Buon Natale, Liebes

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Non so se può interessarvi, ma ho scritto sulle note di everything I wanted– Billie Eilish in caso vi piacesse leggere accompagnati dalla musica.


"Mi sono innamorato di te
e adesso non so neppure io cosa fare
il giorno mi pento d'averti incontrato
la notte ti vengo a cercare."

(Luigi Tenco)




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𝓛a calca era impossibile, a tirarsi fuori Hermione ci mise più tempo del previsto.

Un sacco di giovani si erano alzati, passavano da un tavolo all'altro per farsi gli auguri come sciami d'api. Per di più, le stelle filanti e i coriandoli dorati sopra di lei non smettevano di cadere e le si erano impigliati tra i capelli, sulla divisa, invischiati tra le ciglia.

«Porca... miseria!» si spintonò ancora un po', la mano chiusa su quell'unica scatolina di cuoio blu che sembrava essere incandescente contro il suo palmo.

La teneva contro il petto, proteggendola dalla ressa, ed era così leggera che ogni secondo si ritrova a stringere le dita per capire se fosse ancora lì.

Ma lei c'era. Ferma e piccola, con i battiti del cuore a martellarle contro.

Quando Hermione mise piede fuori dalla Sala Grande si concesse un sospiro profondissimo e, con impaccio, prese a tirarsi via stelle filanti e coriandoli di dosso. Era distratta però, perché le iridi si guardavano intorno come quelle di un cerbiatto smarrito, alla ricerca... di lui.

Se le aveva fatto segno di uscire, dov'era finito adesso?

A gambe malferme e ginocchia inquiete prese a perlustrare i corridoi vicini, così velocemente e distrattamente che più volte rischiò di inciampare nei suoi stessi piedi.

Quando lo trovò, la bocca le si aprì di scatto per pronunciare il suo nome. Quello però... rimase lì, in punta di lingua.

Draco era insieme a Valerio e nessuno dei due si accorse subito di lei, perché si guardavano con un'intensità violenta, occhi di mastini pronti a scattare.

Il Corvonero aveva un dito puntato contro il petto di Draco, Hermione non riusciva a vederlo in viso perché le dava le spalle, ma il tono di voce non sembrava per nulla amichevole. Non sembrava neanche la voce di Valerio, sempre leggera e allusiva.

«Ti ho detto» scandì con lentezza glaciale, «che inizia a non piacermi affatto. Ficca troppo il naso e se mai dovesse–»

Draco fece un passo avanti con foga, gli occhi gli si sgranarono di rabbia. Arricciò le labbra quando ringhiò fuori: «Tu non ti immischierai. Fa solo ciò che devi, perché se mai dovessi toccarla io ti giuro sul mio nome–»

Ma Valerio spinse fuori una risata cupa, di una empietà gelida: «Hai perso questo privilegio, Draco. Hai perso il privilegio di giurare sul tuo nome il giorno in cui hai deciso di non unirti alla causa.»

Draco lo guardò, il viso una smorfia di sgomento. Fece un passo indietro, sconcertato: «Unirmi alla causa

Il Serpeverde scosse la testa: «Siete sempre i soliti, voi De La Rivès. Lo siete tutti... siete tutti sempre i soliti. Non capite mai quando è il momento di smettere di giocare.»

Il segreto del silenzio | DRAMIONE Where stories live. Discover now