|20|》Un Dio geloso e il banco Trevor.

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|Seth's point of view|

Devo ammettere che me la sono proprio cercata.

Dopo che Azaleya fa intendere che lei non vuole fare qualcosa insieme a me, vado a cercare Isy.

Mi basta un secondo per capire dove è. La tomba del suo amore eterno, mio fratello.

«Isy» la chiamo, lei si volta. Sembra aspettarmi da un po'. Il sorriso si fa più ampio.

Siamo su una barca in mezzo al Nilo e la sto fissando.

«Lo sapevo che saresti arrivato. La tua vampira facilina ti ha fatto arrabbiare?» domanda, non deve permettersi di parlare di Azaleya.

«Calmo, Seth» il caldo è allucinante e lei è mezza nuda. Vedo il calore uscire persino dall'acqua.

«Tu devi lasciarla stare. Lei non c'entra. Io ho ucciso Osiride. Azaleya non ha colpe» pronuncio fissandola da lontano.

Ci sono almeno quattro metri tra di noi.

«Tu osi venire qua per parlarmi di quella santarellina?» le sue labbra si serrano, è infastidita.

«Vengo a darti un avvertimento. Lasciala stare» pronuncio lentamente, per farglielo capire una volta per tutte.

«Sai, lei è una formichina in confronto a me. Se io volessi, la ucciderei con uno schiocco delle dita» spiega con un sorrisetto malizioso sul volto.

«Ma io aspetterò il momento in cui tu ti innamorerai di lei, caro stronzo. Poi le taglierò la gola e brucerò il suo stupido cuore da mostro» annuncia.

Di nuovo quella scarica. Mi ritrovo davanti a lei con una mano intorno al suo collo.

Non riesco a ragionare, non dovrei farlo ma sto stringendo.

Lei ride, lo sa che non la ucciderei.

«Questa è una delle cose che facevi a letto» continua quasi senza voce.

Non ce la faccio. Provoca. Provoca fino alla morte.

Allunga una mano verso i miei pantaloni e io cerco di resistere a quello sguardo da provocatrice.

Mi allontano velocemente stringendo la mascella.

«È un avvertimento. Stalle lontano» dico prima di comparire sul divano di Azazel.

Fisso il muro fino a quando cado a terra.

Azaleya con il suo dolce culetto aveva definitivamente fatto collassare le gambe del divano.

Dopo aver parlato e avergli aperto gran parte dei miei pensieri, si catapulta a fare la doccia.

Io mi teletrasporto in camera sua, vorrei continuare a parlarle.

L'aspetto per quasi due ore, ormai sono convinto che sia annegata, così mi sdraio sul suo letto.

Non voglio che lei si arrabbi, perciò lascio stare la coperta con l'idea di rialzarmi appena arriva.

«Vorrei essere anche io una dea» Azaleya mi sveglia, stranamente non è arrabbiata.

«Lo sei già, Azaleya» biascico allungando una mano per afferrare la sua.

When night comesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora