|44|》Strascichi di gelosia

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|Azazel's point of view|

Sta dormendo su di me come se fosse un bambino e io sto fissando da più di un'ora la sua schiena.

Gli ho chiesto se mi amasse, non vorrei che lui mi amasse.

Perché io non lo amo. Lo amerò mai? Non lo so.

I raggi del sole filtrano tra le tapparelle. Qualcuno bussa alla porta.

«Seth» lo chiamo, emette un verso prima di girarsi.

Sbuffo alzandomi dal letto, completamente nuda e appiccicaticcia. In questa stanza c'è odore di sesso.

Sento insistere al campanello.

«arrivo!» strillo spalancando la finestra.

Corro verso la porto, è un umano, credo. Il cuore batte forte.

Apro di poco la porta e mi ritrovo davanti la ragazza di ieri. Quella cogliona che si stava limonando Seth.

«Cercavo Seth... Ho interrotto qualcosa?» spalanca di poco gli occhi, interdetta.

Sì, hai interrotto molte cose, cogliona.

«No, figurati. Sono solo sua sorella, ho litigato con il mio ragazzo e sono venuta a dormire da lui. Lui è ancora addormentato, se mi dai due minuti lo sveglio» sorrido solo perché sto pensando a cosa vorrei farle.

«Oh, certo» risponde mentre le chiudo la porta in faccia. Osservo la mia figura nuda allo specchio, avrei dovuto spalancare tutta la porta.

«Seth» lo chiamo raccogliendo velocemente i miei vestiti da terra.

«Scemo» riprovo lanciando sul letto gli indumenti e rimettendomi velocemente le mutande.

«Mmm» finalmente è uscito dalle catacombe.

«Cazzo, c'è la cogliona di ieri. Muoviti e alzati prima che te la ritrovi senza testa» a queste parole apre gli occhi di poco guardandomi mettere il reggiseno.

«Come sei bella» ignora quello che gli ho detto, facendomi incazzare.

«Se te lo chiede sono tua sorella» annuncio facendolo ridere e mettersi seduto.

«Incesto?» domanda allungando la mano verso di me per afferrarmi una coscia tra le dita.

Faccio un respiro profondo pensando che tra poco lo farà con quella stronza.

«Vestiti» gli ordino afferrando la mia borsa per andarmene.

Si infila velocemente le mutande venendo verso di me che sono già davanti alla porta.

«Ci vediamo dopo» mi afferra per una mano baciandomela.

«Io torno a casa» cerco di non cedere al suo sguardo, aprendo la porta.

«Ciao tesoro» saluto la ragazza, in realtà la mia è una minaccia bella palese.

Faccio per scendere le scale ma appena si chiudono la porta alle spalle mi blocco cercando di ascoltare la conversazione.

«Stai bene? Ieri te ne sei andato così, mi hai lasciato arrapata» dice lei, mi ritrovo in bocca i canini.

«Scusami, mia sorella ha litigato con i nostri genitori» dice bugie solo per Satana, lo apprezzo.

Ma non apprezzo lei e quella porta sta per essere sradicata con forza.

«Okay, possiamo tornare a dove eravamo rimasti?» chiede sensualmente la ragazza, lasciando cadere a terra la sua borsetta.

When night comesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora