|10|》Fiori sulla tomba e connessioni.

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|Azazel's point of view|

Come mi aveva promesso, Sean è lì fuori ad aspettarmi e io non ho la minima idea di cosa dire o fare.

Aggiungiamo un certo languorino e il quadretto è tragico.

«Ei, ciao Azaleya» mi saluta sorridendo.

Sento i suoi pensieri, come Seth aveva fatto con Amalia.
I pensieri di nessuno sono stati come quelli di Sean.

Mi fissa gli occhi, continua a non credere alla mia bellezza, niente commenti cattivi, niente pensieri sconci.

«Ciao Sean, come stai?» gli chiedo e lui si infila le mani in tasca perché non fa esattamente caldo.

«Sto bene, tu invece? Hai ancora freddo?» domanda e finalmente ho una scusa per dire di sì.

«Sabato sera vieni alla festa di Amalia?» mi chiede e presumo che devo rispondergli di sì, tutti gli umani lo fanno, giusto?

«Ci sarò sicuramente, tu?» gli faccio di rimando. Mi sento a disagio e cerco di non fissargli troppo la carotide anche se sento il rumore del sangue che viene pompato dal cuore.

Affascinante, non capisco perché il mio non batta e il loro sì. E poi da dove arriva tutto quel calore? Da dove lo emanano?

«Certo, se ti fa piacere ti posso passare a prendere» propone gentilmente.

«Abito in fondo alla Oliver Street» gli faccio sapere, non so se tecnicamente ho detto tutto giusto, le ragazze nelle serie TV sono sicure di se e non ricevono mai un no dal protagonista.

«La strada del cimitero?» chiede, spero non si preoccupi per il cimitero. Ho sentito che la gente non ha un bel rapporto con i morti.

«Sì, sfortunatamente» cerco di ridacchiare ma non è decisamente il mio forte. Il mio forte è succhiargli via dal corpo fino all'ultima goccia di sangue in trentasei secondi.

Ora pensa che sono timida, che poi mi scioglierò.

Digli che non vedi l'ora di conoscerlo meglio, Sabato— mi consiglia Seth e stranamente ripeto le sue parole.

«Sei molto dolce, ci vediamo Sabato allora. Passo per le otto e mezza» mi saluta con la mano e sparisce fuori dal cancello.

«Azaleya, stai bene?» mi domanda Seth comparendo da parte a me e iniziando a fissarmi.

Ovvio che sto bene, solo devo sapere più cose sugli umani che ho snobbato per tipo 1000 anni.

Sei stata brava— mi dice, ma non è vero. Vuole solo incentivarmi e a me le persone così mi stanno sul cazzo.

Io non dico bugie. Mi danno sui nervi. Te la sei cavata bene— ripete prima di sparire.

Forse si è offeso ma a me non interessa.

In un batter d'occhio sono a casa e prima ancora di entrare dalla porta vedo tutti e tre i miei fratelli intenti a guardare fuori dalla finestra.

«Samael» lo chiamo mentre con un sorrisone mi viene incontro ma non si avvicina troppo perché sa che lo odio.

«Hai raccontato a tutti di Seth, non è così?» chiedo sconfitta, sicura della risposta che non tarda ad arrivare.

When night comesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora