È una Candid Camera?

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"Il piacere (si può dir con perfettissima verità) non vien mai se non inaspettato; e colà dove noi non lo cercavamo, non che lo sperassimo."

— Giacomo Leopardi



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«𝓔hi! Hermione... Hei!»

La ragazza si sentì chiamare da qualcuno alle sue spalle, ma continuò a camminare impettita, gli occhi fermi davanti a lei. Stava letteralmente andando contromano: lei si allontanava a passo di marcia dalla Sala Grande, mentre la fiumara di studenti, dopo una giornata volta al termine, si avvicinava per la cena.

«Hermione! Ma cosa– »

La voce di Neville alle sue spalle venne inghiottita da alcuni schiamazzi ed Hermione strinse ancora di più i pugni, infastidita.

Ogni cosa, ogni pensiero in quell'istante, la infastidiva oltremodo: il pensiero di dover andare dalla McGranitt ad assumersi le sue colpe, il pensiero di Draco, delle rose bianche che aveva distrutto un attimo prima, il pensiero della confusione intorno a lei a renderla ancora più irritabile e...

«Ma... Hei

Si sentì afferrare per una manica slargata della divisa, dita si chiusero vicino al suo polso.

«Hermione!» la chiamò ancora Neville nell'istante in cui lei si voltò.

Il ragazzo adesso la aveva raggiunta e un respiro pesante che gli affannava il petto mentre occhieggiava l'amica con uno sguardo confuso.

«Ma non mi sentivi? Ti chiamo da una vita!» la rimbeccò, risentito.

Hermione abbassò gli occhi, un po' in colpa. Nonostante ciò però, non lo diede a vedere perché scrollò le spalle in un movimento fluido e gli regalò un sorriso timido, di scuse: «Scusa Neville. Solo che sono di fretta, ho l'appuntamento dalla McGranitt, ricordi?»

Neville la scrutò, interdetto: «Sì, ma... è tra mezz'ora... Potresti cenare insieme a noi e poi andare.»

Il sorriso di Hermione tentennò terribilmente, come in equilibrio su un filo quando questa si ritrovò a mentire: «Ho già mangiato, Neville, grazie.» tagliò corto nella speranza che Neville non notasse quanto il suo tono fosse scialbo, privo di convinzione.

«Sei... sei sicura? Mi sembri, non so... scossa.»

«Cosa? No!» proruppe Hermione, forse con un po' troppa foga, «No, Naville, davvero... io... sto benissimo

A quelle parole seguì qualche secondo in cui il ragazzo sembrò interdetto, forse indeciso se ribattere o meno, poi però scrollò le spalle, rivolgendole un sorriso sincero.

Hermione fece lo stesso, concedendosi un sospiro di sollievo silenzioso che, però, arrivò troppo presto, perché...

«I fiori dell'Hedera Helix? Sono comparsi?» si illuminarono gli occhi di Neville, d'improvviso ricordatosi della sua piccola magia.

Hermione poté sentire il proprio respiro troncassi di netto, il sorriso le si cristallizzò sulle labbra così fragile che sarebbe potuto andare in frantumi alla sillaba sbagliata.

Il segreto del silenzio | DRAMIONE Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora