|24|》L'odio di un vampiro.

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Mi sono sempre chiesta come ci si fa ad innamorare.

Intendo, come si fa un vampiro ad innamorare. Lo vedi e ti innamori?

Se non possiamo provare emozioni, come ci si può innamorare?

Continuo a pensare fino a quando una voce mi risveglia dal mio stato di tranche.

Sono davanti alla tomba di mia madre, posto molto prevedibile Azazel.

«Ti ho sentita, stai facendo dei pensieri negativi» annuncia Seth squadrandomi.

«Cioè?» domando per capire a cosa si riferisce.

«Non sei morta» nega infilandosi le mani in tasca.

«Come definiresti una persona fredda, con il cuore fermo e che deve mangiare sangue per vivere?» domando alzandomi in piedi e incrociando le braccia al petto.

Non mi piace che la gente mi venga contro. Io ho ragione su tutto.

«E come definiresti una persona che respira, pensa e parla?» mi contraddice imitando il mio gesto e avvicinandosi.

Non lo so, sento che c'è qualcosa in lui.

«Una morta. Senza emozioni» lo provoco assottigliando gli occhi e avvicinandomi di poco.

Siamo a pochi centimetri l'uno dall'altra.

«Non è vero che sei senza emozioni» sussurra afferrandomi il viso in una mano.

Ha una presa stretta e sembra quasi che si sia dimenticato che io vorrei ucciderlo.

No, in realtà non voglio ucciderlo. Per ora.

«Tu provi qualcosa e fino a quando proverai qualcosa di infinitamente minuscolo, allora sarai viva» sussurra.

Fissa i suoi occhi nei miei e senza nemmeno accorgermene la nostra distanza si è quasi annullata.

«E io riesco a sentire che tu lo stai provando, stai provando qualcosa» continua.

Gli fisso le labbra così rosse e gonfie. Le mie iniziano a pulsare, sento i canini che spingono nelle gengive.

«Quello che turba me però è che non lo so» spiega portando l'altra mano sul mio viso dopo avermi spostato una ciocca di capelli rosa sbiaditi dietro l'orecchio.

«Sono solo le tue cazzate da Dio» rispondo mordendomi il labbro, dimenticandomi di avere i canini di fuori.

Un po' di sangue mi sporca le labbra. I suoi occhi sono neri, le pupille si sono risucchiate l'iride.

«Non mento, è quello che sento» dice.

No, non mente. Il suo cuore batte forte e coinciso, non veloce, ma più forte del solito.

Devia la sua direzione e ancora mi chiedo perché non mi sposto.

«Mi stai stregando per rimanere ferma?» domando mentre il suo viso si fa largo sulla mia spalla.

«No, lo stai facendo tu» sussurra, immaginavo.

Perché c'è qualcosa che mi impedisce di muovermi? Anzi, più che impedire, non mi viene nemmeno la voglia di provare a spostarmi.

La sua parte più vulnerabile è vicina al mio viso, non capisco perché non si preoccupa.

Perché non ha paura che io lo uccida? Il collo è il punto debole degli umani e lui è molto simile a loro.

È così morbido e in superficie nasconde la loro vita. L'arteria che porta più sangue, la carotide. Un piccolo taglio e addio.

«Non hai paura?» gli domando in un sussurro, non voglio rompere il silenzio.

When night comesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora