|11|》Sentivo ancora la tua voce.

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❝𝐍𝐞𝐥 𝐯𝐢𝐝𝐞𝐨, 𝐥𝐚 𝐯𝐨𝐜𝐞 𝐝𝐢 𝐀𝐳𝐚𝐥𝐞𝐲𝐚❞

In un batter d'occhi sono in casa. Il divano ha una gamba legata con lo scotch ma nessuno è seduto.

«Ehi, Azazel. Ho preso un coniglio, lo vuoi?» chiede Draven sventolandomi davanti una creatura mezza sbranata.

Sento un odore più pungente e guardo Samael.

Nonostante a lui piacciano i lustrini e i glitter, sa cacciare le persone ed è famelico.

«Ho catturato un turista, ne vuoi un pezzo Capra?» domanda e non c'è bisogno che io gli risponda.

Generalmente io e Samael facciamo a gara a chi finisce prima il suo sangue.

Corro in cucina ma sento di non avere molta fame, perciò mi ritiro nella mia stanza.

Continuo a pensare a cosa volesse dire Satana con le parole rivolte a Seth.

Guardo fuori dalla finestra e osservo le stelle nel cielo.

Splendono così tanto qui che penso che cosa si celi dietro di loro.

Divago sulle cose che mi ha detto Seth da quando ci siamo conosciuti.

Si è presentato come un idiota, ma sono abbastanza sicura che sappia più cose lui sulla creatura che sono che me stessa.

Io ho imparato quello che so dall'esperienza oltre che da mia madre e in una piccolissima parte anche da mio padre.

Loro non erano innamorati. Se devo essere sincera credo che noi quattro siamo stati solamente degli errori, e ce ne vuole a sbagliare quattro volte.

Vorrei chiarire che i vampiri provano emozioni, non come dice Seth.

Le provano raramente e quasi sempre sono rabbia, delusione, ira. Tutta bella roba insomma.

I vampiri non possono odiare e non possono amare.

Come ha detto Seth, morte e amore si equivalgono, o così si suppone.

Samael interagisce molto con gli umani, si è adattato a loro, è stato il primo che ha provato la felicità.

Il secondo è stato Aamon. Io e Draven non sappiamo ancora cosa sia, ma vorrei conoscerla.

Samael ha anche provato il divertimento. Io la tristezza, quando è morta mamma.

L'unica emozione che abbia mai provato a parte la rabbia.

Mi siedo davanti alla finestra, dove il pianoforte è illuminato dalla luna e sfioro qualche tasto.

Ne schiaccio uno. Mi ero ripromessa di non suonarlo più dopo la morte di mia madre, ma ogni sera sfioro i tasti e qualche nota si libera leggera nell'aria.

È così anche oggi.
Suono qualche nota lenta di Another Love.

Mi fermo. Mia madre era così brava a suonare e mi diceva sempre che pure io lo ero.

Riprendo con qualche nota. Poi mi ricordo che a mio padre non piaceva che suonassi il pianoforte perché mi faceva sembrare un'umana.

Inutile dire che le mani mi cadono pesanti sui tasti e una melodia forte e veloce delizia i vicini in piena sera.

Sento dei passi pesanti salire le scale e aprire la porta.

«Oh cazzo» sento, ma non mi fermo. Mi sto per irritare.

«Cazzo, Capra lo sta facendo davvero» dice Samael spalancando la bocca, probabilmente.

«Lasciamola stare, altrimenti smette» lo riprende Draven tirandolo per un braccio.

Non mi sentono suonare da cinquant'anni.

Finisco per scemare e lasciare andare lenti i tasti fino a che il suono non si sente più.

È decisamente una sera no. Senza pensarci mi trovo davanti al cimitero.

Varco l'entrata e cammino. So esattamente dove dirigermi perché sento il suo cuore battere.

Arrivo davanti ad un monumento. Lui è seduto lì dietro e mi ha sentito arrivare.

«Perché hai ucciso tuo fratello?» gli chiedo senza nemmeno pensarci.

Non mi importa se la domanda è indiscreta, io sono nata per rovinare i momenti e deludere gli altri.

Lo vedo spuntare dal grosso piedistallo della statua e sorridermi, come se sapesse che sarei arrivata.

«Iside» annuncia sedendosi su un gradino e facendomi cenno di fare lo stesso.

Mi siedo abbastanza vicino per sentire il calore del suo corpo perché lo trovo ancora curioso.

«Iside lo amava già prima di nascere. Isy, il mio grande amore. Credevo fosse destinata ad amare me» inizia guardando a terra.

Non mi intendo tanto di emozioni, ma sembra soffrire ancora al ricordo.

«L'ho chiuso in una bara e l'ho lanciato nel Nilo. Mi manca da morire, Azaleya» sussurra sfiorando la mia mano.

«Sei tanto fredda. Mi dispiace sai?» domanda fissandomi e creandomi un po' di fastidio.

—Tu hai già amato, non puoi più farlo— constato, ma è solo un'intuizione.

«Gli umani e gli dei possono innamorarsi infinite volte. I vampiri non amano, è molto raro, ma possono farlo solo una volta. Se succede è la persona giusta» mi istruisce mentre io mi guardo ingiro.

«Sono venuta qua solo perché mi annoiavo» chiarisco e lui ridacchia.

«Tranquilla Azaleya. Sono io che ti ho indotto a venire» dice alzandosi.

Mi chiedo se ama ancora Iside nonostante siano passati così tanti secoli.

«Non la amo. Ha tentato di uccidermi» pronuncia fermo, mi guarda impassibile.

Mi domando come gli risulti facile parlare di amore così facilmente, mi da il volta stomaco.

«Non sono uno di poche parole come te, sai?» mi rimette a posto e mi dimentico sempre che lui mi legge il pensiero costantemente.

«L'amore è centrale. È l'unica cosa ad avere un potere benigno e uno maligno e io non attendo altro che mi trapassi di nuovo e mi si fermi lì, tra pelle e ossa. Nei muscoli» annuncia, disgustoso.

«Sì, sì, molto interessante. Perché mi hai usato e mi hai costretto a venire qua? Facendomi credere di essere pazza tra l'altro» domando e lui alza le spalle.

«Tu non dormi e io mi annoio»

«Dormi allora»

«Puoi cantare? Ho sempre sentito che usate la voce e il bell'aspetto per attirare le prede» mi chiede.

Non mi interessa, per me è okay. A mia madre piaceva quando cantavo e farlo lì la renderebbe felice.

Mi schiarisco la voce e mi alzo.

«𝐘𝐨𝐮 𝐜𝐚𝐥𝐥 𝐦𝐞 𝐨𝐮𝐭 𝐮𝐩𝐨𝐧 𝐭𝐡𝐞 𝐰𝐚𝐭𝐞𝐫𝐬
𝐓𝐡𝐞 𝐠𝐫𝐞𝐚𝐭 𝐮𝐧𝐤𝐧𝐨𝐰𝐧 𝐰𝐡𝐞𝐫𝐞 𝐟𝐞𝐞𝐭 𝐦𝐚𝐲 𝐟𝐚𝐢𝐥 𝐀𝐧𝐝 𝐭𝐡𝐞𝐫𝐞
𝐈 𝐟𝐢𝐧𝐝 𝐘𝐨𝐮 𝐢𝐧 𝐭𝐡𝐞 𝐦𝐲𝐬𝐭𝐞𝐫𝐲
𝐈𝐧 𝐨𝐜𝐞𝐚𝐧𝐬 𝐝𝐞𝐞𝐩
𝐌𝐲 𝐟𝐚𝐢𝐭𝐡 𝐰𝐢𝐥𝐥 𝐬𝐭𝐚𝐧𝐝»

Canto guardando la tomba di mia madre. Mi dimentico quasi di Seth.

«𝐀𝐧𝐝 𝐈 𝐰𝐢𝐥𝐥 𝐜𝐚𝐥𝐥 𝐮𝐩𝐨𝐧 𝐘𝐨𝐮𝐫 𝐧𝐚𝐦𝐞
𝐀𝐧𝐝 𝐤𝐞𝐞𝐩 𝐦𝐲 𝐞𝐲𝐞𝐬 𝐚𝐛𝐨𝐯𝐞 𝐭𝐡𝐞 𝐰𝐚𝐯𝐞𝐬
𝐖𝐡𝐞𝐧 𝐨𝐜𝐞𝐚𝐧𝐬 𝐫𝐢𝐬𝐞, 𝐦𝐲 𝐬𝐨𝐮𝐥 𝐰𝐢𝐥𝐥 𝐫𝐞𝐬𝐭 𝐢𝐧 𝐘𝐨𝐮𝐫 𝐞𝐦𝐛𝐫𝐚𝐜𝐞
𝐅𝐨𝐫 𝐈 𝐚𝐦 𝐘𝐨𝐮𝐫𝐬 𝐚𝐧𝐝 𝐘𝐨𝐮 𝐚𝐫𝐞 𝐦𝐢𝐧𝐞»

Continuo a canticchiare. Mi chiedo perché mia madre mi abbia lasciato. Perché.

Mi fermo subito. Seth ha sentito abbastanza.

When night comesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora