|30|》Il suo volto illuminato dal tramonto.

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|Seth's point of view|

Forse mi sono spinto troppo oltre, nonostante stia facendo la doccia e Azaleya sia a cacciare, non riesco a smettere di pensare a lei.

Mi vesto davanti allo specchio del bagno, leggo il mio tatuaggio come tutti i giorni. Sempre lo stesso, sempre quello.

Chissà quando la incontrerò. Chissà se l'ho già incontrata. Il destino è imprevedibile, dico davvero.

Dovunque tu sarai, io sarò.

È tardi, è meglio che vada a dormire.

Così faccio, sprofondo nei miei pensieri stanco morto, mi sembra di vedere Azaleya nell'ombra per tutta la notte, ma forse è solo una sensazione.

Il giorno dopo mi sveglio e programmo già di fare qualcosa insieme a lei, sempre se vuole.

Scendo a far colazione, trovo la pasta al sugo. Capisco che è stata lei a cucinarla anche se fa finta di niente stravaccata sul divano.

«Grazie» le sussurro sporgendomi verso di lei.

Fa finta di non avermi visto, ma lo so perfettamente che ha un udito che può sentire per centinaia di metri.

«Di nulla» torna a guardare un programma sugli acquari.

Ha dei gusti strani questa ragazza.

«Dove sono i tuoi fratelli?» domando curioso, lei alza le spalle.

«Stavano cercando di bruciarmi il divano così li ho cacciati» spiega, facendomi ridere.

«Bene, in tal caso... Che fai nel pomeriggio?» chiedo, attirando la sua attenzione su di me.

«Perché?» domanda mettendosi seduta e incliando la testa di poco a destra.

«Sai nuotare?» le rispondo con un'altra domanda, ecco che si innervosisce.

«Sì, perché?» ripete, tornando a chiedere spiegazioni.

«Perché tu vieni con me in un posto e se mi dici di no ti obbligo» alzo le spalle sedendomi vicino a lei.

«Perché?» possibile che dalla sua bocca escano più domande che cos'è carine?

«Voglio passare del tempo con te» cerco di essere carino, di solito sono più brusco, ma esserlo con lei porta a delle conseguenze non trascurabili.

Ad esempio, quando mi sono alterato per Jace, lei c'è rimasta parecchio male.

Devo ammettere che quando mi ha detto che voleva essere chiamata Azaleya e non Azazel, l'incazzatura mi è scesa almeno del venticinque percento.

Lei si sta aprendo con me e adoro letteralmente la sua ingenuità e soprattutto il modo in cui mi guarda quando la chiamo Azaleya.

Poco dopo usciamo di casa per andare a scuola.

Prendiamo la mia macchina. Azaleya è parecchio silenziosa.

«Principessa, che hai?» domando, lei scuote la testa girandosi verso di me.

Do un'occhiata ai suoi occhi azzurri prima di tornare a guardare la strada.

When night comesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora