|29|》Il sole e la luna possono collidere.

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Sorrido quando Seth mi carica sulla macchina quei pacchi belli grossi.

«Un bacio come premio no?» domanda una volta finito, salendo in auto.

Sogna, caro.

«Non ci provare, bello» lo avverto nonostante lui sorrida di sottecchi mordendosi le labbra e guardando la strada.

Chissà a cosa sta pensando. Durante il tragitto non parla tanto, canticchia solo qualche canzoncina che passa alla radio.

Non è male come immaginavo, è abbastanza intonato, ma ovviamente non come i miei fratelli.

Torniamo a casa e come al solito non c'è nessuno.

Lo guardo sorniona mentre scarica gli scatoloni e diventa rosso dallo sforzo.

«Forza, più veloce Seth» lo provoco indicandogli l'ultimo pacco pesante.

«Guarda che dovresti dirla in altre circostanze questa frase» annuncia appoggiandosi alla scatola tutto sudato, asciugandosi il volto con la maglietta e quindi lasciando per un secondo i muscoli scoperti.

«Ritieniti fortunato perché è l'unica volta che sentirai queste parole uscire dalla mia bocca» continuo a prenderlo per il culo. Mi diverto troppo.

Passiamo un'ora a montare il divano, dopo di che mi ci sdraio sopra ammaliata.

«È così bello, pronto per guardare Sturacessi» dico, ma Seth mi guarda male.

«No, sta per iniziare one motor two boobs» spiega sedendosi vicino a me.

«Peccato che il telecomando ce l'ho io» sussurro sventolandoglielo sotto gli occhi.

«Piccola stronza» ridacchia assottigliando lo sguardo mentre io inizio a correre.

Posso usare la super velocità ma forse ci spero che lui mi prenda.

Corro su per il corridoio e mi nascondo di nuovo, questa volta nell'armadio.

Vorrei dire che mi batte il cuore a mille, ma no. Non batte proprio, ma se potesse farlo, probabilmente sarebbe velocissimo.

Spalanca l'anta dell'armadio fissandomi con quelle iridi eteree paragonabili al ghiaccio del polo nord.

«Azaleya. Dammi quel maledetto telecomando e forse possiamo accordarci e arrivare ad un patto» le cose iniziano a farsi interessanti.

Mi avvicino di poco fino a quando il nostro petto si scontra e aderisce perfettamente.

Assottiglio gli occhi inumidendomi le labbra per dargli fastidio.

«Vai avanti» nascondo il telecomando nel reggiseno.

Fissa i miei movimenti e poi sorride maliziosamente. Scuote la testa come se dovesse concentrarsi su altro.

«Ti lascio guardare Sturacessi se...» lascia la frase in sospeso per piegarsi leggermente verso di me.

Lo guardo innocentemente.

«Se mi fai posare la testa sulle tue tette» conclude alzando un sopracciglio velocemente.

Gli compare la solita fossetta al lato della bocca. È una depressione sulla sua pelle così profonda e attraente.

Ho sempre voluto una fossetta, ma ho la faccia troppo cicciona per averla.

Faccio un'espressione schifata.

«Che schifo, no! Io ho un'altra proposta invece» sussurrò l'ultima parte per renderla più interessante e infatti i suoi occhi si illuminano.

«Ti ascolto, Principessa. Se mi stai proponendo di pomiciare, la risposta è sì, possiamo, accetto» scherza e di rimando gli tiro un pugno molto forte sul petto che però non lo smuove.

When night comesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora