Servono spalle forti

7.9K 330 812
                                    

Non so se può interessarvi, ma ho scritto sulle note di Lucid (with Austin Mahone & Abraham Mateo) in caso vi piacesse leggere accompagnati dalla musica.


"Sei il mio centro di gravità
ma permanente.
Quella cosa che mi tiene
quando mi viene da crollare."

(Fillieinlove)



꧁🦁🐍꧂



𝓓raco si stava finendo di vestire.

Aveva gli occhi persi tra i pensieri, non guardava il suo riflesso allo specchio mentre si tirava su la camicia; la stanza del dormitorio quella mattina vuota eccetto che per lui.

Le braccia sode gli scivolarono dentro le maniche di cotone, quando il tessuto gli sfiorò la ferita non riuscì a trattenersi una smorfia di fastidio.

Era un taglio estremamente profondo e più i giorni passavano più sembrava fare male. Sapeva che avrebbe potuto guarirlo lui stesso, ma semplicemente non voleva.

Lui voleva sentire quel dolore, voleva vederlo pulsare sulla pelle. Voleva sentirlo strusciare contro il tessuto, a ferirlo come una distesa di spine.

Il colletto un po' gualcito gli sfiorò il collo mentre già si allacciava il primo bottone e dovette reprimere un altro grugnito quando alzò il braccio per sistemarlo.

«Fanculo.» spinse fuori tra i denti, un sibilo affranto.

Le dita erano più pigre del solito, si muovevano in una inerzia lenta, troppo stanca.

La notte prima questa volta aveva davvero fatto troppo tardi, albeggiava già quando era rientrato ad Hogwarts.

I giorni precedenti, poi, erano stati un inferno cieco. Aveva avuto a stento il tempo di mangiare, non aveva visto nessuno e parlato con nessuno, era riuscito a malapena a farsi vedere in Sala Grande giusto per non destare sospetti.

Perché lui infondo... sapeva. Da quando la Preside gli aveva concesso di fare rotino a scuola, era sicuro che avesse ordinato a qualcuno di spiarlo, di tenerlo d'occhio.

Draco non aveva mai creduto nella fiducia, la aveva sempre rimirata da lontano, come un animale di foresta che non osa uscire da quella macchia nera e scura, anche se sa che fuori potrebbe vedere meglio il sole.

E di sicuro non avrebbe cominciato a crederci proprio partendo dalla fiducia di Minerva.

Così quei mesi era stato attento e nonostante non avesse capito chi lo stesse spiando, sapeva che qualcuno lo stesse facendo.

La sua era sempre stata un'anima talmente riservata che anche solo il pensiero che qualcuno potesse tenerlo d'occhio gli faceva ribollire il sangue. In un istinto involontario si sfiorò la bacchetta per accertarsi che fosse ancora nella tasca posteriore.

Poi, un miagolio lo distrasse.

«Ah, sei ancora qui?»

Guardò Grattastinchi strusciarsi ai suoi piedi. Quando era tornato, quella notte, aveva trovato il micio gironzolare per i corridoi vuoti del castello, così se lo era preso sottobraccio e lo aveva portato con sé.

Il segreto del silenzio | DRAMIONE Where stories live. Discover now