Se Mi Guardi Mi Arrendo -IN R...

By Bersagliera92

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Alissa Milton una ragazza di 18 anni stronza e ribelle o almeno e ciò che vuol far credere di se stessa da qu... More

PROLOGO
The Start of my Life! ♡
Uno scontro Inaspettato
Mi ritorni in Mente
Un attrazione sbagliata
Un mare in tempesta
I'm here
Una scossa al cuore
Occhi dentro Occhi
Un chiodo Fisso
Tra le tue braccia
Molto più delle mie aspettative
Una bellezza disarmante
Insopportabile
Un senso di colpa
Un bacio inaspettato
sex on love?
Tu sei mia
Senza controllo
Un'amicizia Impossibile
Un vero Coglione
Uno di Troppo
Un gioco sleale
Parole di ghiaccio
Due calamite uguali, a volte si respingono
Ho bisogno che tu Rimani!♡
Inevitabile
Voglia di te
Noi un incastro Perfetto
Un attimo di felicità
La paura a volte può fotterti il cervello
Resta Ancora un Po'
Alcune Mancanze ti soffocano l'Anima
Io e te, il resto del mondo l'ho scordato.
Oltre i Limiti
Quel disperato Bisogno che ho di Te
Un cuore in mille pezzi
Facevano L'amore solo a guardarsi
Ammaliato da tanta Bellezza
"Ciao..River!"
Contro la Tua volontà
Ad un Passo da Te
Se fosse tutto Magnifico
Se solo fossi Mia
Ci perdiamo per poi riprenderci
Sì mangiavano di Desiderio
Un inferno Indimenticabile
Nella Follia più Assoluta.
Baciami! né ho Bisogno!
Per una Volta
Solo per una Notte
Senza te
Una tempesta su di Noi
Un tunnel senza via d'uscita
Un legame indissolubile
Finalmente Qui!
Il confine di un'attimo
Estremamente Complicati
Il nostro perenne Equilibrio
"Alla nostra..River"
Un incessante Desiderio
Tu! la mia unica Forza
Non so Spiegarti il Perché
Finalmente a Casa
Bruciare Per Te
Un'unica Dipendenza
Troppo distanti !
AVVISO
Fuori Controllo
In netta collisione
Sotto il tuo sguardo
Un antidoto Naturale
Tienimi per mano
In continua distruzione
Nonostante tutto
Tu mi appartieni
Mi salvi un attimo prima, che tocchi la terra
Guardami negli occhi, anche quando non parlo.
Siamo Uguali, fatti degli stessi Mali
Come a dirti, io ci sono. Come a dirmi, sarò sempre qua!
Stringimi la mano, portami lontano
Inesorabile
Per la prima volta!
In equilibrio su di Me
Il silenzio è oro, ma se lo sprechi è zero
Copertina
Gli sguardi come oceani, gli abbracci come Ancore.
°Ad un passo da perdere Te°
●Due Puntini Da Lontano●
Cascare nei tuoi occhi
Un respiro si toglie solo se il Cuore ti batte di piu!
Sei la mia Cura, e la mia Dannazione
Dove sei tu, quella è Casa.
Avviso!
Il posto in cui Tornare
Un posto per l'eternità
Veleno e Antidoto
La ferita che nessuno ha mai curato
Ciao Brother
Un Amore complicato
L'anima in pace.
Mai senza Te
Tienimi con te
Epilogo
Avviso
Avviso!

Se riuscirei ad Odiarti

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By Bersagliera92

Divenni una trottola che viaggiava per la stanza.
Feci tutti i miei movimenti alla velocità della luce.
Per colpa di quel grandissimo Stronzo ero in perfetto ritardo, mentre lui molto sicuramente era gia a lavoro, dato che era scomparso con il mio computer.

Non solo mi aveva irritato la giornata, aveva avuto anche la grande idea di chiudersi nel MIO bagno, senza un vero motivo, e i tempi di Chriss erano sempre Indefiniti.

"fanculo!"

Afferrai la mia borsa, e scesi di corsa giù per le scale.
Come sempre la fortuna mi evitava alla grande, dato che non appena arrivai alla stazione dei bus erano gia tutti partiti
"GRANDIOSO!" esclamai quasi urlando.

Mi venne quasi l'impulso di chiamare Chriss e riempirlo d'insulti fino allo sfinimento,ma fui distratta da qualcuno.

"Hey...ciao!"
Mi voltai e al mio fianco trovai un ragazzo a dir poco carino, ma lo liquidai lo stesso.
"Non ho tempo per queste stronzate, scusami!"
Camminai a passo veloce, ma sentii una presenza alle mie spalle così mi voltai.
"Si può sapere che vuoi?"
"Prima di tutto Piacere Carter, tu sei?"
Alzai i miei occhi al cielo
"Sono una persona che è in fottuto ritardo"
"Potrei accompagnarti, se fossi piu gentile"
Lo fissai per bene aveva degli occhi verdi belli da togliere il fiato, i suoi capelli chiari li ricadevano sulla fronte rendendolo davvero sexy.

Poi ebbi un attimo di lucidita'

"Scusami,ora devo proprio andare"
"Non ti stuprero' nel tragitto, promesso"
Oddio, ero tentata ad accettare quel dannato passaggio. Si certo salire in macchina con un perfetto sconosciuto era una bellissima idea. Ma cazzo, ero in ritardo e lui non sembrava per niente un cattivo ragazzo
"Sbrighiamoci, ma scordati ogni tipo di gentilezza da parte mia"

Il tragitto fino alla casa editrice fu divertende per certi versi, Carter mi aveva fatto morire dal ridere raccontandomi alcune barzellette, con il suo accento americano.
"Lavori qui?" Mi chiese guardando stupito quell'immenso edificio
"Uno stage di sei mesi.."
"..Grazie per avermi accompagnato, mi hai salvato il culo"
Lui sorrise beffardo
"Ora potremmo uscire insieme, sai per sdebitarti"
"Grande Mossa Carter..ci penserò"
Non sarei mai uscita con lui, non avevo la testa per certe cose, la mia vita era gia abbastanza complicata.
"Vuoi dirmi almeno come ti chiami? O mi neghi pure questo?"
Allungai la mia mano verso la sua
"Piacere Alissa, spero ti basti"

Non appena entrai in ufficio, mi fermai sul posto,mentre la porta dietro di me fece un tonfo. A quel punto sentii tutti gli occhi puntati su di me ,che ancora ansimavo per la corsa.
Seduti alla scrivania c'era il signor River, seguito da Chriss e Mike
"Buongiorno Sign.River, scusi il ritardo ma ho avuto un contrattempo"
"Si sieda Signorina" Non sembrò incazzato, per questo obbediii senza dire una parola e mi sedetti insieme a loro.

"Hai fatto tardi Principessa?"
Mi sussurrò Chris, ed io lo fulminai con lo sguardo per poi portare l'attenzione su suo padre.
"Avete fatto un ottimo lavoro. Complimenti a tutti e due"
"Sé tutti e due, se ho scritto quasi tutto io" mi voltai di scatto verso quel cretino, e la mia bocca si aprì e chiuse un paio di volte finché sbottai
"Scusa come??"
"Ammettilo Alissa"
"Ammettere cosa? Che hai semplicemente scritto un dettato?"
"non è cosi, e lo sai" fece quel suo sorriso beffardo ed io mi voltai di nuovo dall'altro lato. Cercai di trattenere i miei impulsi, solo per rispetto di suo padre, altrimenti non sarai stata consapevole delle mie azioni.
"Vedo che le cose tra voi sono migliorate" ed ecco che anche suo padre, fece quel sorriso identico al figlio, non era possibile tenere a che fare con due River.

Ma per fortuna uno di loro prese il mio Pc, e sene andò lasciandomi insieme al mio nervosismo.

Non appena sentii la porta chiudersi, poggiai la schiena sulla mia sedia, iniziando a respirare.
"Non contraddirmi davanti a mio padre, chiaro?!"
"Ooh che paura! Se tu la smettessi di dire stronzate tutto questo non succederebbe"
"La tua acidità non avrà mai fine. Credo che dovresti scopare un po di piu" avrei voluto ucciderlo lì con le mie stesse mani.
"Questi non sono affari tuoi"
"Gia immagino la tua attività sessuale..pari a zero"
Ero arrivata al limite

"ti prendo a schiaffi, se non chiudi quella bocca Chriss!"
"..ti da così fastidio, che sia io a sbatterti in faccia la verità?"
"vaffanculo!"

ma lui non sembrò intenzionato ad arrendersi, e si avvicinò a me, impugnando la sedia su cui ero seduta, prima di abbassarsi allo stesso livello del mio viso.

"vuoi che mi offro volontario?"
"stai sfidando la mia pazienza Chriss!"
"mmmh!" cercò ancora una volta di azzerare ogni distanza, così indietreggiai con la schiena prima di bloccare le sue spalle, ma lui continuò a spingersi verso di me, facendo oscillare la mia sedia che si mantenveva in bilico dalle sue mani.

"la smetti?"
"di fare cosa, Milton?"
fissai i suoi occhi scuri, e afferrai le mie labbra tra i denti, eravamo dannatamente troppo vicini

"ti stai trattenendo!" sussurro con quel suo modo di fare che tanto odiavo, così sicuro di se, tanto da farmi innervosire. Lui non aveva nessun potere su di me, ed io dovevo farglielo capire.

"Lisa??" Quasi urlai continuando a guardarlo negli occhi
"Sii.." la vidi con la coda dell'occhio arrivare alla nostra scrivania come un fulmine.
"Christian ha bisogno di un servizietto saresti disponibile?"

Chriss chiuse gli occhi per qualche secondo prima di riaprirli.

"sei ridicola!" sussurrò, ed io mi voltai verso Lisa che era rimasta lì immobile senza emettere nemmeno un fiato.

"Allora?"
"Che servizio?" rispose incerta.
"Potresti farmi un pompino, qui davanti a Miss Acidità. Magari impara qualcosa" intervenne lui, ed io mi alzai sbattendo la sedia vicino ad un armadietto, dopo averlo spinto lontano da me.

Mi stavo contraddicendo da sola, avevo chiamato Lisa esattamente per quel motivo, ma sentire uscire dalla sua bocca quelle parole, mi provocò una reazione del tutto inaspettata.

"Sei esattamente come pensavo, un grandissimo stronzo. Ma prego fa pure, continua a scopare o a far qualsiasi stronzata comprenda ciò che hai nei pantaloni, perché per il resto sei completamente vuoto"
"Sei stata tu a chiamarla, che cazzo vuoi da me?"
"Un cazzo di niente!"

Gli occhi di Mike sfiorarono i miei, ed  io mi ricordai solo in quel momento della sua presenza, facendomi sentire ancora più uno schifo.

CHRISS
Uscii dal bagno e mi diressi verso il distributore del caffe, mentre mi scompogliavo un po i capelli.
Alla fine quella giornata era cominciata da Dio, e grazie ad Alissa mi sentivo molto più appagato, Lisa ci sapeva fare ed io non potevo esserne che felice

Stavo praticamente scazzottando quel fottuto distributore quando sentii una mano poggiarsi sulla mia spalla.
Mi voltai e mi ritrovai quella Rossa che mi fissava con la bava alla bocca.

"Che vuoi?"
"Niente Chris, volevo solo salutarti. Tutto bene?"
"Alla grande, e tu??"
"Finalmente la tua Collega si è trovata un fidanzato, quindi non posso che essere felice"
"Quale collega?" risposi scazzato.

"Alissa Milton, l'ho vista stamattina arrivare a lavoro con il suo ragazzo, e devo ammettere che ha gusto al riguardo"
Sentii la rabbia salire velocemente nel mio cervello, alla stessa velocità che i miei occhi puntarono il viso di quella puttana.

"Che cazzo dici?" Dissi brusco.
"Dai finalmente c'è una speranza per me!" Ormai non sentivo più ciò che diceva, la mia vena nella tempia continuava a mattellarmi, così scattai come una furia in ufficio.

La vidi di spalle vicino all'armadietto, mentre sistemava dei fogli, e mi avvicinai piu incazzato che mai.

"Lisa, Mike uscite!"
Ordinai, senza togliergli gli occhi di dosso.
"HO DETTO USCITE"
E così si dileguarono, mentre lei si voltava con sguardo interdetto

"Che hai?" Mi disse, mentre mi veniva incontro.
Mi avvicinai a lei con mascella contratta, e il pugno stretto sui miei fianchi.
"Chi cazzo ti ha accompagnato qui stamattina?"
"Eeh?.."
"Non farmi ripetere le cose due volte!"
"Che cazzo te ne frega?"
"Rispondi CAZZO!"

Alzò i suoi occhi al cielo, prima di decidersi a rispondermi.
"un ragazzo, perché?"
Mi stava anche prendendo per il culo?

Mi avvicinai ancor di più facendola indietreggiare fino a che senti il tonfo del suo corpo contro quel cazzo di armadio.
"Dimmi chi cazzo era!"
"Non sono affari tuoi"
"Alissa non farmi perdere la pazienza"
Le sue mani si poggiarono sul mio petto e cercò di spingermi facendo aumentare ancora di piu il mio nervosismo
"Alissa cazzo devo sapere chi è. Dimmelo!"
"No" al suono di quella parola tirai un pugno dietro alle sue spalle, facendola sobbalzare dallo spavento.
"Levati" vidi nei suoi occhi un luccichio, forse di paura e cosi indietreggiai
"Scusa non volevo spaventarti"
"Vai da uno piscologo tu non stai bene"
"Mi vuoi dire chi è?" Chiesi in tono un po più gentile
"Perché dovrebbe interessarti?"
Tirai il mio percing tra i denti non sapendo cosa rispondere, e lei mi precedette
"Non sono affari tuoi, quindi fammi il piacere di lasciarmi in pace"
"Aly siamo amici, devo solo sapere chi è" cercai di convincerla.
"devi?" disse alzando un sopraciglio.
"Al!"
"Vedo che Lisa non ti ha calmato per niente, forse dovresti richiamarla"
Alzai gli occhi al cielo e mi avvicinai a lei
"Sei tu che mi esasperi, lei e incantevole con quella bocca"
"Certo, oro sono io la causa per cui fai quelle cose" mi spinse , ma io mi avvicinai di piu, e soffiando nel suo orecchio, gli sussurrai
"Prima o poi sentirò anche la tua di bocca intorno al mio cazzo, e credimi ti piacerà da morire" mi spinse ancora una volta, e uscì dalla porta, lasciandomi lì con un erezione nei pantaloni.
Mi passai una mano sul viso, e mi sedetti di peso su quella sedia.
"Merda!"

*
"Mi dici che cazzo è successo qui dentro?"
Alzai gli occhi e per fortuna vidi Jack venirmi incontro.
'Che ci fai qua?"
"Rispondi prima tu. Ho visto Alissa al quanto incazzata, che hai fatto?"
"Niente che dovevo fare?"
"Chriss!"
"Non le ho fatto niente cazzo, mi era venuta voglia di entrare nella sua bocca, e glielo detto"
"Che cosa??" Assunse una di quelle espressioni che tanto odiavo, quasi che mi facevano sentire in colpa. Ma cazzo, lui era uguale a me non poteva far finta di essere cambiato
"Jack falla finita"
"Chriss ma ti rendi conto di ciò che fai?'
"Se sei venuto qui per farmi la predica, la porta sai dov'e"
"No cazzo, ma tu non puoi trattare quella ragazza in quel modo"
"E perché sentiamo?'
"Perché lei e diversa da quelle che sei abituato a frequentare, non puoi dirle che hai voglia di entrare nella sua bocca Chriss"
"Jack, la conosco meglio di te fidati. Quindi fatti i cazzi tuoi, e poi non fare la parte del santo, perché tu hai fatto molto peggio"
"Okey okey.. " alzò le mani in segno di resa " ma almeno io ho tatto amico, tu sei troppo rude"
"Vorresti darmi lezioni di sesso?"
"No! Ma dovresti moderare quella bocca"

Bastò un mio sguardo per far si che cambiasse argomento.
"Dai andiamo a farci una birra, altrimenti mi scopo tua sorella proprio su questa scrivania"
"Farai meglio ad andartene perché sto per prenderti a calci in culo, e non scherzo"
"Dai Chriss sii moderno"
Scattai dalla sedia, e lui in un batter d'occhio uscì dalla porta.

Alissa
Feci scorrere un caffè ristretto giu per la mia gola, prima di poggiare la tazza in modo brusco su quel piattino

Ero incazzata, quella situazione non mi stava più bene.
I sentimenti che iniziavo a provare, non li volevo piu sentire.
E andare via da casa sua, non aveva risolto un bel niente.

In più la chiamata di mio padre mi aveva fatto tornare indietro con il tempo, e un immensa confusione iniziò ad impossessarsi del mio cervello.
Lui, mio fratello, la stessa persona con il quale avevo condiviso ogni cosa, non poteva essere cambiato in quel modo.

Certo, la morte di nostra madre era assolutamente colpa mia. Ma il modo in cui lo dimostrava lui , era ben diverso.

Gli avevo sempre voluto bene, e nonostante tutto c'era ancora qualcosa che mi legava a lui, qualcosa che mi faceva sperare che tutta quella merda sarebbe finita, e che prima o poi saremmo tornati gli stessi kevin e Alissa di quanto eravamo piccoli.

"Hey mora?"
Mi voltai di scatto al suono della voce di jessica, che mi aveva distratta da quei pensieri.
"Che ci fai qua?" Chiesi con un filo di voce.
"Sono con quei due cretini di jack e mio fratello, tu? Caffè a quest'ora"
"Si, non ho molta fame"
"Problemi?"
Alzai le spalle prima di rispondere
"Come sempre Jess"

Ma lei invece di rispondere o indagare oltre com'era suo solito, alzò la mano verso il cameriere.

"Scusa, ci puo portare due panini hamburger e patatine, e una maga Coca-Cola? e se non le dispiace ci piacerebbe pranzare qui"

Indicò il bancone dove eravamo sedute, ed io abbassai la testa sconfitta dalla sua euforia.

"Occhi verdi?" Sbarrai gli occhi e sollevai la testa, contro ogni mia volontà
"Jack!" Lo salutai, mentre feci un respiro di sollievo quanto notai Chriss seduto ad un tavolo lontano da noi.

"Venite a sedervi, stavamo giusto ordinando"
"No!" Risposi secca, senza nemmeno pensarci
"Jack, noi restiamo qui. Ci vediamo dopo va bene" jessica intervenne in mio aiuto, e il suo ragazzo gli lasciò un bacio sulle labbra, prima di allontanarsi.

"Jess, vai da loro"
"Al, non iniziare. Voglio stare qui con te, punto" mi arresi alla sua volontà, e addentai subito quel panino che gentilmente il cameriere ci aveva fatto avere su quel bancone, dove forse non era consentito mangiare, e che magicamente aveva aperto il mio stomaco.

"Come va con jack?" Tentai di affrontare una conversazione per non perdermi nei pensieri
"Bene! È una persona meravigliosa, mi rende felice."
Sorrisi di fronte al suo stato di felicità, che ovviamente meritava tutto
"All'inizio è stato difficile accettare quello che sentivo. Sai lui era il migliore amico di mio fratello, lo stesso ragazzo che conoscevo da una vita, e non riuscivo a spiegarmi il perché provassi determinate cose proprio per lui" notai i suoi occhi inunidirsi a quel ricordo.
"Jess alcune cose succedono, non sei tu a programmarle. E per quanto assurde, devi accettarle imparando a vivere ogni singolo secondo. Ignorare ciò che senti non porta da nessuna parte" detto dalle mie labbra mi sembrò al quanto assurdo, ma cercai di non far trasparire la cosa.
"Lo so Al, ed è per questo che ho deciso di andare avanti, di provare ad andare oltre, di affrontare ogni rischio.
Jack e chriss saranno sempre migliori amici, ma io devo imparare a tener fuoti mio fratello da questa storia.
Non può essere sempre la causa dei nostri litigi, del fatto che io non riesca a lasciarmi andare, e soprattutto lo è stato per la nostra prima volta, ti rendi conto?"

Afferrai le sue dita tra le mie.
"Uno come lui, non sarà mai fuori da tutto questo. Devi solo cercare di viverti jack come fidanzato, non come amico di tuo fratello"

Sorrise alle mie parole.
"E proprio quello che devo fare"

Portai la Coca-Cola tra le labbra, per non dargli modo di continuare quel discorso, dove suo fratello era sempre presente, e in piu lei sarebbe arrivata al punto di raccontarmi la sua prima volta, e non perché non volessi condividere con lei ogni sua gioia, ma perché inevitabilmente mi avrebbe fatto pensare alla mia.

"Parliamo di te Al. Ormai e un bel po' che sei qui, e non abbiamo ancora affrontato quel discorso"
Trattenni il respiro, e abbassai lentamente il bicchiere su quel bancone.
Sapevo bene a cosa si riferiva, e avrei evitato volentieri di parlarne.

"Avrei voluto starti vicino, asciugare ogni tua lacrima, e darti la forza per reagire. Ma Al, mi hai impedito di vederti. Perché?"
Deglutii prima di rispondere, a causa di alcuni ricordi che tornarono violenti nella mia mente

"Jess, mi dispiace tu non meritavi un trattamento del genere. Ma io volevo solo stare da sola"
"Al, avevi bisogno di qualcuno che ti stesse vicino, non chiuderti in te stessa"
"Credimi è stato meglio così! Ora possiamo non parlarne?"
"No! Devi sfogarti, buttare via tutto quel dolore, perché continuate a tenervi tutto dentro. Quello non è il modo giusto per affrontare la situazione"
"Di chi stai parlando?"
"Di te e Chriss, siete dannatamente simili su certe cose. Cazzo, tu stai male, lui sta male, tu hai perso tua madre, lui il suo migliore amico, ma non permettete a nessuno di aiutarvi"
Chiusi gli occhi per alcuni secondi, rivedendo i flashback di quella maledetta sera, ma non appena li riaprii la mia bocca partì senza che io me ne accorgessi.

"Jess mia madre è morta, come cazzo potresti aiutarmi tu eeh?" Quasi urlai contro il suo viso.
"Dovresti tirare fuori il dolore, o magari distarti da quei ricordi una volta tanto"
"Sono qui per questo. Ho accetatto lo stage proprio per non pensare a quello che mi porto dentro, per distrarmi come dici tu. Ma non sta funzionando, e scordati ogni tentativo di far uscire fuori il mio dolore, non mi aiuti in quel modo"

Non pensai piu a niente, dato che ogni emozione era tornata ad essere viva contro il mio petto, era così straziante che non sarei riuscita a sopportarla e mi alzai raggiungendo il bagno il prima possibile.

