La fine

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🔺 Contenuto adulto. Per l'ultima volta... vi auguro buona lettura ♥️.

Non so se può interessarvi, ma ho scritto sulle note di Siccome sei - Giordana, in caso vi piacesse leggere accompagnati dalla musica.



"Non ho rotto il silenzio, l'ho aperto con delicatezza, sono entrato e poi l'ho chiuso accostandolo piano."

blunoneuncolore, Twitter



꧁🦁🐍꧂

𝓟er quella sera Draco non si fece più vedere.

Hermione se ne rimase in cucina stretta nel silenzio, pensando che forse fosse meglio così. Non aveva bisogno che lui la vedesse piangere ancora; persino quelle poche volte che aveva tirato su col naso si era preoccupata che lui la sentisse.

Rimase così probabilmente per ore: seduta su uno sgabello, davanti a un piatto di lasagne che si era riscaldata ma non aveva nemmeno sfiorato, così quelle si erano rifatte fredde e lei insieme a loro.

L'unica luce era quella flebile della cucina, ma per il resto la casa era ammantata da buio e silenzio, solo dalle finestre filtravano i raggi opalescenti della luna, rischiarando le ombre dei mobili.

I pensieri di Hermione erano corsi per tutta la sera alla giornata assurda che aveva appena vissuto, aveva cercato di fare il punto della situazione ma senza risultato.

La verità era che Draco non lo capiva, distante anni luce da lui, da quello che aveva dovuto passare, dal suo stato d'animo. Hermione sapeva di non poterlo comprendere appieno, eppure... si sentiva ferita. Ferita, perché lui neanche sembrava essersi sforzato di voler capire lei. Aveva semplicemente scelto di tagliarla fuori e lo aveva fatto, in una sicurezza che la aveva spezzata in due.

Si sentiva come se qualcuno le avesse strappato la speranza dal petto rimproverandola di essersene nutrita troppo, e che adesso le toccava morire di fame. Si sentiva persa.

Emise un altro sospiro nello stesso momento in cui il suo telefono, poggiato lì vicino, segnò mezzanotte e prese a vibrare, illuminandosi.

Cascate di messaggi la inondarono e solo quando ne lesse qualcuno di sfuggita si ricordò che giorno fosse.

Era il suo venticinquesimo compleanno.

Per un qualche motivo le venne di nuovo da piangere. Spinse via il piatto in un rumore di ceramica che sfregava sul tavolo, ci poggiò sopra i gomiti e lasciò cadere la testa tra le mani.

Pianse di nuovo e quando gli occhi le scivolarono su un messaggio che recitava "Buon compleanno" da chissà chi, sbruffò sonoramente tra le lacrime.

«Buon compleanno un cazzo.» soffiò fuori, frustrata.

Poi in un moto d'impeto afferrò il telefono e lo spense. Non voleva sapere più niente, leggere più niente. Decise che se ne sarebbe andata a letto.

Saltò giù dallo sgabello, attraversò il salottino dell'entrata dritta verso il piccolo corridoio che portava alle camere da letto.

Quando aveva già la mano sulla sua maniglia, però, esitò.

Il silenzio la avvolgeva da capo a piedi, sentiva solo il suono leggero del suo stesso respiro. Avrebbe dovuto... controllare? Che dormisse davvero? Che stesse bene?

Il segreto del silenzio | DRAMIONE Where stories live. Discover now