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Non so se può interessarvi, ma ho scritto sulle note di Close your eyes – Prod by Enemies in caso vi piacesse leggere accompagnati dalla musica.


"Non credo che gli esseri umani imparino nulla senza disperazione. La disperazione è un ingrediente necessario per imparare qualcosa o per creare qualsiasi cosa. Punto. Se arrivati a un certo punto non si è disperati,
non è interessante."

— Jim Carrey



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𝓓isperato.

Non c'era altro modo per descriverlo: quella sera Draco Lucius Malfoy era disperato.

L'unica persona a cui era concesso stargli intorno sembrava essere Blaise, per il resto tutti si tenevano a debita distanza, come se Draco emanasse un'aura talmente funesta che al solo sfiorarla avrebbe potuto sgretolare fino alla polvere.

Così, pur se i due giovani si trovassero nella Sala Comune dei Serpeverde, nessuno ronzava lo intorno. Anzi in realtà lì non c'era proprio nessuno, nonostante la cena fosse terminata da un pezzo e i ragazzi a quell'ora adoravano rimanere a ciondolare in Sala Comune prima di recarsi definitivamente ai dormitori.

Ma non quella sera. Quella sera Blaise adocchiava malamente chiunque provasse anche solo a fare un passo verso di loro e Draco al minimo rumore rizzava la schiena, si cristallizzava in una posa rigidissima, il mento alto e sfrontato come a sfidare chiunque a rivolgergli la parola.

Sembravano davvero due serpi pronte ad attaccare, i visi intagliati dalle ombre che le fiamme del camino gettavano loro contro.

«Dannazione.» ripeté di nuovo Draco, abbassando il capo e lasciandosi cadere i capelli tra le mani.

Se li strinse fino quasi a tirarseli, lunghe dita chiuse su fili di neve.

«Calmati, Draco.» fece Blaise, la voce sempre modulata in quella sua eleganza misurata, «Impazzire non è di certo la soluzione.»

«No Blaise, ma davvero? Chissà perché non ci avevo pensato!» fu il mento di Draco che scattava in avanti, il viso resuscitato da quel sudario di mani e disperazione con cui si copriva da oltre un'ora.

«Lei mi ha visto, Blaise... mi ha visto.» fu il rimorso a graffiargli la gola, a frammentargli le parole.

«Tutti ti abbiamo visto, Draco.» puntualizzò l'altro, un sopracciglio alzato a sottolineare l'ovvietà.

Poi, a guardare l'amico a pezzi, tentò di addolcirsi: «Senti...» tentò, il timbro più basso, «I ragazzi mi hanno detto che vanno a festeggiare la vittoria nel bagno dei Prefetti, stanotte... perché non vieni anche tu?»

Dall'amico non arrivò risposta. Draco teneva gli occhi persi tra le fiamme; le ciocche erano state talmente masticate dalle dita che adesso ricadevano vaporose e morbide sulle guance, sopra gli occhi... forse neanche Blaise l'aveva mai visto così spettinato.

«Lo so che non ti sembra una grande idea, ma meglio che startene qui a crogiolarti di desolazione per... per lei.»

«Sono un gentiluomo, ma se vedo Ainiria ora come ora le storco il collo, quindi meglio di no.»

La risposta era stata di un granito freddo, intatto in tutta la sua verità.

Il segreto del silenzio | DRAMIONE Where stories live. Discover now