio' le sue labbra sulle mie, un semplice bacio labbra contro labbra. Casto, ma di un sentimento mai provato prima.

Essenziale.

"Mi stai chiedendo di farlo, Al? Di presentarmi a quella cena, e far finta che il resto non sia mai esistito?"
'No! ti sto lasciando libero di scegliere cio che vuoi. Ma prima o poi dovrai affrontare ogni cosa, se vuoi essere felice."
Poggio' la sua fronte sulla mia.

"Sono fottuto, non ho scelta." Sentivo il suo respiro accelerarsi per poi fermarsi, in modo continuo, al punto che afferrai saldamente il suo viso nelle mie mani.
Ma lui sembrò irrigidirsi.

"Chriss so bene quello che stai provando, ma ti prego parliamone. Hai bisogno di uscire da tutto questo"

"Scendi!"
"Cosa?"
"Ti prego, allontanati"
Corrugai la fronte, non capendo cosa diavolo stesse dicendo. Ma le sue mani si posarono saldamente sulle mie gambe nude, e sentii la pressione delle sue dita sulla mia pelle, finché con un gesto spostò il mio corpo dal suo bacino.

"Te lo chiesto per favore, Al!" Ringhiò tra i denti.
"Che cazzo stai dicendo, Chriss?"
La mia schiena ormai sprofondata contro il divano iniziò a irrigidirsi, e lui pianto' i palmi delle sue mani al lato della mia testa, e i suoi occhioni scuri, si fusero con i miei al quanto terrorizzati.

"Mi..stai..evitando?" Balbettai a pena.
"No!" La sua voce uscì quasi in un sussurro.
"No?" Chiesi preoccupata, avendo ben capito il suo comportamento.
Ma lui assunse una strana espressione sul viso, stringendo i suoi occhi, e strofinando il naso contro il mio.

"Porca puttana, NO! NO!"
"Se è per quello che ho detto.."
Aprì i suoi occhi, e in un attimo si appriopiò delle mie labbra, con urgenza.

Mi persi tra quelle labbra così morbide, in modo impellente. Ed ero piu che sicura che per lui fosse la stessa cosa, dato il modo in cui muoveva la sua lingua nella mia bocca.

Forse avrei dovuto impuntarmi, e non concedermi tanto facilmente.

Ma lui era fatto in quel modo, che definire strano era riduttivo.
E in fondo era proprio quel suo essere così diverso dal resto del mondo a piacermi immensamente

"Al?"
"Mmh?" Sfiorai le sue labbra con le dita, quasi come se non volessi dimenticarne il sapore.
"Ti Amo, come non ho mai amato nessuno Cazzo"

Sorrisi, in uno stato di felicità.

"Non volevo di certo allontanarti. Ma cazzo, non riesco a starti vicino e non toccarti, baciarti.."

Corrugai la fronte

"Non voglio usarti per distrarmi, voglio amarti come meriti. Ed ora non né sono capace.
Hai bisogno di qualcosa in piu da parte mia. E quando ti tocchero' e perché sarai totalmente Mia, non solo per fotterti."
"Chris, so come sei fatto non ho bisogno di niente, oltre che della tua presenza nella mia vita"
Poggiò il suo indice sulle mie labbra.

"Non adesso, e non così in fretta. Dammi del tempo"

Sorrise in uno di quei modi che mi facevano bloccare il respiro, non facevamo l'amore da due giorni, e quel contatto provocò in me una strana sensazione, che non gli avrei permesso di vedere.
"Per quanto vorrei scoparti , e dimenticarmi tutta questa merda. Non lo farò , o meglio non ora, non in questo modo, voglio provare a darti di più"

Raddrizzai la schiena non riuscendo piu a stare dietro alle sue parole.

"Vestiti, andiamo in ufficio!"
"Che cosaaa??"
Tutto mi sarei aspettata, tranne una riaposta del genere.

Solo cinque fottuti minuti prima stava fumando dalla rabbia e frustrazione, per poi toccarmi e allontanarmi alla stessa velocità.

Che cavolo stava succendo? Non capivo più cosa passasse nella sua testa.

"Non farmi pentire di cio che sto per fare, perciò alza il culo e vai a prepararti. O finiro' davvero per entrarti nelle mutante su questo fottuto divano del cazzo"

Chriss
Tirai su la cerniera dei miei jeans in modo brusco, prima di avviarmi verso il comodino dal quale estrassi l'ennesima sigaretta nel giro di pochi minuti.

Ero nervoso.
Il fumo usciva dalla mia bocca, e l'agitazione non sembrava voler abbandonare il mio corpo, cosi mi avviai verso la scarpiera nel vano tentativo di prendere le mie converse. Ma i miei occhi sembrarono guardare il vuoto e i miei pensieri presero il sopravvento.

"Chriss?"
Voltai leggermente il mio sguardo, facendolo ricadere su di lei.

Bellissima, era troppo riduttivo in quel momento.
Aveva raccolto i suoi capelli in una coda di cavallo, in modo tale da restar scoperto il suo magnifico viso, il quale aveva truccato in modo che i suoi occhioni verdi, risaltassero maggiormente, al punto da ipnotozzare ogni mio movimento.

"Non dovresti fumare in camera!" Incrociò le sbraccia al petto, ed io feci scendere il mio sguardo sul suo corpo.

La sua pelle chiara rifletteva in contrasto con la t-shirt nera che aveva indossato, esageratamente scollata, al punto che tracciai la linea del suo seno con i miei occhi.

Deglutii.

I suoi jeans erano cosi stretti da mettere in risalto ogni sua forma, stavo bruciando ogni mio tentativo di non portarmela a letto.

Trattenni il respiro.

"RIVER!"
ALZAI lo sguardo, e mi avvicinai verso il suo corpo, girandole intorno mentre ancora assaporavo la nicotina tra le mie labbra .

Tirai fuori il fumo proprio sul suo viso, prima di dedicargli un occhiolino malizioso.
"Incantevole, oserei dire principessa "
"Cretino è più appropiato" Fece aderire la sua mano sul mio petto, la quale afferrai al volo per abbracciarla, e posargli un bacio sul suo collo.

Con forza, senza darle via di scampo.

"Com'è che farebbe un cretino?"
"Chriss?"

Si liberò dai miei baci, e mi guardò di sbieco.
"Indossa una maglia, e datti una mossa"
Ancora imbambolato dal colore dei suoi occhi ,non seguii le sue parole, ma lei in uno spintone fece aderire il mio.sedere contro il materasso.

"Hey! questo cos'era?"
"Un avvertimento!"

Mi diede le spalle e in moventi lenti si avvicinò alla mia scarpiera, facendo ondeggiare involontariamente il suo sedere, sotto a quei jeans al quanto stretti.

"Sai mitlon, non credo che andremo in ufficio" .
Sì voltò di scatto, lanciando bruscamente le mie converse ai miei piedi.
"Aah no? Pochi minuti fa pensavi il contrario "
"Certo! Ma non ti porterò in quel cazzo di ufficio vestita cosi"
Alzò le sue sopracciglia non essendo d'accordo con le mie parole .
"Perche? Qual'è il problema? Ho addosso dei semplici jeans e una fottuta maglia"

Mi.sollevai sulle braccia, dedicandogli uno sguardo malizioso.
"E quello i punto, non ti serve altro per essere dannatamente eccitante "

Mi puntò un dito contro
"Infilati quelle scarpe"
"Mmh? E tu togli quei jeans, e abbassati le mutandine"
Sbarrò i suoi occhi, ed io scoppaia a ridere dimenticando quasi tutto cio' che aveva appena attraversato la mia mente.

"River non dirmi che non sai resistere? Perché poco fa hai detto che non mi avresti piu toccata"

Alissa
Roma era meravigliosa anche in una stagione come quella, nonostante il freddo iniziasse a farsi sentire , il sole accarezzava quei prati, le strade, e la mia pelle in modo al quando piacevole, al punto che afferrai gli occhiali da sole di Chriss nel suo cruscotto, e li feci scivolare sui miei occhi.

"Vorrei ricordarti che quelli sono del sottoscritto"
"Non rompere Chriss, farò attenzione, stanne certo"
"Sicuro"
I suoi occhi per un attimo si spostarono dalla strada e finirono sul mio viso, prima che tracciassero ogni centimetro del mio corpo.

"Guarda avanti"

Strinse le mani contro il volante.
"Ti ho appena detto che non ho intezione di scoparti, e tu ti vesti cosi?"
"Ancora? Ti prego smettila"
Mi dedicò uno sguardo, così veloce che capii quanto la cosa non gli piacesse.
"Ringrazia il fatto che non ti ho costretto a cambiarti, e non appena vedo un solo fottuto coglione guardarti, gli spezzo..."
"Hey" poggiai la mia mano sulla sua, la quale teneva ben impugnato il cambio delle marce, e senza pensarci intrecciai le mie dita alle sue.

Quel gesto sembrò tranquillizzarlo, o forse solo in parte, dato che il suo piede spinse sempre di piu sull'accelleratore. E in pochi minuti arrivammo ai parcheggi della casa editrice.

Non avevo ben capito del perché della mia presenza, ma vederlo così teso, e nervoso non mi tranquillizzava per niente.
Afferrò l'ennesima sigaretta tra le sue labbra, ed io strinsi prontamente il suo polso.

"Perché siamo qua? Io non credo che dovrei salire"
"Che cosa?"
"Ti voglio ricordare che non lavoro piu qui, e quelle ossigenate del cazzo mi guarderanno.."
"Tu vieni lì dentro, per me, con me. Del resto devi fottertene"
"No, non posso!"
"Scendi, e non farmelo ripetere due volte. O ti trasporto di peso"

Chris
Per quando potesse risultare assurdo sapevo bene cosa stavo per fare, e forse non era la miglior dimostrazione che avessi potuto dargli, ma era ciò di cui avevo bisogno Lei sapeva quando fosse importate per un tipo come me fare una cosa del genere e sperai davvero che ne afferrasse il motivo.

Ero agitato quello era vero, ma era una delle cose che piu desideravo fare.
E anche lei, dato che ricordavo perfettamente le sue parole.

"Se perdi, mi porterai in ufficio, mano nella mano, in modo da risultare off-limits per tutte le tue ossigenate"○

Incrociai le mie dita nelle sue, e la sua pelle fredda si fuse con la mia, che stava esplodendo di fuoco.
"Chriss!"
Non gli diedi nemmeno il tempo di parlare, o di meravigliarsi, che poggai in modo possessivo le mie labbra sulle sue.
Il suo sapore mi distrasse complemente, al punto che intensificai il movimento, facendo aderire la sua schiena contro la parete di quel maledetto ascensore.

"Chriss.." poggiò le sue dita sulle mie labbra, per trattenermi.
"Siamo arrivati. Non fare stronzate, o ci faremo beccare dall'intero ufficio" spostò i suoi occhi alle mie spalle.

Ed io sorrisi beffardo, nello stesso momento che le porte dell'ascensore si aprirono.

Cercò di sorpassarmi, molto probabilmente per fuggire da me. Ma io la raggiunsi, e in modo naturale feci intrecciare le mie dita alle sue, proprio lì davanti ai sguardi di tutti.

La sentii irrigidirsi, ma da stronzo qual'ero continuai a camminare.

Non era la prima volta che arrivavo in ufficio con lei, ma essere stretto tra le sue dita, sopratutto in quel posto, era decisamente la mia prima volta.

Tutto quello voleva dire chiaramente, che avevo smesso con la mia vecchia vita, era una notevole dimostrazione che lei era tutto ciò di cui avevo bisogno, era mia,come io ero suo.

Gli occhi di quasi tutti i dipendendi rimasero fissi su di noi, al punto che sentii la sua presa contrarsi, forse dall'imbarazzo, ma io accarezzai la sua mano con il mio pollice, completamente tranquillo e orgoglioso di quel gesto.

"Rilassati, Al!"

Varcammo la soglia del mio ufficio, e gli occhi di Mike e Lisa scattarono subito su di noi.

"Buongiorno Chriiss"
Dedicai un'occhiolino a Lisa, la quale non sembrava molto contenta, dato il modo in cui guardava la persona al mio fianco.
La stessa che non riusciva a far uscire dalla sua bocca, un semplice saluto verso quel cretino di Mike.
Così intervenni.

"Mike, buongiorno."
"Buongiorno, non credevo ti ricordassi di avere ancora un lavoro"
Lo guardai di sbieco, e lui trattenne il mio sguardo finché non si avvicinò ad Alissa, e cercò di lasciargli un bacio sulla guancia.
Che io ovviamente evitai, strattonandola al mio petto.

"Scordatelo!"
"Che ce, sei geloso di uno come me?"
Lasciai la presa su di lei, e mi avvicinai un po troppo a lui.

"Non di te, sono fottutamente geloso di lei, perciò non provare più ad oltrepassare il limite, o ti sbatto fuori di qua"

"Christian!" Sentii la sua voce farsi vicina, mentre la sua mano strinse sul mio braccio, per farmi allontanare da quel cretino.
Ma io non avevo nessuna intenzione di farlo.

"CHRIS!"
A quel punto mi voltai verso di lei.

"Che c'e?"
"Smettila adesso!" Strinsi i miei occhi rendendomi conto, che avevo per l'ennesima volta perso il controllo, e rovinato ogni cazzo di cosa.

E senza aspettare piu un solo minuto, uscii fuori da quella porta, che feci richiudere alle mie spalle con troppa forza, creando un rumore che si sentì lungo tutto il corridoio.
"Cristo Santo!"

Alissa
Fissai quei occhi azzurri, e per la prima volta non riuscii a dire nemmeno una parola.
Forse avrei dovuto scusarmi, spiegargli la mia presenza, ma l'unica cosa che mi trovai a fare, fu uscire da quell'ufficio ad una velocità fuori dal normale.

Dovevo trovarlo!

Attraversai il corridoio a gran falcate, e non appena notai le sue spalle vicino al distributore, accellerai il passo.

Afferrai saldamente la sua t-shirt nelle mie mani, prendendolo alle spalle
"Cammina Chriss"
Lui sobbalzò, cercando di liberarsi della mia presa.

"Sei impazzita?"
"Ho detto cammina!"
Con tutta la forza di cui ero capace, cercai di spingerlo fino a raggiungere la prima porta piu vicina.

"Entra!"
Chiusi la porta alle mie spalle, e con uno strattone lo feci ricadere con le spalle contro il muro.

Avevo invertito i ruoli.

"Mi dici cos'è questa cazzo di sceneggiata?"
"Ti calmi? Quale sceneggiata?"
"CHRIS?"
Strinsi ancora di piu le mani sul suo petto.

"Che ce? Ti avevo promesso che l'avrei fatto, non ti dovresti meravigliare."
"Cosa cazzo significa tutto questo, non mi hai mai preso per mano in questo fottuto posto"
"Ce sempre una prima volta"
"Smettila cazzo!" Quel suo atteggiamento iniziava ad infastidirmi, e come se mi fossi trasformata in un'altra persona, afferrai nuovamente la sua t-shirt nelle mie mani.

"Al , sei mia, e voglio che lo sappiano tutti. Fine della storia!"
Allentai la presa, e lui in modo furbo, cambiò le nostre posizioni, facendomi ritrovare con la schiena al muro, completamente intrappolata dalle sue braccia

"Ho fatto una cazzata lì dentro, mi dispiace. E che quanto si tratta di te, non ragiono più"
"Non credi davvero a quello che stai dicendo"
"Fanculo, NO!. Sei mia, e da oggi nessuno deve toccarti o solo minimamente guardarti, nessuno a parte me"

Trattenni un sorriso, e feci scorrere le mie mani sulle sue spalle.
"Non puoi farlo Chriss, non sei il mio ragazzo, non hai nessun diritto su di me. Tutto questo è assurdo, lo capisci?"

A quel punto il suo corpo, aderì bruscamente al mio, così tanto che ogni centimentro della mia pelle, iniziò ad infuocarsi, a contatto con la sua.

"Sei fottutamente MIA, e questo era un cazzo di modo per dirtelo"
"Dirmi cosa?" Cercai di stuzzicarlo, volevo che lo dicesse una volta per tutte.

"Non sono bravo con le parole Al, ma se ce una cosa che voglio e che tu sia Mia, non ricordo nemmeno il perché ci troviamo in questa cazzo di situazione, ma credimi, io non ho mai smesso di appartenerti"

Sentii un calore invadere il mio viso, e per una volta non era dettato dall'imbarazzo, ma da un immensa gioia.

"Chriss, mi dispiace interrompervi.."
Mi gelai sul posto, nello stesso momento in cui Chriss si voltò furioso, verso quella puttana da quattro soldi, che ci aveva interrotto proprio in quel momento.
"Che cazzo vuoi, Lisa?"
Ero ancora intrappolata tra le sue braccia, e la cosa iniziò a piacermi, non provavo più vergogna, ma un immenso piacere.

"..tuo padre, ti vuole nel suo ufficio, ADESSO"

Riportò i suoi occhi su di me, mentre Lisa uscì fuori da quella stanza.

"Andiamo!"
"Dove?"
"Da mio padre"
"Che cosa? No! Non posso Chriss, io non lav.."
"Casso Al, sei la mi fidanzata e da tale puo fare cio che cazzo vuoi, soprattutto entrare con me in quel cazzo di ufficio."

Rimasi senza parole, senza fiato. Aveva appena detto ciò che aspettavo da troppo tempo ormai, che quasi non riuscivo a crederci. Sentii i miei occhi inumidirsi, e le sue mani, sfiorarono la mia guancia.

"Non era questo il modo in cui avevo pensato di dirtelo, ma cazzo, tu non mi dai tregua"

Sorrisi, uno di quei sorrisi che mi fecero capire davvero quanto fossi felice.

"Avresti dovuto capirlo, che non abbiamo mai smesso di appartenerci"

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