"La vita è questa, niente è Facile ma nulla Impossibile" G.DONADEI
Presi quel dannato libro da sopra le mie gambe, e lo scaraventai con violenza contro il muro.
"Che gran Cazzata!" esclamai, prima di chiudere i miei occhi, e sprofondare con la schiena su quel materasso.
Ero completamente stanca di tutte quelle frasi di circostanza, frasi che facevano alludere ad una vita migliore, quelle stesse frasi che non avrebbero mai fatto parte della mia, dove niente era facile, e tanto meno possibile.
Il rumore dei miei pensieri, non riuscì a fermare le immagini della mia vita, che come ogni volta si susseguivano nella mia testa ad una velocità insostenibile.
Sentii il cuore accellerare tra il petto, e solo respirare un po d'aria stava diventando così difficile, che piombai giu dal letto in un secondo.
Odiavo essere schiava dei miei stessi ricordi, avevo toccato il fondo piu di una volta, ma in quel momento la mia parte testarda mi diede la forza per reagire. Non avrei più permesso una cosa del genere, dovevo rafforzare quella corazza che mi ero costruita, a tal punto da annullare non solo le mie emozioni, ma cancellare ogni tipo di ricordo.
Scesi giù per le scale come una furia, dovevo uscire da quella casa il prima possibile.
Avevo bisogno d'aria.
E non appena sentii il tonfo della porta alle mie spalle, iniziai a respirare.
L'aria fresca si scontrò sul mio viso, ed io strinsi gli occhi per alcuni minuti, quella era l'unica cosa di cui avevo sempre avuto bisogno, ma in quel momento sembrava non bastarmi.
Aprii i miei occhi, e senza pensare minimante a cosa avrei dovuto fare, mi diressi al parco.
Avevo bisogno di distrarmi, di scaricare tutta quella merda dalla mia testa.
Iniziai a correre, e sentii subito il bisogno delle mie cuffie, della musica che avrebbe sparato a zero quei pensieri, ma purtroppo non avevo il cellulare.
"Cazzo!"
I miei occhi fissavano dritto davanti a me, e i miei piedi accelleravano, come se avessero una meta a cui arrivare.
Ma i miei cazzo di pensieri non si fermavano, si scontravano violenti nella mia mente, e mi ritrovai ad accellerare ancora di più il passo, quasi a fuggire da tutto quello.
Volevo vivere la mia vita nel modo piu leggero possibile, senza quel peso che continuamente mi portavo dietro, ma loro, quelle maledette immagini rimasero lì impressi nella mia mente INDELEBILI.
*
Stavo sudando come un somaro, gocce di sudore scorrevano sul mio corpo, e il mio cuore accelerava tra il petto, così forte che potevo sentirne il suono.
Ero Stanca di quella vita, e così solo per sfidare l'impossibile, non mi arresi e continuai a correrre, facendo sbattere sempre di più i miei piedi sull'asfalto.
Stavo combattendo una guerra già persa in partenza, quello lo sapevo bene.
Non sarei potuta fuggire dai miei ricordi, non c'era niente che mi facesse distrarre, ero condannata dal mio stesso cervello, ma avrei trovato un modo per uscirne, e iniziare a reagire era uno di quelli.
E dopo più di un ora, dove avevo corso sotto il sole senza che la mia mente mi avesse concesso, nemmeno un attimo di tregua. Finalmente mi fermai, poggiando le mani sulle ginocchia, e cercando di far rallentare il mio battito.
Ero stremata, e non appena vidi una fontana a pochi passi da me, mi precipitai ad infilarci la testa, prima di portare le mie labbra a contatto con la freschezza di quell' acqua.
"Hey, bellezza!"
Mi voltai lentamente, e vidi un ragazzo avvicinarsi,ma non diedi tempo ai miei occhi di focalizzare chi fosse, che gli risposi acida.
"Sparisci, Coglione!"
Infilai di nuovo la testa sotto la fontana, e per qualche secondo mi sentii libera con la testa vuota
Strano, ma quello era l'unico modo che conoscevo per bloccare i miei pensieri e volare in un mondo Diverso,ma purtroppo quella non era la realtà ed io dovevo smettere di sognare.
"Mi emoziona così tanta gentilezza" Ed ecco come ritornai con i piedi sulla terra.
"Samantha! Che ci fai qua?"
"Sai..dovresti guardare chi ti si avvicina, quello non era niente male" indicò alle sue spalle, ma io non gli diedi importanza.
"Che vuoi? Perdere qualche chilo?.." La guardai dalla testa ai piedi
"..Si! Credo dovresti farlo."
"Sei sempre più stronza!"
"E tu sempre insopportabile"
I suoi occhi si assottigliarono, nello stesso momento che mi lanciò una lettera in faccia, che per fortuna presi al volo
"Che cos'è?"
"Sai ancora leggere,no?"
Sé né andò lasciandomi lì da sola con i miei pensieri,e quella stupida lettera tra le mani.
Ma d'altra parte io ero fatta cosi, allontanavo tutti da me, con quel carattere di merda che mi ritrovavo. Lei era la mia migliore Amica, eppure non perdevo occasione per ferirla, aveva ragione,ero davvero una Stronza!
Così decisi di rincorrerla, non potevo perdere anche lei.
"Sam,aspetta!"
"Che vuoi, un pugno su quella bocca che ti ritrovi?"
Gli bloccai la strada, e mi persi a guardare i suoi occhi.
Erano tristi, spenti, insieme a qualche lacrima che stava cercando in tutti i modi di trattenere.
Non potevo credere di essere stata io a causare tutto ciò.
Mi facevo schifo da sola.
"Scusami Sam,meriterei più di qualche pugno, lo so" ammisi a testa bassa
"Sta zitta! E apri quella lettera"
La seguii fino ad arrivare ad una panchina, dove prese subito posto accanto a me. E in quel momento iniziai a pensare di non meritare una persona come lei.
Ci conoscevamo solo da tre anni ma c'era sempre stata per me, anche nel periodo più buio della mia vita, anche quando la trattavo di merda, e non potevo che esserne grata.
Gli dovevo tutto, ma riuscivo a ripagarla solo con la mia strafottenza.
"Dammi qua!" Mi strappò quella lettera dalle mani, e un sorriso apparve sul suo viso.
"CAZZO ALISSA!"
" Non urlare, ci guardano tutti" dissi infastidita.
"Chi sé ne frega, Alissa Milton andrai a Roma"
Gli strappai quella lettera tra le mani, e rilessi tutto ciò che c'era scritto.
Un'immensa felicità, si fuse ben presto ad una forte paura, mentre lei salì sulla panchina, iniziando a saltellare euforica.
"Hanno accettato lo Stage. SEI MESI CAZZO!"
Quei minuti, o forse solo dei secondi, sembravano essersi fermati. I miei occhi rimasero fissi su quel foglio, non trovando il coraggio di avere nessuna reazione.
"Aly?" La sua mano che si poggiò sulle mie spalle, sembrò portarmi alla realtà, dato che trovai la forza di alzare lo sguardo nel suo.
"Perché non parli, non sei contenta?"
"No! Non ci Andrò, Sam!"
Quelle parole distrussero ogni sua aspettativa, e ogni mia speranza.
Saltò da quella panchina come una furia,e mi si parò davanti.
"Tu sogni questo stage da tutta la vita, e mi stai dicendo che non ci andrai?per quale dannato motivo SPIEGAMELO"
"Ho detto non urlare, e non ci vado punto" dissi decisa.
"Roma Aly, Roma la tua città, come puoi non andarci? Lì ci sei cresciuta."
Mi alzai anch'io ad un palmo dal suo viso, stufa del suo atteggiamento.
"Appunto! Non andrò di nuovo in quella città di merda"
"Dammi un solo motivo per cui dovresti restare qua. UNO CAZZO!" si avvicinò maggiormente, convinta che in quel modo mi avrebbe incastrato.
"Tu dammene uno per cui dovrei andare lì" replicai al limite di ogni sopportazione.
Strinse gli occhi a due fessure, e spostò bruscamente i suoi capelli, non credendo alle parole che avevo appena tirato fuori.
"Perché questa è la tua occasione per ricominciare, per iniziare a vivere.
Non rinunciare a quello Stage Aly"
"NO! Non provare a convincermi, ho gia deciso, e non andrò da nessuna parte, chiuso l'argomento"
Strappai quella lettera in mille pezzi, proprio davanti ai suoi occhi, increduli.
"Va bene! Allora prendi pure la tua vita e buttala nel cesso, resta aggrappata a questa cazzo di città, a quei dannati ricordi che ti fottono il cervello, e al tuo schifosissimo fratello che ti attacca al muro e...
"BASTA! Non nominarlo mai piu! La mia vita e già una merda, non mettertici pure Tu"
" sei tu che sei così Stupida da non aprire quei dannati occhi,lì c'è una vita che ti aspetta. Dannazione!
Resta nella merda se e' quello che vuoi, ma Io NON VERRO' CON TE,NON QUESTA VOLTA"
Magari ci fosse stato un solo posto al mondo, dove avrei potuto immaginare di essere un'altra persona, spazzando via tutta quella rabbia e quella paura.
Ma purtroppo non esisteva, ed io dovevo restare attaccata a quella vita, che avrei preferito non vivere.