Life

By nikita82roma

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È la mattina del funerale di Montgomery. Kate si sta preparando per andare al distretto dove si incontrerà co... More

UNO
DUE
TRE
QUATTRO
CINQUE
SEI
SETTE
OTTO
NOVE
DIECI
UNDICI
DODICI
TREDICI
QUATTORDICI
QUINDICI
SEDICI
DICIASSETTE
DICIOTTO
DICIANNOVE
VENTI
VENTUNO
VENTIDUE
VENTITRÈ
VENTIQUATTRO
VENTICINQUE
VENTISEI
VENTISETTE
VENTOTTO
VENTINOVE
TRENTA
TRENTUNO
TRENTADUE
TRENTATRÈ
TRENTAQUATTRO
TRENTACINQUE
TRENTASEI
TRENTASETTE
TRENTOTTO
TRENTANOVE
QUARANTA
QUANTANTUNO
QUARANTADUE
QUARANTATRE
QUARANTAQUATTRO
QUARANTACINQUE
QUARANTASEI
QUARANTASETTE
QUARANTOTTO
QUARANTANOVE
CINQUANTA
CINQUANTUNO
CINQUANTADUE
CINQUANTRÈ
CINQUANTAQUATTRO
CINQUANTACINQUE
CINQUANTASEI
CINQUANTASETTE
CINQUANTOTTO
CINQUANTANOVE
SESSANTA
SESSANTUNO
SESSANTADUE
SESSANTATRE
SESSANTAQUATTRO
SESSANTACINQUE
SESSANTASEI
SESSANTASETTE
SESSANTOTTO
SESSANTANOVE
SETTANTA
SETTANTUNO
SETTANTADUE
SETTANTATRE
SETTANTACINQUE
SETTANTASEI
SETTANTASETTE
SETTANTOTTO
SETTANTANOVE

SETTANTAQUATTRO

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By nikita82roma

Castle era seduto nervosamente sulla sua sedia fissando il caffè ormai freddo sulla scrivania di Kate. Controllava di tanto in tanto l'orologio, era scesa in archivio già da un po' e non capiva perché non aveva detto né cosa era andata a fare, né perché non tornasse.

- Rilassati Castle! Beckett starà consultando qualche fascicolo o facendo un sopralluogo per capire qualcosa. - Gli disse Esposito mentre mangiava una delle ciambelle che Rick aveva portato. Ma a lui c'era qualcosa che non convinceva e non poteva più stare lì. Spostò rumorosamente la sedia alzandosi di scatto.

- Io vado a vedere cosa sta facendo Kate...

L'archivio si trovava nel seminterrato del palazzo, ci erano andati insieme spesso negli anni precedenti, ormai lì lo conoscevano tutti gli agenti di turno e lui conosceva loro. Era abbastanza strano che le luci in fondo al corridoio fossero tutte spente, di solito quell'ambiente era sempre molto illuminato. Si avvicinò a passi svelti fino alla porta, guardò dentro e vide solo Kate seduta con lo sguardo basso, e si immaginò che stesse leggendo qualcosa e l'agente Harris davanti a lei che la fissava, sorrise pensando che aveva sempre immaginato che quell'uomo avesse avuto un debole per lei. Entrò quasi sollevato, ma quello che vide dentro lo bloccò sulla porta.

- Non un passo Castle, non ti avvicinare! - Gli urlò tremante Harris puntando la pistola su Kate. Rick istintivamente alzò le mani, mentre il suo sguardo andava su sua moglie che fece lo stesso con lui per qualche istante, prima si spostarlo verso il pavimento mordendosi il labbro, mentre Harris andava dietro di lei e la bloccò con il bracci sinistro, mentre con il destro teneva l'arma sul suo fianco.

- Harris, stai calmo per favore, parliamone. - Gli disse Rick in tono conciliante.

- No! Non c'è nulla da parlare Castle! Perché sei venuto? Per complicare le cose? - Gli urlò l'agente.

- Io... no, volevo solo vedere se mia moglie avesse bisogno di aiuto, era un po' che era scesa, non la vedevo e mi sono preoccupato, tutto qui. - Non stava parlando a lui in realtà, era a Kate che voleva dire quelle cose e lei lo capì.

- Non mi interessano i fatti vostri! Ma tu qui complichi tutto! Tutto! - Urlò ancora l'agente.

- Senti Harris, ti va di fare una cosa? Lascia Kate e prendi me.

- Castle ma cosa dici? - Intervenne Beckett ma lui fece finta di non sentirla.

- Lei è un poliziotto, avranno meno riguardi per un ostaggio poliziotto, non pensi? Io sono un civile, sono uno scrittore, sono famoso! Ci penseranno bene prima di fare qualsiasi cosa con un civile di mezzo, non credi? E poi ne parleranno tutti... se cerchi la visibilità ne avrai di più con me...

- Castle falla finita e vattene! - Gli urlò Kate.

- No Beckett, lui ora non va proprio da nessuna parte! - Disse l'agente premendo di più con la pistola sul fianco.

- Dai Harris, una detective della omicidi contro uno scrittore di best seller, non c'è confronto! Sarai su tutte le prime pagine, non sarai più un agente confinato in un seminterrato del distretto.

Rick sperava che quella carta fosse quella giusta. Stava giocando una partita troppo importante perché non lo fosse. Evitava ora di incrociare lo sguardo di Kate, ma sentiva che lei lo stava guardando ed invece fissava l'agente che sembrava pensare a quello che gli aveva detto. Non gli importava cosa sarebbe accaduto dopo. Voleva solo Kate il più lontano possibile da lui e da quella pistola. Poi lei un modo per tirarlo fuori dai guai lo avrebbe trovato insieme agli altri, ma ora voleva solo che lei fosse libera. Era una cosa stupida quella che stava facendo, forse sì, lo sapeva, ma come aveva detto solo poche ore prima ad Alexis, lui per Kate e sua figlia avrebbe fatto di tutto, cose stupide comprese.

- Va bene Castle. Metti le mani dietro la nuca ed avvicinati lentamente.

Beckett lo guardò fare quello che gli diceva l'agente Harris, fino a quando non fu proprio vicino a lei.

- Beckett allontanati vai contro quello scaffale laggiù, ma non fare scherzi, o tuo marito muore. - Harris spostò la pistola dal fianco di Kate alla testa di Rick e lei si spostò, facendo quando chiesto, mettendosi dove lui voleva. Lo vide andare dietro Castle, era così più piccolo di lui che quasi spariva dietro al corpo imponente di suo marito. Gli puntò la pistola sul fianco, proprio come aveva fatto con lei e lo tirò mentre indietreggiava verso l'uscita.

- Adesso noi ce ne andiamo e tu non provare a seguirci, è chiaro? - Disse a Beckett urlando. - Se ti vedo uscire da qui gli sparo subito.

Kate annuì e guardò Rick scuotendo la testa. Lo vide muovere solo le labbra e ci lesse un silenzioso "ti amo" che non le fece trattenere una lacrima che scivolò via. Pensò alla sera prima, a come era andata via, non gli aveva nemmeno più parlato, se non prima per dirgli di stare zitto e andarsene. Erano le ultime cose che aveva sentito da lui.

- Ti amo Castle! - Gli disse sommessamente prima che Harris lo trascinasse fuori, senza nemmeno avere il coraggio di guardarlo negli occhi. Vide la porta chiudersi e i due sparire dalla sua vista e lei rimase bloccata lì, più che dalle parole di Harris dalla paura che la stava prendendo al punto che le parve che tutta la stanza stesse girando e si aggrappò ad uno scaffale per non cadere a terra.

Castle camminava al passo che gli imponeva Harris che premeva la pistola al suo fianco. Fossero arrivati agli ascensori, potevano andare direttamente al parcheggio sotterraneo senza che nessuno li vedesse.

Quando girarono l'angolo, però, si imbatterono in un'agente che li guardò rimanendo per un attimo pietrificata, poi appena compresa la situazione, tirò fuori la sua pistola.

- Butta a terra la pistola Harris! - Gridò l'agente Veronica Davis.

L'agente Harris fu preso dal panico non sapeva cosa fare, spostò la pistola dal fianco di Castle puntandola all'agente davanti a se e Rick pensò di approfittare di questo momento. Colpì l'agente allo stomaco, sperando che allentasse la presa su di lui con il braccio sinistro, ma invece lo strinse di più. Provò a divincolarsi, in un duello corpo a corpo, oramai non poteva fare altro, contava sulla sua stazza, molto più grande di lui e di avere il sopravvento, ma l'agente Davis era ostico e non sembrava volerne sapere di cedere. Rick gli diede un altro pugno e poi prese la mano dove aveva la pistola, cercando di disarmarlo. Non capì cosa successe, sentì solo un rumore forte, uno sparo, e poi cadde a terra.

Kate sentiva come un ronzio nelle orecchie, era convinta che stesse per svenire. Lo stress di quei giorni, la notte insonne e non aveva toccato cibo quella mattina, in realtà non ricordava nemmeno da quanto non mangiava se escludeva le due forchettate di salmone della sera prima. Sentiva delle voci concitate e dei rumori, ma il suo corpo sembrava rifiutarsi di collaborare, poi arrivò un rumore più forte degli altri che sembrò risvegliare i suoi sensi, sapeva cosa fosse, non aveva bisogno di vederlo per capire che era quello di uno sparo. Corse fuori da lì trovando energie non sapeva nemmeno lei dove e vide l'agente Davis con la pistola in mano e a terra Harris sopra Rick.

- Castle! - Urlò Kate inginocchiandosi vicino a lui non avendo nemmeno il coraggio di toccarlo - Castle!

- Beckett... - Disse lui aprendo gli occhi facendo fatica a parlare.

Senza troppo riguardo spostò il corpo di Harris, lasciando libero Rick. Aveva la camicia tutta piena di sangue.

- Dio mio Castle, perché lo hai fatto? Cosa ti è saltato in mente? - Gli disse Kate accarezzandogli il volto in quel momento, le avrebbe fatto meno male essere al posto suo che vederlo così.

- Kate... io... non mi ha colpito... non è mio... disse indicando il sangue. - Vide sua moglie sorridere incredula, gli aprì la camicia per controllare che effettivamente non ci fossero ferite e quando se ne fu accertata tirò un sospiro di sollievo aiutandolo a tirarsi su e a mettersi seduto. Guardò poi l'agente Davis che era sul corpo di Harris, scosse la testa dopo che aveva provato a cercare il battito. La vide poi allontanarsi e chiamare con la trasmittente i soccorsi.

Kate prese ancora il viso di suo marito tra le mani, accarezzandolo. Voleva dirgli tutto, non riusciva a dirgli niente.

- Perché? - Gli chiese solamente con un filo di voce rotta dall'emozione e dalla paura.

- Perché tu sei più importante di tutto, Kate. - Rispose serio, portando una mano sopra la sua, per tenerla lì, sul suo viso.

- Ti poteva uccidere Castle! - Protestò contro la sua cocciutaggine e contro quelle parole che frantumavano quei residui di cuore ancora integro.

- Poteva farlo anche con te e non lo avrei mai permesso.

Kate avrebbe voluto replicare, avrebbe voluto dirgli ancora tante cose ma furono interrotti dagli altri agenti che li avevano raggiunti e tra loro c'erano anche Esposito, Ryan e la Gates. Beckett lasciò il volto di suo marito e si mise di nuovo in piedi e quella sensazione di malessere provata in archivio tornò a tormentarla.

- Cosa è successo Detective? - Chiese perentoria la Gates.

- Io non ero presente, ero in archivio. C'erano Castle, l'agente Harris e l'agente Davis, signore. Ma l'agente Harris, era lui il colpevole dell'omicidio di Katilyn Ross, era lui che aveva studiato i fascicoli di Paulsen.

- Il movente, Beckett? - domandò ancora il capitano.

- Non lo so signore. - Ammise Kate - Non ho fatto in tempo a scoprirlo, ma l'agente Harris mi sembrava decisamente confuso e nervoso.

- Agente Davis, cosa è successo qui invece? - chiese alla giovane che stava parlando con i paramedici che si stavano occupando del corpo di Harris.

- Stavo andando in archivio quando mi sono trovata davanti l'agente Harris che teneva con il braccio sinistro il signor Castle, mentre con il destro aveva la pistola puntata contro di lui. Io quando me ne sono accorta ho preso la mia arma e gli ho intimato di buttarla ma lui non lo ha fatto, anzi ha mirato a me. Il quel momento il signor Castle lo ha colpito provando a liberarsi ma non c'è riuscito. Ne è seguita una colluttazione e durante il corpo a corpo, mentre il signor Castle provava a disarmarlo, ho sentito lo sparo e poi sono caduti a terra. - Spiegò minuziosamente l'agente Davis

- Chi aveva la pistola in mano quando è partito il colpo? - Chiese ancora la Gates.

- Quando sono ricaduti la pistola era ancora in mano all'agente Harris quindi presumo che l'avesse lui.

- Signor Castle? - Lo guardò il capitano in attesa delle sue parole.

- Io ricordo solo che mentre eravamo corpo a corpo ed io provavo a prendergli la pistola, lui cercava di indirizzarla verso di me ed io la spostavo verso di lui ricordo solo questo, ma no l'ho mai presa in mano, solo preso la parte superiore per spostarla. Io volevo solo disarmarlo nulla di più. Non sono un assassino. - Si giustificò Rick.

- Va bene, dovrà venire sù a dare la sua versione dei fatti ai detective Ryan ed Esposito insieme all'agente Davis. E anche lei Beckett! - Il capitano Gates guardò i tre poi andò via.

Castle provò ad alzarsi, ma in quel momento si sentì decisamente stordito e con un gran mal di testa: quando era caduto a terra evidentemente aveva dato una botta più forte di quanto non si fosse accorto fino a quel momento in preda all'adrenalina della situazione.

- Ehy amico ti serve una mano? - Esposito si avvicinò a lui insieme a Ryan e lo aiutarono ad alzarsi, mentre Kate li guardava pensierosa, appoggiata al muro dalla parte opposta del corridoio, mordendosi il labbro inferiore nervosamente. Rick rimesso in piedi ringraziò i due amici e si avvicinò a Kate.

- Come stai? - Le chiese a bassa voce, Beckett lo guardò, poi il suo sguardo cadde sulla camicia macchiata di sangue e fece un profondo sospiro.

- Bene... - mentì. Non stava bene, non stava bene affatto. Aveva lo stomaco sottosopra, la testa che girava ed il cuore che ancora le batteva all'impazzata.

- Sei sicura Kate?

Prima di rispondergli guardò Javier e Kevin, stavano parlando con l'agente Davis.

- Noi andiamo sù, quando volete, potete raggiungerci. - Gli disse Ryan capendo che avevano bisogno di un momento per stare soli.

Annuirono entrambi ed aspettarono che si allontanassero loro ed i paramedici con il corpo dell'agente Harris. Quando furono soli, Kate finalmente rispose a quella domanda rimasta in sospeso.

- No, Castle, non sto bene. Non sto per niente bene! Come posso stare bene? Ho sentito uno sparo, ti ho visto a terra. Dio mio Rick, ho pensato che ti avesse sparato... ho pensato che tu... È stato orribile!

- So come ci si sente, Kate. Lo so... Quel momento in cui pensi di aver perso la persona che ami. So cosa vuol dire... Ma io sto bene.

Le parole di Rick furono come ricevere uno schiaffo. Certo che lui sapeva cosa voleva dire, quante volte glielo aveva detto di come la sua cicatrice ogni volta gli ricordasse quel momento e Kate in un gesto istintivo si portò la mano proprio lì, sulla sua cicatrice nel petto e le sembrò che le facesse di nuovo male. Poi si buttò tra le sue braccia, stringendolo forte a se.

- Ti sporcherai tutta anche tu - Le disse sorridendo.

- Non mi importa Castle... non mi importa. - Kate gli passò una mano fra i capelli e lo sentì irrigidirsi quando gli sfiorò la nuca. - Dovresti andare a farti controllare in ospedale, hai sbattuto la testa...

- Lo sai che io ho la testa dura, Beckett, di cosa ti preoccupi? - Sorrise e provò a fare altrettanto con lei, ma non ci riuscì.

- Di te. Mi preoccupo per te. Non hai l'esclusiva per questo, lo sai? - Era terribilmente seria mentre gli parlava.

- Lo so... ma credo che se non andiamo sù, dovrai preoccuparti anche della Gates.

- Non ce la fai proprio ad essere serio, vero? - Lo rimproverò.

- Non quando tu lo sei così tanto. - Le sorrise, poi le offrì il suo braccio enfatizzando il gesto con qualcosa che doveva assomigliare ad un inchino e lasciarono quel corridoio andando verso l'ascensore.

- Penso che per un po' non verrò più in archivio. - Le disse Castle appena le porte si chiusero.

- Già, nemmeno io... - Rispose Beckett con un sorriso tirato.

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