A nudo

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Non so se può interessarvi, ma ho scritto sulle note di Pteryla – Novo Amor, in caso vi piacesse leggere accompagnati dalla musica.


"E poi il mondo non si divide in persone buone e mangiamorte. Tutti abbiamo sia luce che oscurità dentro di noi. Ciò che conta è da che parte scegliamo di agire. È questo quello che siamo."
(Sirius Black)




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𝓓raco era diventato taciturno.

Hermione camminava poco più avanti, stretta nelle spalle e col viso coperto dalla cascata di capelli che le sfiorava le guance.

Alla fine aveva accettato l'offerta dei genitori di rimanere in quel motel a dormire e, dopo aver scambiato qualche altra parola, i due giovani maghi si erano congedati.

Il proprietario aveva concesso loro l'unica camera doppia che era riamata disponibile e se Hermione sembrava esserne rimasta un po' imbarazzata, Draco invece non aveva dato nessun segno d'incertezza, anzi a esser sinceri non aveva dato nessun segno e basta.

Indossava uno sguardo sbiadito, gli occhi persi in realtà che Hermione non riusciva ad acchiappare.

Se ne stava alle spalle di Hermione, composto e dritto in quella sua camminata candida, talmente silenzioso che la maga più volte si ritrovò a voltarsi per accertarsi che lui la stesse seguendo davvero.

Quando arrivarono alla loro camera, il giovane mago si chiuse la porta alle spalle in uno schiocco di serratura leggera.

La stanza era piccola, le luci al neon la illuminavano a stento e la grande finestra che dava sul letto faceva filtrare i raggi lunari in una eleganza di chiarori pallidi, in controluce con le ombre della stanza.

«Che luce orribile.»

Fu la prima cosa che tirò fuori Draco guardandosi in quello stretto spazio, ai suoi occhi troppo angusto e impolverato.

Ed Hermione fu sicura di coglierci una nota di sofferenza incastrata dentro, si girò a guardarlo con occhi grandi e riguardosi. Inclinò un po' il mento, la voce tiepida: «Tutto bene?»

Gli occhi del mago, che fino a quel momento si stavano ancora guardando intorno, scattarono nei suoi.

«Sì.» fu la risposta che le rivolse, ma spinosa, stretta in bocca.

«Draco...» tentò ancora lei, le parole soffici come nuvole, «Cosa c'è?»

Lo guardò in quel modo che ricordava cristalli d'acqua, limpido e genuino. Iridi gentili, pulite dalla fretta e accomodate in una paziente attesa.

Lui però si strinse il labbro inferiore tra i denti, le negò lo sguardo spingendo il mento di lato, rude come un serpente in cattività. Sembrava far violenza su se stesso pur di stare zitto.

«Sei arrabbiato?» gli chiese lei, facendo cauta un passo verso di lui.

«No.»

«Non... ti senti tanto bene? Forse la ferita sul–»

«No.»

Il segreto del silenzio | DRAMIONE Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora