|7|》Solo le mie prede possono toccarmi.

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|Azazel's point of view|

Questo Dio dei miei stivali sa fin troppo per me. Dovrei provare ad ucciderlo nel sonno.

Mi guardo ingiro in attesa di potere e andare grazie al suono della campanella.

«O mio Dio, tu devi essere Seth. Sono un tuo grande fan» una voce per niente rassicurante fa capolino dalla mia schiena.

«Con chi ho il piacere di parlare?» domanda il castano, portando l'attenzione sulla figura bassa e stupida.

«Samael, cosa ti avevo detto al riguardo?» chiedo in una smorfia cattiva, anche se in realtà non mi interesserebbe molto se quei due diventassero amici.

«Samael in persona. Il fratello di Azazel, grande Dio» annuncia il mio piccolo parente ficcanaso.

«Ti prego, chiamami Seth e basta. Azaleya ha tre fratelli, se tu mi continuerai ad accettare e venerare in questo modo, io potrò sposarla forse» scherza il castano, facendomi alzare gli occhi al cielo.

«Sarebbe un onore, ne sono sicuro» lecca un po' il culo Samael e mi chiedo perché Seth non gli legga nella mente e capisca che sta solo mettendo in atto il suo lecchinaggio.

Non gli leggo nella mente perché sono concentrato a leggere la tua, Principessa— la risposta non tarda ad arrivare, seguita da un'occhiatina pervertita e un sorrisetto.

—Mi dai il voltastomaco, placa i tuoi ormoni da dodicenne imbarazzante e vai in classe— dico mentre faccio un sospiro per rimanere calma.

Mi piace qualsiasi cosa tu faccia, sei sicura di non voler perdere la verginità con uno potente?— domanda Seth e cerco di non allungare le mani e strangolarlo. Insopportabile.

«Tua sorella è così bella, non hai mai conosciuto il suo ragazzo?» chiede Seth a Samael per vedermi essere sputtanata male.

Ho ragione dato che mio fratello scoppia a ridere e si sistema i capelli come una diva del cinema.

«Hai ragione, in bellezza batte tutti, ma in simpatia non è esattamente lo stesso, credo che tu possa constatare lo stesso» si confida il castano mentre io alzo gli occhi al cielo.

«Ha un caratterino niente male, hai ragione, ma ha del potenziale» spiega Seth mentre alzo gli occhi al cielo e mi dirigo senza voglia verso l'entrata.

Stare con gli altri non mi piace, lo odio. È la seconda cosa che odio dopo gli umani.

Mi irrita passare del tempo con qualcuno, poi se parlano è ancora peggio, sto decisamente meglio da sola, fin da piccola è stato sempre così.

Azaleya, i vampiri non possono odiare, non possono provare emozioni— ovviamente se Seth non interviene non è contento.

In effetti ha ragione, me ne accorgo e cerco di pensare ad altro.

|Seth's point of view|

L'ho sentito, proprio ora. Il cuore mi si è fermato.

Ecco perché io la chiamo Azaleya. Ha qualcosa di non so che, una fievole scintilla di umanità e se ho intuito bene, lei non si arrende all'idea di essere diversa da loro.

Azaleya. C'è da perderci la testa per una ragazzina del genere. Se solo fosse come me, se solo avesse il cuore che le battesse e riuscisse a provare ciò che si prova quando un predestinato dal destino ci sta vicino.

È proprio vero che i demoni possono fare qualsiasi cosa ma che sono costretti a guardare ciò che desiderano perché sono maledetti e sono costretti alla sofferenza.

Rimane il fatto che la sento camminare nella mente, Azaleya. Quasi sento il suo respiro. Sorrido mentre Samael continua a parlare come una macchinetta.

«Ti piace mia sorella? Sembri ascoltare i suoi passi» mi chiede ad un certo punto e io sorrido.

«Li ascolto, hai ragione. Mi piace darle fastidio. Si è fatto tardi, ho sentito che Azaleya non vuole più cacciare per voi, se hai bisogno sto per qualche tempo al cimitero» lo saluto con la mano prima di dirigermi in classe.

Azaleya, mi annoio, ti sei offesa?— domando in attesa di una risposta, che non arriva.

Ci hai mai parlato con Satana?— chiedo curioso mentre la professoressa di matematica spiega roba vecchia di secoli.

—Sono un vampiro— dice solamente e capisco subito cosa intende.

I vampiri sono in fondo alla gerarchia sociale e lei lo sta pensando senza nemmeno provarci a dirmi "noi siamo alla pari e anzi, tu sei pure idiota".

Mi fai tristezza, Principessa. Come procede con il toro?— domando facendo tintinnare la penna sul banco.

—Devo mangiare subito, mi si stanno iniettando gli occhi di sangue e non va bene dato che mi guarda in continuazione. Non lo sopporto— annuncia e immediatamente alzo la mano per chiedere alla professoressa di andare in bagno.

Per niente al mondo mi perderei Azazel che si sbrana un umano.

Esci dalla classe, Principessa. Fammi vedere come perdi il controllo— penso mentre il cuore mi batte all'impazzata.

Sono fuori dalla sua classe e quando la porta si spalanca noto la sua testa bassa, gli occhi sono nascosti.

Allungo una mano verso il suo mento, ma è una mossa troppo azzardata e mi guarda con gli occhi iniettati di sangue.

Fantastica.

«Ora si che sei una principessa» le dico estasiato e in un secondo è in fondo al corridoio.

Giusto, supervelocità maledetta. La seguo con il teletrasporto e in un batter d'occhio ci troviamo in un posto squallido pieno di prostitute e di drogati.

«Qui nessuno si accorge di niente, sono tutti fatti» annuncia prima di sorridere ad un uomo infondo al vialetto. È sulla quarantina e andrà sicuramente all'inferno perché sento i suoi pensieri.

Sono così luridi e porci che il fatto che Azaleya li senta mi fa ribrezzo.

Mi sto innervosendo— le parlo nel pensiero e lei mi zittisce con un dolce sorriso sul volto, mentre tiene gli occhi fissi sull'uomo.

«Quanto vuoi?» domanda l'uomo mentre la ragazza si morde le labbra e lo attira con il dito dietro ad un cassonetto.

«Non voglio nulla, avvicinati» sussurra mentre l'uomo le tocca la gamba e lei le pianta i canini nella carotide.

Tutto così in fretta, non ha nemmeno avuto il tempo di realizzare o di urlare.

Azazel se ne stava lì con gli occhi iniettati di sangue a succhiare sangue dal collo grondante di liquido dell' uomo.

La sua voracità, le sue mani che stringono il corpo fino ad avere le nocche bianche, i suoi versi.

Sta letteralmente morendo dal piacere e quello che mi impressiona di più è che non riesce a fermarsi.

Beve fino all'ultima goccia e finalmente butta la testa all'aria sorridendo e respirando pesantemente.

Io rimango a fissarla affascinato.

«Credevo avessi detto che nessuno può toccarti» rompo il silenzio e lei mi guarda parecchio frastornata.

«Solo le mie prede hanno l'onore di farlo, ma poi devono morire» spiega chiaramente drogata dal sangue dell'uomo.

«Cazzo, sto per chiederti di diventare una tua preda» scherzo mentre non riesco a smettere di guardarla da capo a piedi.

When night comesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora