Arrivano vecchi amici (e i problemi, ma quelli forse c'erano già)

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PREMESSA: Il capitolo è molto lungo, leggetelo in un momento di pace, un momento vostro, se volete. Poi: io non voglio urtare la sensibilità di nessuno e ho cercato di essere più giusta possibile, però Hermione sarà un po' spenta, un po' diversa in questo capitolo e mi sembrava corretto anticiparlo perché non posso sapere, in questo oceano di emozioni, dove ogni mio lettore presente o futuro sta, se sta, nuotando faticosamente. Intesi, no?
Questa è solo una storia e so che si legge di peggio, di più rudezza o violenza o "disordini" però... non so, a me piace essere limpida e corretta anche nelle piccolezze.
Tornino a noi: Ho scritto sulle note di Who's There – Peter Sandberg.



"Perché quando ti stanchi, ma ti stanchi davvero, non minacci più, non avvisi, non preghi, non speri, non corri, non insegui, non guardi, non ti interessi più, e ti fermi: chiuso, spento, buio, sipario, punto."

—FullMoonInTDark, Twitter



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𝓗ermione quella sera si trascinava sulle gambe.

La stanchezza le ammantava i muscoli, picchiettava sulle ossa in una insistenza fastidiosa e, in quei movimenti fiacchi, era come incrinarsi ad ogni passo.

Era rimasta in biblioteca fino a perdere la cognizione del tempo ed era consapevole di essere già in ritardo per la cena.

Avrebbe dovuto accorgersi prima dell'ora tarda, adesso avrebbe dovuto aumentare il passo, probabilmente avrebbe anche dovuto avere fame.

Avrebbe dovuto.

E invece l'unica cosa che aveva era una pesantezza che la spossava fino a farle illividire le ossa.

Non sapeva che ore fossero, non riusciva ad aumentare il passo, non aveva fame.

Non aveva niente. Non voleva niente.

In quei giorni novembre era scivolato come acqua di fiume, lento e inesorabile.

Si era portato con sé il sole caldo, i tramonti tardi e le brezze leggere. Si era portato le foglie degli alberi coi suoi venti dell'Ovest e la calura dell'erba che titillava la pelle quando ti ci stendevi.

Adesso l'erba era fredda e, con lei, lo era un po' anche Hermione.

La ragazza si era spenta un po', una fiammella di candela fioca... di quelle che quasi non hanno più forza perché sono state accese per troppo tempo e adesso vorrebbero solo spegnersi un po', solo riposare.

Ma Hermione non poteva riposare, non riusciva perché era semplicemente troppo a pezzi per dormire e troppo stanca per restare sveglia.

Era un circolo vizioso da cui non riusciva più a uscire e il Distillato Soporifero era un coltello a doppia lama: che lo afferrasse da un lato o dall'altro non importava... finiva sempre per tagliarsi.

La faceva riposare la notte, lasciandola cadere in un cielo senza stelle, spire nere prive di sogni, ma la infiacchiva giorno dopo giorno rendendola sempre più assopita e incline alla distrazione– lei che distratta non era stata mai.

Non riusciva a concentrarsi, la mente le pulsava in un dolore costante, il corpo si ribellava in una lassezza talmente insistente che le faceva mancare la fame, eppure lei non demordeva... mai.

Il segreto del silenzio | DRAMIONE Where stories live. Discover now