Come un ticchettio

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Non so se può interessarvi, ma ho scritto sulle note di Ending - Isak Danielson, in caso vi piacesse leggere accompagnati dalla musica.



"È il tempo che hai perduto per la tua rosa che ha reso la tua rosa così importante."

— Antoine de Saint-Exupéry



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𝓠uando vide le sue spalle sparire le cedettero le gambe.

Harry la afferrò per un braccio, cercò di trarla, eppure... lei non riusciva. Non riusciva a darsi forza, si sentiva un guscio vuoto, scavata fino a che non c'era rimasto più niente.

Crollò a terra, e non riuscì a capire se fu più violento il dolore al fianco o quello che in quel momento le sbranava il cuore, che le appesantiva gli occhi tanto da non riuscire nemmeno a tenerli aperti.

Era quella sensazione... di quando il dolore ti impiastra nei suoi pugni neri, ti schiaffeggia con le sue dita di ferro e tu non puoi che startene lì, a farti scorticare e spellare senza stregua.

«Dove ti fa male?» qualcuno le chiese.

E avrebbe voluto dire che le faceva male tutto, avrebbe voluto chiedere a chiunque di farla morire lì.

Il fiato le venne meno quando tentò di aprire bocca... le arrivavano suoni di voci come se ci fossero cento litri d'acqua a ingabbiarla e separarla dal mondo.

«... in shock.»

«Tornare in ospedale, dovrebbe...»

«...portarla subito. Riesci a sentirmi?»

Distingueva le voci di Harry e Ron, ma non di tutti gli altri. E tutti– tutti dicevano qualcosa. E lei voleva solo che si zittissero, voleva che il mondo crollasse addosso a tutti quanti così da farli evaporare, perché non voleva nessuno, non voleva ascoltare, rispondere, guardare, respirare.

Voglio morire.

Qualcuno forse cercò di tirarla su, ma quando una mano le strinse sull'anca l'istinto la fece gridare dal dolore.

«Ti dobbiamo tirare su, Hermione. Reagisci!» qualcuno le ringhiò nell'orecchio, ma lei riuscì solo a scuotere la testa.

No, no, no. Non voleva essere tirata su, non voleva andare da nessuna parte.

Voleva essere lasciata lì perché tanto ormai era tutta spezzata, c'erano così tanti pezzi di lei su quel pavimento del Ministero, che non le sarebbe bastata una vita neanche per ritrovarli tutti.

Perché infondo lei lo sapeva.

Lei lo aveva sempre saputo e questo adesso era lo schiaffo che la vita le aveva serbato. Se lo era conservato per tutti quegli anni e adesso glielo aveva tirato così, a fiato corto e dita aperte come una traditrice.

E lei lo sapeva, lo aveva sempre saputo che lui era una rovina. Che non avrebbe portato mai a nulla di buono, che in quella vita l'avrebbe fatta piangere per sempre.

Dopo quasi vent'anni non importava, lui trovava sempre, sempre il modo di farla stare male. Lo avrebbe sempre trovato.

Il segreto del silenzio | DRAMIONE Where stories live. Discover now