|48|》Chi non muore si rivede.

719 63 18
                                    

|Azazel's point of view|

Vado volocemente da Seth e quello che vedo non solo mi fa rivoltare lo stomaco, ma pentirmi di vivere ancora.

Loro non mi hanno sentito, sono comparsa all'improvviso e ancora non si sono accorti di me.

Ma quei rumori mi spaccano i timpani e mi traforano la mente.

Era da mesi che avevo pensato di potermi fidare di Seth, invece eccolo lì, a scoparsi Iside davanti ai miei occhi.

Rettifico, forse era Iside che si stava scopando Seth, dato che era sopra di lui, con la testa persa all'indietro, mentre lo prendeva dentro di sé con così tanta irruenza da farmi schifo.

E le sue mani che stringevano le sue natiche con così forza da sprofondarci avidamente, il viso di Seth perso.

Sto per vomitare, ma prima afferro il bel vaso che c'è all'ingresso e lo scaglio contro la parete.

Finalmente i due si accorgono di me, Iside sorride malignamente mentre la vista inizia ad offuscarsi e Seth sembra confuso. Lascia di poco la presa, indicando con un dito prima me e poi lei.

«Già, quanto fai schifo?» domando afferrando anche il tavolino, scaraventandolo a terra.

«Contenta troia? È tutto tuo» sussurro solamente prima di distruggere anche lo specchio e di sparire nel bosco.

È tutto così brutto. Mi sono fidata di lui e mi ha rotto in mille pezzi. Mi ha spezzato il cuore che non ho mai avuto.

Sono così delusa e piena d'odio, che sento battere il cuore come un tamburo in gola. Il che è impossibile.

Respiro con così tanta foga che mi faccio male ai polmoni, mi viene da vomitare.

Sto correndo per il bosco, mentre i rami mi rigano la pelle e prego di far fatica, ma no. Non posso farla e io vorrei solo sfogare la mia frustrazione in qualche modo.

Mentre cerco di rimanere senza fiato, inciampo e cado.

Mi sbuccio un ginocchio, ma che importa? Non sento dolore. L'unico dannato dolore che provo è quello peggiore e credimi che farei di tutto per farlo cessare.

Mi rimetto in piedi ma le gambe mi cedono, lasciandomi a terra in procinto di piangere.

Perché a me? L'unica volta che mi sono aperta con qualcuno è successo questo. E posso giurare, cadesse ora il cielo, che non lo farò mai più.

Sono stata una stupida a fidarmi di lui. Non credo che prendere a pugni un albero sia d'aiuto, però lo sto facendo lo stesso.

E sapete quale è la cosa peggiore di tutte? È che senza accorgermene sono arrivata in questo cazzo di prato. In questo cazzo di prato dove Seth si è addormentato la prima volta e si è fidato di me.

Avrei dovuto ucciderlo e mangiarlo. Avrei dovuto staccargli la testa a morsi e affondare nella sua carne, senza lasciare una goccia di sangue.

Le mie nocche sono insanguinate e io non so più cosa fare. Provo un senso di malessere nello stomaco, sembra più grande di me, pronto ad esplodere da un momento all'altro.

Sento un cuore. Un cuore che al momento vorrei che si fermasse.

«Azaleya» un sussurro che per me è più forte di un urlo, in quel momento.

When night comesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora