Mamma e papà

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• leggete con qualcosa che vi annoda le viscere, per la prima volta ho pianto mentre scrivevo.

"La cosa più importante che i genitori possono insegnare ai loro figli è come andare avanti senza di loro."
(Frank A. Clark)




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𝓒i sono momenti in cui vorresti che il mondo si fermasse.

Momenti in cui vorresti startene immobile, congelata nel tempo e nello spazio perché non sai se avrai la forza di tirare fuori il prossimo respiro.

E allora tu vorresti incassarti in te stessa, chiuderti al mondo come corolla di fiore pentita di essere sbocciata.

Ma non lo puoi fare... lo sai. E allora sgrani gli occhi e ti impiastri nei respiri, la gola a tremare di battiti voraci.

Ti senti masticata da dentro e non puoi startene che lì, gracile e piantata tra i tuoi stessi brividi.

Aspetti che il mondo ti dirupi addosso, mentre già dentro ti senti franare in tutti i tuoi sentimenti...

Fragile. Vulnerabile.

Fu così che Hermione si sentì quando suo padre si voltò verso di lei.

Ancora seduto sul divano voltò piano il viso... come richiamato da quel sentimento, sai? Quello vecchio come il mondo, ma lucido e pulito come fosse nuovo.

L'amore.

Ma quello grande, quello celestiale. Il più tenero e vero che mai la Terra può calpestare... l'amore per i propri figli.

Fu con quell'amore iniettato negli occhi che il signor Granger si voltò.

Si voltò e la vide lì, la bacchetta ancora alla mano e mollemente sollevata, le iridi traslucide di gioia e dolore insieme.

«Bambina...?»

La sua voce fu un sussurro di vento. Sconcertato e fragile in quella sua incredulità.

A quelle parole anche la giovane donna accanto a lui si voltò, interdetta.

«Tesoro ma cosa stai– » tentò di dire, mentre indecisa su rivolgeva al marito.

Le parole però le morirono in bocca, gli occhi le si spaccarono nel momento in cui si poggiarono sulla ragazza che se ne stava ancora immobile sulla soglia della porta.

Si portò una mano alle labbra, talmente tremula che le dita non riuscivano a stare ferme un secondo.

«Sei... tu sei...?»

Hermione non poté che guardarli così... immensamente persa, lacrime silenziose a rigarle le guance.

«Sono io...» fu la sua voce spezzata.

E poté giurare che si sentì spezzare tutta. Gambe, cuore, anima, braccia, ossa, tendini, ogni briciola di se stessa si frantumò.

«Sono io...» riuscì a dire, la voce calda e rotta, «Mamma... papà... sono io...»

Si avvicinò d'un passo indeciso quando li vide sollevarsi lenti dal divano, le espressioni ancora confuse.

Il segreto del silenzio | DRAMIONE Where stories live. Discover now