|49|》Aiden, l'opposto di Seth.

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Un anno dopo...

È passato esattamente un anno da quando lui se ne è andato e io vivo come prima la mia vita.

Ho preso la patente nel frattempo e sono tornata ad essere Azazel. Quella che tutti conoscevano e soprattutto che temevano.

Sono passati trecentosessantacinque giorni da quando non lo vedo. Sono stati i giorni più lunghi di sempre e continueranno ad essere i giorni più lunghi di sempre.

La cosa positiva è che Iside sembra essere sparita dalla mia vita.

Aamon sta ancora con Emerine e contro le aspettative di tutti, lui si è innamorato di lei, rivelandole il nostro grande segreto.

Io non l'ho più vista, probabilmente la ucciderei all'istante. Non vado più a scuola, sono diventata ancora più intollerante verso gli umani e solamente la loro presenza mi fa andare fuori di testa.

Ho conosciuto una persona. Un ragazzo, si chiama Aiden.

È un vampiro. L'ho incontrato per la prima volta nel vialetto dei drogati che uso come pranzo.

Appena mi ha visto strozzare una ragazzina con una catena per bici, mi ha puntato.

Già da subito capii le sue intenzioni. Il suo sorrisetto ammaliatore che con me non funzionava, i tatuaggi sulle braccia che sparivano sotto la giacca di pelle.

I suoi pensieri erano simili ai miei, però. Se lui aveva avuto l'impressione di catturarmi nella sua trappola, io sapevo per certo che era lui ad essere stato preso.

Era lui l'oggetto, il manipolato. Non io.

Non ho mai voluto sapere niente di lui, se non il suo nome. Tra di noi c'è solo sesso e se devo essere sincera mi sta anche sul cazzo, parla troppo.

È l'unica persona che riesce a farmi dimenticare per un istante la mia vita che sta crollando a pezzi.

È un bel ragazzo. È bianco come un cadavere, ha gli occhi blu e i capelli corvini, è ricoperto di tatuaggi e soprattutto, non ha un cazzo di cuore. Non è empatico, non è simpatico, non è interessante, non ride, non sorride.

Posso dimostrarvelo ora, che è qui con me.
Sono nel suo letto enorme, sta cercando di togliermi questa maglietta troppo stretta e io sto per strappargli i vestiti di dosso.

È diventata solo una lotta vuota che non contiene niente.

Una volta che il suo petto bianco è libero, mi schiaccia contro il letto. Fino ad un secondo fa ho pregato inconsciamente di sentire di nuovo quel cuore, quel calore, quel sangue. Ma lui è freddo, gelato. Un morto.

Mi sfila velocemente le mutande, non si prende nemmeno mai la briga di svestirmi completamente e a me va bene così, quell'azione non significa più nulla per me.

Si infila velocemente il preservativo ed entra, così, senza avere cura di me, senza far qualcosa per dimostrare di volermi, senza saper di aver lottato per avermi e soprattutto con la consapevolezza di non provare qualcosa per me.

Non sento nulla, lui è solamente bello e io sono solamente vuota.

Ogni volta, dopo un po' che lui cerca di star bene, prendo le redini del tutto e cerco di liberare un po' di frustrazione su di lui, senza mai riuscirci completamente.

Appena lui viene, basta. Afferro le mie cose, mi rivesto e me ne vado.

Ogni tanto preso dalla foga tenta pure di baciarmi, ma io non sono proprio dell'idea. Non mi piace che pensi di essere qualcosa di più che un oggetto per me.

«Azazel, te ne vai di già?» domanda Aiden, stravaccandosi sul letto più rilassato di prima.

«Certo, non mi interessa passare del tempo con te» commento rivestendomi velocemente, mentre lui sorride.

«Nemmeno a me interessa passare del tempo con te, però non ti lamenti quando il mio cazzo è dentro di te» alzo gli occhi al cielo per la volgarità da troglodita che ha.

A confronto suo, i miei fratelli sono tre angeli empatici. Lui è come me, gode a trattarmi di merda e io godo a trattare male lui. Perfetto, tutto perfetto.

«Infatti imbecille, ti sto solamente usando e nemmeno lo fai bene» commento, io lo avevo detto che mi sta sul cazzo.

«Dai, scommetto che sono meglio di tutti quelli che ti hanno scopato» perché non mi piace parlare con lui? Parlare con uno scaricatore di porto è uguale.

«Io ti consiglio di abbassare il tuo ego perché sei quello che fa più schifo» faccio un finto sorriso, facendogli alzare gli occhi al cielo.

«Ti tollero solo per un motivo, lo sai» commenta alzandosi e mettendo in mostra il suo fisico statuario, come se dovesse impressionarmi.

«Okay, bravo. Un applauso? A domani» lo saluto uscendo dalla stanza, seguita da lui.

«Facciamo a casa tua?» chiede, facendomi ridere.

«Non ci pensare neanche, non ti farò mai conoscere i miei fratelli» esco sbattendogli la porta in faccia.

Sono frustrata come prima perché questo idiota abita abbastanza vicino a dove abitava Seth. Ora ci vive una famiglia, ho pensato qualche volta di uccidere tutti, lo ammetto. Poi mi sono detta "dovresti tornare lì dentro" e quindi mi sono tirata indietro.

La verità è che qualsiasi cosa mi ricorda lui. Persino Aiden me lo ricorda con la sua freddezza e ogni volta che ricordo che non è caldo, un groppo alla gola mi fa star male.

A volte lo penso e mi chiedo dove possa essere, immagino che sia a scoparsi Iside, di nuovo.

Salgo in macchina e guido fino a casa, dove i miei fratelli sono tutti a guardare la televisione.

Ormai non mi parlano più di tanto, sono peggiorata con loro e per tutelarli è meglio se non facciano battutine.

«Azazel» mi chiama Samael, ma subito lo azzittisco.

«Lasciatemi in pace» le uniche parole che sono riusciti a rivolgermi in un anno, sono state poche e ognuno di loro ha rischiato di perdere un arto.

Mi hanno chiesto di lui dopo tre giorni che non lo vedevano. Ho risposto rompendo una finestra e loro hanno dedotto che lui se ne fosse tornato all'inferno.

Dopo alcuni mesi hanno provato a chiedermi delle spiegazioni e ho semplicemente detto che non ero pronta per parlarne.

Poi mi hanno vista con il primo succhiotto, Aiden ha perso mezza falange per questo.

Ed eccomi qua, sul tetto nel buio. L'unica persona che mi capiva non c'è più e io dopo un intero anno, non ho ancora smesso di pensare a lei.

Dopo tutti questi giorni, non me lo sono ancora tolto dal cuore. Le sue promesse, le sue parole. Mi aveva detto che non se ne sarebbe andato e sono stata proprio io a cacciarlo.

Io che sono incapace di farmi volere bene, di amare e che sono brava solamente ad allontanare le persone.

Io che ancora ogni volta che faccio sesso con Aiden mi sembra di star tradendo qualcuno, qualcuno che voglio dimenticare.

Ma come posso dimenticarlo se mi è entrato nel cuore come un'inondazione? Una tempesta.

Ogni volta che il cielo si rannuvola, lo penso. Ogni volta che sta per piovere, so che è lui.

Perché piangi Seth? Perché sei triste? Che è successo oggi? Perché ogni volta che arriva la sera sei sempre giù? Ti ricorda me? O mi hai dimenticata?

E io sono sul tetto a bagnarmi, a sentire la pioggia sulla mia pelle, a ricordare. E sbaglio, sbaglio così tanto, perché non devo ricordare, devo solo dimenticare.

Passo i miei giorni promettendomi che quello è l'ultimo, che il giorno dopo mi sarei sforzata di non pensarlo. Ma la verità è che non voglio sforzarmi di niente, perché tutta la buona volontà che ci metterei non basterebbe.

When night comesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora