Life

By nikita82roma

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È la mattina del funerale di Montgomery. Kate si sta preparando per andare al distretto dove si incontrerà co... More

UNO
DUE
TRE
QUATTRO
CINQUE
SEI
SETTE
OTTO
NOVE
UNDICI
DODICI
TREDICI
QUATTORDICI
QUINDICI
SEDICI
DICIASSETTE
DICIOTTO
DICIANNOVE
VENTI
VENTUNO
VENTIDUE
VENTITRÈ
VENTIQUATTRO
VENTICINQUE
VENTISEI
VENTISETTE
VENTOTTO
VENTINOVE
TRENTA
TRENTUNO
TRENTADUE
TRENTATRÈ
TRENTAQUATTRO
TRENTACINQUE
TRENTASEI
TRENTASETTE
TRENTOTTO
TRENTANOVE
QUARANTA
QUANTANTUNO
QUARANTADUE
QUARANTATRE
QUARANTAQUATTRO
QUARANTACINQUE
QUARANTASEI
QUARANTASETTE
QUARANTOTTO
QUARANTANOVE
CINQUANTA
CINQUANTUNO
CINQUANTADUE
CINQUANTRÈ
CINQUANTAQUATTRO
CINQUANTACINQUE
CINQUANTASEI
CINQUANTASETTE
CINQUANTOTTO
CINQUANTANOVE
SESSANTA
SESSANTUNO
SESSANTADUE
SESSANTATRE
SESSANTAQUATTRO
SESSANTACINQUE
SESSANTASEI
SESSANTASETTE
SESSANTOTTO
SESSANTANOVE
SETTANTA
SETTANTUNO
SETTANTADUE
SETTANTATRE
SETTANTAQUATTRO
SETTANTACINQUE
SETTANTASEI
SETTANTASETTE
SETTANTOTTO
SETTANTANOVE

DIECI

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By nikita82roma

Hollie passò davanti a Rick salutandolo con un sorriso per entrare da Kate e mettendo la mano sulla maniglia si rese conto che la porta era aperta.

- Mi raccomando, chiudete sempre la porta quando uscite. - Redarguì bonariamente i due uomini l'infermiera che a passo svelto entrò in camera di Kate.

- Forse è meglio se prima che vai a casa, entri a parlarle. - Disse Jim a Castle. Lo scrittore annuì aspettando che la donna uscisse.

- Posso? - Chiese ad Hollie prima che richiudesse la porta di camera.

- Sì, è sveglia... Però mi raccomando eh! - Lo ammonì la donna.

- Non si preoccupi. - La tranquillizzò Rick affascinandola con uno dei suoi sorrisi smaglianti al quale rispose con uno molto lusingato.

Kate stava guardando verso la finestra quando Rick entrò chiudendosi rumorosamente la porta alle spalle. Non aveva bisogno di guardarlo per sapere che era lui, riconobbe il suo passo ed il suo profumo.

- Qual è il tuo obiettivo, Castle, fare in modo di farti spaccare anche l'altra metà della faccia? - Gli chiese Beckett senza guardarlo.

- Se serve per evitare che Josh venga a farti agitare sì.

- So difendermi da sola. E non sei tu che devi risolvere i problemi tra me e i mei ex. - Gli parlava senza mai guardarlo.

- Non voglio risolvere i tuoi problemi. Voglio solo che non hai motivi per agitarti più di quanto non fai da sola. - Rick sbuffò affranto. - Non sono qui per discutere con te, nemmeno per infastidirti o mettermi in mezzo nelle tue cose. Scusami se lo hai pensato, scusami se ti è sembrato che l'ho fatto.

- Mi aiuti a tirarmi un po' su? - Gli chiese voltandosi a guardarlo, prendendolo in contropiede convinto che gli avrebbe chiesto di andarsene, o che lo avrebbe aggredito ancora.

Rick si avvicinò a lei, non sapendo bene cosa fare, non sapeva come prenderla, aveva paura di farle male. Aspettò che fu lei ad aggrapparsi a lui, che poi la sorresse prendendola sotto le braccia e in quel momento la sentì appoggiarsi con la testa sulla sua spalla.

- Grazie Castle. - Gli disse Kate con la voce rotta dall'emozione mentre delicatamente la aiutava ad appoggiarsi sui cuscini e non lasciò la presa su di lui, obbligandolo a rimanerle vicino qualche istante in più.

- Sono qui Kate. Non ti lascio sola. - Le sussurrò lui senza staccarsi da lei.

- Ho paura. - Gli confessò appena che lui si fu seduto vicino a lei.

- Lo so. Anche io. Ho paura di tante cose Beckett e tra le tante anche che Josh venga qui e ti faccia star male. Scusami.

- Non so se sono pronta per tutto quello che verrà, Castle. - Gli strinse la mano guardandolo con gli occhi lucidi.

- Certo che lo sarai e non sarai sola. Non sarai mai più sola Kate. - Sentì la sua stretta farsi più forte e lasciò che lo stringesse quanto voleva.

Più passavano i giorni, più Kate si sentiva meglio, più faticava a dover rimanere a letto. Era grata, soprattutto, per quei farmaci che le davano per evitare quelle fastidiose nausee mattutine che aveva cominciato ad avere, che sopportava meno dei dolori al petto, che non accennavano a diminuire.

Quando non c'erano né Castle né Jim era Hollie a passare spesso del tempo con Kate approfittando dei momenti in cui doveva controllare le sue terapie o aiutarla, si fermava un po' a parlare con lei. Le aveva raccontato che aveva una figlia, più o meno della sua età, che viveva sulla costa occidentale da molti anni ormai e che vedeva troppo poco per quanto avrebbe voluto. Hollie aveva visto sempre solo Jim occuparsi di Kate, oltre Castle, e non si era mai permessa di domandarle di sua madre, riversava, però su di lei il suo istinto materno, passando a controllare che stesse bene più del dovuto e lasciandole qualche parola di conforto quando la vedeva particolarmente giù e capitava spesso. Si era accorta di come cercava di far vedere che andava tutto bene quando arrivavano i suoi uomini, come li chiamava lei, a farle visita.

- Mi scusi, si trova qui Katherine Beckett? - Hollie aveva incontrato Lanie che era andata per la prima volta a trovare Kate dopo aver a lungo combattuto al telefono per convincerla.

- Sì, è qui. - Le aprì la porta lasciandola entrare.

- Ciao tesoro! - La dottoressa si precipitò dalla sua amica, abbracciandola con fin troppo vigore - Non sai quanto mi hai fatto spaventare!

- Mi dispiace Lanie. Credimi, lo avrei evitato molto volentieri. - Kate abbozzò un sorriso tirato.

- Oh ti credo, soprattutto adesso! Dio mio Katherine Beckett! Sai che mi devi un sacco di soldi? - La bacchettò ridendo la dottoressa mentre Kate la guardava perplessa - Tu e Castle!

- Lanie per favore...

- No, no Kate! Tu e Castle! E non mi dici nulla? A me? La tua migliore amica! Io che te l'ho sempre detto che voi avreste fatto faville!

- Lanie...

- Certo, non immaginavo faville fino a questo punto!

- Lanie... - si spazientì Kate - ... basta!

- Sei felice? - Le chiese poi addolcendosi.

- Non lo so. Non era certo quello che volevo, quello a cui pensavo... Però mi sto abituando all'idea, più o meno. - Sorrise

- Da quanto lo sai?

- Dalla mattina del funerale di Roy. Sai i controlli annuali della polizia? Lo hanno scoperto lì. Mi hanno chiamato perché c'era qualcosa che non andava nelle mie analisi. Ho pensato il peggio, sai? Quando mi hanno detto che ero incinta non sapevo se essere felice o disperata. Non ho avuto nemmeno il tempo di capire cosa mi stava succedendo che mi sono svegliata in ospedale.

- Però Castle ha detto che quando ti hanno ferito la prima cosa che gli hai detto è stata del bambino, anche se per come era sconvolto per te, non ha capito proprio che gli stavi dicendo che il bambino era il suo.

- Non ricordo nulla di quel momento. - Ammise sconsolata.

- Non ho mai visto Castle così. Era in completo stato di shock. Non voleva lasciarti lo hanno dovuto spostare di peso i medici per portarti via. - Quel racconto mise a disagio Kate, non voleva immaginare Castle in quello stato per lei. Loro erano solo amici che si erano lasciati andare ad una notte di passione. Solo quello. Se lo ripeteva ogni volta che la sua mente andava oltre.

- Si sarà spaventato perché potevano prendere anche lui. - Tagliò corto Kate.

- Se fosse rimasto fermo ed avesse evitato di farti scudo con il suo corpo non gli sarebbe accaduto nulla. Scusami la franchezza, Kate, ma miravano a te.

- Lo so. - Tremò appena nell'ammetterlo.

- E non hai paura? Io sarei terrorizzata al suo posto. - Affermò Lanie con il volto teso, sinceramente spaventato per le sorti della sua amica.

- Non ho avuto tempo per aver paura anche di questo negli ultimi giorni. Ho avuto paura di non sopravvivere, che il bambino non superasse le mie crisi, ho paura di quello che sarà il mio futuro, di come la mia vita dovrà cambiare. Ho troppe cose di cui aver paura, per pensare anche che c'è in giro qualcuno che mi vuole uccidere e che potrebbe provarci di nuovo. - Non riuscì a trattenere le lacrime che per troppo tempo aveva tenuto dentro. Lanie si sedette sul letto vicino a lei e l'abbracciò, lasciando che Kate si sfogasse.

- I ragazzi stanno facendo il possibile, lo sai vero? - Provò a rassicurarla accarezzandole i capelli.

- Lo so... - disse tra le lacrime. Non le chiese più nulla fino a quando non fu sicura che si fosse calmata. Controllò lei stessa i parametri sul monitor vicino e vide che erano rimasti sempre nella norma. Lasciò che si tranquillizzasse continuando ad accarezzarla dolcemente. Non era facile vedere Beckett in quello stato, anzi era la prima volta che le capitava e non era una cosa alla quale poteva dirsi preparata.

- Vedrai che andrà tutto bene Kate. - Provò a rincuorarla.

- Lo dice sempre anche Castle.

- Dovrei considerarlo un complimento o un offesa dire la stessa cosa che dice il tuo scrittore?

- Lanie, non è il mio scrittore! - Puntualizzò Kate tirandosi su e lasciando che Lanie tornasse a sedere sulla poltroncina.

- Beh, almeno per una notte deve esserlo stato a giudicare dai risultati! - La voce della dottoressa era tornata squillante e aveva ripreso a punzecchiarla.

- Solo una notte. - Precisò Kate

- Da come lo dici sembra quasi che ti dispiace! - Rise Lanie che smise subito fulminata dallo sguardo dell'amica. - Con lui invece come va?

- Mi sto abituando anche all'idea che lui sia il padre.

- Solo questo? Tra di voi non c'è nulla?

- No, Lanie. Non c'è niente. Non c'è mai stato niente se non una notte di sesso durante la quale evidentemente siamo stati poco attenti. - Spiegò non sapeva se a lei o a se stessa.

- Per essere così distratta evidentemente ti aveva preso molto. - La stuzzicò ancora, per niente intimorita, adesso, dallo sguardo di Kate che sembrava supplicarla di smettere. - Andiamo Kate! Non vorrai mica venirmi a dire che avresti preferito che il padre fosse Josh? Non ti è mai fregato nulla di lui!

- Perché, di Castle, invece mi interessa qualcosa, pensi? - Chiese all'amica pentendosi subito dopo di averlo fatto.

- Qualcosa? Me lo stai chiedendo veramente? Comunque non mi hai risposto. Avresti preferito che fosse Josh? Uno che mentre ancora stavi lottando e non si sapeva se avresti superato l'operazione dopo essere stato pochi minuti con te se n'è andato perché cominciava il suo turno dicendo che gli altri avevano bisogno di lui? Avresti preferito essere incinta di uno così?

- Veramente? - Chiese nervosa ma non aveva bisogno che glielo confermasse, quello era tipico di Josh, metterla sempre dopo il suo lavoro e dopo il bene del resto del mondo.

- Non ci credi? Certo che è così. E non solo, ha anche mandato via Castle in malo modo, perché non voleva che rimanesse lì, con noi. Perché la sua presenza per lui non era gradita e pensa quanto è stupido, lui se n'è anche andato per rispettare il dolore di Josh, perché lo credeva sconvolto per te e per vostro figlio. E Josh dopo poco ti ha lasciato sola ed è andato a lavorare. Se avessi potuto lo avrei preso a pugni.

- Ma in questi giorni siete tutti smaniosi di fare a pugni? - Sbuffò Beckett

- L'unico che lo ha fatto veramente è stato il tuo ex fidanzato. Credo che Castle quei segni li porterà a lungo. - Quella rivelazione la mise a disagio, più di quanto sembrava essere lui, che le aveva sempre detto che erano graffi di poco conto.

- Perché ci tieni tanto a difendere Castle? Sembri una del suo fan club! - Chiese ironica Kate

- Non ci sono tante persone che si preoccupano per qualcuno come Castle ha fatto per te. E non ti parlo di quando ha saputo che eri incinta di suo figlio, ma di prima. Per lui non faceva alcuna differenza, perché era preoccupato per te.

- È mio amico, per questo era preoccupato per me! - Esclamò Beckett.

- Con quanti amici sei andata a letto in vita tua Kate? Tu non sei come me, lo dici sempre, non puoi rimangiartelo adesso!

- Beh, in ogni caso è stata solo una notte di sesso tra di noi, come a lui saranno capitate chissà quante dopo, con le sue varie attrici o modelle o non so cosa. - Disse stizzita

- È gelosia quella che sento Detective Beckett? - Disse con un gran sorriso Lanie

- No! È un dato di fatto! Se fosse stato qualcosa di diverso anche per lui non se ne sarebbe andato nel bel mezzo della notte lasciandomi sola. - Non si era nemmeno accorta di aver spiattellato tutto alla sua amica che la guardava soddisfatta di se stessa per averla portata al punto della questione.

- Anche per lui eh? Quindi per te lo è stato.

- Non è questo il punto.

- Oh, sì che lo è, invece! È proprio questo il punto! Gli hai chiesto perché lo ha fatto? O dai per scontato che lo ha fatto perché non gli interessavi?

- Per quale altro motivo uno può fare una cosa del genere? - Chiese Kate esasperata

- È un uomo tesoro! Ti pare che gli uomini quando ci sono di mezzo i sentimenti fanno cose comprensibili e logiche? - Lanie la parlava come se stesse spiegando gli uomini ad una ragazzina alle prime armi.

- In ogni caso lui ha detto che quella sera è stata un errore. - Kate provò a chiudere il quel discorso che stava prendendo una piega inaspettata.

- Ti ha detto così? Ma se mi hai detto che non ne avete parlato!

- Non ne abbiamo parlato prima, ne abbiamo parlato in questi giorni, e quando io stavo parlando di quella notte, lui ha pensato che io volessi dire che era stato un errore e lo ha detto lui.

- Quindi non lo pensa lui. Lui pensa che tu lo pensi. - Lanie si stava divertendo tantissimo nel vedere Beckett così incasinata con i suoi sentimenti, nonostante tutta quella situazione, il fatto che erano in ospedale e che la sua amica avesse ancora una cicatrice fresca di un proiettile in petto.

- Più o meno sì, così.... - Disse a disagio mordicchiandosi un'unghia.

- Gli hai detto almeno che non pensi che sia stata un errore? - Chiese seria.

- Sì, gli ho detto che è stata un episodio. Credo... - Rispose guardandola preoccupata.

- Mio Dio ragazza... sei proprio un disastro! - Le disse Lanie scuotendo la testa rassegnata.

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