|42|》Incomprensioni.

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«Che facciamo?» domando al ragazzo che sta camminando per rifare la strada che abbiamo percorso questa mattina.

«Hai fame?» si volta per chiedermi, ovvio, sto morendo di fame.

«Tanta» rispondo muovendo qualche passo più veloce per non rimanere indietro.

«Stasera c'è una festa, riesci a portarti a casa lo scorpione?» mi domanda continuando a muoversi.

«Credo, ma io devo mangiare prima» insisto, ciò provoca un risolino da parte sua prima che salga sulla moto.

«Azaleya, ora andiamo a mangiare, torniamo a casa» si infila il casco mentre io lo guardo spazientita.

«No, tu non verrai con me» assottiglio gli occhi e alzo un sopracciglio.

«Principessa, non fare la difficile» scherza lui mettendo in moto.

Vorrei dire che non mi ha seguito, ma nemmeno mezz'ora dopo siamo nella cittadina vicina per sgozzare un ragazzo.

«Puoi... Puoi non guardarmi? Mi metti in soggezione» pronuncio facendogli segno di girarsi.

Non mi ascolta, non ci bado più di tanto quando mi spuntano i canini.

Sto veramente morendo di fame. C'è un ragazzo che sta fumando da solo, poco più in là, ha una mano ferita.

Seth non mi vede più, sono già davanti a quella povera vittima.

«Ciao» pronuncio facendo un maestoso sorriso, chinandomi verso di lui.

«Ei» fa lui, intimidito.

«Cosa fumi?» domando curiosa, fissando i miei occhi nei suoi.

«Marijuana» lo so.

«La mia preferita, un tiro?» chiedo mentre lui allunga la mano verso di me.

Afferro con prepotenza in suo braccio e ficco i canini nella carne, lo lascio dissanguato in nemmeno trenta secondi.

Estasi. Enfasi. Quando uccido sono viva, sono io, mi sento alla grande.

Io non sono più cosciente mentre mangio, mi ritrovo con le mani sporche di sangue senza rendermene conto.

«Azaleya, è morto, lascialo andare» riprendo coscienza grazie a Seth.

Lo guardo e noto i suoi occhi. I suoi occhi non sono più come prima, sembrano delusi da me, dalla mia essenza, dal mio comportamento.

Arretro come se mi fossi scottata.

Uno sguardo che mi sembra accusatorio, forse sono solo io ad essere paranoica, forse no.

«Io... Torno a casa» pronuncio in un filo di voce.

Mi ritrovo in mezzo al salotto, a casa non c'è nessuno, salgo le scale velocemente per andare in bagno è pulirmi.

Spalanco la porta ma una mano mi afferra con violenza il polso, facendomi voltare indietro e scontrarmi con lui.

Sporco la felpa di Seth di sangue e anche le sue mani.

«Lasciami andare» lo guardo riluttante, non mi sembra che voglia lasciarmi.

Ci sono dei momenti in cui semplicemente non voglio che qualcuno mi parli, non voglio essere disturbata da nessuno.

«Azaleya, che cazzo ho fatto?» domanda serio, le sue pupille sono due spilli.

Questo sguardo mi convince ancora di più che io gli faccia schifo.

«Io ti faccio schifo. Ti faccio schifo per come sono» pronuncio voltandomi dalla parte opposta e ritraendo la mano velocemente.

Non voglio che mi tocchi ora. Non voglio vederlo, non voglio che lui si ricordi di me, ora.

When night comesHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin