Life

By nikita82roma

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È la mattina del funerale di Montgomery. Kate si sta preparando per andare al distretto dove si incontrerà co... More

UNO
DUE
TRE
QUATTRO
CINQUE
SEI
SETTE
OTTO
NOVE
DIECI
UNDICI
DODICI
TREDICI
QUATTORDICI
QUINDICI
SEDICI
DICIASSETTE
DICIOTTO
DICIANNOVE
VENTI
VENTUNO
VENTIDUE
VENTITRÈ
VENTIQUATTRO
VENTICINQUE
VENTISEI
VENTISETTE
VENTOTTO
VENTINOVE
TRENTA
TRENTUNO
TRENTADUE
TRENTATRÈ
TRENTAQUATTRO
TRENTACINQUE
TRENTASEI
TRENTASETTE
TRENTOTTO
TRENTANOVE
QUARANTA
QUANTANTUNO
QUARANTADUE
QUARANTATRE
QUARANTAQUATTRO
QUARANTACINQUE
QUARANTASEI
QUARANTASETTE
QUARANTOTTO
QUARANTANOVE
CINQUANTA
CINQUANTUNO
CINQUANTADUE
CINQUANTRÈ
CINQUANTAQUATTRO
CINQUANTACINQUE
CINQUANTASEI
CINQUANTASETTE
CINQUANTOTTO
SESSANTA
SESSANTUNO
SESSANTADUE
SESSANTATRE
SESSANTAQUATTRO
SESSANTACINQUE
SESSANTASEI
SESSANTASETTE
SESSANTOTTO
SESSANTANOVE
SETTANTA
SETTANTUNO
SETTANTADUE
SETTANTATRE
SETTANTAQUATTRO
SETTANTACINQUE
SETTANTASEI
SETTANTASETTE
SETTANTOTTO
SETTANTANOVE

CINQUANTANOVE

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By nikita82roma

Li vennero a prendere direttamente appena scesi dall'aereo, un trattamento che per Castle era la normalità, per Beckett molto meno. Lo seguiva camminandogli vicino, con movimenti quasi sincronizzandosi, sfiorandosi senza toccarsi mai realmente, ma senza nemmeno lasciarsi, erano uniti anche così.

Salirono nella limousine messa a disposizione dall'hotel subito dopo aver parlato con Robert, un ragazzo dai modi educati ed eleganti, impeccabile nel parlare e nel muoversi, che sarebbe stato il suo referente per l'organizzazione di tutti gli eventi che lo riguardavano, il primo il party dato dall'hotel che li ospitava quella sera stessa. Era da poco passata l'ora di pranzo e quelle sei ore di volo non erano state stancanti, ma comunque entrambi non vedevano l'ora di poter arrivare in camera e rilassarsi un po' prima di prepararsi per l'evento della sera per il quale, per motivi diversi, erano entrambi agitati: Castle perché sarebbe stato il primo dove avrebbe portato pubblicamente Beckett come sua compagna ufficiale e lei perché temeva di non riuscire ad essere perfettamente a suo agio in quel contesto.

L'elegante hotel che li accoglieva sembrava un'oasi di normalità in mezzo agli eccessi della città dove di normale c'era ben poco e tutto doveva andare fuori dalle righe. Quando arrivarono, Robert era già lì e diede disposizione ai facchini di prendere il loro bagaglio, poi li accompagnò personalmente nella loro camera. Castle già conosceva quel posto, c'era stato una volta, qualche anno prima, per la promozione di uno degli ultimi suoi libri di Storm ambientato in parte proprio in quell'hotel e da lì era nata quella singolare collaborazione come uno dei testimonial del brand, non erano cose che faceva spesso, ma si divertiva molto a farle, soprattutto perché erano quelle che gli permettevano di soddisfare il suo ego ed essere al centro dell'attenzione come piaceva a lui.

Kate mise piede dentro l'enorme suite con un carico di ansia addosso che Rick percepì immediatamente quando si voltò per guardare l'ambiente.

- Non riesci ad essere mai un po' meno eccessivo, vero Castle? - Gli disse con un tono di finto rimprovero mentre lui l'abbracciava avvolgendola da dietro.

- È la camera degli ospiti speciali. Noi lo siamo.

Kate fece un passo avanti e lui la lasciò scivolare via, allungò la mano per accarezzare il bouquet di orchidee bianche appoggiato su un mobile sotto un grande specchio. Rick rimase incantato ad osservare il suo profilo riflesso nello specchio mentre sfiorava i petali dei fiori assorta nei suoi pensieri. Aveva imparato a riconoscere quei suoi momenti, quando qualcosa la faceva pian piano scivolare dentro i suoi incubi che anche se adesso le facevano meno paura. Aveva imparato, soprattutto, a rispettare e capire i suoi tempi, quando era giusto lasciarla sola e quando poi starle vicino, perché un attimo prima si sarebbe ribellata ed un attimo dopo sarebbe affogata. Vivano di equilibri fragili che loro avevano fatto diventare solidi. Kate si voltò verso Rick che fece quel passo per ridurre la distanza tra loro di nuovo e lasciò che lei appoggiasse la testa sulla sua spalla, bastava anche solo questo.

- Vado bene così? - Kate glielo aveva ripetuto varie volte e lui non sapeva più come dirle che era perfetta in quel lungo abito rosso con il corpetto e le spalline di pizzo che le fasciava il corpo. Rick l'aveva osservata vestirsi e cercare di coprirsi il più possibile il segno della cicatrice ancora ben visibile sul petto, era stato tentato più volte di dirle di non farlo, che lei era perfetta così, ma non lo fece perché capì che non era quello di cui aveva bisogno, perché non si sarebbe mai perdonato se qualcuno vedendola le avesse fatto qualche domanda inopportuna.

- In realtà no. Perché questa sera sarai al centro dell'attenzione di tutti e mi farai perdere il mio posto d'onore. Passerò solo come l'accompagnatore della donna più bella, un durissimo colpo per il mio ego, quindi ti prego, cerca di essere meno perfetta.

La fece ridere, uno di quei suoi sorrisi pieni, uno di quei sorrisi di cui si era innamorato, appena aveva cominciato a sorridere, di quelli che le illuminavano il viso e gli occhi e proprio mentre lei rideva entrarono nella sala della festa dove, per la prima volta, Kate Beckett era sottobraccio a Richard Castle senza dover fingere una copertura, senza nessun sotterfugio. Rick la volle sempre al suo fianco, in tutto il giro dei saluti di rito, presentandola, senza farsi troppi problemi, come la sua futura moglie, facendo tremare le gambe e non solo a Kate la prima volta che lo sentì pronunciare quella frase inaspettata.

- Tanto lo avrebbero scoperto lo stesso, perché non ho nessuna voglia di fare finta che sei solo la mia musa. - Si giustificò appena si allontanarono.

- Non sono arrabbiata, Castle. Sono solo... beh... mi fa un certo effetto sentirlo... Io non sono abituata a tutto questo... alle feste e soprattutto all'idea di sposarmi. - Fu lei che finì per scusarsi.

- Ci stai ripensando? - Chiese preoccupato.

- No! No! Ma cosa dici? - Gli diede un bacio lieve sulle labbra per farlo tacere mentre si spostavano per prendere due flute di champagne, immediatamente immortalati da alcuni fotografi presenti - È solo tutto strano...

I giorni a Las Vegas passarono velocemente, Kate aveva accompagnato Rick anche nei suoi incontri con i fan, curiosa di osservarlo interagire con loro e lui l'aveva voluta sempre al suo fianco. Gina lo chiamò entusiasta ma lui le spiegò che non aveva fatto nulla di quello per lei, ma solo perché era quello che entrambi si erano sentiti di fare, così avevano soddisfatto la curiosità di più di qualcuno rispondendo a domande su come si svolgevano le loro indagini, su come era nato il personaggio di Nikki Heat.

L'ultimo party che avevano in programma era stato organizzato direttamente dalla Black Pawn e oltre a Castle partecipavano anche alcuni scrittori emergenti della casa editrice che dopo il successo ottenuto con lui, aveva messo sotto contratto altri giovani talenti interessanti.

- Ehy Richard, ho sentito che ti sposi di nuovo! - Un uomo di mezza età con un improbabile completo gessato che lo faceva assomigliare molto ad un boss uscito da qualche film di seconda categoria sulla mafia americana si avvicinò a Rick e Kate salutandoli in modo beffardo.

- Ciao Bob, tu invece, sei stato piantato in asso di nuovo? - Rispose Rick con lo stesso sarcasmo

- Cose che capitano con le donne. Cos'è questa volta? Attrice, cantante? - Chiese come se Kate non fosse nemmeno lì.

- Detective della omicidi. - Rispose lui senza nemmeno pensarci, guardandola un attimo negli occhi, solo per vedere una punta di nostalgia.

- Ah... - Esclamò sorpreso l'uomo guardando poi Kate. - Nikki Heat immagino. È pericoloso Richard confondere lavoro con sentimenti non lo sai? Pensavo che dopo Gina avessi imparato la lezione. Ma corri ancora da lei come un cagnolino quando ti chiama Richard?

Bob fece una grassa risata che lasciò Kate completamente interdetta, poi la squadrò e fece un gesto di apprezzamento decisamente poco elegante.

- Non male comunque la detective. Vabbè, sei ancora giovane, per la cantante da aggiungere alla collezione c'è sempre tempo...

Gli diede una pacca sulla spalla e ne andò senza dargli possibilità di risposta.

- Scusami. È Bob Candle...

- Dovrei conoscerlo? - Chiese Kate ancora infastidita.

- Non credo. Era lo scrittore di punta della Black Pawn prima... insomma, prima di me. Aveva anche avuto una storia con Gina. Ce l'ha con me perché dice che gli ho portato via tutto.

Kate annuì ma subito dopo gli disse che non si sentiva bene e lo lasciò solo al party.

La raggiunse in camera appena finito dell'ultimo incontro con la stampa, se ne era andato prima della fine, perché la sua presenza lì era diventata inutile, visto che la sua attenzione era altrove. La trovò già a letto, girata nel suo angolo, non si mosse nemmeno quando lui si avvicinò e la abbracciò ancora vestito con il suo smoking impeccabile.

- Cosa c'è Kate? - Le chiese dolcemente.

- Sarà sempre così per tutti vero?

- Cosa?

- Una nella collezione.

- Ti importa di cosa pensano gli altri o di cosa penso io? - Non riuscì a nascondere il dolore dalle sue parole che arrivò dritto a Kate colpendola con forza e facendola voltare verso di lui. Gli prese il volto tra le mani, era stata una stupida ed avrebbe voluto trovare il modo di scusarsi ma non ne era nemmeno capace. Provò ad alzarsi ma lui la fermò.

- Dove vai Kate?

- Non volevo rovinarti la serata, mi dispiace. - Rispose mordendosi il labbro inferiore.

- Cosa vuoi che mi importi della serata? È una stupida festa con della stupida gente! - Sbottò lui. - Voglio sapere se ti importa più di cosa penso io o di cosa pensano gli altri e se dopo tutto quello che è accaduto hai veramente dei dubbi su quello che voglio e quello che provo. - Aveva alzato la voce così tanto che Kate si sentì bloccare dalle sue parole, immobilizzata sul bordo del letto mentre lui era alle sue spalle, aveva paura anche a voltarsi perché non sapeva cosa avrebbe visto nel suo volto, nei suoi occhi.

- Distruggo sempre tutto, vero Castle? - Chiese con il volto rigato da lacrime che lui non poteva vedere, ma che riconosceva dalla voce tremante.

- Solo fino a quando crederai di farlo, Beckett ed io non so più come farti capire che non è così. - Si prese la testa tra le mani appoggiandosi con le spalle alla testiera del letto. Ebbe solo un momento di stizza sfilandosi il papillon e gettandolo via, mentre Kate seguì con lo sguardo solo il movimento dell'ombra sul muro. Rimasero tutto il resto della notte così, senza che nessuno dei due avesse il coraggio di dire nulla all'altro, come due statue congelate nelle loro posizioni.

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Fanfiction holdarah