I miei occhi iniziarono a pizzicare, al punto che strinsi sempre di più il mio labbro tra i denti
Non potevo cedere in quel modo.

Ma non appena svoltai l'angolo, sentii qualcosa scontrarsi con il mio corpo, ma non avendo intenzione di alzare lo sguardo, cercai di deviare i miei piedi, inutilmente dato che venni trasportata contro il muro ad una velocità assurda

"Al?" Sentii quella voce, che avrei riconosciuto tra mille, arrivare alle mie orecchie.
"Che cazzo succede?" Tentò di alzare il mio viso, ma io non glielo permisi. Non poteva vedere ancora una volta la mia fragilità, e cercai di oltrepassare il suo corpo.

"Alissa!" Bloccò i miei movimenti, e si abbassò sulle ginocchia per guardarmi in faccia.
"Perché cazzo stai piangendo?" Fissai i suoi occhi scuri, neri, un abisso di oscurità, esattamente come mi sentivo in quel momento.

"Sono cazzi miei, lasciami in pace! " spinsi il suo petto lontano dal mio, in modo così brutale da farlo allontanare.

Volevo solo stare da sola perché non riuscivano a capirlo, dannazione.

Aprii la porta del bagno, nello stesso momento che sentii la voce di jessica raggiungermi.

Ma ignorandola ancora una volta, entrai dentro con l'intenzione di buttar fuori ogni lacrima volesse uscire dai miei occhi, ma qualcosa impedì alla porta di chiudersi, e Chriss entrò senza essere stato invitato, con presunzione, come sempre del resto.

"Vuoi parlare?"
"No! Esci da qua!"
Gli diedi le spalle, e alcune lacrime scesero violente sul mio viso.

Ma lui si avvicinò, e mi strinse tra le sue braccia, senza dire una parola.

Dolce, come la notte dei miei incubi.

Senza pensare piu a niente, versai ogni singola lacrima dal mio viso.

Ogni dolore, ogni ricordo, ogni colpa.

Minuti, che non finivano mai.

Finché sentendo il suo profumo invadere quel piccolo spazio, decisi di calmarmi.

Asciugai il mio viso, e mi voltai verso di lui.

"Ora che hai visto la mia parte peggiore, puoi uscire?"
Ma lui di tutta risposta si poggiò contro il muro, incrociando le sue braccia, un gesto irremovibile.
"Cosa ti ha detto mia sorella?"
"Niente che ti riguardi"
"Sicura?"
"Si, Chriss!"

Assottigliò il suo sguardo, fissando ogni centimetro del mio viso.
"Allora perché stai cosi?"
"Era solo uno sfogo niente di più"
"Va bene!" Si staccò dal muro
"Se non vuoi dirmelo tu, lo farà mia sorella"

Incazzata era riduttivo, perché doveva intromettersi in quel modo nella mia cazzo di vita.
"Chriss?" Afferrai il suo braccio.
"È la mia vita, devi starne fuori"
"Non posso! Hai avuto dei cazzo di incubi davanti ai miei occhi, e poi crolli in quel modo. Devo sapere che cazzo hai"
"Aspetta! È stato solo un momento di debolezza, lascia fuori jessica ti prego"
"Debolezza per cosa?"
"Per dei brutti ricordi" mi avvicinai ancora di piu al suo viso.
"Non riesco a parlarne, tu dovresti capirmi"
Spostò il suo sguardo infastidito
"Ti chiedo solo di non dire a jessica dei miei incubi, non voglio giustificarmi anche con lei"
Non disse niente, nemmeno un singolo fiato uscì dalla sua bocca. E i miei occhi seguirono il movimento delle sue spalle, che lasciavano quel bagno abbastanza in fretta.

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